Non posso andare dal medico perché mi eccito
Per favore non ridete di me. Non prendermi in giro perché non è colpa mia. È sempre stato così, le fantasie di tipo ospedaliero sono le uniche che ho da che ho memoria. Ovviamente sono vergine, perché ne uomini ne donne mi interessano in nessun modo (sono una ragazza di 22 anni). Da che mi ricordo i medici sono sempre stati cattivi con me perché ero a disagio, col risultato di umiliarmi pesantemente e far aumentare l'eccitazione e quindi la paura di essere scoperta, scatenando crisi isteriche davvero notevoli. Perché i medici sono sempre cattivi e autoritari? Mai uno che ti saluti sorridendo e chieda per favore.
Odio tutto ciò. Non ha senso una sessualità così, provoca solo disagio e dolore, non crea legami e non da piacere. È solo un fastidio. Inoltre io odio le umiliazioni, reagisco male e divento vendicativa. Non capisco proprio perché il mio corpo reagisce in modo così insensato ed è refrattario agli stimoli normali, non mi appartiene proprio caratterialmente (io mi vedo più dominante che sottomessa), e non ho alcun interesse a farmi fare del male, sarebbe come andarsi a cercare guai volontariamente.
Siccome odio essere umiliata ed essere eccitata quando non dovrei e, magari, essere anche sorpresa e trasformata in una barzelletta da estranei, nonché rischiare un attacco di panico davanti a terzi mi sembrano la degradazione massima che qualcuno possa subire, non faccio controlli da molti anni. Ma ora sto male e mi serve aiuto, non so come chiederlo, ho tanto dolore. Se si trattasse di lasciarsi morire si potrebbe anche fare (ho tralasciato sintomi potenzialmente molto più gravi, poi risoltisi da soli), ma, anche se questa volta non sembra niente di terribile o grave, è troppo doloroso e non ne posso più.
Non posso farmi visitare però, ho troppa paura di essere umiliata, e la mia condizione è già degradante quando è confinata nella mia testa, figuriamoci nella realtà. Ho cercato di parlare con diversi psicologi in chat, mi hanno trattato tutti come fossi stupida, perché non mi sono ancora sottoposta ad una terapia, senza considerare il fattore soldi e quello vergogna. Come se uno si dovesse fidare di uno psicologo solo perché è laureato. Poi hanno iniziato a blaterare di ampliare gli orizzonti (includere gli uomini), ma, alla mia obiezione che degli uomini non me ne frega niente e che quello che voglio è estirpare queste fantasie anche a costo di diventare asessuata, sono diventati vaghi e hanno iniziato a rispondere alle domande con altre domande, che a casa mia significa eludere un argomento, scoraggiandomi così rispetto all'efficacia delle terapie.
Ora sto male, ho bisogno di un medico e non so come fare. Voglio una risposta sincera si possono togliere le fantasie sessuali? Anche con farmaci, anche permanentemente, tanto non servono a niente nel mio caso. Se poi si possono sostituire con quelle verso gli uomini tanto meglio, ma non è indispensabile: posso sopravvivere senza un uomo o una famiglia, o senza sesso, ma non senza salute. Aiuto.
Odio tutto ciò. Non ha senso una sessualità così, provoca solo disagio e dolore, non crea legami e non da piacere. È solo un fastidio. Inoltre io odio le umiliazioni, reagisco male e divento vendicativa. Non capisco proprio perché il mio corpo reagisce in modo così insensato ed è refrattario agli stimoli normali, non mi appartiene proprio caratterialmente (io mi vedo più dominante che sottomessa), e non ho alcun interesse a farmi fare del male, sarebbe come andarsi a cercare guai volontariamente.
Siccome odio essere umiliata ed essere eccitata quando non dovrei e, magari, essere anche sorpresa e trasformata in una barzelletta da estranei, nonché rischiare un attacco di panico davanti a terzi mi sembrano la degradazione massima che qualcuno possa subire, non faccio controlli da molti anni. Ma ora sto male e mi serve aiuto, non so come chiederlo, ho tanto dolore. Se si trattasse di lasciarsi morire si potrebbe anche fare (ho tralasciato sintomi potenzialmente molto più gravi, poi risoltisi da soli), ma, anche se questa volta non sembra niente di terribile o grave, è troppo doloroso e non ne posso più.
