Ansia? angoscia?
Sono una ventunenne che da sempre usa la fantasia per evitare le brutture della realtà ma improvvisamente questo non mi riesce più.
Tutto è iniziato lo scorso anno verso dicembre: prima della sessione d'esame ho avuto i miei primi attacchi di panico. Questo perché non mi sentivo pronta: non avevo seguito tutte le lezioni per mancanza di voglia ed avevo paura di rimanere indietro col mio percorso di laurea. Tuttavia, anche se con immensa fatica e con voti non propriamente soddisfacenti, ho passato tutti i miei esami. Verso settembre ho avuto una cistite da stress seguita da altre infezioni che tutt'ora mi impediscono di avere rapporti sessuali; nonostante sappia che il mio disturbo è in via di guarigione e che il mio ragazzo è molto paziente, mi sento frustrata e "non degna" di provare attrazione per gli uomini in generale. Questo disturbo par aver provocato nel mese passato una ipocondria di cui non avevo mai sofferto: ero così fuori di me da avere un attacco di panico nel bus credendo di avere la sclerosi multipla perché avvertivo dei formicolii alla gamba. Non potendomi permettere una terapia, ho fatto un lavoro di ricerca interiore rimuginando parecchio ed arrivando a capire che ho bisogno di uscire di più di casa e di dedicarmi alle mie passioni. L'idea di fare del volontariato, di studiare con più costanza e di scrivere ( la mia grande passione ) pare aver scacciato del tutto gli attacchi di panico, però non ha cancellato gli altri problemi. Vivendo nelle Marche, dopo il forte sisma attorno al 6 della scala Richter, non sono più in grado di sentirmi bene quando sono a casa da sola; piano piano la paura sta scemando, tuttavia avverto un profondo senso di inquietudine e di solitudine quando i miei genitori vanno a lavorare. In più, da qualche giorno una forte angoscia accompagna la mia giornata: questa mi impedisce di svagarmi con l'immaginazione come facevo prima e mi costringe sui libri o sui siti di psicologia.
I miei amici, i miei genitori ed il mio ragazzo mi dicono che è normale e che questa angoscia la provano tutti durante il passaggio all'età adulta, solo che essendomi tutelata con la fantasia sino ad ora non so affrontare serenamente il cambiamento. Non mi pesa dedicarmi di meno alle fantasticherie e di più allo studio ed alle altre faccende concrete, ciò che mi turba è il fatto che io mi chieda quasi in ogni istante come sto, domandandomi quando questa angoscia passerà e rovinando così gli attimi felici che ho.
E' così, quindi? Il sentimento che provo e che mi spinge a sentirmi angosciata verso le attività che devo svolgere è comune nel passaggio all'età adulta? Ci sono tecniche per combatterlo, arginarlo o conviverci meglio?
Tutto è iniziato lo scorso anno verso dicembre: prima della sessione d'esame ho avuto i miei primi attacchi di panico. Questo perché non mi sentivo pronta: non avevo seguito tutte le lezioni per mancanza di voglia ed avevo paura di rimanere indietro col mio percorso di laurea. Tuttavia, anche se con immensa fatica e con voti non propriamente soddisfacenti, ho passato tutti i miei esami. Verso settembre ho avuto una cistite da stress seguita da altre infezioni che tutt'ora mi impediscono di avere rapporti sessuali; nonostante sappia che il mio disturbo è in via di guarigione e che il mio ragazzo è molto paziente, mi sento frustrata e "non degna" di provare attrazione per gli uomini in generale. Questo disturbo par aver provocato nel mese passato una ipocondria di cui non avevo mai sofferto: ero così fuori di me da avere un attacco di panico nel bus credendo di avere la sclerosi multipla perché avvertivo dei formicolii alla gamba. Non potendomi permettere una terapia, ho fatto un lavoro di ricerca interiore rimuginando parecchio ed arrivando a capire che ho bisogno di uscire di più di casa e di dedicarmi alle mie passioni. L'idea di fare del volontariato, di studiare con più costanza e di scrivere ( la mia grande passione ) pare aver scacciato del tutto gli attacchi di panico, però non ha cancellato gli altri problemi. Vivendo nelle Marche, dopo il forte sisma attorno al 6 della scala Richter, non sono più in grado di sentirmi bene quando sono a casa da sola; piano piano la paura sta scemando, tuttavia avverto un profondo senso di inquietudine e di solitudine quando i miei genitori vanno a lavorare. In più, da qualche giorno una forte angoscia accompagna la mia giornata: questa mi impedisce di svagarmi con l'immaginazione come facevo prima e mi costringe sui libri o sui siti di psicologia.
I miei amici, i miei genitori ed il mio ragazzo mi dicono che è normale e che questa angoscia la provano tutti durante il passaggio all'età adulta, solo che essendomi tutelata con la fantasia sino ad ora non so affrontare serenamente il cambiamento. Non mi pesa dedicarmi di meno alle fantasticherie e di più allo studio ed alle altre faccende concrete, ciò che mi turba è il fatto che io mi chieda quasi in ogni istante come sto, domandandomi quando questa angoscia passerà e rovinando così gli attimi felici che ho.
E' così, quindi? Il sentimento che provo e che mi spinge a sentirmi angosciata verso le attività che devo svolgere è comune nel passaggio all'età adulta? Ci sono tecniche per combatterlo, arginarlo o conviverci meglio?
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In genere i disturbi d'ansia riconoscono delle cause scatenanti recenti , ma anche fattori psicologici più remoti che predispongono.
Le consiglierei pertanto di consultare uno psicologo perchè i "rimedi" che lei ha messo in atto, pur forse utili ed efficaci, potrebbero non essere sufficienti a correggere questi fattori remoti.
Cordiali saluti
Le consiglierei pertanto di consultare uno psicologo perchè i "rimedi" che lei ha messo in atto, pur forse utili ed efficaci, potrebbero non essere sufficienti a correggere questi fattori remoti.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 01/12/2016.
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