La madre ,questo nonostante agli inizi non andavamo d'accordo ,

BUONGIORNO , SONO UNA DONNA DI 38 ANNI , HO UN PROBLEMA CREDO ,
SONO FELICEMENTE ACCOMPAGNATA DA 6 ANNI AD UOMO MERAGLIOSO, CONVIVIAMO ,IL MIO COMPAGNO HA ALLE SPALLE UNA PRECEDENTE RELAZIONE CHE E' DURATA ANNI ,E DALLA QUALE E' NATO UN FIGLIO CHE AD OGGI HA 14 ANNI , PER FARLA BEVE IL RAGAZZO HA SCELTO DI VIVERE CON NOI E NON CON LA MADRE ,QUESTO NONOSTANTE AGLI INIZI NON ANDAVAMO D'ACCORDO ,(NORMALE ) ,PRECISO CHE NON SONO IO LA CAUSA DELLA ROTTURA TRA IL MIO COMPAGNO E LA EX ,ERANO GIA' SEPARATI DA ANNI , COMUNQUE DOPO VARIE E DIFFICOLTOSE STRADE SIAMO RIUSCITI AD ACCONTENTARE IL RAGAZZO E A FARLO VENIRE A VIVERE DEFINITIVAMENTE CON NOI, (PIANGEVA OGNI VOLTA CHE DOVEVA TORNARE A CASA DALLA MADRE) .
IL PUNTO E' QUESTO,LO AMO IMMENSAMENTE ,E' COME SE LO AVESSI FATTO IO ,MA CARATTERIALMENTE CI SCONTRIAMO PARECCHIO,O MEGLIO IO MI SCONTRO PERCHE' LUI HA UN CARATTERE PIUTTOSTO TIMIDO ED INTROVERSO ,SEMBRA SEMPRE TERRORIZZATO,GLI HO INSEGNATO LE BASI DELL'EDUCAZIONE ,MANGIARE COMPOSTI ,RISPETTARE LE REGOLE ,ETC.. IL TUTTO COMMISURATO ALLA SUA ETA' NATURALMENTE ,PURTROPPO PER LUI E' STATO LASCIATO CRESCERE UN PO' SOLO ,NON E' STATO SEGUITO MOLTO , E QUINDI PER LUI E' TUTTO NUOVO , ERA MOLTO INTROVERSO E NON PARLAVA QUASI MAI DEI SUOI SENTIMENTI O PEENSIERI, CON AMORE E PAZIENZA GLI HO INSEGNATO AD APRIRSI , AD APRIRSI IN FAMIGLIA ,GLI ABBIAMO COSTRUITO INTORNO UN PORTO STABILE DOVE PUO' E DEVE SEMPRE SENTIRSI AL SICURO ,MA MIO MALGRADO A VOLTE NON RIESCO AD ENTRARE IN SINTONIA CON LUI , MI IRRITA LA SOLA VISTA , E' AMORFO E POCO DINAMICO , LO PROVOCO PER AVERE UNA REAZIONE ,MA LUI NONOSTANTE LE MIE PROVOAZIONI SUBISCE PASSIVO ,VORREI CHE IMPARASSE A REAGIRE ,A RISPONDERE ,A FARSI VALERE CONTRO LE INGUSTIZIE ,ANCE QUELLE CHE CAUSATE DA ME ,MA NULLA , CERCO DI MEDIARE CON ME STESSA ED ALLE VOLTE MI VIOLENTO PER NON CEDERE ALLA NEVROSI ,NON SONO MANESCA A ALLE VOLTE MI VERREBBE DI DARGLI UN CEFFONE PER AVERE UNA SUA REAZIONE .
MI RENDO CONTO CHE LA COLPA NON E' SUA , NON E' MAI STATO ASCOLTATO DAI SUOI ,LA MADRE A VOLTE LO PICCHIAVA SENZA APPARENTE MOTIVO ,ED A VOLTE LO COMPRAVA CON OGNI OGGETTO POSSIBILE ,IMPORTANTE ERA CHE LUI NON CREASSE PROBLEMI ,RISULTATO? RAGAZZINO VIZIATISSIMO E MALEDUCATISSIMO , CI SONO VOLUTI DUE ANNI PER INSEGNARGLI ALMENO IN PARTE CHE NON E' COSI' CHE SI VIVE .
SO DI ESSERE DIVENTATA IL SUO PUNTO DI RIFERIMENTO ,LA SUA CONFIDENTE ,E NE SONO FELICISSIMA ,MA NON MI SPIEGO IL PERCHE' A VOLTE MI ACCANISCO CON LUI ,ANCHE SENZA MOTIVO ,MI GIUSTIFICO SEMPRE ,MA DENTRO DI ME SO CHE MI RACCONTO BALLE .
SONO SULLA STRADA DELLA PSICOSI MANIACALE? O SONO FRUSTRATA ? ABIO IN UNA CITTA' CHE NON E' LA MIA , NON HO LA MIA FAMIGLIA VICINO,NE GLI AMICI ,HO IL MIO COMPAGNO ,I SUOCERI , MA MI SENTO SOLA MOLTO SPESSO .
SCUSI LA LUNGHEZZA DI QUSTA MIA .GRAZIE
[#1]
Dr.ssa Virginia Caprino Psicologo 15
Gentile utente,
il mio è un semplice consulto per una richiesta che mi pare complessa.
L'adolescenza è per definizione il peridodo della vita in cui si struttura l'identità e il carattere di una persona che passa dall'infanzia al mondo degli adulti, passaggio che viene sovente vissuto in modo burrascoso ed è per questo che non è semplice, per noi adulti, entrare "in sintonia" con un adolescente che cresce e che alterna momenti di dialogo con momenti di silenzio e passività, come nel suo caso.
Ci dice che il suo rapporto col padre del ragazzo va bene ma non ci dice nulla riguardo al rapporto del padre con il figlio che, invece, potrebbe essere utile. Per esempio, lei e il padre parlate del ragazzino? Il padre ha un ruolo altrettanto importante quanto il suo?
Lei ha fornito a questo ragazzo un "porto sicuro" da cui salpare verso la vita, ne è diventata confidente...ma forse con un bagaglio di aspettative troppo ampio da parte sua. Cosa ne pensa di questa ipotesi? L'educazione richiede pazienza e fiducia: si dia tempo, gli dia tempo...
Non credo che lei sia sulla strada della psicosi maniacale, che è ben altra cosa dallo stato d'animo che lei descrive, per fortuna!
Trovi il tempo per riflettere con la calma necessaria sulla situazione.
Resto a disposizione,
cordiali saluti

