Senso di abbandonare la vita
Salve a tutti, sono una ragazza di 24 anni.
Già il fatto che stia qua a scrivere con le lacrime agli occhi è un grande passo.
Parto dal fatto che in famiglia ci sono casi di sindrome depressive e ansiolitiche.
Mia nonna, che nemmeno ho conosciuto, si è lasciata andare alla morte non facendosi curare, era malata di diabete e, depressa e stanca di tutto, si è lasciata andare.
Mia mamma, sua figlia, soffre di grisi di panico e ansia.
Spesso l'ho vista in una delle sue crisi, che voleva morire.
La mamma di mio babbo soffre di depressione e si cura con elopran.
Mio babbo...difficile da dirlo.
Non vuole mai ammettere nulla, nessun problema, finchè le cose non diventano irrimediabili se non tragiche.
Io sono cresciuta così, cercando di farmi forza.
Ho sempre sofferto di sindrome dell'abbandono, della paura di stare sola!
A 14 anni ero alta più o meno come adesso, 166cm,e pesavo60 kg.
Non so perchè, ma all'inprovviso, in un paio di mesi pesavo 43 kg.
Mio babbo ha fatto finta di nulla, diceva che prima o poi avrei mangiato...io invece mi stavo facendo morire...come sotto shock, come in un sogno.
Non mi ricordo molto di quel periodo, forse l'ho rimosso, ricordo solo la voce di mia madre che mi diceva che non dovevo morire perchè sarebbe morta anche lei.
Da lì in poi mi sono ripresa...forse è stato l'amore per lei..
Come tutti hanno nella vita, ho avuto le mie delusioni, i miei dispiaceri, ma senza arrendermi mai.
Una cosa che ho notato è che nella vita privata, con gli uomini le cose non vanno.
Ho paura dell'abbandono, è una cosa che non riesco ad accettare, e onde evitare faccio di tutto che la storia finisca, per non soffrire(anche se soffro ugualmente).
Questa volta non è stato così, sono riuscita a vivere la mia storia con tranquillità(più o meno)per 7 mesi, prima gia tanto se ci arrivava ad un mese, anche se ero presa, avevo voglia di vederlo, sentirlo...
Nell'ultimo mese sono diventata un po insofferente, se vedevo che magari che tardava mi veniva l'ansia, panico...apparentemente cavolate, fino a quando sabato in un ristorante, mi è presa una crisi di panico.
Mi mancava l'aria, tremavo, sembrava non sentivo le persone parlare, inveivo contro il mio finanzato...come se non fossi lucida, me stessa!
Naturalmente...tutto è finito.
Chi vuole una matta in casa?
Ora provo il doppio dolore, il problema è che nessuno mi capisce perchè nessuno ha mai provato quello che ho provato io.
Non riesco ad affrontare questo dolore...
Non dormo e non mangio ed inoltre mi è vevuto uno sfogo immenso nel petto e schiena.
La notte per tranquillizzarmi prendo 15 goccie di en di mamma.
Domani andrò dal medico di famiglia per le macchie, ma non ce la faccio a dirgli tutto, che mi guarda con quegli occhi di pietà.
Mi sembra di rivivere un incubo!
Voglio una vita, voglio una famiglia...
Già il fatto che stia qua a scrivere con le lacrime agli occhi è un grande passo.
Parto dal fatto che in famiglia ci sono casi di sindrome depressive e ansiolitiche.
Mia nonna, che nemmeno ho conosciuto, si è lasciata andare alla morte non facendosi curare, era malata di diabete e, depressa e stanca di tutto, si è lasciata andare.
Mia mamma, sua figlia, soffre di grisi di panico e ansia.
Spesso l'ho vista in una delle sue crisi, che voleva morire.
La mamma di mio babbo soffre di depressione e si cura con elopran.
Mio babbo...difficile da dirlo.
Non vuole mai ammettere nulla, nessun problema, finchè le cose non diventano irrimediabili se non tragiche.
Io sono cresciuta così, cercando di farmi forza.
Ho sempre sofferto di sindrome dell'abbandono, della paura di stare sola!
A 14 anni ero alta più o meno come adesso, 166cm,e pesavo60 kg.
