Strana dinamica ansiosa nella mia relazione
Salve, ho un problema che dura da qualche mese e che riguarda la mia relazione sentimentale. Verso l'inizio di una fase di assestamento (dopo le farfalle nello stomaco diciamo) ho cominciato a chiedermi, con terrore, e se ci stancassimo? Se smettessimo di stare così bene? Dopo queste domande ho iterpretato ogni silenzio (liti non ce ne sono mai) come una tragedia. Non sono nuovo a fissazioni diciamo tormentose, e spesso mi convinco di cose non proprio vere, ma stavolta la cosa da difendere sono proprio le mie emozioni, che sembrano impazzire a seguito di questi pensieri spiacevoli. Il punto è che io e lei viviamo a distanza, cosa che amplifica i miei pensieri, e la fissazione si focalizza sulla voglia che avrò di vederla, su quanto mi manca e sul desiderio di raggiungerla, o di partire insieme: purtroppo tutte le volte più recenti in cui siamo partiti o l'ho raggiunta l'ansia provocata da questi pensieri era tale che non me la sono goduta, anzi, ho dato ascolto ai miei ragionamenti (se sto così in ansia vuol dire che stiamo male e dobbiamo lasciarci) tanto da maturare un evitamento di queste situazioni: i viaggi soprattutto, perché ho paura di non provare emozioni e felicità con lei (e dire che negli anni siamo sempre stati felici e sereni e sicuri di noi!) Il risultato è che per l'ansia di non stare bene…non sono stato molto bene, convincendomi che il problema fosse da trovare all'interno del rapporto. Del tipo che prima non vedevo l'ora di fare cose insieme, ora ho paura che sia tutto un disastro e ogni volta metto le mani avanti, evitando occasioni romantiche (partenze ecc). Ora non so se questa sia una dinamica plausibile (e su questo vorrei un vostro parere) o una mia invenzione, e cioè se all'improvviso la paurache l'amore finisce abbia magicamente fatto si che finisse davvero, ma in ogni caso questo problema mi fa vivere la mia relazione con uno sguardo distante e mi fa guardare al futuro con dubbi e un senso di ansia generale: avrò voglia di fare/stare/maturare con lei? O mi stancherò? Come sarà il futuro insieme se ho tutti sti pensieri? Poi questa paura mi crea ansia e via daccapo. I pensieri sono tanti e alcuni francamente ridicoli, evito di elencarli perché preferisco non rispolverarli visto che ho notato che se non ragiono va tutto bene, siamo felici ecc. Però ogni nuovo pensiero, anche il più assurdo, appena pensato mi sembra vero e vado in crisi! Paradossalmente la relazione appunto va più che bene, non abbiamo problemi, lei è una persona di cui sono sicuro quindi non esistono problemi “reali”…però passo i giorni interi a setacciarli con ragionamenti “emozionali” se si può dire che mi fanno star male e soprattutto rischiare di rovinare un rapporto a cui tengo davvero molto e su cui vorrei costruire un futuro ma che a volte mi sembra insanabile!
Non so se mi sono spiegato, ci ho provato.
Grazie a chi vorrà rispondere :)
Non so se mi sono spiegato, ci ho provato.
Grazie a chi vorrà rispondere :)
[#1]
Gentile ragazzo, tutto quello che lei ha scritto ci fa capire che vive con ansia e timore il futuro relazionale/affettivo con la sua compagna.
Si è mai chiesto quanto le sia utile emotivamente rimuginare costantemente su possibili fallimenti? Lei stesso dice che è arrivato al punto di non godersi appieno i momenti che trascorre in compagnia della sua fidanzata, proprio per questo.
Riflettiamo un attimo insieme:
Chi lo dice e/o dove è scritto che il vostro rapporto andrà male in futuro?
Lei catastrofizza eccessivamente sul suo rapporto affettivo. Impari piuttosto a godersi il "QUI ED ORA" quando siete insieme. Ognuno di noi dovrebbe farlo. Anche io potrei pensare catastroficamente che potrei avere un infarto domani. A cosa mi servirebbe farlo?. Probabilmente arriverei a focalizzare così tanto l'attenzione sul battito cardiaco e entrerei in un circolo vizioso "simile" a quello che lei sperimenta.
