La discussione continua ancora pi aspramente perch i suoi genitori non sono mai venuti

Sono una ragazza di 23 anni. Sto da più di sei anni con una persona e ora la situazione è un po in bilico. Spiego meglio. Nella nostra storia ci sono sempre stati alti e bassi, momenti di allontanamento ma siamo sempre andati avanti. Lo scoglio più grande da superare è stato il fatto che lui non volesse conoscere i miei. Dopo mesi di litigi, soprattutto perché non ci vedevamo mai, un bel giorno venne a casa. Dopo neanche due settimane litigammo pesantemente e, invece di far finta di venire una volta dopo il litigio, non venne più e litigammo ancora di più. Dopo circa tre mesi ritornò, e dopo un po di tempo tutta la mia famiglia conosceva lui e tutta la sua famiglia conosceva me. Per un bel po di tempo tutto è filato liscio e sembrava che l'impulsivitá di non farsi vedere quando litigavamo fosse sparita. Dopo quasi un anno un bel giorno usciamo e litighiamo pesantemente per una scemenza. La notte stessa ho una colica e la febbre alta. Lui mette da parte il litigio e nel pomeriggio viene a trovarmi e, nonostante la sua presenza non fosse molto costante, penso che è un gran asso in avanti. Il problema nasce quando mi dice di andare all ospedale, perche gli dico di no e si arrabbia. La discussione continua ancora più aspramente perché i suoi genitori non sono mai venuti a trovarmi (ne mi hanno chiamato) nonostante fossero passati 4/5 giorni dal mio malore. Da li in poi è stato un susseguirsi di allontamenti (non mi é stato per niente vicino nel periodo di malessere, quando go scoperto cje dovevo operarmi) cattiverie e parole cattive da parte di entrambi. Ultimamente mi sono operata e ci siamo riavvicinati, ci sentiamo però lui mi dice che non sa che fare perché ci è rimasto male. Il problema è che io butterei tutto alle spalle, ma arrivati a questo punto non ne sono più tanto convinta.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...). Ultimamente mi sono operata e ci siamo riavvicinati, ci sentiamo però lui mi dice che non sa che fare perché ci è rimasto male. Il problema è che io butterei tutto alle spalle, ma arrivati a questo punto non ne sono più tanto convinta.(..)
intanto cominciate con leggere entrambi questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1726-risarcimento-emotivo-quando-nella-coppia-chiedere-scusa-non-basta.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazza,
sei anni sono un tempo notevole all'interno del quale ci dovrebbe essere tutto lo spazio nel quale la relazione di coppia possa evolversi e sviluppare una progettualità.
Al contrario, sembrerebbe che ci sia una conflittualità cronica e recidivante che interferisce con la possibilità di entrare in relazione in modo efficace.
Non è imponendo al partner l'incontro con i propri familiari che automaticamente la relazione fa un "salto di qualità" al, contrario si aggiungono ulteriori condizionamenti e aspettative che spostano l'attenzione da quanto accade DENTRO la relazione.


"non mi è stato per niente vicino nel periodo di malessere, quando go scoperto che dovevo operarmi!"

La distanza non si è instaurata contestualmente all'intervento chirurgico ma in precedenza, sembrerebbe ci sia un certo risentimento da parte di entrambi.
Sarebbe auspicabile un confronto aperto e trasparente nel quale possano affiorare tutti i "nodi" che si sono creati finora, diversamente opacità, equivoci e incomprensioni continueranno a ripetersi deteriorando ulteriormente la relazione di coppia.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Gentille dr.ssa Camplone,
il problema nasce proprio nella discussione. Ogni volta che si litiga le cose non si chiariscono mai del tutto perché prevale la voglia di ritornare insieme, e sopratutto perché se discutessimo fino in fondo si continuerebbe a litigare e il conflitto non finirebbe mai.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Allora forse è arrivato il momento di mettersi in condizione di sperimentare un modo diverso di comunicare e quindi di entrare in relazione, se la paura della rottura della relazione non vi consente di esprimere le emozioni più profonde può essere utile affrontarle all'interno di uno "spazio protetto" ossia un colloquio di coppia con uno psicologo-psicoterapeuta esperto in terapia di coppia.
Nella relazione di coppia bisognerebbe uscire dalla logica: "io vinco tu perdi" poiché un rapporto sano implica un potere distribuito tra i partner in modo equo e non un continuo tentativo di condizionare l'altro, quindi la logica diventa: "perdiamo/vinciamo insieme".
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Utente
Utente
Confrontarsi è l'unica cosa da fare, mi rendo conto, ma non so se sarà facile convincerlo. Cordiali saluti