Ipocondria persistente
Salve,
Sono un ragazzo di 22 anni, dall'anno scorso (2015), la mia vita è decisamente cambiata. I miei genitori sono separati e, fin dall'età di 7-8 anni, abitavo con mia mamma e i miei nonni. Purtroppo ad aprile dell'anno scorso (2015) mia nonna è venuta a mancare, nel giro di un breve periodo, a causa di un tumore al polmone (era fumatrice). Solo 4 mesi dopo, a settembre dell'anno scorso, è venuto a mancare anche mio nonno, inaspettatamente, per complicazioni cardiache. Ho subito un vero e proprio schock, per me erano come due genitori, siccome mio padre lo vedevo poco e mia mamma era spesso fuori per lavoro, ero sempre con loro. Dopo pochi mesi da ció, ho iniziato a provare preoccupazione e ansia per la mia salute, che ha raggiunto il culmine questa estate, con attacchi di panico, tachicardia, episodi di derealizzazione, irregolarità intestinali continue. Dopo un consulto dal medico di base, ho iniziato la cura con Xanax 3 volte al dì (primo periodo 6-7 gocce, ma non bastavano, per poi arrivare a 15) e Levopraid prima dei pasti, avevo poca fame, somatizzavo molto a livello intestinale. Ovviamente non collegavo direttamente i miei sintomi all'ansia, o il mio cervello non voleva farlo, e andavo frequentemente dal medico per paura di avere qualche grave malattia. Dopo un periodo ho sospeso levopraid e xanax (sia perché il dosaggio ormai mi faceva poco effetto, sia perché eticamente volevo evitarli), così ho convissuto per un periodo in questo stato e ho iniziato a settembre un percorso con un counselor. Adesso come adesso mi sento meglio, ma non sono quello di prima. Faccio molta fatica ad esempio a leggere articoli che parlino di malattie, o solo a sentirle nominare; qualche volta anche un banale sintomo può farmi scattare una paura che mi blocca. Ho inoltre sviluppato da un po' di tempo una preoccupazione per la salute dei miei genitori, specialmente di mia mamma, anche senza un apparente motivo (anche per un mal di testa), ho paura che gli succeda qualcosa, siccome sono rimasti praticamente gli unici componenti della mia famiglia. Mi preoccupo molto di più per loro, per come mangiano, per il loro stress, per il loro stile di vita ecc.
Inoltre non sarei in grado di affrontare alcuna visita medica, anche una visita sportiva o una donazione di sangue, che prima affrontavo con felicità, sono diventati ostacoli che evito.
Tutta questa situazione spesso mi distrae dai miei obiettivi, per diversi periodi ho fatto e faccio fatica a studiare, mi blocca perché la mia testa inizia a vagare e a sovraccaricarsi di paure.
Cosa mi consigliate di fare? Pensate che tutto questo possa pian piano svanire da solo oppure ho ancora bisogno di qualcuno? Se si, di che figura?
Grazie per il Vostro aiuto.
