Disturbo ossessivo compulsivo - sensorimotor ocd
Salve, soffro di disturbo ossessivo compulsivo da 11 anni, con fasi intermedie di completa remissione. Il mio doc è il cosiddetto "sensorimotor ocd", noto anche con il nome "somatic obsessions", dove tutto ruota intorno alla paura di non riuscire a distogliere l'attenzione da processi fisiologici come il blinking (chiudersi delle palpebre), il respiro e/o la deglutizione. Il mio problema riguarda soprattutto il "blinking": siccome faccio un lavoro che richiede molta concentrazione, vedo l'attenzionare i movimenti delle palpebre come qualcosa che mi impedisce di concentrarmi sul lavoro. Non ho compulsioni fisiche, nè mentali strane, le mie compulsioni sono più rimuginii e cercare di autorassicurarmi. Non ho neanche un'ansia così forte (tipo tachicardia), il mio problema è che quando mi metto a lavorare sento questa "perdita di attenzione" come disturbante, mi deprimo e di fatto non riesco a lavorare o lo faccio con enorme fatica, rialimentando tutto il circuito. Ho letto su questa variante di doc solo su siti americani, assolutamente nulla su quelli italiani: gli americani parlano anche per il mio doc di ERP, ossia di esposizione e prevenzione della risposta, io in Italia non sono mai riuscito a fare esposizioni sul mio problema. Ho affrontato finora il problema tramite terapia farmacologia (SSRI) associata a terapia cognitivo comportamentale (molto cognitiva, poco comportamentale), ho anche fatto per un periodo terapia dell'accettazione e mindfulness. Soprattutto le terapie psicologiche mi hanno aiutato molto, ma non hanno risolto il problema che, quando mi prende, mi rende la vita davvero difficile. In sostanza, tramite tutti i percorsi fatti fino adesso, sono in grado di accettare le mie sensazioni quasi sempre, ma non sul lavoro. Credo che delle esposizioni efficaci siano l'anello mancante per permettermi di accettare sempre.
La domanda è: posso fare esposizioni come si deve in qualche posto tra Como e Lugano (se serve anche Milano)? C'è qualcuno specializzato sulla mia variante di doc? Idee per possibili esposizioni?
A volte sembra che la scuola italiana sia ferratissima sui doc con compulsioni visibili e ansia forte, ma poco o nulla sul mio. Mi viene detto di usare la mindfulness per diminuire l'ansia quando è alta (ma la mia ansia non è mai così alta, non vado mai in hyperarousal, c'è più una componente di demoralizzazione secondaria), mi viene detto di accettare le sensazioni senza combatterle (ci riesco nella vita quotidiana ma non sul lavoro, è per questo che servono le esposizioni, no?). Mi viene detto che, dalla mia storia, sembra che il mio doc sia episodico, quindi che prima o poi la presente fase passerà, però non è ovviamente certo che sia così, nè si sa quanto ci vorrà, quanto soffrirò e quanto la mia vita andrà a rotoli nel frattempo. Queste ultime sono domande legittime per qualsiasi malato, tranne che per me, perchè vengono subito bollate come "domande da rimuginio da doc"!
Grazie anticipatamente e scusate per lo sfogo
La domanda è: posso fare esposizioni come si deve in qualche posto tra Como e Lugano (se serve anche Milano)? C'è qualcuno specializzato sulla mia variante di doc? Idee per possibili esposizioni?
A volte sembra che la scuola italiana sia ferratissima sui doc con compulsioni visibili e ansia forte, ma poco o nulla sul mio. Mi viene detto di usare la mindfulness per diminuire l'ansia quando è alta (ma la mia ansia non è mai così alta, non vado mai in hyperarousal, c'è più una componente di demoralizzazione secondaria), mi viene detto di accettare le sensazioni senza combatterle (ci riesco nella vita quotidiana ma non sul lavoro, è per questo che servono le esposizioni, no?). Mi viene detto che, dalla mia storia, sembra che il mio doc sia episodico, quindi che prima o poi la presente fase passerà, però non è ovviamente certo che sia così, nè si sa quanto ci vorrà, quanto soffrirò e quanto la mia vita andrà a rotoli nel frattempo. Queste ultime sono domande legittime per qualsiasi malato, tranne che per me, perchè vengono subito bollate come "domande da rimuginio da doc"!