La base di una sana relazione affettiva sta anche nell'imparare col temo ad accettare e tollerare l'incertezza che quella storia possa finire altrimenti possono innescarsi: ansie, timori, gelosie, evitamenti (e lei ci parla di evitamento) e tanto altro...
Ascolti le sue emozioni positive quando è in compagnia della sua ragazza!
Saluti
Si è mai chiesto quanto le sia utile emotivamente rimuginare costantemente su possibili fallimenti? Lei stesso dice che è arrivato al punto di non godersi appieno i momenti che trascorre in compagnia della sua fidanzata, proprio per questo.
Riflettiamo un attimo insieme:
Chi lo dice e/o dove è scritto che il vostro rapporto andrà male in futuro?
Lei catastrofizza eccessivamente sul suo rapporto affettivo. Impari piuttosto a godersi il "QUI ED ORA" quando siete insieme. Ognuno di noi dovrebbe farlo. Anche io potrei pensare catastroficamente che potrei avere un infarto domani. A cosa mi servirebbe farlo?. Probabilmente arriverei a focalizzare così tanto l'attenzione sul battito cardiaco e entrerei in un circolo vizioso "simile" a quello che lei sperimenta.
La base di una sana relazione affettiva sta anche nell'imparare col temo ad accettare e tollerare l'incertezza che quella storia possa finire altrimenti possono innescarsi: ansie, timori, gelosie, evitamenti (e lei ci parla di evitamento) e tanto altro...
Ascolti le sue emozioni positive quando è in compagnia della sua ragazza!
Saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Ex utente
Gentile dottor Pizzoleo,
grazie mille per la veloce risposta. E' stato gentile e incoraggiante. Quello che dice è vero, perché quando vivo il "qui e ora" l'ansia scompare e sto benissimo. Il punto è che in genere non accade, nel senso che quest'ansia copre tutti i sentimenti belli facendomi dubitare seriamente e costantemente dei miei sentimenti per lei, e ogni volta che dubito il circolo riparte. Quando ci vediamo sono felice, ma per tutto il resto del tempo sono solo coi miei pensieri e senza la prova "fisica" della felicità che provo nel vederla, quindi sono sempre a un passo dal dirle che le cose non vanno e che dobbiamo lasciarci. Purtroppo proprio non voglio, perché questo problema è nato dalla paura fortissima che avevo di perderla e di rovinare tutto e invece adesso sembra proprio che tutto si sia rovinato. Quindi non so più distinguere fra i sentimenti veri e quelli dettati dall'ansia e ho paura di rovinare ogni cosa e di non stare più bene e spensierato con lei come prima!
grazie mille per la veloce risposta. E' stato gentile e incoraggiante. Quello che dice è vero, perché quando vivo il "qui e ora" l'ansia scompare e sto benissimo. Il punto è che in genere non accade, nel senso che quest'ansia copre tutti i sentimenti belli facendomi dubitare seriamente e costantemente dei miei sentimenti per lei, e ogni volta che dubito il circolo riparte. Quando ci vediamo sono felice, ma per tutto il resto del tempo sono solo coi miei pensieri e senza la prova "fisica" della felicità che provo nel vederla, quindi sono sempre a un passo dal dirle che le cose non vanno e che dobbiamo lasciarci. Purtroppo proprio non voglio, perché questo problema è nato dalla paura fortissima che avevo di perderla e di rovinare tutto e invece adesso sembra proprio che tutto si sia rovinato. Quindi non so più distinguere fra i sentimenti veri e quelli dettati dall'ansia e ho paura di rovinare ogni cosa e di non stare più bene e spensierato con lei come prima!
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E qui vengono fuori due emozioni: <<Quindi non so più distinguere fra i sentimenti veri e quelli dettati dall'ansia e ho paura di rovinare ogni cosa>> (Ansia)
<<e di non stare più bene e spensierato con lei come prima!>> (Un po di tristezza?)
Le rassicurazioni e gli incoraggiamenti le servono a poco. Lei vive costantemente sotto la nuvola dell'ansia e del dubbio dei sentimenti che nutre per la sua ragazza. Quasi come fosse ossessionato dal timore che tutto si rovini...
Cerchi di mettere da parte l'eccessiva razionalità che la contraddistingue e che sicuramente avrà delle cause, provando a sentire di pancia quello che teme e vuole realmente.