Sono un ragazzo di 22 anni, dall'anno scorso (2015), la mia vita è decisamente cambiata. I miei genitori sono separati e, fin dall'età di 7-8 anni, abitavo con mia mamma e i miei nonni. Purtroppo ad aprile dell'anno scorso (2015) mia nonna è venuta a mancare, nel giro di un breve periodo, a causa di un tumore al polmone (era fumatrice). Solo 4 mesi dopo, a settembre dell'anno scorso, è venuto a mancare anche mio nonno, inaspettatamente, per complicazioni cardiache. Ho subito un vero e proprio schock, per me erano come due genitori, siccome mio padre lo vedevo poco e mia mamma era spesso fuori per lavoro, ero sempre con loro. Dopo pochi mesi da ció, ho iniziato a provare preoccupazione e ansia per la mia salute, che ha raggiunto il culmine questa estate, con attacchi di panico, tachicardia, episodi di derealizzazione, irregolarità intestinali continue. Dopo un consulto dal medico di base, ho iniziato la cura con Xanax 3 volte al dì (primo periodo 6-7 gocce, ma non bastavano, per poi arrivare a 15) e Levopraid prima dei pasti, avevo poca fame, somatizzavo molto a livello intestinale. Ovviamente non collegavo direttamente i miei sintomi all'ansia, o il mio cervello non voleva farlo, e andavo frequentemente dal medico per paura di avere qualche grave malattia. Dopo un periodo ho sospeso levopraid e xanax (sia perché il dosaggio ormai mi faceva poco effetto, sia perché eticamente volevo evitarli), così ho convissuto per un periodo in questo stato e ho iniziato a settembre un percorso con un counselor. Adesso come adesso mi sento meglio, ma non sono quello di prima. Faccio molta fatica ad esempio a leggere articoli che parlino di malattie, o solo a sentirle nominare; qualche volta anche un banale sintomo può farmi scattare una paura che mi blocca. Ho inoltre sviluppato da un po' di tempo una preoccupazione per la salute dei miei genitori, specialmente di mia mamma, anche senza un apparente motivo (anche per un mal di testa), ho paura che gli succeda qualcosa, siccome sono rimasti praticamente gli unici componenti della mia famiglia. Mi preoccupo molto di più per loro, per come mangiano, per il loro stress, per il loro stile di vita ecc.
Inoltre non sarei in grado di affrontare alcuna visita medica, anche una visita sportiva o una donazione di sangue, che prima affrontavo con felicità, sono diventati ostacoli che evito.
Tutta questa situazione spesso mi distrae dai miei obiettivi, per diversi periodi ho fatto e faccio fatica a studiare, mi blocca perché la mia testa inizia a vagare e a sovraccaricarsi di paure.
Cosa mi consigliate di fare? Pensate che tutto questo possa pian piano svanire da solo oppure ho ancora bisogno di qualcuno? Se si, di che figura?
Grazie per il Vostro aiuto.
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Perdere qualcuno di molto significativo, presente e caratterizzante l'infanzia come lo sono di solito i nonni è davvero molto doloroso, perché è il primo evento della vita in cui ci confrontiamo con la vera perdita di una persona che non c'è più.
Nasce spontanea la preoccupazione per la salute e la vita anche dei genitori perché, se fino a quel momento si erano visti come immortali, ora abbiamo fatto i conti con la realtà e capiamo che non lo sono più....
Detto ciò, a distanza di così tanto tempo, credo che la situazione sia da monitorare con l'aiuto di uno psicologo, perché la sintomatologia che descrivi è da comprendere e trattare.
Va bene stare male per un po' perché è terribile perdere i propri affetti, ma poi riusciamo ad elaborare la perdita, pur mantenendo il loro ricordo.
Quindi potresti rivolgerti allo Spazio Giovani della tua città per fare chiarezza con uno psicologo. Che ne pensi?
Nasce spontanea la preoccupazione per la salute e la vita anche dei genitori perché, se fino a quel momento si erano visti come immortali, ora abbiamo fatto i conti con la realtà e capiamo che non lo sono più....
Detto ciò, a distanza di così tanto tempo, credo che la situazione sia da monitorare con l'aiuto di uno psicologo, perché la sintomatologia che descrivi è da comprendere e trattare.
Va bene stare male per un po' perché è terribile perdere i propri affetti, ma poi riusciamo ad elaborare la perdita, pur mantenendo il loro ricordo.
Quindi potresti rivolgerti allo Spazio Giovani della tua città per fare chiarezza con uno psicologo. Che ne pensi?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Carissimo, concordo con la Collega e ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta per essere aiutato ad elaborare il lutto ed il senso di insicurezza che perdere questi genitori sostitutivi che hanno rassicurato e scaldato la tua infanzia di bambino separato.. ha fatto scattare in te. Rileggere, ricordare , chiarire, aspetti della tua storia, forse dimenticati e anche apparentemente superati ti farà ritrovare l'amore che hai ricevuto, una protezione che permane in te come in tutti noi..e i nonni amorevoli che hai avuto te li sentirai ancora vicini,, figure interne , si chiamano, che rivivono nel nostro modo di sentirci e di porci..
