Transfert tra donne

gentili dottori, generalmente non scrivo su siti o forum ma sull'argomento transfert c'è molto sul web (e anche sui libri) però è sempre intenso nel rapporto tra paziente e terapeuta di sessi opposti invece a me interesserebbe capire quello tra persone dello stesso sesso.
sono in cura da qualche anno per un disturbo di conversione e nonostante non ne sia ancora uscita, ho fatto diversi e importanti passi avanti.
non mi lamento del mio percorso anche se ammetto che qualche volta vorrei fosse già tutto finito perchè i sintomi non sono proprio una passeggiata..
sin dal primo incontro , ho capito che lei era quella giusta per me e che ci saremmo trovate bene in questo percorso perchè la sua voce mi infonde molta serenità e tranquillità che purtoppo in casa non ho.
detto questo, la mia domanda è questa qui: è possibile innamorarsi della propria terapeuta ?
ci sono delle sedute che mi sento proprio le farfalle nello stomaco.. giornate che la penso spesso.. e alle volte mi vergogno anche di provare questi sentimenti..
non ho ancora avuto il coraggio di dirglielo ma credo che a breve lo farò perchè in una terapia non bisogna tralasciar nulla però l'imbarazzo è davvero tanto.
come si gestisce questa "emozione"?
ho cercato di dare un senso a questo mio trasporto nei suoi confronti pensando che molto probabilmente è solo legato al fatto che io la senta molto vicina a me ,molto presente emotivamente parlando, cosa che con mia madre non è mai successa e quindi forse sto rivivendo in lei (in maniera adeguata però) il rapporto genitore- figlio..
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

nella sua domanda c'è già la risposta
Ne parli con serenità alla sua terapeuta. Anche certi sentimenti ed emozioni possono far parte del processo psicoterapico che per una buona riuscita non necessita di "buchi neri" tra terapeuta e paziente.

Quando lei scrive: << come si gestisce questa "emozione"?>>
a quale emozione si riferisce? Alla vergogna?

Teme qualcosa in particolare se alla sua terapeuta dicesse quello che prova?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Salve dottore, in realtà mi riferivo a come si gestisce questo "innamoramento" in una terapia..
la vergogna deriva dal fatto che non saprei davvero che parole usare per dirglielo in quanto mi fa un pò strano dire "mi sento innamorata di lei".. scoppieremmo a ridere. (e sarebbe anche giusto)
ehm.. temo di sentirmi rifiutata..
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cara ragazza,

Partiamo dal presupposto che non è raro che si verifichino, durante un percorso psicoterapeutico, possibili" innamoramenti " paziente verso terapeuta e/o viceversa.

L'innamoramento, di qualsiasi natura e orientamento sia, porta con sé emozioni e, in terapia -come lei saprà - si parla soprattutto dei nostri vissuti emotivi. Quindi si gestisce proprio parlando al terapeuta (anche se costui è l'oggetto stesso dell'innamoramento) del sentimento emerso. È la strada più sana e utile da percorrere.

<< la vergogna deriva dal fatto che non saprei davvero che parole usare per dirglielo in quanto mi fa un pò strano dire "mi sento innamorata di lei"..>>. Può utilizzare le stesse parole che ha scritto in modo verbale.

La vergogna è un'emozione comprensibile nel suo caso ma che può essere gestita in serenità.

<< scoppieremmo a ridere. (e sarebbe anche giusto)>>.
1) ne è certa che avvenga quello che lei suppone?
2) se dovesse avvenire -anche in un clima allegorico- quello che lei suppone, insieme poteste trovare comunque la possibilità di un dialogo costruttivo su questo tema.

Tutto ciò (vergogna di dirlo, come dirlo e possibili conseguenze) probabilmente sono legate al tuo timore del rifiuto da parte della collega (essere e sentirsi abbandonata?).

bene. Gliene parli anche di questo!

Potrebbe configurarsi come un tema importante da affrontare nel suo percorso ;-)

Un caro saluto
a disposizione per chiarimenti o se vuole farci conoscere come è andata