Sessualità nella mia infanzia
Salve dottori,
Sono una ragazza di 25 anni e sono in psicoterapia da due anni con parallela terapia farmacologica (attualmente prendo Lyrica, Litio e Melatonina) e dunque visite psichiatriche, ci tenevo a premetterlo.
Ho degli degli interrogativi che man mano dovrei porre al mio terapeuta, ma mi è molto difficile farlo, prima o poi lo farò sicuramente.
Soffro ed ho sofferto di tante cose nell'arco della mia vita: ansia, attacchi di panico notturni, insonnia, depressione e fasi maniacali. Ho avuto qualche problema di abuso di sostanze (soprattutto alcol e canne), ho enormi difficoltà relazionali, crisi emotive, scoppi di rabbia repentina, ho sofferto di autolesionismo. Mi sembra giusto dirlo prima di arrivare a porre i quesiti.
Ho avuto una vita famigliare piuttosto traumatica, scendere nel dettaglio in questo post mi sembra difficile per questioni soprattutto di spazi e tempi, ma anche perché ho pochi ricordi, soprattutto della mia infanzia. So e ricordo che mio padre era alcolizzato e molto violento, mia madre spesso depressa che chiedeva attenzioni da noi bambini (ho un fratello). Questa è solo una piccola parte.
Nell'ultimo periodo in terapia stiamo cominciando a toccare più da vicino le esperienze traumatiche ed è molto difficile, faccio un sacco di incubi, credo sia normale.
Arrivo al sodo, in questo periodo lavorando un pochino sui miei attacchi di rabbia ho notato che a volte quando sono arrabbiata provo eccitazione sessuale, non desiderata sinceramente, anzi me ne vergogno perché non mi sembra appropriata ai momenti che sto vivendo. Che collegamento può esserci?
Pensando anche al passato mi sono ricordata che da bambina quando io e mio fratello litigavamo (andavo alle scuole elementari) oltre a rompere oggetti e spingerci spesso ci spogliavamo. Spiego meglio, ricordo che io in momenti di rabbia estrema mi spogliavo davanti a mio fratello e gli mostravo i miei genitali e lo rincorrevo, con l'intento di spaventarlo credo, non lo so. So che mi sembrano comportamenti molto strambi per una bambina. A volte anche lui "rispondeva" spogliandosi e io mi spaventavo. Altri comportamenti che reputo un po' strani per una bambina di quell'età sono gli atti di masturbazione molto frequenti, ma soprattutto con fantasie sessuali sadiche piuttosto esplicite. Prendevo un pelouche che era più grande di me e immaginavo che lui era un uomo e mi violentava, io non potevo muovermi e lui mi toccava i genitali, mi baciava, o mi legava e io volevo scappare ma non potevo.
Mi è molto difficile anche solo scrivere queste cose, mi spaventano, voglio aprirmi ed esplorare questi vissuti ma ne ho paura. Ho paura di scoprire come mai avevo quei comportamenti.
Come si possono spiegare dei comportamenti del genere? Voglio dire, è possibile che io abbia assistito o subito in prima persona atti sessuali?
Scrivere qui per me è più che altro un cercare di prendere coraggio nel parlare...
Sono una ragazza di 25 anni e sono in psicoterapia da due anni con parallela terapia farmacologica (attualmente prendo Lyrica, Litio e Melatonina) e dunque visite psichiatriche, ci tenevo a premetterlo.
Ho degli degli interrogativi che man mano dovrei porre al mio terapeuta, ma mi è molto difficile farlo, prima o poi lo farò sicuramente.
Soffro ed ho sofferto di tante cose nell'arco della mia vita: ansia, attacchi di panico notturni, insonnia, depressione e fasi maniacali. Ho avuto qualche problema di abuso di sostanze (soprattutto alcol e canne), ho enormi difficoltà relazionali, crisi emotive, scoppi di rabbia repentina, ho sofferto di autolesionismo. Mi sembra giusto dirlo prima di arrivare a porre i quesiti.
Ho avuto una vita famigliare piuttosto traumatica, scendere nel dettaglio in questo post mi sembra difficile per questioni soprattutto di spazi e tempi, ma anche perché ho pochi ricordi, soprattutto della mia infanzia. So e ricordo che mio padre era alcolizzato e molto violento, mia madre spesso depressa che chiedeva attenzioni da noi bambini (ho un fratello). Questa è solo una piccola parte.