Non so perchè, ma all'inprovviso, in un paio di mesi pesavo 43 kg.
Mio babbo ha fatto finta di nulla, diceva che prima o poi avrei mangiato...io invece mi stavo facendo morire...come sotto shock, come in un sogno.
Non mi ricordo molto di quel periodo, forse l'ho rimosso, ricordo solo la voce di mia madre che mi diceva che non dovevo morire perchè sarebbe morta anche lei.
Da lì in poi mi sono ripresa...forse è stato l'amore per lei..
Come tutti hanno nella vita, ho avuto le mie delusioni, i miei dispiaceri, ma senza arrendermi mai.
Una cosa che ho notato è che nella vita privata, con gli uomini le cose non vanno.
Ho paura dell'abbandono, è una cosa che non riesco ad accettare, e onde evitare faccio di tutto che la storia finisca, per non soffrire(anche se soffro ugualmente).
Questa volta non è stato così, sono riuscita a vivere la mia storia con tranquillità(più o meno)per 7 mesi, prima gia tanto se ci arrivava ad un mese, anche se ero presa, avevo voglia di vederlo, sentirlo...
Nell'ultimo mese sono diventata un po insofferente, se vedevo che magari che tardava mi veniva l'ansia, panico...apparentemente cavolate, fino a quando sabato in un ristorante, mi è presa una crisi di panico.
Mi mancava l'aria, tremavo, sembrava non sentivo le persone parlare, inveivo contro il mio finanzato...come se non fossi lucida, me stessa!
Naturalmente...tutto è finito.
Chi vuole una matta in casa?
Ora provo il doppio dolore, il problema è che nessuno mi capisce perchè nessuno ha mai provato quello che ho provato io.
Non riesco ad affrontare questo dolore...
Non dormo e non mangio ed inoltre mi è vevuto uno sfogo immenso nel petto e schiena.
La notte per tranquillizzarmi prendo 15 goccie di en di mamma.
Domani andrò dal medico di famiglia per le macchie, ma non ce la faccio a dirgli tutto, che mi guarda con quegli occhi di pietà.
Mi sembra di rivivere un incubo!
Voglio una vita, voglio una famiglia...
[#1]
Gentile utente,
complimenti per "il passo" che è stata capace di fare mettendo nero su bianco le sue paure e timori.
Sembra proprio che lei sia cresciuta in un ambiente difficile, con tanti problemi ma (ne sono convinto) anche importanti stimoli.
Non me la sento di darle nessun tipo di consiglio, non conosco la sua situazione in maniera sufficiente, mi lasci però solo puntualizzare due cose:
1) l'En è uno psicofarmaco. Va somministrato sotto la supervisione di un medico. La prego di non entrare in quella spirale di comportamenti che rientrano nel "mi curo io come pare a me", ma di farsi forza e di chiedere al suo medico di base la modalità migliore per utilizzarlo.
2)Lei ha fatto un passo enorme rivolgendosi a questo portale. Quando se la sentirà, magari, potrà farne uno in più e cercare un terapeuta dalle sue parti capace di ascoltarla e di aiutarla più concretamente.
Cordialmente,
complimenti per "il passo" che è stata capace di fare mettendo nero su bianco le sue paure e timori.
Sembra proprio che lei sia cresciuta in un ambiente difficile, con tanti problemi ma (ne sono convinto) anche importanti stimoli.
Non me la sento di darle nessun tipo di consiglio, non conosco la sua situazione in maniera sufficiente, mi lasci però solo puntualizzare due cose:
1) l'En è uno psicofarmaco. Va somministrato sotto la supervisione di un medico. La prego di non entrare in quella spirale di comportamenti che rientrano nel "mi curo io come pare a me", ma di farsi forza e di chiedere al suo medico di base la modalità migliore per utilizzarlo.
2)Lei ha fatto un passo enorme rivolgendosi a questo portale. Quando se la sentirà, magari, potrà farne uno in più e cercare un terapeuta dalle sue parti capace di ascoltarla e di aiutarla più concretamente.
Cordialmente,
Dr. Luca Mazzucchelli
www.psicologo-milano.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta.
La mia paura è qulla di rivivere sulla mia pelle i dolori di cure sbagliate, corse all'ospedale.