Non posso farmi visitare però, ho troppa paura di essere umiliata, e la mia condizione è già degradante quando è confinata nella mia testa, figuriamoci nella realtà. Ho cercato di parlare con diversi psicologi in chat, mi hanno trattato tutti come fossi stupida, perché non mi sono ancora sottoposta ad una terapia, senza considerare il fattore soldi e quello vergogna. Come se uno si dovesse fidare di uno psicologo solo perché è laureato. Poi hanno iniziato a blaterare di ampliare gli orizzonti (includere gli uomini), ma, alla mia obiezione che degli uomini non me ne frega niente e che quello che voglio è estirpare queste fantasie anche a costo di diventare asessuata, sono diventati vaghi e hanno iniziato a rispondere alle domande con altre domande, che a casa mia significa eludere un argomento, scoraggiandomi così rispetto all'efficacia delle terapie.
Ora sto male, ho bisogno di un medico e non so come fare. Voglio una risposta sincera si possono togliere le fantasie sessuali? Anche con farmaci, anche permanentemente, tanto non servono a niente nel mio caso. Se poi si possono sostituire con quelle verso gli uomini tanto meglio, ma non è indispensabile: posso sopravvivere senza un uomo o una famiglia, o senza sesso, ma non senza salute. Aiuto.
[#1]
Gentile Utente,
prima di pensare a cosa fare (togliere fantasie sessuali, ad esempio), è importante sapere che cos'è il disagio che riferisci: un medico o uno psicologo lo ha definito prima d'ora?
In ogni caso, posso chiederti se proprio tutti i medici che ti hanno visitata ti hanno trattata male? Perché se anche ce ne fosse stato qualcuno, non è detto che tu non possa incontrare un medico più... paziente e in ogni caso il medico non tratta male un paziente per la problematica che porta... che cosa è successo secondo te?
prima di pensare a cosa fare (togliere fantasie sessuali, ad esempio), è importante sapere che cos'è il disagio che riferisci: un medico o uno psicologo lo ha definito prima d'ora?
In ogni caso, posso chiederti se proprio tutti i medici che ti hanno visitata ti hanno trattata male? Perché se anche ce ne fosse stato qualcuno, non è detto che tu non possa incontrare un medico più... paziente e in ogni caso il medico non tratta male un paziente per la problematica che porta... che cosa è successo secondo te?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Gentile Dott.ssa Pileci,
No, non riesco a parlarne, poiché il rapporto che si crea con gli psicologi lo trovo inquietante, io dovrei confidare cose così private senza sapere nulla della persona che ho davanti. Come posso? Non so se è tollerante o meno. Non so nella vita cosa faccia... un rapporto di fiducia si stabilisce con la reciproca conoscenza, mentre qui io metto in mano i miei problemi ad un perfetto estraneo che fatico ad inquadrare perché non racconta mai niente di sé. Casualmente ho diversi psichiatri tra le amicizie e ho visto comportamenti diversi, uno ad esempio si scompisciava dal ridere alle spalle di un paziente che non riusciva a trattenere l'urina (io personalmente da ridere non ci ho trovato proprio nulla) e un altro invece è riuscito ad empatizzare persino con un pedofilo senza giudicare. Ma in sede di consulto come faccio a capire se ho davanti una persona non giudicante o meno se a parlare sono solo io e non mi dicono nulla di sé? Come posso fidarmi?
Solo due, e nessuno di loro ha bisogno di farmi spogliare o di toccarmi troppo. Inoltre uno dei due è mio amico, quindi io per lui non sono né un paziente né un numero, ma una persona, ergo non c'è quello squilibrio di potere che si crea tra medico e paziente che tanto mi fa eccitare. Ci diamo entrambi del tu, per esempio, mentre io di solito devo chiamare "Dottore" il medico e dare del lei, mentre quello a me da del tu e mi chiama per nome. Anche lei lo ha fatto, anche se sono pronta a giurare che non voleva assolutamente turbarmi in nessun modo. Ho visto dottori dare del tu a pazienti anziani e quelli dare del lei a persone 40 anni più giovani. O ci si da entrambi del tu o entrambi del lei.