Nell'ultimo periodo in terapia stiamo cominciando a toccare più da vicino le esperienze traumatiche ed è molto difficile, faccio un sacco di incubi, credo sia normale.
Arrivo al sodo, in questo periodo lavorando un pochino sui miei attacchi di rabbia ho notato che a volte quando sono arrabbiata provo eccitazione sessuale, non desiderata sinceramente, anzi me ne vergogno perché non mi sembra appropriata ai momenti che sto vivendo. Che collegamento può esserci?
Pensando anche al passato mi sono ricordata che da bambina quando io e mio fratello litigavamo (andavo alle scuole elementari) oltre a rompere oggetti e spingerci spesso ci spogliavamo. Spiego meglio, ricordo che io in momenti di rabbia estrema mi spogliavo davanti a mio fratello e gli mostravo i miei genitali e lo rincorrevo, con l'intento di spaventarlo credo, non lo so. So che mi sembrano comportamenti molto strambi per una bambina. A volte anche lui "rispondeva" spogliandosi e io mi spaventavo. Altri comportamenti che reputo un po' strani per una bambina di quell'età sono gli atti di masturbazione molto frequenti, ma soprattutto con fantasie sessuali sadiche piuttosto esplicite. Prendevo un pelouche che era più grande di me e immaginavo che lui era un uomo e mi violentava, io non potevo muovermi e lui mi toccava i genitali, mi baciava, o mi legava e io volevo scappare ma non potevo.
Mi è molto difficile anche solo scrivere queste cose, mi spaventano, voglio aprirmi ed esplorare questi vissuti ma ne ho paura. Ho paura di scoprire come mai avevo quei comportamenti.
Come si possono spiegare dei comportamenti del genere? Voglio dire, è possibile che io abbia assistito o subito in prima persona atti sessuali?
Scrivere qui per me è più che altro un cercare di prendere coraggio nel parlare...
[#1]
Gent.le Ragazza,
non sarebbe corretto dare delle risposte alle sue domande sulla base delle informazioni da te fornite.
Al contrario è necessario che queste risposte emergano all'interno della seduta di psicoterapia come risultato di un processo di condivisione e di elaborazione delle esperienze e delle emozioni che le hanno accompagnate.
Tuttavia hai fatto bene a scriverci perché questo può aiutarti a esplicitare le domande che ti creano una profonda inquietudine.
A tal proposito, potrebbe essere utile scrivere una lettera al tuo psicoterapeuta, se questo può aiutarti ad esprimere quei contenuti che ora ti creano imbarazzo e disagio, sarà compito dello specialista creare le condizioni favorevoli per facilitare la successiva verbalizzazione.
non sarebbe corretto dare delle risposte alle sue domande sulla base delle informazioni da te fornite.
Al contrario è necessario che queste risposte emergano all'interno della seduta di psicoterapia come risultato di un processo di condivisione e di elaborazione delle esperienze e delle emozioni che le hanno accompagnate.
Tuttavia hai fatto bene a scriverci perché questo può aiutarti a esplicitare le domande che ti creano una profonda inquietudine.
A tal proposito, potrebbe essere utile scrivere una lettera al tuo psicoterapeuta, se questo può aiutarti ad esprimere quei contenuti che ora ti creano imbarazzo e disagio, sarà compito dello specialista creare le condizioni favorevoli per facilitare la successiva verbalizzazione.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Grazie dottoressa Camplone per la sua risposta.
Sì, dovrei affrontare la cosa col mio terapeuta, ma sono impaziente di confrontarmi su queste cose e però allo stesso tempo non mi sento pronta a parlarne con lui. Proverò questa settimana ad avvicinarmi alla questione. L'idea della lettera non è male, io sento di riuscire ad esprimermi meglio e più facilmente attraverso la scrittura. Tuttavia il mio terapeuta sostiene che talvolta uso questo metodo, quello della scrittura (di sms ad esempio), per "scappare" dalla difficoltà di esprimermi a parole e di confrontarmi in diretta con lui, quindi mi ha spinta a cercare di evitare di farlo e di prediligere lo spazio della seduta. Al massimo potrei appuntarmi questi pensieri e leggerli o usarli come appunti in seduta.
Grazie ancora...
