Pensieri intrusivi
Buongiorno dottori,
vi scrivo per un ennesimo consulto.
Dopo avervi parlato del mio "disagio" alcuni mesi fa, ho attraversato un periodo molto particolare della mia vita durante il quale ho capito che la maggior parte dei miei pensieri erano falsi. Piú nello specifico, si sono alternati momenti in cui i miei pensieri intrusivi erano cosí forti da sembrare reali, ad altri in cui ero perfettamente consapevole delle domande stupide che stavo ponendomi e che sarebbe stato del tutto inutile darvi una risposta.
Non ho mai fatto ricorso ad uno psicologo per farmi aiutare in questo percorso non per imbarazzo, ma semplicemente perché ho sempre pensato di essere una ragazza che puó farcela da sola a risolvere qualsiasi tipo di problema. Nonostante i "miglioramenti" che ho intravisto in me, qualche volta mi ricapita di pensare a quei momenti. In passato infatti, mi é successo di sentirmi particolarmente fragile e di pensare che sarei stata capace di praticare la masturbazione con una mia collega di lavoro che mi ispirava un senso di protezione e sicurezza in quanto figura femminile, quella stessa figura (mia madre) che mi é stata vicina, mi ha cresciuta e mi ha accudita quando la figura paterna é venuta volontariamente a mancare.
Con questo voglio dire che avendo capito la "radice" di questi miei pensieri che in qualche modo si ricollegano al mio vissuto personale (assenza della figura paterna ed esperienze con ragazzi che, per una serie di circostanze, non mi hanno consentito di passare al "livello successivo" sebbene ció mi sarebbe piaciuto), ogni tanto mi capita di pensare che se quella mia collega di lavoro (o un'altra persona come lei) si fosse mostrata propensa a provare una simile esperienza io l'avrei fatto commettendo uno sbaglio in quanto avrei solamente seguito ció che mi dettava la mia "fissazione". Ho provato ad accettare questo tipo di pensiero cercando di non contrastarlo ma dicendomi semplicemente che "nella vita non si sa mai, potrebbe capitare di tutto". Adesso peró vorrei accertarmi del fatto che non sarebbe accaduto comunque nulla parlandone con questa collega, cercando di "sondare il territorio", chiederle (indirettamente) se le interesso e constatare nel tempo la sua totale indifferenza nei miei confronti. Vorrei verificare se questi pensieri potrebbero passare per la mente anche a lei sotto forma di pensieri intrusivi. Se questo non dovesse accadere (come penso che sia) avrei la certezza che nulla sarebbe capitato e starei piú tranquilla.
Lo so, mi rendo conto anch'io dell'assurdità di questi ragionamenti ma paradossalmente, pensando di fare questo, mi sento piú tranquilla e l'ansia si placa.
Ho richiesto questo consulto per sapere cosa ne pensate voi, se farei bene a fare una cosa del genere al fine di placare l'ansia oppure no.
Grazie per l'attenzione e buona giornata.
vi scrivo per un ennesimo consulto.
Dopo avervi parlato del mio "disagio" alcuni mesi fa, ho attraversato un periodo molto particolare della mia vita durante il quale ho capito che la maggior parte dei miei pensieri erano falsi. Piú nello specifico, si sono alternati momenti in cui i miei pensieri intrusivi erano cosí forti da sembrare reali, ad altri in cui ero perfettamente consapevole delle domande stupide che stavo ponendomi e che sarebbe stato del tutto inutile darvi una risposta.
Non ho mai fatto ricorso ad uno psicologo per farmi aiutare in questo percorso non per imbarazzo, ma semplicemente perché ho sempre pensato di essere una ragazza che puó farcela da sola a risolvere qualsiasi tipo di problema. Nonostante i "miglioramenti" che ho intravisto in me, qualche volta mi ricapita di pensare a quei momenti. In passato infatti, mi é successo di sentirmi particolarmente fragile e di pensare che sarei stata capace di praticare la masturbazione con una mia collega di lavoro che mi ispirava un senso di protezione e sicurezza in quanto figura femminile, quella stessa figura (mia madre) che mi é stata vicina, mi ha cresciuta e mi ha accudita quando la figura paterna é venuta volontariamente a mancare.
Con questo voglio dire che avendo capito la "radice" di questi miei pensieri che in qualche modo si ricollegano al mio vissuto personale (assenza della figura paterna ed esperienze con ragazzi che, per una serie di circostanze, non mi hanno consentito di passare al "livello successivo" sebbene ció mi sarebbe piaciuto), ogni tanto mi capita di pensare che se quella mia collega di lavoro (o un'altra persona come lei) si fosse mostrata propensa a provare una simile esperienza io l'avrei fatto commettendo uno sbaglio in quanto avrei solamente seguito ció che mi dettava la mia "fissazione". Ho provato ad accettare questo tipo di pensiero cercando di non contrastarlo ma dicendomi semplicemente che "nella vita non si sa mai, potrebbe capitare di tutto". Adesso peró vorrei accertarmi del fatto che non sarebbe accaduto comunque nulla parlandone con questa collega, cercando di "sondare il territorio", chiederle (indirettamente) se le interesso e constatare nel tempo la sua totale indifferenza nei miei confronti. Vorrei verificare se questi pensieri potrebbero passare per la mente anche a lei sotto forma di pensieri intrusivi. Se questo non dovesse accadere (come penso che sia) avrei la certezza che nulla sarebbe capitato e starei piú tranquilla.
Lo so, mi rendo conto anch'io dell'assurdità di questi ragionamenti ma paradossalmente, pensando di fare questo, mi sento piú tranquilla e l'ansia si placa.
