Giusto o ingiusto?
Buonasera. Sto seguendo psicoterapia e in questa seduta ho scosso dei ricordi che mi hanno rievocato domande. Quando sono stata ricoverata in una comunità ho legato particolarmente con un infermiere, lui mi capiva molto bene e così ho iniziato a confidarsi, a passare parecchio tempo con lui, così è nato un rapporto speciale, fatto di una serie di cose quali fiducia reciproca, stima e profondo affetto. Fino a che sono stata ricoverata ci siamo contenuti... poi ho inviato a frequentare il centro diurno ma comuqnue sia il nostro rapporto ha iniziato a crescere sempre di più e non siano più riusciti a trattenermi (ci siamo trattenuti per un anno). La cosa mi è sfuggita di mano, io ho perso il controllo delle emozioni e mi sono confidato con una ragazza che frequentava il centro e che ritenevo amica la quale a spifferato tutto, è saltato fuori un casino e io ho mentito per coprire lui. Quando lo sono venuti a sapere i miei però volevano prendere provvedimenti. Ma alla fine io ero cosenziente. Ora, cosa è giusto e cosa è sbagliato? Ho dovuto sopprimere questa cosa per diverso tempo perché è diventato una sorta di tabù, ma sinceramente questa cosa non mi fa stare benissimo. Lui credo mi abbia voluto davvero bene. Mi ha sempre trattato benissimo e non mi ha mai costretto a nulla.
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Gentile utente,
in quel (piccolo) mondo chiuso che sono le comunità terapeutiche - non ci dice di che natura - nascono e si sviluppano dinamiche forti, potenti, sia positive che negative, tra i residenti, ma anche tra curati e curanti.
Mi pare di intuire che oltre a
<<fiducia reciproca, stima e profondo affetto<<
ci sia stato anche del sesso quando Lei era al centro diurno (<<non siamo più riusciti a trattenermi, ci siamo trattenuti per un anno).
Lei all'epoca quanti anni aveva?
Ma il codice deontologico del curante, anche il nostro di psy ad es., esclude tale tipo di scambio dalla relazione terapeutica.
I motivi sono molti e complessi. Uno in particolare: la a-simmetria tra i due è tale da non permettere alla parte più debole una reale "scelta"; inoltre una distanza così ravvicinata rischia di innescare ulteriori dinamiche distruttive in chi è in cura.
Eppure succede,
per vari motivi:
a causa della stretta quotidiana vicinanza fisica ed emotiva tra curante e curato,
dei bisogni e desideri affettivi e/o sessuali dei due o di uno;
da parte dell'accudito, per la presenza di idealizzazione, attaccamento dipendente, bisogno di protezione... e molto altro.
Eppure le regole non possono essere violate.
Ho visto licenziare in tronco infermieri e assistenti che avevano infranto la regola.
In tutto ciò non entro sul bene che lui può averLe voluto, perchè non si può saperne nulla.
Ma ORA la Sua vita come sta andando?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Grazie per la gentile risposta. Io ero maggiorenne.
Ok sarò stata anche la parte debole ma alla fine lo volevo anche io.
So perfettamente che va al di fuori del codice deontologico, ma ci sono degli Stati emozionali cui è veramente difficile trattenere. Non c'è stato un vero e proprio atto sessuale. C'è stato un inizio e ci siam fermati. Lo so non etico. Ma il nostro rapporto era veramente splendido. Lui ha rischiato molto, è vero. Ma si fidava di me. Io non avrei mai e poi mai voluto fargli del male. A tal proposito ci siamo trattenuti. Ora sto abbastanza bene. Lavoro e il lavoro mi da tanto. Ma per star completamente bene ho bisogno di riprendere in mano la situazione ed essere capita. Purtroppo si sono messi in mezzo i miei cari e hanno rovinato tutto. Quando è successo il casino hanno voluto dire tutta la verità al centro. Io inizialmente mentii perché non volevo lui subisce conseguenze. Poi dovetti cedere e dire la verità. Ma sono stata obbligata (Dai miei) In quel periodo ero (periodo del casino) la mia mente era sconvolta. Successivamente fui ricoverata di nuovo perché il dolore non mi permetteva di andare avanti. Lui non sa che io ho dovuto dire certe cose sotto obbligo.
Credo che la cosa sarebbe andata avanti al di fuori. Avevamo dei progetti in mente per vederci ulteriormente. E durante un colloquio coi miei lui (di mia sorpresa) aveva ammesso che il nostro era un bellissimo rapporto. I miei questa cosa non l hanno capita.
Ok sarò stata anche la parte debole ma alla fine lo volevo anche io.