Dato che questo è un "esercizio" non da poco, potrebbe scegliere di farsi supportare da un collega della sua zona che la aiuterebbe a fare chiarezza emotiva più che razionale spazzando via le nuvole che le provocano così tanta sofferenza.
Lo faccia per il suo benessere!
<<e di non stare più bene e spensierato con lei come prima!>> (Un po di tristezza?)
Le rassicurazioni e gli incoraggiamenti le servono a poco. Lei vive costantemente sotto la nuvola dell'ansia e del dubbio dei sentimenti che nutre per la sua ragazza. Quasi come fosse ossessionato dal timore che tutto si rovini...
Cerchi di mettere da parte l'eccessiva razionalità che la contraddistingue e che sicuramente avrà delle cause, provando a sentire di pancia quello che teme e vuole realmente.
Dato che questo è un "esercizio" non da poco, potrebbe scegliere di farsi supportare da un collega della sua zona che la aiuterebbe a fare chiarezza emotiva più che razionale spazzando via le nuvole che le provocano così tanta sofferenza.
Lo faccia per il suo benessere!
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Ex utente
Chiedo scusa se torno a scrivere ma sto cercando un terapeuta (che magari faccia TCC) e certamente ci vorrà la fine delle feste perché al momento non mi trovo nella mia città. Purtroppo la situazione è da un lato peggiorata, dall'altro non saprei dire se migliorata...insomma. A seguito di questa risposta del dottor Pizzoleo ho cominciato a vedere la cosa come "fuori" dalla logica della soluzione al problema, del tipo che ho congelato la risposta. Il problema è che fino a qualche settimana fa la cosa funzionava così-->dubbio, rassicurazione, sollievo, nuovo dubbio. Ora le rassicurazioni non mi fanno più effetto e mi sono come convinto, rassegnato, che la mia relazione stia finendo, che insieme stiamo malissimo, e sto sviluppando come una fobia del futuro insieme alla mia lei. Sto davvero male perché non voglio, non voglio che succeda, ma ormai mi sto come rassegnando e non sento più nemmeno l'ansia! Mi sono drasticamente allontanato da lei e vivo in un limbo in cui cerco appigli per restarci ancora insieme ma non mi basta niente, come se l'amore e le cose belle fossero scomparse. Ho attribuito questo impulso di lasciarla alla voglia di liberarmi di questa ossessione e di questa ansia e spero sia così. Lei è tutto per me e anche se ci sono mille difficoltà vorrei tornare ad essere sereno e felice con lei e a non pensare che sia sempre tutto uno schifo. Ogni difetto mi sembra macroscopico, il futuro invivibile, e fuggo, fuggo, fuggo...da una cosa che fino a poco tempo fa era la più bella certezza della mia vita. Anche un messaggino un po' freddo mi sembra il segnale della fine, e non sopporto l'idea di continuare così, e penso che se ci lasciamo il problema si risolverà. Vi giuro è una sensazione bruttissima, e anche se so che non ci sono motivi validi per pensare che sia tutto finito lo penso lo stesso. Vorrei svegliarmi domattina ed essere felice con lei e spensierato ma questa sensazione nonostante lei sia eccezionale non ce l'ho più, ho solo il pensiero "che vivo nella crisi" e non riesco più ad uscirne. Ormai mi sembra così impossibile che non so se ne vale più la pena, un futuro felice non lo vedo proprio, mi viene solo voglia di cedere e azzerare tutto...
[#7]
Ex utente
Eppure quando ci vediamo siamo felici, stiamo bene, c'è attrazione fisica, c'è allegria, dolcezza...appena ci salutiamo (viviamo lontani), dopo qualche giorno io sprofondo in questo stato che peggiora...come se mi dimenticassi i momenti belli. E gli amici a dirmi "ma ieri eri felicissimo" e io come se negassi l'evidenza...
[#8]
Gentile utente nessun disturbo. Siamo qui per questo.
Andiamo per ordine rispetto a quello che lei ci scrive e in attesa di trovare un TCC con cui eventualmente iniziare il suo percorso.
*<< Ora le rassicurazioni non mi fanno più effetto >>. Come mai? Ecco la risposta: le rassicurazioni servono a nulla. Abbassano l'ansia e i dubbi che la tormentano solo per un breve periodo di tempo. Le rassicurazioni che lei riceve sono inevitabilmente soppiantate dai dubbi dell'ansia. Le emozioni e i pensieri che sente suoi vanno descritti, elaborati, attraversati e superati adeguatamente con il supporto specialistico di un collega.