Dr.ssa Virginia Caprino

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Condivido di massima il parere della collega Caprino, al quale vorrei aggiungere un ulteriore elemento, a mio avviso importante.

Quanto sto per dirle può non essere condivisibile e probabilmente incontrerà persone o professionisti che non saranno d'accordo. Addirittura lei stessa potrebbe non trovarsi d'accordo, e se questo fosse il caso faccia tuttavia un piccolo sforzo e lo prenda come uno spunto di riflessione.

Quando si convive stabilmente con il figlio del nostro compagno/compagna o marito/moglie, specie se ormai il ragazzo è già in età adolescenziale, l'onere della sua educazione spetterebbe al genitore naturale. In famiglia si è in due e quindi è normale che ci si dividano i compiti e che a volte capiti di comportarsi come ne se fossimo anche noi genitori.

Ma tenga presente che la sua autorità, il suo ascendente e in definitiva il suo potere d'influire sull'educazione del ragazzo difficilmente potranno essere gli stessi che avrebbe se ne fosse la madre.

Le dico questo non per sminuire quello che sta facendo per aiutare il ragazzo, che di per sé mi pare encomiabile ma per spiegarle che, quando non riesce a ottenere i risultati sperati, con lui, entro certi limiti è naturale che ciò avvenga. E che quindi non ha alcun bisogno di darne la colpa né al ragazzo, né a lei stessa né a nessun altro.

Se il ragazzo si dovesse rifiutare di seguirla o di obbedirle, a rigor di termini lei sarebbe tenuta a fare un passo indietro e lasciare che la questione venisse risolta dal padre - o dalla madre, che però mi par di capire sia fuori questione.

Ciò non vuol dire che lei debba smettere di occuparsi di questo ragazzo oppure lavarsene le mani. Vuol dire solo che, se consideriamo le due principali cose che un genitore può dare a un figlio, ovvero l'amore e l'insegnamento delle regole, nel suo caso dovrebbe tener presente che si tratta principalmente del primo dei due: entrambi può darli solo un genitore naturale, a meno che non si tratti di un bambino molto piccolo, ma non è questo il vostro caso.

