Uomo separato da poco

Buongiorno dottori,sono una ragazza di 27 anni con problemi di ansia e depressione sin dall adolescenza. Dopo questa premessa,vengo al dunque. Tre anni fa,dove facevo sport jo incontrato un istruttore,che,subito senza perdere tempo mi invita a cena. Io ero titubante,sapevo che era sposato,non volevo mettermi in mezzo,ma lui mi disse "tranquilla per me è solo una cena in amicizia"
. Così fu x altre volte,finché, non resistendo più né l uno né l altra ci siamo baciati. Da quel momento è nata una relazione di qualche settimana che finì a causa dei suoi rimorsi. Disse "sono consapevole che il matrimonio non funziona più, ma io devo fare il tentativo di salvarlo"io con molti pianti riuscii a dimenticarlo. Quest estate lo rivedo,dopo tre anni,si è separato a marzo. Mi propone di raggiungermi al mare se avessi voluto. Io accetto convinta di non provare più niemte per lui e che sarebbe stato solo un weekend con un amico. In effetti ci comportiamo da amici,solo per una giornata,la sera,tornati dal ristorante,succede ciò che ora a posteriori ritengo fosse inevitabile:ritorna la passione e non dormiamo più in stanze separate. Da quel momento in me il sentimento è rinato,lui era raggiante,era un idillio. Sempre per mano, la coppia più bella della spiaggia,seppur con 16 anni di differenza. Tornati dal mare le cose,se possibile,andavano ancora meglio. Nella sua nuova casa in affitto misi piede io x prima assieme a lui. Comprammo tutto quello che mancava insieme. Lui mi chiama anche due tre volte al giorno e non vede l"ora che sia venerdì per stare con me a casa sua fino a lunedì. Mi presenta agli amici più cari,mi porta fiero fuori e poi...dopo tre mesi,io dico,d'amore come non l avevo mai provato inizia ad essere nervoso e scostante a dire che la vendita della ex casa coniugale gli sta rubando energia,che lavora molto,che lui è meglio che stia solo,che a me ,ora,di risposte non ne sa dare. Io ho una mia idea:ha visto quella casa venduta,svuotata,ha visto la ex moglie che non è più sua moglie e ha realizzato solo ora. Dopo tre mesi d idillio io mi trovo con ansia d abbandono improvviso e il dubbio che potrebbe tornare,come anche no. Mangio meno,ho una ferita sul cuore,io credevo che stavolta fosse amore. Io avevo visto dei sentimenti e forse mi sono sbagliata? Non lo sto cercando,da settimane,non posso fare questo a me stessa. Chiedo solo un consiglio su come affrontare questo terribile senso di abbandono e solitudine. Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
La sua richiesta di consulenza andrebbe divisa in due parti:
La sua pregressa depressione, mai curata
La sua coppia di adesso.

Sono strettamente connessi, ed a mio avviso, l'uno peggiora l'altro.

Un uomo separando, o appena separato, è ovviamente un uomo confuso, non risolto, con tanto dolore da dover attraversare, preferibilmente da solo.

Solitamente le relazioni che vengono subito dopo, o come nel suo caso, in itinere non nascono proprio sotto una buona stella...

Ci vuole tempo, pazienza, e le spalle larghe per reggere la " distanza" e sapere attendere

Approfitti di questo dolore per curarsi davvero.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Grazie x la risposta. In realtà, mi stanno seguendo da anni psichiatra e psicologa. Sono migliorata nel tempo,ma l'abbandono mi crea "ricadute". Farò in modo di non pensarci,se vorrà tornare sa x sua iniziativa,non certo per una mia preghiera. Le auguro un buon anno.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se l'abbandono Le crea particolarmente un disagio, nel senso che per Lei si tratta di un evento amplificato e carico di significati, è il caso di affrontare questo tema con la psicologa, che spero sia anche psicoterapeuta.

Infatti, non è tanto la storia che racconta ad essere fuori dagli schemi, perché di storie simili ce ne sono tante. Il nocciolo della questione è proprio il significato personale che Lei attribuisce alla rottura di questa relazione. Beninteso, non sto dicendo che per altri sia una passeggiata o che non sia un tema importante, ma ci sono persone che, per la loro storia di vita e per come elaborano le informazioni, l'abbandono è un tema sul quale sono particolarmente sensibili e quindi tutto ciò che ha a che vedere con questo genera una sofferenza notevole, talvolta maggiore che nelle altre persone.

Quindi, più che concentrarsi su quell'uomo, dovrebbe a mio avviso lavorare in terapia per questa tematica per Lei peculiare, altrimenti il rischio è che alla prossima storia, che un uomo sia sposato o meno, la Sua sofferenza sarà la medesima, perché si accenderanno (in modo inconsapevole) proprio quegli schemi cognitivi e comportamentali che hanno a che vedere con l'abbandono.

Le faccio tanti auguri,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Ho iniziato a soffrire di depressione nell'adolescenza,proprio con la fine della prima relazione. Ho sofferto molto,per anni.. non è stato per le storie successive così "tragico",però l'abbandono a me porta in depressione,questo ormai mi è chiaro. Auguri anche a lei.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
E questa consapevolezza va benissimo, ma ora è il momento anche di fare in modo che la fine di una relazione sentimentale non venga più vissuta come un abbandono, ma come un evento sul quale Lei ha una certa padronanza e autoefficacia.

In altre parole, se il primo step di una psicoterapia può essere quello di diventare sempre più consapevole, quello successivo è imparare quelle strategie che consentono di vivere con strumenti più efficaci. Noi non possiamo tutelarci in nessun modo dalle perdite di persone care, perché sono fatti della vita, ma possiamo certamente rafforzarci e affrontare questi eventi in modo diverso, vivendo solo la sofferenza che inevitabilmente è legata all'evento, ma non anche quella patologica che è un di più.

Cordiali saluti,
[#6]
Utente
Utente
Dottoressa,io credo di essere affetta da quello che chiamano "complesso di Elettra". Io alla soglia dei 30 anni,tuttora,vivo pensando che mio padre sia l'uomo perfetto,metto a paragone nella mia mente ogni uomo con lui e nessuno è mai perfetto come lui,ai miei occhi. Passiamo molto e troppo tempo assieme,mi piacciono le stesse cose che piacciono a lui,ho persino gli stessi disturbi fisici che ha lui. Se lui cambia umore io di riflesso cambio umore,inoltre vivo nell'angoscia che non ce la farò il giorno in cui purtroppo se ne andrà io non ce la farò,lo penso già, nonostante sia giovane. Il rapporto con mia madre è sempre stato inesistente perché ora sono divorziati,ma quando ero bambina,comunque,in casa,io consideravo solo lui. Non vorrei che negli uomini io cercassi lui e che il loro abbandono x me sarebbe come il suo abbandono. So che ho un problema,ma non so se potrebbe essere un'ipotesi giusta la mia. Cordiali saluti