Sono stata sempre io ad accompagnare i miei famigliari ovunque.
La mia paura è che io non riesca a farmi una vita serena.
La depressione e l'ansia sono ereditarie?
Sono consapevole che anch'io probabilmente non amavo veramente il mio ultimo compagno, ma per me era diventato come una droga, mi faceva stare bene, tranquilla, e se magari capitava che non mi rispondeva al telefono perchè lavorava, io crollavo.
Non perchè pensavo chissà cosa lui facesse, ma perchè io avevo bisogno di lui, della sua voce.
Era un punto di riferimento, colmava il mio senso di vuoto.
Quando mi ha lasciata io non sono stata male tanto perchè è finita, ma perchè sono consapevole di aver rovinato tutto e perchè non ho più un punto di riferimento.
Non riesco a stare tranquilla perchè mi sento abbandonata.
Penso di riuscire superare la sua mancanza piano piano, il mio problema è che ho paura di non riuscire a vivere tranquillamente altri rapporti, che prima o poi riaccada.
Sono consapevole che le storie come possono nascere, possono anche finire, ma io non voglio più vivere questi rapporti malati.
Non è giusto per me e non è giusto per chi mi sta accanto.
Mi chiedo...è normale questo comportamento?
Perchè riesco ad accettare abbastanza bene la morte, o altri drammi della vita ma non l'abbandono, quando poi sono stata io spesso a spingere l'altra persona a farlo?
Mi vergogno perchè mi sento una persona malata!
Grazie di tutto...per essere stata ascoltata...
La mia paura è qulla di rivivere sulla mia pelle i dolori di cure sbagliate, corse all'ospedale.
Sono stata sempre io ad accompagnare i miei famigliari ovunque.
La mia paura è che io non riesca a farmi una vita serena.
La depressione e l'ansia sono ereditarie?
Sono consapevole che anch'io probabilmente non amavo veramente il mio ultimo compagno, ma per me era diventato come una droga, mi faceva stare bene, tranquilla, e se magari capitava che non mi rispondeva al telefono perchè lavorava, io crollavo.
Non perchè pensavo chissà cosa lui facesse, ma perchè io avevo bisogno di lui, della sua voce.
Era un punto di riferimento, colmava il mio senso di vuoto.
Quando mi ha lasciata io non sono stata male tanto perchè è finita, ma perchè sono consapevole di aver rovinato tutto e perchè non ho più un punto di riferimento.
Non riesco a stare tranquilla perchè mi sento abbandonata.
Penso di riuscire superare la sua mancanza piano piano, il mio problema è che ho paura di non riuscire a vivere tranquillamente altri rapporti, che prima o poi riaccada.
Sono consapevole che le storie come possono nascere, possono anche finire, ma io non voglio più vivere questi rapporti malati.
Non è giusto per me e non è giusto per chi mi sta accanto.
Mi chiedo...è normale questo comportamento?
Perchè riesco ad accettare abbastanza bene la morte, o altri drammi della vita ma non l'abbandono, quando poi sono stata io spesso a spingere l'altra persona a farlo?
Mi vergogno perchè mi sento una persona malata!
Grazie di tutto...per essere stata ascoltata...
[#3]
Nella depressione, come nell'ansia, possono esserci dei fattori biologici che influenzano la loro insorgenza o decorso, tuttavia il ruolo giocato dall'ereditarietà è limitato.
Non sta scritto da nessuna parte che se un suo parente ha sofferto di qualche malattia psichiatrica allora anche la sua prole ne sarà affetta.
Il suo futuro non è già stato scritto in passato, ma può essere ancora modificato, perfezionato e migliorato, magari con l'aiuto di una persona competente al suo fianco, per far sì che il suo punto di riferimento principale diventi lei stessa.
Le consiglio quindi di rivolgersi a un terapeuta che potrà ascoltare le sue paure e domande senza giudicarla per questo malata.
Cordialmente,
Non sta scritto da nessuna parte che se un suo parente ha sofferto di qualche malattia psichiatrica allora anche la sua prole ne sarà affetta.
Il suo futuro non è già stato scritto in passato, ma può essere ancora modificato, perfezionato e migliorato, magari con l'aiuto di una persona competente al suo fianco, per far sì che il suo punto di riferimento principale diventi lei stessa.