Semmai, se doveste rendervi conto nel tempo che il ragazzo continua a manifestare segni di disagio, potrebbe essere il caso di rivolgersi a un professionista, uno psicologo oppure il consultorio familiare della vostra ASL, per un consulto.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
GENTILISSIMI ,
RINGRAZIO DI CUORE PER IL VOSTRO CONSULTO ,ALLA DOTTORESSA VORREI DIRE ,IL RAPPORTO TRA ME E IL MIO COMPAGNO E' BELLO , E PARLIAMO MOLTISSIMO DEL RAGAZZO ,CI CONSULTIAMO , CI CONFRONTIAMO SU QUALE POSSA ESSERE LA STRADA MIGLIORE PER AIUTARLO NELLA CRESCITA , TRA LORO C'è UN OTTIMO RAPPORTO ,MA A CAUSA DEL LAVORO CHE PRIMA SVOLGEVA ,NON E' STATO MOLTO PRESENTE NELLA QUOTIDIANITA' DEL FIGLIO ,DELEGANDO DI FATTO IL COMPITO DELL'EDUCAZIONE ALLA MADRE ,NEI MOMENTI IN CUI ERA PRESENTE CERCAVA DI COMPENSARE LA MANCANZA CON DEI REGALI ,A TEMO SIA UNA COSA FREQUENTE NEI GENITORI CHE A CAUSA DEL LAVORO SI SENTONO IN COLPA VERSO I FIGLI,IL SUO RUOLO NON E' MENO IMPORTANTE ,SOLO DIVERSO , E ANCHE QUESTO STA CAMBIANDO ,IN QUANTO L'AVER CAMBIATO LAVORO , ESSERE PRESENTE QUOTIDIANAMENTE NELLA SUA VITA ,IL POTERSI PARLARE CON SERENITA' ,DI SICURO HANNO INFLUITO POSITIVAMENTE PER ENTRAMBI .
DOTTORESSA TEMO ANCHE ABBIA RAGIONE RIGUARDO LE MIE ASPETTATIVE NEI RIGUARDI DI QUESTO RAGAZZO ,CERCHERO' DI FAR TESORO DEI SUOI CONSIGLI . LA RINGRAZIO MOLTISSIMO PER LA DISPONIBILITA'.
GENTILISSIMO DOTTOR SANTOCITO ,
ANZITUTTO LA RINGRAZIO MOLTO PER LA SUA RISPOSTA ,
SONO CONCORDE SU QUANTO DA LEI ESPRESSO ,MA SOLO IN PARTE , E' VERO CHE NON SONO LA MADRE NATURALE ,MA NON CREDO CHE PER ESSERE MADRE BISOGNA AVERLI PARTORITI , QUESTO RAGAZZO E' UN FIGLIO PER ME , CERTO NON SONO IO CHE L'HO MESSO AL MONDO ,MA CREDA A ME ,SE CONOSCESSE LA MADRE NATURALE CAPIREBBE IL MIO RISENTIMENTO , PER CHIARIRE , AL RAGAZZO INSEGNO IL RISPETTO PER QUELLA MADRE , COSA IN LUI ALQUANTO LATITANTE , MI TROVA D'ACCORDO QUANDO AFFERMA CHE I COMPITI EDUCATIVI SPETTEREBBERO AL GENITORE ,INFATTI PRIMA DI DIRE O FARE QUALCOSA PER IL RGAZZO MI CONSULTO CON IL PADRE .
