Il problema è che io non voglio assolutamente fare un bambino
Buonasera,
chiedo un consulto psicologico per un problema che credo possa essere di natura psicologica.
Ho 31 anni, ho un compagno, e stiamo bene, anche se la mia vita lavorativa è un po' travagliata.
I nostri amici stanno iniziando a fare figli e il mio problema ha a che fare con questo. Io non odio i bambini, amo vedere quelli degli altri, ricoprirli di regali etc...Il mio compagno non riesce a immaginare una vita in due e vuole dei figli, anche se non subito in futuro lo dà per scontato.
Il problema è che io non voglio assolutamente fare un bambino. Forse sarò inopportuna o sarà una cosa non bella da sentire, ma mi fa letteralmente schifo l'idea di avere un bambino nella pancia, mi terrorizza l'idea di partorirlo, non voglio assolutamente farlo, per non parlare di allattarlo, mi fa schifo il solo pensiero,non lo farei mai....l'idea di entrare in ospedale mi fa stare male.
Mi fa schifo l'idea che mi vedano nuda, soffro moltissimo se vado a fare una vita ginecologica, fino ad ora ne ho fatte solo due nella mia vita.
Mi terrorizza l'idea dei punti, mi terrorizza non poter dormire per colpa di qualcun altro...è come se rifiutassi l'idea di doverlo fare io in quanto donna, non sopporto questa cosa. Quando ci penso o leggo articoli sull'argomento online, su parto, gravidanze etc, nonostante mi documenti per capire meglio, mi sale un nervoso pazzesco, un'ansia terribile...
Il discorso è rimandato tra me e il mio compagno anche perché ad oggi non ci sono le condizioni anche economiche/lavorative per affrontare il tutto, ma prima o poi andrà affrontato come discorso e io non so cosa fare...
C'è chi mi risponde " Se ami il tuo compagno lo fai" e io non riesco davvero a capirlo.
Non tollero le risposte tipo " i dolori del parto si scordano appena vedi il bebè", non mi interessa non voglio proprio affrontare questa cosa nella mia vita....ma amando il mio compagno gli ho promesso che in futuro magari avrei potuto se no altro andare da uno psicologo.
Lei cosa mi consiglia?
Io mi rendo conto perfettamente che non è normale, potrei forse pensare eventualmente ad adottare un bambino, ma non voglio doverlo fare io.
Mi aiuti perché io davvero non riesco a comprendermi....
Grazie
chiedo un consulto psicologico per un problema che credo possa essere di natura psicologica.
Ho 31 anni, ho un compagno, e stiamo bene, anche se la mia vita lavorativa è un po' travagliata.
I nostri amici stanno iniziando a fare figli e il mio problema ha a che fare con questo. Io non odio i bambini, amo vedere quelli degli altri, ricoprirli di regali etc...Il mio compagno non riesce a immaginare una vita in due e vuole dei figli, anche se non subito in futuro lo dà per scontato.
Il problema è che io non voglio assolutamente fare un bambino. Forse sarò inopportuna o sarà una cosa non bella da sentire, ma mi fa letteralmente schifo l'idea di avere un bambino nella pancia, mi terrorizza l'idea di partorirlo, non voglio assolutamente farlo, per non parlare di allattarlo, mi fa schifo il solo pensiero,non lo farei mai....l'idea di entrare in ospedale mi fa stare male.
Mi fa schifo l'idea che mi vedano nuda, soffro moltissimo se vado a fare una vita ginecologica, fino ad ora ne ho fatte solo due nella mia vita.
Mi terrorizza l'idea dei punti, mi terrorizza non poter dormire per colpa di qualcun altro...è come se rifiutassi l'idea di doverlo fare io in quanto donna, non sopporto questa cosa. Quando ci penso o leggo articoli sull'argomento online, su parto, gravidanze etc, nonostante mi documenti per capire meglio, mi sale un nervoso pazzesco, un'ansia terribile...
Il discorso è rimandato tra me e il mio compagno anche perché ad oggi non ci sono le condizioni anche economiche/lavorative per affrontare il tutto, ma prima o poi andrà affrontato come discorso e io non so cosa fare...
C'è chi mi risponde " Se ami il tuo compagno lo fai" e io non riesco davvero a capirlo.