Ho richiesto questo consulto per sapere cosa ne pensate voi, se farei bene a fare una cosa del genere al fine di placare l'ansia oppure no.
Grazie per l'attenzione e buona giornata.
[#1]
Cara Utente,
non sempre è possibile farcela da soli - anzi! - e non c'è nulla di umiliante nel chiedere aiuto, piuttosto che trascinarsi per lunghi periodi vivendo in balia di un disagio che potrebbe essere già stato risolto da tempo.
Mi sembra inutile che le diamo altri "pareri", se non confermando quello già dato in precedenza: deve rivolgersi di persona ad uno psicologo per lavorare sul problema e risolverlo, non c'è altra strada.
L'unica cosa che aggiungerei è che la comprensione delle possibili cause dei sintomi da sola non serve e che anche arrivando a chiarire la situazione con questa specifica persona nulla le garantisce che, semplicemente, il suo pensiero non permarrà spostandosi su un'altra donna.
Si dia una mano, non si condanni ad andare avanti ancora in questo modo e si rivolga a chi può aiutarla a cambiare la situazione.
Ci pensi seriamente!
non sempre è possibile farcela da soli - anzi! - e non c'è nulla di umiliante nel chiedere aiuto, piuttosto che trascinarsi per lunghi periodi vivendo in balia di un disagio che potrebbe essere già stato risolto da tempo.
Mi sembra inutile che le diamo altri "pareri", se non confermando quello già dato in precedenza: deve rivolgersi di persona ad uno psicologo per lavorare sul problema e risolverlo, non c'è altra strada.
L'unica cosa che aggiungerei è che la comprensione delle possibili cause dei sintomi da sola non serve e che anche arrivando a chiarire la situazione con questa specifica persona nulla le garantisce che, semplicemente, il suo pensiero non permarrà spostandosi su un'altra donna.
Si dia una mano, non si condanni ad andare avanti ancora in questo modo e si rivolga a chi può aiutarla a cambiare la situazione.
Ci pensi seriamente!
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Gentile utente,
nonostante Lei ritenga di <<... essere una ragazza che puó farcela da sola a risolvere qualsiasi tipo di problema<<, è ancora .. tra noi,
a chiedere aiuto online anzichè di persona,
prospettandoci una situazione che rischia di farsi ancora più complicata
in quanto coinvolgerebbe NELLA CONCRETEZZA
- e non solo nei pensieri -
un'altra persona.
Sembra di andare avanti, e forse nella consapevolezza lo è, ma in realtà non ci si muove; si continua a girare in tondo attorno agli stessi pensieri.
Gia nel precedente consulto La orientammo verso un percorso psicologico di persona. Confermo.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Lei non è condannata a nulla, se non a ciò che lei stessa si può infliggere.
Dipende da lei affrontare la questione seriamente e abbandonare il pensiero che non ci sia una via d'uscita, perché non ci ha riferito nulla di incurabile né di raro nella pratica clinica.
Sono tante le persone afflitte da dubbi ossessivi e quello che lei racconterà allo psicologo che contatterà non sarà nulla di insolito o inaudito, ma una comune manifestazione di ansia.
Con questo non intendo sminuire il suo disagio, ma solo farle presente che problemi come il suo sono all'ordine del giorno per chi si occupa di questi disturbi.
Dipende da lei affrontare la questione seriamente e abbandonare il pensiero che non ci sia una via d'uscita, perché non ci ha riferito nulla di incurabile né di raro nella pratica clinica.
Sono tante le persone afflitte da dubbi ossessivi e quello che lei racconterà allo psicologo che contatterà non sarà nulla di insolito o inaudito, ma una comune manifestazione di ansia.
Con questo non intendo sminuire il suo disagio, ma solo farle presente che problemi come il suo sono all'ordine del giorno per chi si occupa di questi disturbi.
[#5]
Utente
Vi ringrazio dottori, ancora una volta.
Credo che prenderó in considerazione l'idea di rivolgermi ad un professionista anche se una parte di me non saprebbe esattamente quale problema esporgli (forse perché un vero e proprio problema non c'é). Dal momento peró che sto dando importanza alla mia ansia al punto tale che mi provoca disagio, credo che una chiacchierata non mi farà male.
Grazie per l'aiuto e buona giornata!
Credo che prenderó in considerazione l'idea di rivolgermi ad un professionista anche se una parte di me non saprebbe esattamente quale problema esporgli (forse perché un vero e proprio problema non c'é). Dal momento peró che sto dando importanza alla mia ansia al punto tale che mi provoca disagio, credo che una chiacchierata non mi farà male.
Grazie per l'aiuto e buona giornata!
[#6]
"una parte di me non saprebbe esattamente quale problema esporgli (forse perché un vero e proprio problema non c'é)"
Non mi sembra che, da quanto ha raccontato, non ci sia alcun problema: lei non è serena e non riesce a liberarsi da pensieri sgradevoli, che la mettono in crisi, quindi ci sono tutti i presupposti perchè si rivolga a un nostro collega.
Racconterà le cose come le verrà di fare e poi metterete ordine assieme, se necessario: di questo non si deve preoccupare.
Non mi sembra che, da quanto ha raccontato, non ci sia alcun problema: lei non è serena e non riesce a liberarsi da pensieri sgradevoli, che la mettono in crisi, quindi ci sono tutti i presupposti perchè si rivolga a un nostro collega.
Racconterà le cose come le verrà di fare e poi metterete ordine assieme, se necessario: di questo non si deve preoccupare.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.2k visite dal 06/01/2017.
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