Grazie anticipatamente e scusate per lo sfogo
[#1]
Gentile Utente,
l'esposizione con prevenzione della risposta è una delle tecniche più utilizzate in casi come quello che Lei descrive e mi sembra strano che in una TCC non sia stata utilizzata.
Anche nella terapia cognitiva viene utilizzata.
Lei scrive: "io in Italia non sono mai riuscito a fare esposizioni sul mio problema"
Scusi, ma che cosa le prescriveva il terapeuta?
l'esposizione con prevenzione della risposta è una delle tecniche più utilizzate in casi come quello che Lei descrive e mi sembra strano che in una TCC non sia stata utilizzata.
Anche nella terapia cognitiva viene utilizzata.
Lei scrive: "io in Italia non sono mai riuscito a fare esposizioni sul mio problema"
Scusi, ma che cosa le prescriveva il terapeuta?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
gentile utente esposizione prevenzione della risposta ma anche tecniche paradossali come quelle utilizzate in terapia strategica sono abbastanza efficaci per problemi come quelli che descrive.
Intanto risponda pure al quesito della collega.
saluti
Intanto risponda pure al quesito della collega.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Utente
Gentilissimi Dottori,
Grazie ad entrambi per la vostra risposta.
In effetti mi sono espresso male, dovendo sintetizzare quanto scritto per farlo entrare nel numero massimo di caratteri consentiti. Mi spiego meglio: il mio doc è ripreso da poco più di un mese, prima di adesso l'ultimo episodio risale a due anni e mezzo fa, durato circa 2 settimane. Quella volta ne sono uscito da solo, non so come, forse tramite le tecniche di tcc e accettazione apprese circa 7 anni fa, durante un altro episodio di doc. Durante gli ultimi due anni e mezzo sono stato benissimo, ho comunque fatto sedute di esposizione con il mio attuale terapeuta (che reputo molto competente). Tuttavia quelle sedute di esposizione, forse perchè fatte in un momento di remissione totale, non sono mai servite a far salire l'ansia e mi sembra siano state pressochè inutili.
Penso che dovrei farle adesso, tuttavia il mio terapeuta dice che per il momento bisogna attendere che la fase iniziale più forte del doc si attenui un po' (mi è stata aumentata la dose di farmaco SSRI al massimo consentito), nel frattempo mi è stato detto di usare la mindfulness nei casi in cui l'ansia è in hyperarousal, per farla tornare a livelli tollerabili.
Il problema, come già scritto, è che la mia ansia, al contrario di quanto sento dire per altri tipi di doc, non è mai forte, non c'è mai tachicardia, è però associata ad una forte componente di demoralizzazione secondaria e abbattimento che di fatto non mi consentono di lavorare, quindi forse la mindfulness nel mio caso non è così utile e dovrei forse fare delle esposizioni, ma di che tipo? Pur avendo fiducia nel mio attuale terapeuta, a volte temo che il mio tipo di doc sia poco comune e forse dovrei cercare qualcuno specializzato proprio in questo tipo di doc: per questo chiedevo se qualcuno conosce il "sensorimotor ocd", di cui ho letto solo nella letteratura anglosassone ma nulla in quella italiana.
Può darsi che il mio doc vada in remissione da solo tra un po', in quel caso sarò di certo contento, ma vorrei fare qualcosa adesso che ci sono dentro, in modo da saper gestire la prossima fase che sicuramente tornerà a farmi visita in futuro. Ogni volta rischio di mandare la mia vita a rotoli...
Avrei bisogno per favore di qualche consiglio su cosa posso fare, mi sento davvero sfiduciato.
Grazie ancora e cordiali saluti
Grazie ad entrambi per la vostra risposta.
In effetti mi sono espresso male, dovendo sintetizzare quanto scritto per farlo entrare nel numero massimo di caratteri consentiti. Mi spiego meglio: il mio doc è ripreso da poco più di un mese, prima di adesso l'ultimo episodio risale a due anni e mezzo fa, durato circa 2 settimane. Quella volta ne sono uscito da solo, non so come, forse tramite le tecniche di tcc e accettazione apprese circa 7 anni fa, durante un altro episodio di doc. Durante gli ultimi due anni e mezzo sono stato benissimo, ho comunque fatto sedute di esposizione con il mio attuale terapeuta (che reputo molto competente). Tuttavia quelle sedute di esposizione, forse perchè fatte in un momento di remissione totale, non sono mai servite a far salire l'ansia e mi sembra siano state pressochè inutili.