Non tollero le risposte tipo " i dolori del parto si scordano appena vedi il bebè", non mi interessa non voglio proprio affrontare questa cosa nella mia vita....ma amando il mio compagno gli ho promesso che in futuro magari avrei potuto se no altro andare da uno psicologo.
Lei cosa mi consiglia?
Io mi rendo conto perfettamente che non è normale, potrei forse pensare eventualmente ad adottare un bambino, ma non voglio doverlo fare io.
Mi aiuti perché io davvero non riesco a comprendermi....
Grazie
[#1]
Gent.le Utente,
la maternità non è una scelta che non può essere assoggettata al bisogno di conformarsi alla società. Ci sono donne che scelgono consapevolmente di non avere figli e sono serene rispetto a questa scelta.
Nel suo caso Lei ci parla di una serie di paure/difficoltà che rinviano anche ad un rapporto "faticoso" con il proprio corpo.
Sarebbe importante approfondire questi aspetti all'interno di un colloquio diretto con lo psicologo e valutare eventualmente la possibilità di iniziare un percorso di crescita personale, finalizzato a sviluppare una maggiore consapevolezza che le consenta di confrontarsi in modo chiaro ed efficace con il suo compagno.
la maternità non è una scelta che non può essere assoggettata al bisogno di conformarsi alla società. Ci sono donne che scelgono consapevolmente di non avere figli e sono serene rispetto a questa scelta.
Nel suo caso Lei ci parla di una serie di paure/difficoltà che rinviano anche ad un rapporto "faticoso" con il proprio corpo.
Sarebbe importante approfondire questi aspetti all'interno di un colloquio diretto con lo psicologo e valutare eventualmente la possibilità di iniziare un percorso di crescita personale, finalizzato a sviluppare una maggiore consapevolezza che le consenta di confrontarsi in modo chiaro ed efficace con il suo compagno.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile Utente,
dopo la descrizione che fa di quello che per Lei è il problema, conclude scrivendo: "Io mi rendo conto perfettamente che non è normale".
Posso chiederLe che cosa secondo Lei non sarebbe normale di quanto scrive? Forse è meno popolare, meno frequente, ma non direi proprio che non si tratta di normalità, ma non solo perché dovremmo prima accordarci sul concetto di normalità...
Inoltre, le Sue paure, che arrivano talvolta al disgusto e al terrore per alcuni passaggi della gravidanza e del parto, sono comuni a tutte le donne. Molte lo esprimono, magari all'ostetrica prima del parto o durante i corsi di accompagnamento alla nascita.
Duranti tali corsi credo di aver sentito le domande più svariate e le paure più recondite, ma nessuna di definiva "non normale".
Il problema secondo me non sta nemmeno nel dover a tutti i costi affrontare tali paure... prima bisognerebbe davvero capire che cosa sono queste paure.
Sul fatto di non desiderare dei figli, nulla di male, perché non è lo scopo della vita di un essere umano, a differenza di altri mammiferi. L'essenziale è che Lei sia serena con questa Sua scelta.
Cordiali saluti,
dopo la descrizione che fa di quello che per Lei è il problema, conclude scrivendo: "Io mi rendo conto perfettamente che non è normale".
Posso chiederLe che cosa secondo Lei non sarebbe normale di quanto scrive? Forse è meno popolare, meno frequente, ma non direi proprio che non si tratta di normalità, ma non solo perché dovremmo prima accordarci sul concetto di normalità...
Inoltre, le Sue paure, che arrivano talvolta al disgusto e al terrore per alcuni passaggi della gravidanza e del parto, sono comuni a tutte le donne. Molte lo esprimono, magari all'ostetrica prima del parto o durante i corsi di accompagnamento alla nascita.
Duranti tali corsi credo di aver sentito le domande più svariate e le paure più recondite, ma nessuna di definiva "non normale".
Il problema secondo me non sta nemmeno nel dover a tutti i costi affrontare tali paure... prima bisognerebbe davvero capire che cosa sono queste paure.
Sul fatto di non desiderare dei figli, nulla di male, perché non è lo scopo della vita di un essere umano, a differenza di altri mammiferi. L'essenziale è che Lei sia serena con questa Sua scelta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Ringrazio entrambi delle risposte....
Non so cosa intendo per normale...Di solito non bado a stereotipi di nessun genere, ho fatto un lavoro artistico per anni e tutt'ora vivo una vita lavorativa che qualcuno definirebbe straordinaria.
