Attacco di panico,tristezza e pianti.
Salve,qualche settimana fa mi sono ritrovata a casa da sola e più in generale,ero totalmente sola nella città in cui abito (genitori in un'altra città,fidanzato via per lavoro,amiche tornate nelle loro rispettive città),sin dal primo momento mi sono sentita in ansia. Il terzo giorno,durante la notte,ho accusato una forte crisi di pianto e un senso di tristezza profondo,io soffro di ansia e la so gestire abbastanza bene,per cui ho accettato la crisi e aspettato che finisse. Dal giorno dopo però l'ansia è triplicata,vivo serena solo se il mio fidanzato dorme a casa mia,se so che dorme a casa sua (non conviviamo) già sento un po' di agitazione,improvvisamente mi capita di pensare a qualcosa,anche di piccolo,e rischio una crisi di pianto. Adesso sono tornata dalla mia famiglia per qualche giorno e sto bene ma quando sento al telefono il mio fidanzato,ecco subito una crisi di pianto. È come se si fosse rotto qualcosa nel mio equilibrio e appena riesco a ripristinarlo basta un minimo che,tac,si rompe di nuovo. Non posso intraprendere una terapia ma cosa potrei fare? Possibile che sia solo un momento?
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Gentile Signorina, da quello che leggo tra le righe, lei ha una sufficiente conoscenza di sé stessa e dei suoi momenti("ho accettato la crisi aspettando che finisse") e questo già rappresenta una buona carta da giocare a suo favore. Da ciò che lei esprime scrivendo, sembra denotarsi (sottolineo sembra dato che non la conosco clinicamente) un timore della lontananza dalle sue figure di riferimento che va a braccetto con la sua sofferenza espressa nello stare in solitudine. Non possiamo negare che sia un momento/periodo connotato da ansia, tristezza e sofferenza. Veniamo al dunque: 1) lei scrive di attacco di panico. Ma mi chiedo (?) Lei ha una diagnosi fatta da uno specialista psichiatra e/o psicologo, di attacco di panico? Sa, spesso questa parola viene utilizzata con estrema superficialità nel linguaggio comune anche e soprattutto massmediatico. 2) quello che mi chiedo è anche: perché non può intraprendere una terapia? 3) è difficile se non quasi impossibile, a distanza e via on Line oltretutto, se si tratta di "un momento" oppure di un tratto ansioso che la sta accompagnando. Resto a disposizione per lei. Un caro saluto.
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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Ex utente
Intanto grazie per la risposta!
Ho utilizzato il termine attacco di panico in maniera impropria,io potrei ritenerlo uno sfogo molto forte a seguito di un accumulo di stress,ma non ho certo le competenze per poterlo dire. Non posso intraprendere una terapia perché al momento non ho le possibilità economiche. Avevo già intrapreso una terapia ma non ho riscontrato un esito positivo,anzi una volta la mia psicologa mi disse che forse il mio fidanzato non era la persona giusta per me ed ebbi un'altra crisi di pianto fortissima (la prima),ho pianto due giorni ininterrottamente quasi. Il mio "problema" è che vivo davvero molto serenamente le mie giornate,non sono quasi mai triste,sono ansiosa quello si,ma lo sono da sempre e ci convivo benino direi,quindi mi chiedo il perché di questi momenti.
Ho utilizzato il termine attacco di panico in maniera impropria,io potrei ritenerlo uno sfogo molto forte a seguito di un accumulo di stress,ma non ho certo le competenze per poterlo dire. Non posso intraprendere una terapia perché al momento non ho le possibilità economiche. Avevo già intrapreso una terapia ma non ho riscontrato un esito positivo,anzi una volta la mia psicologa mi disse che forse il mio fidanzato non era la persona giusta per me ed ebbi un'altra crisi di pianto fortissima (la prima),ho pianto due giorni ininterrottamente quasi. Il mio "problema" è che vivo davvero molto serenamente le mie giornate,non sono quasi mai triste,sono ansiosa quello si,ma lo sono da sempre e ci convivo benino direi,quindi mi chiedo il perché di questi momenti.
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Rieccoci qui! Capisco che la psicoterapia comporti degli sforzi (anche economici come fa capire lei) non indifferenti. Per ovviare ad esborsi economici che ovviamente non tutti possono permettersi, ci sono ottimi colleghi all'interno del servizio sanitario nazionale a cui si accede con impegnativa del medico di famiglia. Personalmente le consiglierei una terapia di tipo cognitivo comportamentale. Può tranquillamente ricercare tale metodologia terapeutica sul web per poter farsi un'idea della stessa e delle sue risorse e tecniche nel prendersi cura anche solo (eventualmente ) di "momenti" come il suo. Ps: il fatto che la prima terapia non le è piaciuta molto, non presuppone che da un'altra non ne possa trarre benefici. Cari saluti. Buon sabato. Siamo a sua disposizione
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 03/12/2016.
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