Penso che dovrei farle adesso, tuttavia il mio terapeuta dice che per il momento bisogna attendere che la fase iniziale più forte del doc si attenui un po' (mi è stata aumentata la dose di farmaco SSRI al massimo consentito), nel frattempo mi è stato detto di usare la mindfulness nei casi in cui l'ansia è in hyperarousal, per farla tornare a livelli tollerabili.
Il problema, come già scritto, è che la mia ansia, al contrario di quanto sento dire per altri tipi di doc, non è mai forte, non c'è mai tachicardia, è però associata ad una forte componente di demoralizzazione secondaria e abbattimento che di fatto non mi consentono di lavorare, quindi forse la mindfulness nel mio caso non è così utile e dovrei forse fare delle esposizioni, ma di che tipo? Pur avendo fiducia nel mio attuale terapeuta, a volte temo che il mio tipo di doc sia poco comune e forse dovrei cercare qualcuno specializzato proprio in questo tipo di doc: per questo chiedevo se qualcuno conosce il "sensorimotor ocd", di cui ho letto solo nella letteratura anglosassone ma nulla in quella italiana.
Può darsi che il mio doc vada in remissione da solo tra un po', in quel caso sarò di certo contento, ma vorrei fare qualcosa adesso che ci sono dentro, in modo da saper gestire la prossima fase che sicuramente tornerà a farmi visita in futuro. Ogni volta rischio di mandare la mia vita a rotoli...
Avrei bisogno per favore di qualche consiglio su cosa posso fare, mi sento davvero sfiduciato.
Grazie ancora e cordiali saluti
[#4]
Utente
Salve a tutti,
Vedo che non ho ricevuto ulteriori risposte, probabilmente i miei saranno sembrati rimuginii tipici del mio disturbo.
Ad ogni modo, vorrei porre delle domande mirate:
1) Il dott. De Vincentiis parla di "tecniche paradossali", suppongo si riferisca alla "terapia strategica breve" del prof. Nardone. Quali potrebbero essere nel mio caso delle tecniche paradossali utili? Dovrei cercare un terapista strategico nella mia zona, tra Como e Lugano (preferibilmente Lugano) ce ne sono? Non sembrano così diffusi come i terapisti cognitivo comportamentali...
2) Il problema con le mie ossessioni è sul lavoro, che è sempre molto stressante, la mia settimana di lavoro per il momento è un calvario, perchè più sono impegnativi i compiti che devo affrontare più sale l'ansia e mi deprimo (ho detto di non avere tachicardia, ma forse si tratta di "ansia cognitiva", ma sempre ansia è). In sostanza il mio lavoro è la mia esposizione, solo che non posso graduarla come si fa in terapia con le esposizioni (non posso partire da quelle semplici e poi passare a quelle più complesse a piacimento, devo prendere quello che c'è da fare al lavoro).
3) Il catastrofismo mi impedisce di accettare i pensieri ossessivi, mi vedo in un ospedale psichiatrico e ho paura di vivere le mie giornate in un inferno, di dover lasciare il lavoro e di dover ricominciare da zero, dopo tanti anni di studi (ho studiato ingegneria). Si può lavorare in terapia su questo aspetto e cercare di sgonfiare le mie paure?
Grazie anticipatamente e cordiali saluti
Vedo che non ho ricevuto ulteriori risposte, probabilmente i miei saranno sembrati rimuginii tipici del mio disturbo.
Ad ogni modo, vorrei porre delle domande mirate:
1) Il dott. De Vincentiis parla di "tecniche paradossali", suppongo si riferisca alla "terapia strategica breve" del prof. Nardone. Quali potrebbero essere nel mio caso delle tecniche paradossali utili? Dovrei cercare un terapista strategico nella mia zona, tra Como e Lugano (preferibilmente Lugano) ce ne sono? Non sembrano così diffusi come i terapisti cognitivo comportamentali...
