Bassa autostima e madre possessiva
Buongiorno,
mesi fa mi ero rivolta a voi per un problema di aggressività in famiglia che mio marito manifestava da tempo. Più volte ho cercato di convincerlo a farsi una chiacchierata con uno psicologo, ma di fronte ai suoi rifiuti mi sono convinta ad andarci io stessa. Sono un paio di settimane che vado da questa psicologa che mi pare brava, e che sicuramente mi sta aiutando a capire il suo problema e come comportarmi con lui.
Da una prima analisi, sembra che questi attacchi di rabbia e aggressività che mio marito manifesta siano causati da insicurezza e bassa autostima, cosa che tra l'altro ho sempre avvertito in lui fin dalle nostre prime frequentazioni, ma che non pensavo potesse portarlo a questi punti.
Tra l'altro, mi dice la psicologa che questi problemi di solito vanno affrontati a livello medico psichiatrico e che difficilmente lei potrà farci qualcosa.
Quanto alle cause di questo suo problema, lei pensa di origine familiare, avendo avuto una madre (che poi sarebbe mia suocera) molto possessiva e protettiva, che gli ha impedito di farsi le sue esperienze e di maturare via via indipendenza da lei. Infatti mia suocera mi vede come il fumo negli occhi, è sempre molto critica nei miei confronti e tende ad esercitare su di noi un controllo che per fortuna contengo vivendo lontani.
Quello che però non mi torna, in questa ipotesi preliminare, è che mio marito è nato da una gravidanza non cercata, e questo mio suocera non manca mai di sottolinearlo, così come non tiene nascosto il fatto che a causa del piccolo non si è potuta prendere cura come avrebbe voluto della figlia maggiore (che invece è stata voluta). Quindi, se da una parte questo figlio non è frutto di un suo desiderio, perchè attaccarvisi in maniera così morbosa?
Inoltre, mio marito con sua mamma ha (almeno ai miei occhi) un rapporto molto formale, non li ho mai sentiti parlare in confidenza e i loro discorsi si limitano al "cosa hai fatto ieri" e "cosa hai mangiato". Mio marito, nei confronti di sua madre, ha inoltre un rispetto quasi da sottomissione, essendosi anche sempre rifiutato di contraddirla, di prendere le mie parti in alcune discussioni o di fare comunque la voce grossa anche quando ce ne ha combinate di belle (come distruggerci una TV da 600 euro).
Vi chiedo perciò:
1) se mio marito ha speranza di guarire, anche solo con terapia psicologiga
2) quanto è azzeccata secondo voi questa ipotesi secondo cui la sua bassa autostima derivi da iper protezione da parte di sua madre, e come mi devo comportare io con lui e con la suocera?
grazie
mesi fa mi ero rivolta a voi per un problema di aggressività in famiglia che mio marito manifestava da tempo. Più volte ho cercato di convincerlo a farsi una chiacchierata con uno psicologo, ma di fronte ai suoi rifiuti mi sono convinta ad andarci io stessa. Sono un paio di settimane che vado da questa psicologa che mi pare brava, e che sicuramente mi sta aiutando a capire il suo problema e come comportarmi con lui.
Da una prima analisi, sembra che questi attacchi di rabbia e aggressività che mio marito manifesta siano causati da insicurezza e bassa autostima, cosa che tra l'altro ho sempre avvertito in lui fin dalle nostre prime frequentazioni, ma che non pensavo potesse portarlo a questi punti.
Tra l'altro, mi dice la psicologa che questi problemi di solito vanno affrontati a livello medico psichiatrico e che difficilmente lei potrà farci qualcosa.
Quanto alle cause di questo suo problema, lei pensa di origine familiare, avendo avuto una madre (che poi sarebbe mia suocera) molto possessiva e protettiva, che gli ha impedito di farsi le sue esperienze e di maturare via via indipendenza da lei. Infatti mia suocera mi vede come il fumo negli occhi, è sempre molto critica nei miei confronti e tende ad esercitare su di noi un controllo che per fortuna contengo vivendo lontani.
Quello che però non mi torna, in questa ipotesi preliminare, è che mio marito è nato da una gravidanza non cercata, e questo mio suocera non manca mai di sottolinearlo, così come non tiene nascosto il fatto che a causa del piccolo non si è potuta prendere cura come avrebbe voluto della figlia maggiore (che invece è stata voluta). Quindi, se da una parte questo figlio non è frutto di un suo desiderio, perchè attaccarvisi in maniera così morbosa?
Inoltre, mio marito con sua mamma ha (almeno ai miei occhi) un rapporto molto formale, non li ho mai sentiti parlare in confidenza e i loro discorsi si limitano al "cosa hai fatto ieri" e "cosa hai mangiato". Mio marito, nei confronti di sua madre, ha inoltre un rispetto quasi da sottomissione, essendosi anche sempre rifiutato di contraddirla, di prendere le mie parti in alcune discussioni o di fare comunque la voce grossa anche quando ce ne ha combinate di belle (come distruggerci una TV da 600 euro).
Vi chiedo perciò:
1) se mio marito ha speranza di guarire, anche solo con terapia psicologiga
2) quanto è azzeccata secondo voi questa ipotesi secondo cui la sua bassa autostima derivi da iper protezione da parte di sua madre, e come mi devo comportare io con lui e con la suocera?
grazie
[#1]
(...)Quindi, se da una parte questo figlio non è frutto di un suo desiderio, perchè attaccarvisi in maniera così morbosa? (..)
può capitare come reazione a un senso di colpa. La colpa di non averlo voluto si trasforma, per compensarla, in attaccamento morboso.
Ma anche questa è solo una ipotesi. Di sicuro una terapia psicologica può avere effetti positivi ma le previsioni sono impossibili da fare.
saluti
può capitare come reazione a un senso di colpa. La colpa di non averlo voluto si trasforma, per compensarla, in attaccamento morboso.
Ma anche questa è solo una ipotesi. Di sicuro una terapia psicologica può avere effetti positivi ma le previsioni sono impossibili da fare.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 20/12/2016.
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