ANCHE PER ME NON E' SEMPLICE QUESTO RUOLO , DURISSIMO PER UN GENITORE NATURALE ,SI FIGURI PER UNA DONNA CHE IMPROVVISAMENTE SI TROVA A DOVER ESSERE UNA PSEUDO MADRE PER UN RAGAZZO DI QUASI 13 ANNI ,(QUANDO E' VENUTO A VIVERE QUI ) . FACCIO DEL MIO MEGLIO ,MI IMPEGNO , CHIEDO CONSIGLI , MA LA QUOTIDIANITA' E' BEN DURA , RESTA DI FATTO CHE SO DI NON ESSERE LA MADRE NATURALE ,ED IN QUESTO RUOLO SO BENISSIMO DOVE SONO I MIEI LIMITI , NON IMPONGO MAI ,CHIEDO , ASCOLTO , CI SONO SE HA BISOGNO DI ME , GLI HO INSEGNATO A RAPPORTARSI ANCHE CON IL PADRE , A DIALOGARE CON LUI , A CONFIDARSI , GLI HO SEMPRE DETTO LA VERITA' ,ANCHE QUANDO NON ERA AFFATTO PIACEVOLE , AD AVERE RISPETTO E CONSIDERAZIONE DELLA MADRE ,DELLA QUALE HA MOLTO TIMORE ,LO SPINGO AD USARE SEMPRE LA SUA TESTA ,A PRENDERE DECISIONI ED ASSUMERSENE LA RESPONSABILITA' ,NEL BENE O NEL MALE , LO AIUTO A CRESCERE , LE FACCIO UN ULTERIORE ESEMPIO , OGGI C'ERA IL RICEVIMENTO PROFESSORI ,FREQUENTA LA 2° SUPERIORE DI UN ISTITUTO TECNICO , MI HA CHIAMATA IL MIO COMPAGNO E MI RACCONTA CHE I PROFESSORI SONO CONTENTISSIMI ,RAGAZZO EDUCATO, ATTENTO ,ORDINATO , PRESENTE ,FORSE E' BANALE MA MI SONO SENTITA FIERA DI LUI , SINO ALLA TERZA MEDIA IL SUO PAGELLINO PARLAVA DI UN RAGAZZINO MALEDUCATO ,SCONTROSO , RISSOSO ,E SVOGLIATO ,LO SCORSO ANNO ERA ANCORA UN PO' TRABALLANTE , MA ORA HA SICURAMENTE PRESO PIU' SERENITA' IN LUI ,LA MADRE NATURALE SA COME HA ACCOLTO I RISULTATI DEL FIGLIO? BE' VAI AD UN ISTITUTO PRIVATO E' LOGICO TI DIANO BEI VOTI E PARERI ,IL BABBO LI PAGA PER QUESTO !!! MA SECONDO LEI QUESTA E' UNA MADRE? LUI NATURALMENTE MI HA CHIAMATO IN LACRIME E MI HA RACCONTATO ,HO SMINUITO LA COSA DICENDO CHE DI SICURO LA MAMMA SCHERZAVA , MA DENTRO DI ME RIBOLLIVO ,MA CHE MODI SONO ? FORSE NON SONO LA MADRE NATURALE DI QUESTO RAGAZZO ,FORSE DOVRO'FARMI DA PARTE QUANDO MI VERRA' RICHIESTO , FORSE PER LUI NON SONO NESSUNO PIU' DI UNA COMPAGNA DEL PADRE , MA SONO CERTA CHE SE CRESCERA' CON UN PO' PIU' DI SERENITA' IN PARTE IL MERITO SARA' ANCHE MIO E DEL MIO COMPAGNO .
SCUSI LO SFOGO DOTTORE ,IN LINEA DI MASSIMA CONCORDO CON QUANTO DICE ,E FORSE PROPRIO PERCHE' HA COLTO NEL SEGNO MI SONO SFOGATA . GRAZIE INFINITE
[#4]
Dr.ssa Virginia Caprino Psicologo 15
Gentile utente,
sono lieta di sapere che il suo compagno la sostiene e le riconosce l'importante ruolo che lei ha assunto in questa situazione delicata. Ciò non può che essere un elemento a favore di tutti voi.
In accordo col Collega Santonocito, oltre al suggerimento di trovare uno specialista in futuro se ce ne fosse necessità, la invito a non colpevolizzarsi nei momenti più difficili della "dura" quotidianità ma a continuare a dare l'amore e il calore di cui è capace.
Cari saluti,

