Psicoterapia a distanza

Egregi Dottori,
ho letto con grande interesse il consulto „Lei non mi desidera“ del 7 novembre (sez. Psicologia), in quanto rispecchia pienamente il mio caso, per cui vorrei onestamente trovare una soluzione definitiva.
Sono felicemente sposata con l’uomo che è il mio compagno da circa 10 anni e nella nostra storia si ripropone esattamente ciò che avviene per l’utente che ha raccontato la sua storia: coppia giovane, innamorata, il rapporto é soddisfacente sotto ogni aspetto sennonché da parte mia l’iniziativa e il desiderio sessuali sono totalmente assenti. Semplicemente non lo provo. Ricordo che all’inizio della nostra storia sentii fortemente la presenza dell’istinto sessuale e a livello fisico non c’é nulla in me che non vada, ma passati i primi periodi di entusiasmo, mi sono come spenta da questo punto di vista. Semplicemente il sesso non rientra tra i miei pensieri/bisogni.
L’argomento è periodicamente affrontato da mio marito al quale non so dare risposte. Anche lui, pur sapendo che lo amo non può che constatare che comunque non cambio atteggiamento, e il suo desiderio si é naturalmente molto intiepidito. So di frustrarlo, ma non so come cambiare, sento come di non avere gli strumenti fondamentali per mutare atteggiamento: sento che dentro mi manca quel naturale istinto sessuale suscitato dall’attrazione e quindi onestamente quando e come dovrei fare una prima mossa per prendere l’iniziativa e avere un rapporto?
Di fantasie sessuali neanche l’ombra. Non so come (ri)svegliarmi. Il problema non deriva certo da mio marito, ad un altro uomo nemmeno riuscirei a pensare! Da parte di mio marito non manca la disponibilità, le ha provate tutte, a livello comunicativo e pratico, ma io continuo a non reagire, pur sentendo che qualcosa non va, non faccio nulla, il tempo passa, a me sembra che le cose vadano bene – io non sento l’esigenza e lui smette di chiedere per un po’ – quando in realtà incappo sempre nello stesso scoglio, ma solo quando lui mi ripropone l’argomento. Sennonché in questi giorni sento chiaramente che mi manca qualcosa. So che un rapporto così non può durare (e io voglio restare con mio marito, voglio una famiglia e dei figli in futuro!) e se anche non sarò la donna più esigente e focosa del mondo, da qualche parte ci dovrà pur essere un desiderio nascosto in me, ricordo di averlo provato a 20 anni, prepotente, sorprendente, piacevole. Quindi mi sono convinta di dover iniziare un percorso di psicoterapia (come da voi suggerito all’utente del consulto sopra citato), per fare emergere da me stessa ciò che il mio uomo non riesce ad aiutarmi a far venire fuori e che io neanche trovo da sola e che sicuramente è legato ai miei tabù, alla mia pudicizia e alla mia riservatezza sul tema.
Il problema mi angoscia perché non so come venirne fuori, sembrerebbe io abbia tutti i mezzi (un marito disponibile, la mia disponibilità ad ammettere di avere un problema, ecc.), ma mi sento arenata. E so che non c’è futuro se io non cambierò il mio modo di (non) vivere la sessualità.
Dopo la lunga esposizione veniamo ora alla vera domanda. So che sul sito non é possibile ricevere che un consulto, ma io ho già deciso di voler seguire un percorso di terapia. Il punto è che abito all’estero e purtroppo, nonostante la buona conoscenza della lingua, trattare un tema del genere in una lingua che non é la mia madrelingua mi crea disagio in partenza (già mi crea imbarazzo farlo in italiano…). E’ possibile ottenere i riferimenti di uno/a specialista che offre un servizio di terapia a distanza (telefonica o telematica) di lingua italiana che possa aiutarmi a risolvere la situazione sopra descritta? Mi rendo conto della peculiarità della domanda, ma data l’importanza della cosa, penso valga la pena almeno tentare.
Ringrazio in partenza per ogni indicazione utile al riguardo.
Cordiali saluti.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
le rispondo per quanto compete me e soprattutto in riferimento al mio modo di vedere l'etica e la deontologia professionale: NO