*<< sto sviluppando come una fobia del futuro>>. <<non sento più l'ansia>>. Direi che l'ansia la sente eccome. Fobia e ansia sono sorelle gemelle! Più che altro ipotizzo che lei sia cercando di metterci una bella pietra sopra a questa sgradevole emozione.
Ma la strategia di schiacciare le emozioni come la strategia (di cui sopra) della rassicurazione ,sono pasti succulenti per l'ansia che fagocita tanto il sasso quanto la rassicurazione e cresce sempre più di intensità, frequenza e durata.
Stessa cosa dicasi per il suo "fuggo fuggo"! L'ansia è una gran maratoneta quando diventa disfunzionale! E corre più avanti di lei!
*<<Eppure quando ci vediamo siamo felici, stiamo bene, c'è attrazione fisica, c'è allegria, dolcezza...appena ci salutiamo (viviamo lontani), dopo qualche giorno io sprofondo in questo stato che peggiora...come se mi dimenticassi i momenti belli.>>
È possibile che ci sia timore (ansia) dell'allontanamento e distacco fisico?
Ti tutti i timori espressi ne parli con il collega che contatterà. È questo che le serve!
Ps: intanto cerchi di dare un nome alle sue emozioni quando le avverte e di prenderne coscienza che sono solo emozioni! Non catastrofizzi altrimenti entra in loop che le peggiorano il suo modo di sentirsi e sentire la realtà;
nell'attesa del collega: si alleni a stare nel "qui ed ora". Anche una semplice passeggiata. Si alleni a godersi quel momento. Senta gli odori, i rumori; guardi magari un film concentrando la mente solo sul film; quando pranza e cena assapori con calma il cibo. Tragga piacere pensando al loro sapore....
Un saluto
Andiamo per ordine rispetto a quello che lei ci scrive e in attesa di trovare un TCC con cui eventualmente iniziare il suo percorso.
*<< Ora le rassicurazioni non mi fanno più effetto >>. Come mai? Ecco la risposta: le rassicurazioni servono a nulla. Abbassano l'ansia e i dubbi che la tormentano solo per un breve periodo di tempo. Le rassicurazioni che lei riceve sono inevitabilmente soppiantate dai dubbi dell'ansia. Le emozioni e i pensieri che sente suoi vanno descritti, elaborati, attraversati e superati adeguatamente con il supporto specialistico di un collega.
*<< sto sviluppando come una fobia del futuro>>. <<non sento più l'ansia>>. Direi che l'ansia la sente eccome. Fobia e ansia sono sorelle gemelle! Più che altro ipotizzo che lei sia cercando di metterci una bella pietra sopra a questa sgradevole emozione.
Ma la strategia di schiacciare le emozioni come la strategia (di cui sopra) della rassicurazione ,sono pasti succulenti per l'ansia che fagocita tanto il sasso quanto la rassicurazione e cresce sempre più di intensità, frequenza e durata.
Stessa cosa dicasi per il suo "fuggo fuggo"! L'ansia è una gran maratoneta quando diventa disfunzionale! E corre più avanti di lei!
*<<Eppure quando ci vediamo siamo felici, stiamo bene, c'è attrazione fisica, c'è allegria, dolcezza...appena ci salutiamo (viviamo lontani), dopo qualche giorno io sprofondo in questo stato che peggiora...come se mi dimenticassi i momenti belli.>>
È possibile che ci sia timore (ansia) dell'allontanamento e distacco fisico?
Ti tutti i timori espressi ne parli con il collega che contatterà. È questo che le serve!
Ps: intanto cerchi di dare un nome alle sue emozioni quando le avverte e di prenderne coscienza che sono solo emozioni! Non catastrofizzi altrimenti entra in loop che le peggiorano il suo modo di sentirsi e sentire la realtà;
nell'attesa del collega: si alleni a stare nel "qui ed ora". Anche una semplice passeggiata. Si alleni a godersi quel momento. Senta gli odori, i rumori; guardi magari un film concentrando la mente solo sul film; quando pranza e cena assapori con calma il cibo. Tragga piacere pensando al loro sapore....