So perfettamente che va al di fuori del codice deontologico, ma ci sono degli Stati emozionali cui è veramente difficile trattenere. Non c'è stato un vero e proprio atto sessuale. C'è stato un inizio e ci siam fermati. Lo so non etico. Ma il nostro rapporto era veramente splendido. Lui ha rischiato molto, è vero. Ma si fidava di me. Io non avrei mai e poi mai voluto fargli del male. A tal proposito ci siamo trattenuti. Ora sto abbastanza bene. Lavoro e il lavoro mi da tanto. Ma per star completamente bene ho bisogno di riprendere in mano la situazione ed essere capita. Purtroppo si sono messi in mezzo i miei cari e hanno rovinato tutto. Quando è successo il casino hanno voluto dire tutta la verità al centro. Io inizialmente mentii perché non volevo lui subisce conseguenze. Poi dovetti cedere e dire la verità. Ma sono stata obbligata (Dai miei) In quel periodo ero (periodo del casino) la mia mente era sconvolta. Successivamente fui ricoverata di nuovo perché il dolore non mi permetteva di andare avanti. Lui non sa che io ho dovuto dire certe cose sotto obbligo.
Credo che la cosa sarebbe andata avanti al di fuori. Avevamo dei progetti in mente per vederci ulteriormente. E durante un colloquio coi miei lui (di mia sorpresa) aveva ammesso che il nostro era un bellissimo rapporto. I miei questa cosa non l hanno capita.
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Prima di cercare lui per chiarirvi, ritengo opportuno che Lei comprenda le molle che La hanno spinta, faccia pace con se stessa, in una parola elabori l'accaduto.
Anche presso il Consultorio può incontrare psicologi preparati (senza esborso economico).
La aiuteranno anche a decidere come agire per il meglio sulla situazione.
Saluti cordiali.
[#7]
Oh, non avevo compreso che Lei fosse GIA' in terapia.
E dunque ha la referente "giusta" per parlarne, per esprimere la Sua rabbia repressa...Riesce ad affidarsi?
Si apra con fiducia e prosegua il Suo percorso. Le farà bene.
[#8]
Ex utente
Si riesco. Ovviamente anke la seconda storia è andata così, ovviamente non con un terapeuta. E io l ho capito da quest ultimo episodio che chi voleva farmi del male era questa ragazza con cui avevo stretto amicizia. Le volevo bene ma lei ha solo saputo farmi del male. Ora la voglia di far del male a lei è tanta e la sto reprimendo. Credo che starei meglio se riuscissi a chiarire e quindi a vmfar valere le mie ragioni a uno dei due (il secondo personaggio è ottuso). La ringrazio infinitamente è stata veramente gentile.
[#10]
Ex utente
Buongiorno, sono stata dalla mia psicoterapeuta con la quale ho parlato apertamente di questo rapporto. La mia psicoterapeuta mi invita a chiudere con il passato e concentrarmi sul presente indirizzando il mio pensiero su cose attuali e che faccio nel quotidiano. Questa risposta crea in me molta rabbia. Perché lo sto facendo e mi forzo a farlo...ma chiudere col passato lasciando tutto in sospeso non è quello che voglio.
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"Ora la voglia di far del male a lei è tanta e la sto reprimendo."
Gent.le Ragazza,
questo è un vissuto che riguarda il presente ...ignorarlo non le è di alcun aiuto, le consiglio di approfondire questo aspetto con la psicoterapeuta.
Gent.le Ragazza,
questo è un vissuto che riguarda il presente ...ignorarlo non le è di alcun aiuto, le consiglio di approfondire questo aspetto con la psicoterapeuta.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#15]
Ex utente
Ha ragione. Non mi sento capita...ne dalla psicologa che comunque mi dice che devo chiudere e andare avanti ne dei miei amici che mi hanno lasciata da una parte ne dai miei genitori che mi dicono che per andare avanti devo distrarmi e pensare agli impegni. Distrarsi serve a poco. Mi mancano le forze. Mi manca la voglia di fare. Sono a casa una settanta in ferie ma solo perché mio padre mi ha detto di prenderle. Non avevo voglia di stare a casa. Non ho voglia di fare i mestieri e faccio il minimo indispensabile. Solo il lavoro mi aiuta. Solo al lavoro mi sento felice. Non ho voglia nemmeno di vedere nessuno, di uscire di casa.
[#16]
Ex utente
Non mi sento capita anche perché TUTTI mi dicono che devo dimenticare il passato e andare avanti. Come se il passato non mi avesse fatto male. Come se il passato non fosse niente. La. Cosa mi fa rabbia. Sto male appunto perché il passato mi crea dolore. Non trovo giusto per me stessa lasciare il passato solo per accontentare gli altri.
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Il ruolo dello psicologo non è quello di suggerire "cosa fare", per i consigli ci sono amici e familiari che non a caso non hanno una formazione alla relazione d'aiuto.
Il passato e le esperienze significative che hanno lasciato una traccia dentro di noi se non sono coinvolte in un processo di elaborazione a partire dal vissuto attuale, saranno sempre un'interferenza che continuerà a condizionare il presente interferendo con un'autentico processo di crescita personale.
Il passato e le esperienze significative che hanno lasciato una traccia dentro di noi se non sono coinvolte in un processo di elaborazione a partire dal vissuto attuale, saranno sempre un'interferenza che continuerà a condizionare il presente interferendo con un'autentico processo di crescita personale.
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 1.8k visite dal 07/12/2016.
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