Onestamente non credo che potrebbe funzionare: la psicoterapia presuppone un contesto spazio temporale, fisico e umano che una telefonata o un instant message non possono dare. Può avere un senso se ci si trova già in un percorso "vero" affiancare anche un supporto virtuale, come un'integrazione. Ma non è possibile sostituire la peculiarità di un rapporto umano

Per cui fossi in lei diffiderei in chi (secondo me solo a scopo di lucro) le offre il proprio sostegno (terapeutico) via mail

Mi limito a questo, vista la sua richiesta
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Utente
Utente
Egregio Dott. Bulla,

La ringrazio molto per il Suo parere.
Resto comunque in attesa di eventuali ulteriori opinioni da parte dei colleghi attivi sul sito.
Mi sto naturalmente adoperando per cercare un professionista in città che offra assistenza psicoterapeutica nella mia lingua, per ora con scarsi risultati, ma cercherò oltre, in quanto sono determinata a migliorare la mia situazione personale/matrimoniale, se è possibile.
Cordiali saluti e ringraziamenti.
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Dr.ssa Elisabetta Zuliani Psicologo, Psicoterapeuta 12 1
Gentile utente,la sua richiesta di poter accedere ad un aiuto "telematico"non è certo nuova.
Molti professionisti in mancanza di un setting classico si rendono disponibili (e non solo a scopo di lucro) ad intraprendere un trattamento di aiuto attraverso l'uso del computer.
Da parte mia trovo giusto che una persona sofferente che non abbia la possibilità di intraprendere una psicoterapia (per diversi e seri motivi,in questo caso la lingua)possa avere comunque la possibilità di essere seguita anche in altri modi.
Ritengo che la flessibilità, che ci tengo a dire, non è sinonimo di mancanza di professionalità,possa invece essere utile per intervenire in casi come questi e dia l'opportunità anche alla nostra professione di accedere ad un nuovo campo in maniera consapevole e preparata.
Saluti

Dr.ssa Elisabetta Zuliani
Psicologa,Psicoterapeuta,Consulente sessuologa

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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Zuliani,
la Sua opinione mi conforta. Come Lei sottolinea, non avrei azzardato una richiesta del genere se non ritenessi di essere effettivamente in difficoltà a reperire uno specialista che possa mettermi a mio agio a livello di dialogo/lingua.
Resto dunque speranzosa in attesa che magari un collega renda nota la propria disponibilità a fornire questo genere di consulenza.
Ci tengo a precisare che non avevo minimamente pensato alla messaggistica istantanea, ma esclusivamente via telefono o che videotelefonia.
Al momento mi sento solo angosciata, non ho neanche il coraggio di rivelare a mio marito che sto meditando sulla psicoterapia, nonostante lui sia convinto che - ancor peggio - io semplicemente non pensi che esista un problema e sia del tutto distaccata.
Cordiali saluti e ringraziamenti.
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Gentile utente,
anche io non sono affatto d'accordo con le consultazioni a distanza, proprio perchè vengono a mancare degli elementi essenziali senza i quali una terapia non può essere portata avanti in maniera efficace.

Non scrive in quale Paese si trovi attualmente, ma le consiglio di informarsi bene: come in Italia si sono professionisti (associati tra loro o meno) che effettuano terapie in altre lingue, sicuramente anche all'estero esisteranno! Se nel Paese in cui riside esiste un ordine professionale degli psicologi (o qualcosa di simile) si rivolga a loro, altrimenti cerchi più specificamente seguendo altre vie: magari consultori, ospedali, o comunque luoghi dove possano avere banche dati di contatti.

Ma non si lasci sedurre dal miraggio della consultazione a distanza, nemmeno per allontanare la paura di raccontare dal vivo le difficoltà che sta provando.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it