2) Il problema con le mie ossessioni è sul lavoro, che è sempre molto stressante, la mia settimana di lavoro per il momento è un calvario, perchè più sono impegnativi i compiti che devo affrontare più sale l'ansia e mi deprimo (ho detto di non avere tachicardia, ma forse si tratta di "ansia cognitiva", ma sempre ansia è). In sostanza il mio lavoro è la mia esposizione, solo che non posso graduarla come si fa in terapia con le esposizioni (non posso partire da quelle semplici e poi passare a quelle più complesse a piacimento, devo prendere quello che c'è da fare al lavoro).
3) Il catastrofismo mi impedisce di accettare i pensieri ossessivi, mi vedo in un ospedale psichiatrico e ho paura di vivere le mie giornate in un inferno, di dover lasciare il lavoro e di dover ricominciare da zero, dopo tanti anni di studi (ho studiato ingegneria). Si può lavorare in terapia su questo aspetto e cercare di sgonfiare le mie paure?
Grazie anticipatamente e cordiali saluti
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Utente
Salve Dr. De Vincentiis, grazie per la sua risposta. In effetti ho già un terapeuta cognitivo comportamentale di cui mi fido. Tuttavia temo che non sia abbastanza, quindi stavo pensando di affiancare qualcos'altro, magari una terapia strategica breve, per questo chiedevo se tra Como e Lugano (dove vivo) c'è qualcuno che se ne occupi.
Volevo inoltre chiederle, dato che ha parlato di efficacia di tecniche paradossali su un disturbo come il mio, se potrebbe esemplificarne qualcuna. La ringrazio anticipatamente
Volevo inoltre chiederle, dato che ha parlato di efficacia di tecniche paradossali su un disturbo come il mio, se potrebbe esemplificarne qualcuna. La ringrazio anticipatamente
[#7]
Utente
Salve a tutti,
Sto facendo sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale a cadenza settimanale. Il terapeuta che mi segue e che ha avuto modo di conoscere ed analizzare il mio doc, mi dice che nel mio caso le esposizioni servono a poco, ma che posso invece agire sul fattore scatenante del mio doc, cioè il mio bisogno spasmodico di controllo e di perfezionismo sul lavoro. Ho sviluppato questo atteggiamento fin da piccolo: episodi di bullismo prima, scarsa attenzione da parte delle ragazze poi (ero parecchio timido), hanno sviluppato in me dei complessi di inferiorità molto forti che trovavano soluzione solo nello studio, dove sono sempre stato eccellente e dove tutti mi ammiravano. Era il mio modo per acquisire sicurezza e per rivalutarmi agli occhi degli altri, e funzionava. A questo si aggiunga una madre premurosa che adoro, insicura e sensibile ma, purtroppo, estremamente severa sullo studio, che mi colpevolizzava se andavo male (o meno bene) a scuola. In sostanza ho sviluppato un forte perfezionismo e un'esigenza di controllo ai limiti del maniacale. Ci sta dunque che, con questa impostazione mentale, anche il perdere attenzione per "colpa" del movimento delle palpebre, del respiro e/o della deglutizione vengano visti come una minaccia seria.
Sicuramente il terapeuta ha ragione dicendo che, se riuscissi a rinunciare a tutto questo controllo e a tollerare il pericolo di fallimento sgonfierei il doc e avrei una qualità della vita migliore anche quando sono libero dalle ossessioni, ma la domanda, schietta, è la seguente: come faccio? Si tratta di un'impostazione errata acquisita durante tutta la vita, come faccio a cambiarla? Temo di non riuscire a farcela da solo, c'è qualcosa che può aiutarmi?
Sto facendo sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale a cadenza settimanale. Il terapeuta che mi segue e che ha avuto modo di conoscere ed analizzare il mio doc, mi dice che nel mio caso le esposizioni servono a poco, ma che posso invece agire sul fattore scatenante del mio doc, cioè il mio bisogno spasmodico di controllo e di perfezionismo sul lavoro. Ho sviluppato questo atteggiamento fin da piccolo: episodi di bullismo prima, scarsa attenzione da parte delle ragazze poi (ero parecchio timido), hanno sviluppato in me dei complessi di inferiorità molto forti che trovavano soluzione solo nello studio, dove sono sempre stato eccellente e dove tutti mi ammiravano. Era il mio modo per acquisire sicurezza e per rivalutarmi agli occhi degli altri, e funzionava. A questo si aggiunga una madre premurosa che adoro, insicura e sensibile ma, purtroppo, estremamente severa sullo studio, che mi colpevolizzava se andavo male (o meno bene) a scuola. In sostanza ho sviluppato un forte perfezionismo e un'esigenza di controllo ai limiti del maniacale. Ci sta dunque che, con questa impostazione mentale, anche il perdere attenzione per "colpa" del movimento delle palpebre, del respiro e/o della deglutizione vengano visti come una minaccia seria.