Un saluto
[#9]
Ex utente
Gentile dott. Pizzoleo, non so come ringraziarla.
Sto provando ad assaporare, come dice lei, ma al momento mi sento così: i dubbi sono spariti, le rimuginazioni anche, per ora, ma sento un forte malessere e un distacco radicale, e un forte impulso di lasciare la mia partner per stare meglio. Ovviamente la cosa mi fa impazzire, perché sono arrivato a questa situazione proprio perché non volevo che succedesse.
Mi sono ritrovato molto in un articolo trovato su questo sito e scritto dal dott. De Vincentiis sulle ossessioni in cui il dottore scrive <<Si può amare talmente tanto una persona da diventare ossessionati dall'idea di abbandonarla>>. Cito a memoria, qualcosa del genere.
Non so come combattere questo impulso a lasciarla (che so già non serve a niente, perché quando pochi giorni fa lo ho attuato sono stato talmente male che mi sono subito pentito), e mi chiedo se sia o meno plausibile che derivi dall'ansia; ma anche se fosse non so da dove cominciare. Così una relazione non può durare. In questi giorni ci vedremo, e se da un lato non vedo l'ora dall'altro ho paura che tutto sia finito. Non so davvero che fare, sono solo.
Sto provando ad assaporare, come dice lei, ma al momento mi sento così: i dubbi sono spariti, le rimuginazioni anche, per ora, ma sento un forte malessere e un distacco radicale, e un forte impulso di lasciare la mia partner per stare meglio. Ovviamente la cosa mi fa impazzire, perché sono arrivato a questa situazione proprio perché non volevo che succedesse.
Mi sono ritrovato molto in un articolo trovato su questo sito e scritto dal dott. De Vincentiis sulle ossessioni in cui il dottore scrive <<Si può amare talmente tanto una persona da diventare ossessionati dall'idea di abbandonarla>>. Cito a memoria, qualcosa del genere.
Non so come combattere questo impulso a lasciarla (che so già non serve a niente, perché quando pochi giorni fa lo ho attuato sono stato talmente male che mi sono subito pentito), e mi chiedo se sia o meno plausibile che derivi dall'ansia; ma anche se fosse non so da dove cominciare. Così una relazione non può durare. In questi giorni ci vedremo, e se da un lato non vedo l'ora dall'altro ho paura che tutto sia finito. Non so davvero che fare, sono solo.
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Caro ragazzo, è comprensibile che lei cerchi di trovare un supporto/aiuto in noi ma è utopistico farlo perché possiamo arrivare fino ad un certo punto suggerendo la strada da seguire ai fini del suo benessere.
<< mi chiedo se sia o meno plausibile che derivi dall'ansia; ma anche se fosse non so da dove cominciare.>>
INIZI CON IL CONTATTARE UN COLLEGA. DEVE PARTIRE DA QUI! si affidi ad uno specialista altrimenti continuerà a vivere la quotidianità immobile nei dubbi, nell'ansia, nel rimuginare costantemente senza l'ombra di una soluzione funzionale al suo malessere.
Capisco benissimo che si sente solo in tutto ciò!
Ma quanto le è utile? e soprattutto quanto bene le fa sentirsi solo, cercando di appigliarsi a soluzioni che non trova e percorrere strade non funzionali?
Un caro saluto
<< mi chiedo se sia o meno plausibile che derivi dall'ansia; ma anche se fosse non so da dove cominciare.>>
INIZI CON IL CONTATTARE UN COLLEGA. DEVE PARTIRE DA QUI! si affidi ad uno specialista altrimenti continuerà a vivere la quotidianità immobile nei dubbi, nell'ansia, nel rimuginare costantemente senza l'ombra di una soluzione funzionale al suo malessere.
Capisco benissimo che si sente solo in tutto ciò!
Ma quanto le è utile? e soprattutto quanto bene le fa sentirsi solo, cercando di appigliarsi a soluzioni che non trova e percorrere strade non funzionali?