Sì, dovrei affrontare la cosa col mio terapeuta, ma sono impaziente di confrontarmi su queste cose e però allo stesso tempo non mi sento pronta a parlarne con lui. Proverò questa settimana ad avvicinarmi alla questione. L'idea della lettera non è male, io sento di riuscire ad esprimermi meglio e più facilmente attraverso la scrittura. Tuttavia il mio terapeuta sostiene che talvolta uso questo metodo, quello della scrittura (di sms ad esempio), per "scappare" dalla difficoltà di esprimermi a parole e di confrontarmi in diretta con lui, quindi mi ha spinta a cercare di evitare di farlo e di prediligere lo spazio della seduta. Al massimo potrei appuntarmi questi pensieri e leggerli o usarli come appunti in seduta.
Grazie ancora...
[#3]
Sono d'accordo con il suo terapeuta per quanto riguarda la comunicazione via sms, non a caso ho parlato di lettera ossia come direbbe lo scrittore Joyce un "flusso di coscienza" nel quale non debba preoccuparmi della forma e della punteggiatura ma possa esprimermi nella massima libertà.
[#4]
Utente
Difficile scrivere un flusso di coscienza alla Joyce, almeno per me! Sono piuttosto fissata con la forma dei miei scritti, anche negli sms talvolta, motivo per cui parlare è la scelta più opportuna. Mi rispondo quasi da sola... :)
Credo di stare passando un momento in cui ho un gran bisogno di comunicare, infatti sto scrivendo molto, e allo stesso tempo mi risulta difficilissimo riuscirci.
Grazie per il suo tempo
Credo di stare passando un momento in cui ho un gran bisogno di comunicare, infatti sto scrivendo molto, e allo stesso tempo mi risulta difficilissimo riuscirci.
Grazie per il suo tempo
[#5]
"Sono piuttosto fissata con la forma dei miei scritti"
Scrivere a mano piuttosto che digitare su una tastiera può essere facilitante perché più immediato e ci "obbliga" a tollerare le cancellature che la scrittura digitale ci induce ad escludere grazie alla possibilità di correggere gli errori.
L'eccessiva attenzione alla forma rinvia anche ad una propensione al perfezionismo che interferisce con la possibilità di esprimere se stesse per quello che si è e non per quello che si vorrebbe essere.
Infine la scrittura può diventare una sorta di "palestra" nella quale allenare un dialogo interiore che ci aiuti a sviluppare un atteggiamento meno giudicante e più amorevole verso noi stessi.
Scrivere a mano piuttosto che digitare su una tastiera può essere facilitante perché più immediato e ci "obbliga" a tollerare le cancellature che la scrittura digitale ci induce ad escludere grazie alla possibilità di correggere gli errori.
L'eccessiva attenzione alla forma rinvia anche ad una propensione al perfezionismo che interferisce con la possibilità di esprimere se stesse per quello che si è e non per quello che si vorrebbe essere.
Infine la scrittura può diventare una sorta di "palestra" nella quale allenare un dialogo interiore che ci aiuti a sviluppare un atteggiamento meno giudicante e più amorevole verso noi stessi.
[#6]
Utente
Perfezionista? Chi io? (sono ironica)
Condivido tutto ciò che ha detto sulla scrittura, non avevo pensato mai alla differenza da lei sottolineata fra scrittura "digitale" e "a mano".
Ho un sacco di diari in cui scrivo a ruota libera ormai ed è molto utile. Fino a un po' di tempo fa strappavo le pagine di diario in cui avevo fatto delle cancellature e le ricopiavo "in bella". Ovviamente la stessa cosa valeva e vale per le lettere o consegne di studio o i miei disegni sui quali magari avevo passato ore ed ore..."Non è perfetto, lo butto". Nel corso di questi anni, anche grazie alla terapia, mi sto permettendo un po' di più di fare errori e altre cose umane non perfette.
Condivido tutto ciò che ha detto sulla scrittura, non avevo pensato mai alla differenza da lei sottolineata fra scrittura "digitale" e "a mano".
Ho un sacco di diari in cui scrivo a ruota libera ormai ed è molto utile. Fino a un po' di tempo fa strappavo le pagine di diario in cui avevo fatto delle cancellature e le ricopiavo "in bella". Ovviamente la stessa cosa valeva e vale per le lettere o consegne di studio o i miei disegni sui quali magari avevo passato ore ed ore..."Non è perfetto, lo butto". Nel corso di questi anni, anche grazie alla terapia, mi sto permettendo un po' di più di fare errori e altre cose umane non perfette.