Sicuramente il terapeuta ha ragione dicendo che, se riuscissi a rinunciare a tutto questo controllo e a tollerare il pericolo di fallimento sgonfierei il doc e avrei una qualità della vita migliore anche quando sono libero dalle ossessioni, ma la domanda, schietta, è la seguente: come faccio? Si tratta di un'impostazione errata acquisita durante tutta la vita, come faccio a cambiarla? Temo di non riuscire a farcela da solo, c'è qualcosa che può aiutarmi?
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Le ultime considerazioni non aggiungono né tolgono nulla al suo problema né alla nostra possibilità di intervenire da qui. I "consigli" che vengono dati nelle psicoterapie efficaci perderebbero di senso se fossero inviati per email o letti su un libro. Invece, per poter funzionare a dovere devono essere comunicati all'interno di un contesto adeguato, che è quello psicoterapeutico faccia a faccia.
Altrimenti sarebbe come prescrivere medicine senza nemmeno vedere in faccia la persona: un atto decisamente scorretto e inappropriato dal punto di vista professionale, oltre che deontologicamente sanzionabile.
>>> (molto cognitiva, poco comportamentale)
>>>
In effetti, a quanto mi risulta, alcune terapie che dovrebbero essere TCC sono proprio così, molto cognitive e poco comportamentali. Mentre per i disturbi come il suo dovrebbe semmai essere il contrario.
Se desidera nominativi di professionisti nella sua area può cercare direttamente nella sezione "Specialisti" di questo sito oppure contattare privatamente qualcuno di noi.
Altrimenti sarebbe come prescrivere medicine senza nemmeno vedere in faccia la persona: un atto decisamente scorretto e inappropriato dal punto di vista professionale, oltre che deontologicamente sanzionabile.
>>> (molto cognitiva, poco comportamentale)
>>>
In effetti, a quanto mi risulta, alcune terapie che dovrebbero essere TCC sono proprio così, molto cognitive e poco comportamentali. Mentre per i disturbi come il suo dovrebbe semmai essere il contrario.
Se desidera nominativi di professionisti nella sua area può cercare direttamente nella sezione "Specialisti" di questo sito oppure contattare privatamente qualcuno di noi.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#9]
Utente
Salve dott. Santonocito, la ringrazio per la sua risposta. Sono perfettamente d'accordo con lei e so che non è possibile sostituire questa piattaforma con una normale psicoterapia faccia a faccia. Veda la mia domanda in questo modo: ho il tipo di disturbo ossessivo compulsivo descritto nei post precedenti, il mio terapeuta mi propone di lavorare sul problema "alla base" (obiettivo sicuramente utile ma molto ambizioso e complicato, tanto che temo di non farcela), io invece gli chiedo di fare delle esposizioni, che lui ritiene non efficaci per il mio problema.
Purtroppo a pensar male a volte ci si azzecca, io temo che lui, pur essendo in buona fede, non sia formato accuratamente sul mio tipo di doc, dato che c'è un mondo di letteratura che spiega come fare le esposizioni sul doc con compulsioni fisiche e poco sulle ossessioni "mentali", ancora meno se queste sono poco pronunciate (niente rituali, preghiere o numeri magici). A sostegno della mia tesi cito il fatto che nella letteratura statunitense si parla proprio del mio doc come "sensorimotor ocd" o "somatic obsessions", viene descritto perfettamente e vengono indicate anche possibili esposizioni. Ecco perchè ho scritto qui all'inizio, per sapere se qualcuno di voi avesse esperienza di questo tipo di doc e se ritenesse che le esposizioni potessero essere utili. Vorrei in sostanza sapere se mi sono state raccontate castronerie oppure se qualche esposizione è possibile. Mi piacerebbe inoltre sapere se secondo voi farei bene a cercare un altro terapeuta cognitivo comportamentale o un terapeuta breve strategico.
