Mio papà è un bambino
salve dottori, vi scrivo per uno sfogo, più che per un consulto, un po' per raccontarvi quello che sembra essere l'epilogo della mia storia..ho superato mio padre. mi sono sempre sentito con il timore di farlo, perché forse lui non mi permetteva di esprimermi.. mio padre mi ha sempre impedito di esprimermi, in più l'ho sempre sentito invasivo nei miei confronti. forse mi, dico adesso, era l'unico modo che aveva per dimostrarmi che mi vuole bene. io so che mio padre è infelice, ma ho capito che io non posso rimediare e non posso farci niente. Devo pensare alla mia vita, lui me lo dice sempre pure. Io mi creavo sempre il problema che il problema fossi io, invece non è così. Io ho preso spunto da mio padre per molte cose, ma poi l'ho superato perché io so prendere una decisione importante, una "mia" decisione quando è il momento, lui a quanto mi sta dimostrando in questo momento, no. Gli voglio bene comunque, è un punto di riferimento per me, gli voglio bene. Io penso a me, non posso aiutare mio papà, lui deve aiutare me. Questo è tutto. Una buonaserata a tutti
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Gentile Utente,
qual è esattamente la Sua richiesta, se ne ha una?
Ritiene di avere bisogno di una consulenza psicologica per via della relazione istaurata col papà?
Cordiali saluti,
qual è esattamente la Sua richiesta, se ne ha una?
Ritiene di avere bisogno di una consulenza psicologica per via della relazione istaurata col papà?
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
diciamo che mi piacerebbe sapere se è possibile che mio padre non abbia superato il complesso di Edipo, è una mia supposizione infatti questa. Ma riconosco che per la non conoscenza accurata della situazione non (forse) potete rispondere. Era quindi più uno sfogo di "continuazione" un po' dei miei vecchi post
[#3]
Gentile ragazzo,
è chiaro il Suo esordio: <<vi scrivo per uno sfogo, più che per un consulto.<<
Ci racconta una vicenda evolutiva, dove il figlio, ormai xxenne, giunge a comprendere che il proprio padre
<<è infelice, ma ho capito che io non posso rimediare e non posso farci niente. Devo pensare alla mia vita<<
A chi legge potrebbe sembrare una sintesi "egoistica",
ma forse è solo il punto di arrivo di una "separazione" che riconosce al figlio il proprio spazio vitale ed esistenziale;
e al padre il suo, di cui è responsabile in toto non avendo più lo specchio "immaturo" del figlio.
Anche a Lei, figlio che ci scrive, una buona serata.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.8k visite dal 27/12/2016.
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