Disturbo personalità

Salve,
Leggendo on line degli articoli di psicologia, mi sono reso conto, all'improvviso per la prima volta, di avere tutte le caratteristiche del disturbo di personalità schizoide. Non essendo più un giovincello, questo mi ha sorpreso e un po anche sconvolto, visto che mi sono sempre considerato perfettamente normale: tuttavia se ci dobbiamo attenere strettamente ai sintomi descritti (sempre gli stessi) in questi articoli non c'è ombra di dubbio sulla mia auto-valutazione.
Debbo dire, che nel tempo, ho avuto disturbi, ma li ho sempre attribuiti, erroneamente, alla depressione.
Ho fatto in momenti diversi anche della psicoterapia cognitivo-comportamentale: per l'esattezza 1 anno di terapia di gruppo e 1 anno di individuale, ma in nessuno dei due casi debbo dire ho risolto il problema, ne sono stato un po meglio...niente.
Adesso dopo questa scoperta tardiva, che mi ha reso per la prima volta consapevole, sinceramente non so cosa fare, visto che comprendo che questo disturbo ha pregiudicato la mia vita in tutti gli aspetti, e la sta pregiudicando tuttora, però sono un po disincantato e scettico visto che l'unica terapia possibile è quella psichica (psicoterapia) e a me non ha fatto niente sincerammente. Se poi si considera che non ho più 20 anni, per cui la mia personalità è ormai strutturata e se non l'ho risolto prima questo problema figurarsi ora.
Ecco, desideravo avere un vostro parere in merito.

Mille grazie
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> non c'è ombra di dubbio sulla mia auto-valutazione
>>>

Ci vada piano con le auto-valutazioni. I disturbi di personalità sono quadri la cui diagnosi è complessa è difficile per lo stesso clinico. Fare una diagnosi non è semplice come far combaciare liste di sintomi.

La "Google University" può trarre in inganno:

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5622-the-google-university-ricerche-online-e-falso-senso-di-conoscenza.html

Che diagnosi ha ricevuto, esattamente, dai terapeuti cui si è rivolto finora?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Buongiorno dottore,
in realtà, io mi presentai con la mia diagnosi: depressione
La terapeuta, mi prese in carico, e facemmo le 2 psicoterapie di cui le ho detto sopra.
La terapeuta non mi ha mai fatto diagnosi: o meglio, dentro di se probabilmente l'avrà anche fatta, però non me l'ha mai comunicata, ne io gliel'ho mai chiesta.
Probabilmente per lei non era importante dare una definizione medica, quanto curare i sintomi..penso almeno.
Dimenticavo, in un Suo intervento, in un altro post, ho letto che ha fatto cenno al fatto che gli schizoidi hanno la caratteristica, tra le altre, di abbandonare la terapia per poi riprenderla dopo molti anni. Bene: io ho fatto proprio così tra la prima psicoterapia e la seconda.

Cordialità
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La cosa essenziale è appurare in modo esatto di cosa soffre, e questo può essere fatto bene solo di persona. A volte la diagnosi non viene comunicata o perché non ritenuto importante o perché ad alcuni pazienti può riuscire difficile accettarla. In ogni caso, se lei si è presentato con la "sua" diagnosi ("sono depresso"), il terapeuta avrebbe magari potuto darle una restituzione e dei commenti in merito.

Molto spesso i pazienti con DDP interrompono la terapia per poi riprenderla, anche più volte. Ciò perché una delle caratteristiche frequenti in pressoché tutti i DDP è una certa mancanza di percezione del proprio disturbo. Cosa che non sembrerebbe esattamente così nel suo caso.

Ma una sola interruzione non è di per sé indicativa. A volte il paziente va in dropout perché non si sente seguito a dovere o perché, pur trovandosi bene con il terapeuta, sente che non sta migliorando.

Se dovesse descrivere il suo disagio, in poche parole ma in modo il più possibile preciso, cosa direbbe? Cos'è che la fa soffrire?

[#4]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Salve Dottore.Condensare in poche righe, quello che ritengo causa di sofferenza non è semplice, in quanto ve ne sono più d'una e inoltre, secondo me, spesso, le vere cause, non sono quelle che ci diciamo razionalmente, ma risiedono nel profondo e di cui non siamo neppure consapevoli: e forse è proprio questo il compito della psicoterapia.
Tuttavia proverò a rispondere, in sintesi, alla sua gentile domanda:

la mia sofferenza, credo, sia dovuta, nel non aver superato completamente l'età adolescenziale divenendo una persona nuova :una persona adulta, con tutte le caratteristiche e modalità che ne conseguono e che gli sono proprie.

Questa è la riflessione che mi ha inspirato la sua domanda.
Poi, potrei aggiungere che la sofferenza è causata dal non essermi realizzato nei tempi e nei modi che mi ero prefissato nell'adolescenza, nel non aver saputo comprendere appieno e soprattutto nel non aver avuto corraggio, fiducia in me stesso e perseveranza per raggiungere appunto i miei obiettivi, ciò che sentivo di amare. In una parola nel non aver saputo individuare e perseguire i miei talenti.

Cordialità
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> secondo me, spesso, le vere cause, non sono quelle che ci diciamo razionalmente, ma risiedono nel profondo e di cui non siamo neppure consapevoli: e forse è proprio questo il compito della psicoterapia
>>>

Queste sono premesse e modus operandi solo di psicoanalisi e terapie psicodinamiche, non in generale di qualunque psicoterapia.

Infatti, da un punto di vista prettamente strategico non c'è quasi mai bisogno di sapere perché esiste un certo malessere, c'è bisogno di sapere come e da cosa tale malessere è mantenuto nel presente. E di conseguenza spezzare nel presente tali cause visibili.

La descrizione che fa di se stesso e delle sue sofferenze, per quanto sommaria, non sembra denotata da sintomatologie che rimandino a disturbi di personalità. Non per quanto è possibile percepire da questo limitato canale, almeno. Sembra piuttosto quella di una persona che si porta addosso le ferite di battaglie che non ha mai combattuto.

[#6]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Salve dottore,
la ringrazio, speriamo, come dice lei, sia solo questo (che comunque non è poco, se è vero come è vero che ancora non è stato superato).
Desideravo chiederle, se secondo la sua esperienza, la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha efficacia a qualsiasi età, se insomma, varrebbe ancora tentare.

Cordialità
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
"Qualsiasi età" è una classificazione generica, che otterrebbe una risposta generica. La psicoterapia può essere utile a qualsiasi età, anche se nelle persone giovani può funzionare prima. Non tanto a causa dell'età di per sé, ma per il fatto che gli anziani possono essere meno motivati a cambiare.

Se però lei ha 45 anni, direi che siamo ancora in zona di pieno potenziale di cambiamento.

La TCC può essere indicata nel suo caso. Si dia un termine di poche sedute per verificare se almeno c'è feeling con il terapeuta e per sentire se può esserci terreno per fare un buon lavoro. Altrimenti lo dica al terapeuta e metta in conto di cambiare senza farsi troppi problemi.

[#8]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
grazie dottore,
beh, con la terapeuta ci sono stato due anni, è stata una brava persona, ma come le dicevo non ho apprezzato miglioramenti.
Sono orientato a valutarne un altra o forse un altro, l'idea di passare ad un terapeuta al momento mi sembra più interessante.
La ringrazio ancora molto per la sua gentilissima disponibilità e consulenza.

un cordialissimo saluto
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Prego, le faccio molti auguri

[#10]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Grazie dottore,
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I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.

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