Lo dico con totale franchezza: l'obiettivo di superare il perfezionismo e tollerare il fallimento potrei non raggiungerlo mai o raggiungerlo tra 20 anni, nel frattempo penso sia legittimo cercare un sollievo, anche se si tratterebbe solo del livello sintomatico. Sono arrivato già alla dose massima di escitalopram, ho provato gli altri SSRI che non mi hanno fatto effetto, mi rimane solo il vecchio (e pieno di effetti collaterali) anafranil, nel frattempo sto pensando di lasciare il lavoro, penso sia normale sentirmi a terra. Non ho neanche la possibilità di fare troppe domande, perchè vengono bollate subito come ruminazioni del disturbo e non ricevo risposta.
Grazie e scusate per lo sfogo.
Purtroppo a pensar male a volte ci si azzecca, io temo che lui, pur essendo in buona fede, non sia formato accuratamente sul mio tipo di doc, dato che c'è un mondo di letteratura che spiega come fare le esposizioni sul doc con compulsioni fisiche e poco sulle ossessioni "mentali", ancora meno se queste sono poco pronunciate (niente rituali, preghiere o numeri magici). A sostegno della mia tesi cito il fatto che nella letteratura statunitense si parla proprio del mio doc come "sensorimotor ocd" o "somatic obsessions", viene descritto perfettamente e vengono indicate anche possibili esposizioni. Ecco perchè ho scritto qui all'inizio, per sapere se qualcuno di voi avesse esperienza di questo tipo di doc e se ritenesse che le esposizioni potessero essere utili. Vorrei in sostanza sapere se mi sono state raccontate castronerie oppure se qualche esposizione è possibile. Mi piacerebbe inoltre sapere se secondo voi farei bene a cercare un altro terapeuta cognitivo comportamentale o un terapeuta breve strategico.
Lo dico con totale franchezza: l'obiettivo di superare il perfezionismo e tollerare il fallimento potrei non raggiungerlo mai o raggiungerlo tra 20 anni, nel frattempo penso sia legittimo cercare un sollievo, anche se si tratterebbe solo del livello sintomatico. Sono arrivato già alla dose massima di escitalopram, ho provato gli altri SSRI che non mi hanno fatto effetto, mi rimane solo il vecchio (e pieno di effetti collaterali) anafranil, nel frattempo sto pensando di lasciare il lavoro, penso sia normale sentirmi a terra. Non ho neanche la possibilità di fare troppe domande, perchè vengono bollate subito come ruminazioni del disturbo e non ricevo risposta.
Grazie e scusate per lo sfogo.
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Da terapeuta strategico, ipotizzo che nel suo caso potrebbero rivelarsi utili tecniche di prevenzione della risposta e/o paradossali, piuttosto che di esposizione. Dipende. Da qui non si può essere precisi.
Se con il suo terapeuta attuale non state andando nella direzione nella quale lei vuole andare, o alla velocità desiderata, può sempre cambiarlo. Non lasci che il suo perfezionismo le impedisca di provare altre strade, anche avere senza la certezza che saranno per forza quelle giuste.
Se è iscritto su Facebook, può vedere questo video per capire cosa intendo:
https://www.facebook.com/saicomefarlo/videos/1196170227165145/
Se con il suo terapeuta attuale non state andando nella direzione nella quale lei vuole andare, o alla velocità desiderata, può sempre cambiarlo. Non lasci che il suo perfezionismo le impedisca di provare altre strade, anche avere senza la certezza che saranno per forza quelle giuste.
Se è iscritto su Facebook, può vedere questo video per capire cosa intendo:
https://www.facebook.com/saicomefarlo/videos/1196170227165145/
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Utente
Salve Dott. Santonocito,
La ringrazio per la sua risposta e scusi per la mia risposta tardiva. Ho avuto modo di vedere il suo intervento, sembra essere fatto apposta per me. Vorrei tanto che quelle parole, che comprendo e condivido razionalmente, penetrassero anche negli strati più interni del mio essere. La ringrazio ancora, vedrò di cercare un terapeuta strategico nella mia zona.
Cordiali saluti
La ringrazio per la sua risposta e scusi per la mia risposta tardiva. Ho avuto modo di vedere il suo intervento, sembra essere fatto apposta per me. Vorrei tanto che quelle parole, che comprendo e condivido razionalmente, penetrassero anche negli strati più interni del mio essere. La ringrazio ancora, vedrò di cercare un terapeuta strategico nella mia zona.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 11.3k visite dal 08/01/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.