Dubbi continui sorti dal nulla
Buongiorno, volevo una vostra opinione in attesa di consultare, eventualmente, uno specialista di persona. Il problema riguarda la mia relazione, o comunque me nella relazione. Un rapporto molto felice, “quello giusto”, che con grande convinzione mi faceva pensare al matrimonio. Mai un dubbio, poche liti e sempre costruttive, sintonia e complicità. Fino a sei mesi fa, quando in seguito a una semplice paura (Durerà per sempre questa grande felicità con lei? O finiremo per annoiarci? E se finissi per non amarla, proprio io?) è iniziata una monsterball di domande e sensazioni di ansia generalizzata che riguardano questa relazione, che ormai non ha niente di spontaneo da parte mia: è un’ossessione continua e un rimuginio sulla qualità del rapporto, sulle qualità di lei, sul mio amore, col risultato che praticamente non sento niente a parte l’ansia. E via di seguito: più sento ansia in sua presenza, più cominciano le domande. Ormai è passato tanto tempo, ci sono giorni molto buoni (soprattutto se ci vediamo e lei si dimostra molto dolce) e giorni di angoscia in cui ho l’impulso di lasciarla. Il tutto ha creato un crollo della mia autostima nei suoi confronti (che resta sicura, sia di sé che di noi, e felice) e una distanza siderale, che mi fa molto male e mi irrita. Proprio ieri mi sono fissato sul fatto che potrebbe irritarmi, e ora sono un fascio di nervi, pronto a litigare per atteggiamenti che prima mi facevano sorridere o solo borbottare. E, finita questa, ci sono sempre nuove fissazioni, nuovi confronti, nuove prove, nuovi bilanci, nuovi test. Volevo tutto fuorché che questo amore finisse, ma le continue domande e quest’ansia mi suggeriscono che sia così: la voglia di vederla si è trasformata in una specie di timore, i progetti fatti fino ad ora sono come svaniti, perché la felicità insieme mi sembra un’utopia. Il tutto, sulla base di niente: di un’ansia generale. Quando ci immagino vedo questo, configurazioni dei miei timori. Viviamo a distanza, e la cosa non aiuta, perché soffro del sentirsi poco. Ne parlo spesso, fin troppo, con lei, la quale cade dalle nuvole per tutti i miei dubbi: non vede quello che vedo io, crede che sia in gran parte “inventato” o ingigantito, mi trova molto amorevole e felice, cosa che mi dicono anche gli altri, a cui chiedo rassicurazioni e opinioni. E in effetti lo ero. Era una relazione che mi rendeva felice, e vorrei tornare indietro o tornare ad esserne padrone, mentre ora non so più niente e quasi ne soffro. Mi sembra impossibile.
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Sembrerebbe una problematica di natura ansiosa/ossessiva: è necessaria la consulenza diretta con uno psicologo che sia anche psicoterapeuta in modo da lavorare su questa dinamica ossessiva.
Cordiali saluti,
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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(...)Fino a sei mesi fa, quando in seguito a una semplice paura (Durerà per sempre questa grande felicità con lei? O finiremo per annoiarci? E se finissi per non amarla, proprio io?) è iniziata una monsterball di domande (...)
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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Ex utente
Salve, e grazie mille per le risposte, che mi sembrano convergere. Dottor De Vincentiis, ho letto gli articoli. Mi ritrovo molto in alcuni passaggi: "Ma un’altra trappola nella quale l’ossessivo cade è quella di credere al contenuto della sua ossessione. (...) animato dall’idea che se ha prodotto un tal pensiero, forse, una motivazione profonda ci sarà, (...) costruendo un'ossessione sull’ossessione" ma soprattutto "C’è di più; certe ossessioni possono addirittura nascere da un desiderio totalmente opposto dal loro contenuto. Si può amare così tanto una persona che il timore di perderla fa scaturire l’ossessione di abbandonarla gettandoci in confusione". Il punto è che ormai mi sembra una situazione molto compromessa (solo da parte mia), nel senso che i miei sentimenti sono tutti condizionati da questi dubbi e da quest'ansia. Sono spesso irritabile, sempre giudicante, e per paura di accorgermi che insieme stiamo male tendo ad evitare molte situazioni di coppia. Ma forse anche questa riflessione è parte dell'ossessione, se ho ben capito.
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Ex utente
Un aspetto che mi sfugge e su cui vorrei un chiarimento, in attesa di consultare un terapeuta (mi sto informando, per non sbagliare) è questo: può insomma un'ossessione cambiare la percezione di quello che sentiamo? Mi spiego: quando ci penso e non quando lo vivo (cioè quasi sempre, visto che purtroppo abitiamo a distanza) ho un'idea del nostro rapporto trasfigurato dall'ansia e da questi dubbi martellanti. Visto che ricollego quindi la mia relazione a questo problema, identifico la relazione stessa come un problema e ne soffro: se penso al futuro con lei lo immagino ansiogeno, se pianifico l'immediato devo fare appello a tutta la mia lucidità per capire che gli evitamenti (vederla, viaggiare, a volte stare con gli amici e a volte stare soli) dipendono dalla paura e non da un reale disamore. Anzi: sono mesi che sto così e combatto, diciamo, per amore suo: se non l'avessi amata me ne sarei fatto una ragione, pur a fatica, ma fin dall'inizio... Le ragioni, come ho scritto prima, non ci sono: il rapporto è sano, sereno, normale, pieno di stima, meno sfavillante dei primi tempi ma per una stabilità fisiologica, credo. Il punto è che non so come ristabilire il piacere, il desiderio puro di stare insieme, libero dall'ansia. A volte mi sembra che sarà sempre così, che vivrò ogni giorno nel timore che vedendola precipiti tutto. Altre volte penso al meccanismo dell'ansia da prestazione, quando la voglia ti passa per il timore del fallimento, e non per altro. Solo che lo capisci dopo, mai durante. Ma non so se vale anche coi sentimenti. Insomma: ha senso il mio ragionamento? L'ansia, o l'ossessione, può cambiare la percezione delle cose facendoci rispondere alle domande ossessive con le sensazioni che più temiamo, proprio perché le temiamo? Come si ristabilisce quel desiderio "sereno"? Spero di essermi spiegato, e mi scuso per la lunghezza.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.5k visite dal 02/12/2016.
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