Non è fuggendo dalla vita e dai suoi costi e dai suoi impegni che si supera il lutto, ma con lucidità e coraggio si può ripartire con una fiducia in sè nuova, più consapevole e lucida..
Con i tuoi genitori cerca di fare squadre , parlatevi, raccontatevi i , questo calore fuga le nebbie e le paure.. i pensieri, le emozioni, i fatti quotidiani condivisi proteggono e rassicurano .
Ti faccio molti auguri per la tua vita, noi restiamo in ascolto..
Non è fuggendo dalla vita e dai suoi costi e dai suoi impegni che si supera il lutto, ma con lucidità e coraggio si può ripartire con una fiducia in sè nuova, più consapevole e lucida..
Con i tuoi genitori cerca di fare squadre , parlatevi, raccontatevi i , questo calore fuga le nebbie e le paure.. i pensieri, le emozioni, i fatti quotidiani condivisi proteggono e rassicurano .
Ti faccio molti auguri per la tua vita, noi restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile utente,
Condivido appieno le riflessioni delle Colleghe.
Ma mi chiedo:
come mai "ho iniziato a settembre un percorso con un counselor".
una figura senza alcune definizione professionale o giuridica?
>>.. svanire da solo oppure ho ancora bisogno di qualcuno? Se si, di che figura?<<
Si faccia aiutare, certamente c'è bisogno; ma da un/a professionista iscritto ad un albo professionale, come lo è lo Psicologo/a.
(Proprio oggi è giunto questo che Le metto in link:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/548392-life-coach-business-o-professionisti-competenti.html )
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Vi ringrazio per la tempestività e per la precisione delle risposte. Mi trovo in perfetto accordo con quanto avete scritto, è interessante e di grande aiuto la visione e opinione di esperti del settore (non avevo mai sentito l'opinione di psicologi prima di adesso).
Faccio tesoro di quanto mi avete scritto e mi attiverò, ora come ora ho bisogno di riprendere in mano la mia vita!
Grazie mille, siete stati gentilissimi.
Faccio tesoro di quanto mi avete scritto e mi attiverò, ora come ora ho bisogno di riprendere in mano la mia vita!
Grazie mille, siete stati gentilissimi.
[#6]
Gentile utente,
Potrebbe provare eventualmente a contattare un collega abilitato all'utilizzo dell'EMDR.
Si faccia un'idea https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6168-ma-cos-e-questo-emdr.html
potrebbe tornarle utile
Cordialmente
Potrebbe provare eventualmente a contattare un collega abilitato all'utilizzo dell'EMDR.
Si faccia un'idea https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6168-ma-cos-e-questo-emdr.html
potrebbe tornarle utile
Cordialmente
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#8]
Utente
Salve Dr. Brunialti,
Mi sono rivolto a un counselor perché un amico, conoscendolo di persona, me l'ha consigliato. Confesso che, prima di ora, nella mia vita non avevo mai avuto modo di "approcciarmi" con il mondo della psicologia, ne sapevo molto poco, e la mia scelta può essere stata condizionata sia da questo che dalla disperazione del momento, che mi ha costretto ad appoggiarmi a qualcuno il prima possibile, senza meditare a fondo.
Prenderò certamente in considerazione i vostri consigli, per cui Vi ringrazio sentitamente.
Saluti.
Mi sono rivolto a un counselor perché un amico, conoscendolo di persona, me l'ha consigliato. Confesso che, prima di ora, nella mia vita non avevo mai avuto modo di "approcciarmi" con il mondo della psicologia, ne sapevo molto poco, e la mia scelta può essere stata condizionata sia da questo che dalla disperazione del momento, che mi ha costretto ad appoggiarmi a qualcuno il prima possibile, senza meditare a fondo.
Prenderò certamente in considerazione i vostri consigli, per cui Vi ringrazio sentitamente.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.5k visite dal 29/12/2016.
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