Comunque, io in generale ho notato che i medici mi trattano male quando si accorgono che ho paura. Paura che fraintendono. Infatti tremo o sentono il batticuore con lo stetosocopio e allora mi prendono in giro trattandomi da vigliacca... o addirittura alzando la voce, anche se in realtà non faccio alcuna resistenza, ma la mia non è paura come la intendono loro... non ho paura degli aghi o delle malattie... è paura di essere beccata e additata come pervertita. Certe volte invece la colpa era mia, ma succedeva solo quando mi chiedevano do togliere i pantaloni (cosa che non ho mai fatto, non posso. Ma come spiego che non è cattiveria? Non posso proprio... quindi passo per capricciosa... e mi sento sempre più umiliata). È un cane che si morde la coda.
È normale che se io gli impedisco di lavorare e gli faccio perdere tempo il medico si arrabbi, passi, me ne assumo piena responsabilità, colpa mia. Ma negli altri casi perché si alterano? Non posso mica controllare il battito cardiaco o la tremarella. E se anche fosse la classica sindrome da camice bianco, perché atterrire di più qualcuno che è già atterrito e probabilmente sta pure male? L'unica spiegazione che ho trovato è che forse hanno più paura loro di me che io di loro, come i bambini che prendono in giro gli altri bambini quando non trovano modo di approcciare. Ma è un atteggiamento quantomeno controproducente, quindi spero di sbagliare.
Esisteranno sicuramente medici più pazienti e che non utilizzano il gergo dei master sadomaso, ma come faccio a trovarli? Non posso mica farmi fare centomila impegnative e presentare a ogni specialista un questionario scritto... oppure uscirmene con un "Lei è troppo autoritario, non va bene. Tanti saluti!"
Per concludere, il medico non "dovrebbe" trattare male un paziente per la patologia che ha, ma spesso succede, basti guardare a come viene mortificato un paziente sovrappeso. Io per esempio ho una malformazione che però non è una patologia, volevo sapere se si poteva risolvere, la dottoressa l'ha trovata davvero divertente... mi ha preso in giro, come se fosse colpa mia e non della genetica. A me questa cosa fa soffrire ogni giorno, io con il mio aspetto ci devo convivere, e la gente che ti ride in faccia proprio non aiuta, specialmente se è chi teoricamente ti deve aiutare...
No, non riesco a parlarne, poiché il rapporto che si crea con gli psicologi lo trovo inquietante, io dovrei confidare cose così private senza sapere nulla della persona che ho davanti. Come posso? Non so se è tollerante o meno. Non so nella vita cosa faccia... un rapporto di fiducia si stabilisce con la reciproca conoscenza, mentre qui io metto in mano i miei problemi ad un perfetto estraneo che fatico ad inquadrare perché non racconta mai niente di sé. Casualmente ho diversi psichiatri tra le amicizie e ho visto comportamenti diversi, uno ad esempio si scompisciava dal ridere alle spalle di un paziente che non riusciva a trattenere l'urina (io personalmente da ridere non ci ho trovato proprio nulla) e un altro invece è riuscito ad empatizzare persino con un pedofilo senza giudicare. Ma in sede di consulto come faccio a capire se ho davanti una persona non giudicante o meno se a parlare sono solo io e non mi dicono nulla di sé? Come posso fidarmi?
Solo due, e nessuno di loro ha bisogno di farmi spogliare o di toccarmi troppo. Inoltre uno dei due è mio amico, quindi io per lui non sono né un paziente né un numero, ma una persona, ergo non c'è quello squilibrio di potere che si crea tra medico e paziente che tanto mi fa eccitare. Ci diamo entrambi del tu, per esempio, mentre io di solito devo chiamare "Dottore" il medico e dare del lei, mentre quello a me da del tu e mi chiama per nome. Anche lei lo ha fatto, anche se sono pronta a giurare che non voleva assolutamente turbarmi in nessun modo. Ho visto dottori dare del tu a pazienti anziani e quelli dare del lei a persone 40 anni più giovani. O ci si da entrambi del tu o entrambi del lei.
Comunque, io in generale ho notato che i medici mi trattano male quando si accorgono che ho paura. Paura che fraintendono. Infatti tremo o sentono il batticuore con lo stetosocopio e allora mi prendono in giro trattandomi da vigliacca... o addirittura alzando la voce, anche se in realtà non faccio alcuna resistenza, ma la mia non è paura come la intendono loro... non ho paura degli aghi o delle malattie... è paura di essere beccata e additata come pervertita. Certe volte invece la colpa era mia, ma succedeva solo quando mi chiedevano do togliere i pantaloni (cosa che non ho mai fatto, non posso. Ma come spiego che non è cattiveria? Non posso proprio... quindi passo per capricciosa... e mi sento sempre più umiliata). È un cane che si morde la coda.