Un caro saluto
[#12]
Ex utente
Dottor Pizzoleo, salve. Volevo aggiornarla sulla situazione, visto che è stato molto gentile con me. Ho poi contattato (e visto) uno psicoterapeuta. Mi ha diagnosticato un disturbo ossessivo e mi ha invitato a riflettere sul concetto di profezia autoavverante. Ha poi detto che il mio circolo vizioso dipende dall'ansia. Ha analizzato gli evitamenti, le svalutazioni del rapporto e le distorsioni cognitive (che ritiene "vie di fuga") e anche alcune ragioni che avrebbero potuto scatenare l'ansia, e che ritiene risolvibili. Dice inoltre che ho creato io stesso un problema di squilibrio all'interno del rapporto indebolendomi troppo rispetto alla mia partner.
Le cose, a seguito di questo incontro, sono molto cambiate: vivo alti molto alti e bassi molto bassi. Ho capito questo: che uscendo dal vortice di pensieri (i quali sono perlopiù inutili, sebbene io li percepisca di fondamentale importanza) vivo, e quindi vivo bene; ma appena si innesca un pensiero (e ancora capita), scatta la crisi, secondo questo schema:
ansia > tensione > osservazione "agitata" > distorsione cognitiva > pensiero > ansia > conclusione sbagliata.
Sono fortemente motivato a risolvere questo problema e anche a "salvare" il mio rapporto.
Volevo aggiornarla e sapere che ne pensa, e magari augurarle un buon 2017.
Le cose, a seguito di questo incontro, sono molto cambiate: vivo alti molto alti e bassi molto bassi. Ho capito questo: che uscendo dal vortice di pensieri (i quali sono perlopiù inutili, sebbene io li percepisca di fondamentale importanza) vivo, e quindi vivo bene; ma appena si innesca un pensiero (e ancora capita), scatta la crisi, secondo questo schema:
ansia > tensione > osservazione "agitata" > distorsione cognitiva > pensiero > ansia > conclusione sbagliata.
Sono fortemente motivato a risolvere questo problema e anche a "salvare" il mio rapporto.
Volevo aggiornarla e sapere che ne pensa, e magari augurarle un buon 2017.
[#13]
Gentile ragazzo,
sono felice di avere notizie di lei e del fatto che ha saggiamente scelto di intraprendere un percorso psicoterapico!! Le sarà estremamente utile
consideri che, soprattutto nelle sue fasi iniziali (ma non solo), ciò che emerge dai colloqui terapeutici, mette in ballo la nostra vita e spesso può accedere che si avverta una sorta di smarrimento accompagnato da sofferenza e malessere diffuso. Questo avviene proprio perché uno degli scopi è quello di metterci di fronte alle nostre verità più intime e nascoste e quindi a tutte quelle credenze disfunzionali che ci hanno permesso di "costruire il nostro funzionamento cognitivo e comportamentale", che hanno funzionato per un tratto della nostra vita ma che poi qualcosa ha rotto.
Leggo oltretutto che sta iniziando a riflettere sui suoi circoli viziosi disfunzionali. Ottimo punto di partenza ;-)!
Non abbia fretta credendo che tutto possa risolversi in breve tempo. Ci vuole lavoro, impegno, regolarità nelle sedute e pazienza per conquistare serenità...
se non si attraversa la notte, non potremo mai vedere l'alba di un nuovo giorno.
La ringrazio e ricambio gli auguri di un buon 2017!
sono felice di avere notizie di lei e del fatto che ha saggiamente scelto di intraprendere un percorso psicoterapico!! Le sarà estremamente utile
consideri che, soprattutto nelle sue fasi iniziali (ma non solo), ciò che emerge dai colloqui terapeutici, mette in ballo la nostra vita e spesso può accedere che si avverta una sorta di smarrimento accompagnato da sofferenza e malessere diffuso. Questo avviene proprio perché uno degli scopi è quello di metterci di fronte alle nostre verità più intime e nascoste e quindi a tutte quelle credenze disfunzionali che ci hanno permesso di "costruire il nostro funzionamento cognitivo e comportamentale", che hanno funzionato per un tratto della nostra vita ma che poi qualcosa ha rotto.
Leggo oltretutto che sta iniziando a riflettere sui suoi circoli viziosi disfunzionali. Ottimo punto di partenza ;-)!
Non abbia fretta credendo che tutto possa risolversi in breve tempo. Ci vuole lavoro, impegno, regolarità nelle sedute e pazienza per conquistare serenità...
se non si attraversa la notte, non potremo mai vedere l'alba di un nuovo giorno.
La ringrazio e ricambio gli auguri di un buon 2017!
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 16.1k visite dal 14/12/2016.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.