[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Bene. E inoltre vorrei puntualizzarle quanto segue.

Non è tanto un fatto che riguarda lei. È anche questo, ma soprattutto è un fatto che riguarda il ragazzo. Io non so che tipo di rapporto o di sentimento egli nutra nei confronti di sua madre, ma sono abbastanza sicuro che esso non potrà mai essere comparato in intensità, nel bene o nel male, a ciò che sente per lei (lei che ci scrive). Questo credo sia un fatto con cui sia necessario fare i conti, anche se credo lei questo lo sappia già.

Sottolineo ancora tutto il mio apprezzamento per la sua attenzione e intenzione di aiutare il figlio del suo compagno: ce ne fossero, di persone così attente.

In genere non dico mai alle persone "la capisco", perché trovo che sia troppo economico e facile dirlo. E si rischia anche che l'altro non ci creda. Tuttavia, in questo caso mi sento di dirglielo perché anch'io ho convissuto per più di vent'anni con la figlia di mia moglie e quindi so perfettamente che cosa significa avere in casa un figlio del quale non si è genitore naturale.

E attenendomi a ciò che le ho detto, ossia dando sempre la "precedenza" alla madre e rimanendo cosciente della mia posizione di "vice-babbo", siamo riusciti a crescere bene nostra figlia, che adesso vive per conto suo nel paese vicino al nostro.

Un'ultima cosa: se dovesse ancora scrivere qui, la prego di usare un testo minuscolo, perché è più facile da leggere.

Cordiali saluti
[#6]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Buongiorno, anzitutto voglio ringraziarvi per le vostre tempestive risposte .
Gentilissima dottoressa, la ringrazio per i suoi preziosi consigli ,e gentili parole , cerchero' di dare al ragazzo tutto cio' che e' umanamente insito in me ,amore e comprensione ,cercando di avere piu' pazienza per i suoi ritmi adolescienziali ,grazie infinite .
Gentilissimo dottore, ringrazio anche lei per le parole di comprensione ,i consigli e la sua condivisione , come afferma so che i sentimenti del ragazzo sono sicuramente diversi tra quelli per la madre e quelli per me , faccio i conti con questo pensiero spesso e volentieri anche per non perdere di vista il mio ruolo , e come ben sapra' e' un lampo confondere il prorpio posto ,si vorrebbe agire diversamente per istinto ,ma grazie al cielo la razionalita' e ragionevolezza ci aiutano a modificare ,frenare, i nostri istinti rimettendoci nella giusta proiezione ,cerco di dare il meglio a questo ragazzo ,ritengo umanamente che alla sua eta' si debba vivere con piu' leggerezza ,spensieratezza ,( ma con la testa sulle spalle per quanto possibile ) , ha gia' un bagaglio di problemi psicologici suoi o creati dalle circostanze ,che temo possa perdere la gioia dell'incoscienza .
Spero di riuscire a dare sempre la precedenza alle iniziative dei suoi genitori ,ma mi creda a volte e' difficilissimo , come e' difficilissimo sostenere davanti al ragazzo un rispetto per la madre che dentro di me non provo affatto ,sia chiaro non discuto i modi di vivere o le scelte di quest'ultima ,e' adulta e consapevole , ma solo il modo con cui non ha cresciuto il suo ragazzo ,(anche l'altro figlio ha scelto di andarsene di casa quando ha compiuto la maggiore eta' ), il suo avergli inculcato un senso di colpa spaventoso , l'avergli dato un bagaglio di "paturnie" che un ragazzino non dovrebbe nemmeno conoscere .
Per questi motivi mi riesce difficile riconoscere il suo ruolo di madre, sopratutto quando lui mi racconta gli accadimenti durante i fine settimana che passa con la madre , a volte ne parlava in modo dispregiativo ,ed io pur condividendo , lo riprendevo ,gli suggerivo di non giudicare gli atteggiamenti della madre ,ma di compendere che ognuno di noi vive la vita in modo diverso ,ma non per questo il suo e' sbagliato, solo diverso da come viviamo noi , gli dico che deve portarle rispetto , che anche se non condivide le sue scelte le deve rispettare , quando sara' piu' grande e maturo avra' le sue dinamiche di "giudizio " ,ma non spetta a me suggerile. Il mio compagno concorda con me e spesso questo genere di situazioni le affronta con il figlio in privato ,in quanto preferisco non dover interferire ,anche per paura che il mio reale stato d'animo possa trasparire .
Mi auguro di riuscire come lei dottore ,poter contribuire nella sua crescita in modo ottimale per lui .
La ringrazio moltissimo per il suo aiuto ,mi rendo conto che l'argomento e' complesso e lunghissimo ,non e' possibile trattarlo in modo esaustivo in questo modo ,ma e' stato molto utile il potermi sfogare con la sua attenzione e prfessionalita' .
Cordialmente
Ipertensione

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