Le consiglio quindi di rivolgersi a un terapeuta che potrà ascoltare le sue paure e domande senza giudicarla per questo malata.
Cordialmente,
[#4]
Gentile Utente,
davvero una storia toccante, facciamo in modo che il futuro sia a lieto fine, cosa ne dice?
Intanto, giusto per non-rassicurarla, vorrei sottolineare che in realtà esiste una correlazione tra la presenza di disturbi pischiatrici all'interno di un gruppo familiare: i figli con genitori che hanno diagnosi per disturbi psichiatrici manifestano la "predisposizione" a sviluppare disturbi psichiatrici, il che non significa che certamente ne svilupperanno
uno, ma è piuttosto comprensibile che se vivo in un ambiente depresso e povero di stimoli, e già ho la "predisposizione", le probabilità aumentano on modo considerevole
Perchè non voglio rassicurarla: perchè non le servirebbe, e soprattutto perchè farei un bel favore alla Sua ansia. Il fatto di sapere che lei ha buone probabilità di sviluppare patologie psicologiche DEVE essere il primo passo verso una cura efficace. Proprio perchè lei è a rischio ha la responabilità (vferso se stessa) di iniziare un percorso di cura
Da dove cominciare: intanto proprio da una valutazione psichiatrica. Come dice il Collega, niente fai da te in questi casi, perchè l'auto-somministrazione di psicofarmaci spesso porta ad un aggravamento dei sintomi
La lunghezza delle sue due mail ci dice che ledi non vede l'ora di guardarsi un po' dentro, per capire da dove parte tutto questo disagio. Per questo le consiglio vivamente di associare alla farmacoterapia anche una psicoterapia
E già che ci siamo: dica allo psicoterapeuta che lei vuole sapere come mai ha tanta paura di essere abbandonata: scoprirà cose molto interessanti
davvero una storia toccante, facciamo in modo che il futuro sia a lieto fine, cosa ne dice?
Intanto, giusto per non-rassicurarla, vorrei sottolineare che in realtà esiste una correlazione tra la presenza di disturbi pischiatrici all'interno di un gruppo familiare: i figli con genitori che hanno diagnosi per disturbi psichiatrici manifestano la "predisposizione" a sviluppare disturbi psichiatrici, il che non significa che certamente ne svilupperanno
uno, ma è piuttosto comprensibile che se vivo in un ambiente depresso e povero di stimoli, e già ho la "predisposizione", le probabilità aumentano on modo considerevole
Perchè non voglio rassicurarla: perchè non le servirebbe, e soprattutto perchè farei un bel favore alla Sua ansia. Il fatto di sapere che lei ha buone probabilità di sviluppare patologie psicologiche DEVE essere il primo passo verso una cura efficace. Proprio perchè lei è a rischio ha la responabilità (vferso se stessa) di iniziare un percorso di cura
Da dove cominciare: intanto proprio da una valutazione psichiatrica. Come dice il Collega, niente fai da te in questi casi, perchè l'auto-somministrazione di psicofarmaci spesso porta ad un aggravamento dei sintomi
La lunghezza delle sue due mail ci dice che ledi non vede l'ora di guardarsi un po' dentro, per capire da dove parte tutto questo disagio. Per questo le consiglio vivamente di associare alla farmacoterapia anche una psicoterapia
E già che ci siamo: dica allo psicoterapeuta che lei vuole sapere come mai ha tanta paura di essere abbandonata: scoprirà cose molto interessanti
[#5]
Ex utente
Con le lacrime agli occhi vi dico grazie!
Domani andrò dal mio medico di famiglia, questa mattina proprio non ce l'ho fatta.
Sento proprio che anche il mio fisico risente del mio malessere e non ce la più, dagli sfoghi apparsi sul corpo e al sanguinamento anale...
Vi farò sapere...
Grazie
Domani andrò dal mio medico di famiglia, questa mattina proprio non ce l'ho fatta.
Sento proprio che anche il mio fisico risente del mio malessere e non ce la più, dagli sfoghi apparsi sul corpo e al sanguinamento anale...
Vi farò sapere...
Grazie
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4k visite dal 10/11/2008.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.