È normale che se io gli impedisco di lavorare e gli faccio perdere tempo il medico si arrabbi, passi, me ne assumo piena responsabilità, colpa mia. Ma negli altri casi perché si alterano? Non posso mica controllare il battito cardiaco o la tremarella. E se anche fosse la classica sindrome da camice bianco, perché atterrire di più qualcuno che è già atterrito e probabilmente sta pure male? L'unica spiegazione che ho trovato è che forse hanno più paura loro di me che io di loro, come i bambini che prendono in giro gli altri bambini quando non trovano modo di approcciare. Ma è un atteggiamento quantomeno controproducente, quindi spero di sbagliare.
Esisteranno sicuramente medici più pazienti e che non utilizzano il gergo dei master sadomaso, ma come faccio a trovarli? Non posso mica farmi fare centomila impegnative e presentare a ogni specialista un questionario scritto... oppure uscirmene con un "Lei è troppo autoritario, non va bene. Tanti saluti!"
Per concludere, il medico non "dovrebbe" trattare male un paziente per la patologia che ha, ma spesso succede, basti guardare a come viene mortificato un paziente sovrappeso. Io per esempio ho una malformazione che però non è una patologia, volevo sapere se si poteva risolvere, la dottoressa l'ha trovata davvero divertente... mi ha preso in giro, come se fosse colpa mia e non della genetica. A me questa cosa fa soffrire ogni giorno, io con il mio aspetto ci devo convivere, e la gente che ti ride in faccia proprio non aiuta, specialmente se è chi teoricamente ti deve aiutare...
[#4]
"Ma in sede di consulto come faccio a capire se ho davanti una persona non giudicante o meno se a parlare sono solo io e non mi dicono nulla di sé? Come posso fidarmi?"
Semplicemente da come ti senti. Se ti senti giudicata dal professionista, probabilmente non è la persona che fa al caso tuo.
"Comunque, io in generale ho notato che i medici mi trattano male quando si accorgono che ho paura. Paura che fraintendono..."
Sulle ragioni che hai ipotizzato, mi trovi d'accordo, potrebbe essere una spiegazione plausibile.
Non sempre e non tutti i professionisti sono abili nelle relazioni e nella comunicazione col pz, aspetto fondamentale.
In ogni caso, una possibilità potrebbe essere quella di fare un giro di telefonate ai professionisti della zona, sentire come reagiscono e cosa ti dicono rispetto alla tua problematica e farti una prima idea, per quanto sommaria. Poi affidarti a quello specialista, ma tenendo conto anche di tutti i limiti che una persona può avere e con gli occhi puntati solo sulla risoluzione del tuo problema.
Capisco che si vorrebbe sempre vedere il professionista come perfetto ed infallibile, ma talvolta è proprio sulla relazione che possiamo fallire, non tanto sulle tecniche o procedure.
Il tuo obiettivo deve essere la tua salute.
Cordiali saluti,
Semplicemente da come ti senti. Se ti senti giudicata dal professionista, probabilmente non è la persona che fa al caso tuo.
"Comunque, io in generale ho notato che i medici mi trattano male quando si accorgono che ho paura. Paura che fraintendono..."
Sulle ragioni che hai ipotizzato, mi trovi d'accordo, potrebbe essere una spiegazione plausibile.
Non sempre e non tutti i professionisti sono abili nelle relazioni e nella comunicazione col pz, aspetto fondamentale.
In ogni caso, una possibilità potrebbe essere quella di fare un giro di telefonate ai professionisti della zona, sentire come reagiscono e cosa ti dicono rispetto alla tua problematica e farti una prima idea, per quanto sommaria. Poi affidarti a quello specialista, ma tenendo conto anche di tutti i limiti che una persona può avere e con gli occhi puntati solo sulla risoluzione del tuo problema.
Capisco che si vorrebbe sempre vedere il professionista come perfetto ed infallibile, ma talvolta è proprio sulla relazione che possiamo fallire, non tanto sulle tecniche o procedure.
Il tuo obiettivo deve essere la tua salute.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 19.6k visite dal 18/12/2016.
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