[#8]
Gentile Utente,
anche io, come il suo terapeuta, non sono d'accordo né con gli sms né con le lettere, equivale ad occupare il suo tempo fuori dal tempo della seduta, è come se gli desse dei compiti per casa..
È come se volesse " stare con Lui' anche senza su lui, oltre, altrove...
Se ha difficoltà nel parlare di determinati argomenti, deve rispettare queste difficoltà e darsi tempo.
Non è importante analizzare tutto e subito, anche dopo e con calma...quando si sentirà di poterlo fare.
"volte quando sono arrabbiata provo eccitazione sessuale"
È possibile, ma sono solo ipotesi camapate in aria - come diceva la dott. Camplone non è possibile dirle cose sensate avulse dalla seduta -, che abbia erotizzato la rabbia, la sofferenza...trasformandola in eccitazione.
Ma, le ripeto, non è importante sapere...ma lavoraci su in seduta.
Nel mio sito personale e blog troverà davvero tanto materiale su psiche e sessualità, lo consulti, potrebbe aiutarla a capire
anche io, come il suo terapeuta, non sono d'accordo né con gli sms né con le lettere, equivale ad occupare il suo tempo fuori dal tempo della seduta, è come se gli desse dei compiti per casa..
È come se volesse " stare con Lui' anche senza su lui, oltre, altrove...
Se ha difficoltà nel parlare di determinati argomenti, deve rispettare queste difficoltà e darsi tempo.
Non è importante analizzare tutto e subito, anche dopo e con calma...quando si sentirà di poterlo fare.
"volte quando sono arrabbiata provo eccitazione sessuale"
È possibile, ma sono solo ipotesi camapate in aria - come diceva la dott. Camplone non è possibile dirle cose sensate avulse dalla seduta -, che abbia erotizzato la rabbia, la sofferenza...trasformandola in eccitazione.
Ma, le ripeto, non è importante sapere...ma lavoraci su in seduta.
Nel mio sito personale e blog troverà davvero tanto materiale su psiche e sessualità, lo consulti, potrebbe aiutarla a capire
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#11]
La possibilità di utilizzare la scrittura non va intesa come un "compito" da eseguire ma solo come un'opportunità da scegliere nel rispetto dei propri tempi al fine di facilitare la condivisione del vissuto durante la seduta di psicoterapia.
[#12]
Utente
Non lo so dottoressa Camplone, io credo che l'affrontare a parole le cose davanti a lui sia sempre meglio. Se dovesse arrivare un momento in cui, dopo tanti tentativi, non riuscissi proprio a parlare allora sarebbe diverso, forse.
Oggi ho avuto la seduta e, servendomi un po' di cose appuntate sul mio diario, sono riuscita ad aprirmi un po' su queste tematiche. Non ho detto tutto, le cose che più mi spaventano le ho lasciate dentro di me, ma è stato un buon inizio e sono riuscita anche a comunicargli la mia difficoltà nell'esprimermi in modo da fargli capire meglio come mi blocco. Pian piano penso che mi sbloccherò.
Il fatto è che sono allo stesso tempo bloccata e impaziente di esprimermi, anche per questo scrivo qui. Sono impaurita e vorrei sentirmi rassicurata e vorrei smettere di pensarci di continuo.
Oggi ho avuto la seduta e, servendomi un po' di cose appuntate sul mio diario, sono riuscita ad aprirmi un po' su queste tematiche. Non ho detto tutto, le cose che più mi spaventano le ho lasciate dentro di me, ma è stato un buon inizio e sono riuscita anche a comunicargli la mia difficoltà nell'esprimermi in modo da fargli capire meglio come mi blocco. Pian piano penso che mi sbloccherò.
Il fatto è che sono allo stesso tempo bloccata e impaziente di esprimermi, anche per questo scrivo qui. Sono impaurita e vorrei sentirmi rassicurata e vorrei smettere di pensarci di continuo.
[#13]
Intanto è riuscita a "rompere il ghiaccio", ora come le diceva la Collega Randone è importante sentire il diritto di rispettare i propri tempi, ora che lo psicoterapeuta conosce la sua difficoltà potrà "calibrare" meglio il suo intervento terapeutico.
Scrivere qui può offrire degli spunti di riflessione ma se contribuisce ad alimentare l'impazienza e la rimuginazione allora diventa disfunzionale.
Scrivere qui può offrire degli spunti di riflessione ma se contribuisce ad alimentare l'impazienza e la rimuginazione allora diventa disfunzionale.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 2.4k visite dal 17/12/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.