Depressione o no?

Salve,sono una ragazza giovane e non so se sto facendo la cosa giusta ma ho bisogno di un consiglio perchè non so più cosa fare.Il problema non riguarda me ma mio padre (per questo non so se è giusto quello che sto facendo).Da quasi 5 anni i miei genitori sono separati e io vivo con mia madre e mio fratello con mio padre,circa 3 anni fa mio padre ha avuto un ictus cerebrale,con il tempo e il sostegno di medici specialisti,io e mio fratello siamo riusciti a stargli vicino e in un certo senso a dargli forza per andare avanti con la riabilitazione.Diciamo che fisicamente stava abbastanza bene,ma noi,come figli,non lo riconoscevamo più,era diventato un altra persona,tendeva a chiudersi in se stesso,non si poteva dirgli nulla che alzava la voce,si offendeva e soprattutto non si poteva più ragionare o fare un discorso serio con lui.Piano piano ci siamo abituati a questa situazione e abbiamo capito che il padre di una volta non c è più e che quello di adesso è un nuovo padre.Ma il problema è che adesso mio padre si è ammalato di nuovo di un altra malattia che non gli permette più di fare quello che vuole,non può più lavorare come prima ma fa solo alcune ore un giorno sì e un giorno no,e questo per lui,che è sempre stato un uomo super attivo.pieno di vita e voglia di fare,è stato un duro colpo.Negli ultimi mesi lo vedo peggiorare giorno dopo giorno,è pessimista,non vive più la giornata con l'idea di un domani,non vuole parlare quasi mai,è sempre triste,appena c'è qualcosa che non va lui si abbatte e non vuole sentire nulla di positivo,non vuole più avere interessi,e quando si cerca di farlo ragionare,risponde male,alza la voce e se ne va senza dire niente.Questi sono alcuni dei suoi comportamenti,abbiamo cercato di fare di tutto per aiutarlo ma non è servito a niente.Ora cos altro possiamo fare?
Non so se sono stata abbastanza chiara nel descrivere la situazione ma ringrazio chiunque mi risponda.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazza,
diciamo che nella tua mail ci sono molti spunti interessanti. Intanto direi che la reazione di tuo padre è piuttosto prevedibile: chi va incontro a problemi di tipo cardiovascolare spesso è una persona che vive la vita al 100%, in modo dinamico e competitivo. Poi la malattia tronca tutta questa vitalità in modo brusco, e gli effetti sull'equilibrio psico-fisico sono devastanti, soprattutto quanto è maggiore la perdita di autonomia

In secondo luogo è vero quello che affermi: voi figli avete fatto tutto il possibile. Arriva sempre un momento nella vita in cui dobbiamo delegare a qualcuno. Per farti un esempio: anche se per anni ti sei curata da sola l'igiene dei denti, arriva un momento in cui devi per forza andare dal dentista

Penso proprio che tuo padre abbia bisogno di una valutazione psichiatrica, per cui se proprio volete aiutarlo potreste fissargli un appuntamento

Probabilmente questo gli sembrerà l'ennesimo colpo alla propria autonomia, ma sta alla vostra sensibilità fargli capire che è necessario

Tienici informati se vuoi
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Utente
Utente
Inanzitutto volevo ringraziarla per i suoi consigli.Ma sono sicura,conoscendolo,che rifiuterà qualsiasi aiuto psicologico che viene dall'esterno.Anch'io pensavo che forse un aiuto esterno ci sarebbe d'aiuto ma non so in che maniera potremmo affrontare questo tipo di discorso con lui.So che se la prenderebbe con noi figli e non capirebbe che lo facciamo solo per il suo bene...
La ringrazio nuovamente ma soprattutto per aver confermato i miei dubbi.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Te lo dico per esperienza diretta: il risultato dipende dal modo in cui comunichi la richiesta

Se voi pensate che aiutare vostro padre sia prioritario, rispetto all'ottenere o meno la sua approvazione, non fermatevi di fronte a nulla
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