Io non mi sento di essere in difetto per questa cosa, mi rendo conto solamente che potrebbe diventare un problema nella mia attuale relazione a cui tengo molto e per questo motivo vorrei approfondire la cosa con uno psicologo, con qualcuno che mi possa aiutare a capire da dove derivano tutte queste paure, sensazioni, sentimenti.
So che milioni di donne hanno paura di questo avvenimento, ma so anche che non esiste in me quello che c'è in molte di loro ovvero sì la paura, sì la convinzione che possa essere un momento doloroso, imbarazzante etc etc....ma nello stesso tempo quella sorta di "resa", "convinzione" che "nel momento in cui vedi il tuo bambino tutto passa", che tanto " prima o poi lo si deve fare".
Non riesco a capire questi discorsi qui.
Vorrei solo capire da cosa deriva tutto questo, per cui credo che cercherò uno psicologo e inizierò ad affrontare questo percorso.
Devo cercare una persona che si occupa nello specifico di qualcosa?? Cosa potete consigliarmi?
Non so cosa intendo per normale...Di solito non bado a stereotipi di nessun genere, ho fatto un lavoro artistico per anni e tutt'ora vivo una vita lavorativa che qualcuno definirebbe straordinaria.
Io non mi sento di essere in difetto per questa cosa, mi rendo conto solamente che potrebbe diventare un problema nella mia attuale relazione a cui tengo molto e per questo motivo vorrei approfondire la cosa con uno psicologo, con qualcuno che mi possa aiutare a capire da dove derivano tutte queste paure, sensazioni, sentimenti.
So che milioni di donne hanno paura di questo avvenimento, ma so anche che non esiste in me quello che c'è in molte di loro ovvero sì la paura, sì la convinzione che possa essere un momento doloroso, imbarazzante etc etc....ma nello stesso tempo quella sorta di "resa", "convinzione" che "nel momento in cui vedi il tuo bambino tutto passa", che tanto " prima o poi lo si deve fare".
Non riesco a capire questi discorsi qui.
Vorrei solo capire da cosa deriva tutto questo, per cui credo che cercherò uno psicologo e inizierò ad affrontare questo percorso.
Devo cercare una persona che si occupa nello specifico di qualcosa?? Cosa potete consigliarmi?
[#4]
"Io non mi sento di essere in difetto per questa cosa, mi rendo conto solamente che potrebbe diventare un problema nella mia attuale relazione a cui tengo molto e per questo motivo vorrei approfondire la cosa con uno psicologo"
Mi sembra l'approccio più efficace, la paura può interferire con le nostre scelte ed evitarla serve solo a rinviare il momento in cui ci confrontiamo con noi stessi. A tal proposito uno "spazio protetto"
all'interno del colloquio psicologico può diventare un contesto facilitante che si realizza attraverso l'atteggiamento empatico e non giudicante da parte dello specialista.
Infine per rispondere alla sua domanda la figura di riferimento è lo psicologo-psicoterapeuta.
Mi sembra l'approccio più efficace, la paura può interferire con le nostre scelte ed evitarla serve solo a rinviare il momento in cui ci confrontiamo con noi stessi. A tal proposito uno "spazio protetto"
all'interno del colloquio psicologico può diventare un contesto facilitante che si realizza attraverso l'atteggiamento empatico e non giudicante da parte dello specialista.
Infine per rispondere alla sua domanda la figura di riferimento è lo psicologo-psicoterapeuta.
[#5]
Gentile Utente,
è anche vero che alcune esperienze devono essere vissute per poter poi esprimere ciò che le altre donne esprimono, ad esempio che il dolore passa immediatamente nel momento in cui si stringe per la prima volta il proprio figlio tra le braccia, altrimenti resta un'esperienza comprensibile solo a livello razionale ma non emotivo...
In ogni caso fa bene a rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per affrontare le Sue paure, con la finalità di tutelare la Sua relazione sentimentale.
Cordiali saluti,
è anche vero che alcune esperienze devono essere vissute per poter poi esprimere ciò che le altre donne esprimono, ad esempio che il dolore passa immediatamente nel momento in cui si stringe per la prima volta il proprio figlio tra le braccia, altrimenti resta un'esperienza comprensibile solo a livello razionale ma non emotivo...
In ogni caso fa bene a rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per affrontare le Sue paure, con la finalità di tutelare la Sua relazione sentimentale.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 13.9k visite dal 17/12/2016.
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