Alla soglia dei 30 anni, ho un disperato bisogno di certezze.
Buonasera a tutti,
sono un ragazzo di 29 anni, arrivato per l'ennesima volta ad un punto critico della propria vita.
Mi scuso per il lungo messaggio, lo sto accorciando il più possibile ma dovrò postarlo in due parti. Chiedo ancora scusa.
Storia personale: cresciuto in una famiglia dove a causa di un padre narcisista si litigava per ogni singola cosa, primo di 4 fratelli, ho avuto da mia madre tutto l'amore del mondo mentre, da mio padre, solamente prepotenze, comportamenti oppressivi ed ogni genere di infamia che un genitore possa perpetrare ai danni di un figlio.
Le difficoltà cominciano a 15 anni: dopo anni in cui mi padre continua a sfottermi chiamandomi "finocchio", "frocio" e via discorrendo, comincio a chiedermi se io sia omosessuale. A 15 anni la cosa mi spaventa un po', ma la "logica" è stringente: "mio padre mi ha insegnato che un vero uomo deve essere eccitato da ogni singola donna piacente che gli passi accanto -pensavo- e visto che per me non è così, quanto meno non sono proprio eterosessuale". Ad oggi riconosco in quel periodo tutti i comportamenti del DOC, ma 14 anni fa tutto era confuso. Comincia un lungo calvario di domande e rimuginazioni, che durano anni. Un giorno penso che mi piaccia una cosa, quello dopo la penso diversamente, e sebbene non mi ritrovi mai a provare attrazione per un ragazzo, il fatto che mio padre mi ripeta quelle parole è sufficiente per alimentare il disturbo.
A 24 anni seguo un breve corso sulla conoscenza del sé, tenuto da un professionista esperto di PNL. Concluso l'evento, mi ritrovo ad aver perdonato mio padre, ma a volermene distaccare completamente. Un mese dopo sono fuori casa, abbandono uno stile di vita da mantenuto per costruirmi una vita. Comincio a vivere, a sperimentare, e ad affrontare strane sensazioni. Mi accorgo che in me cresce un sempre maggiore blocco nei confronti dell'altro sesso. Continuo a trovarle eccitanti, ma non riesco più a spingermi oltre un certo punto. D'altra parte invece, sento un bisogno sempre maggiore di contatto fisico con i ragazzi, finché non finisco col frequentare locali per gay, e ad avere alcuni brevi storie. Per farla breve, da quel momento ho definito me stesso come un ragazzo bisessuale con una spiccata preferenza per gli uomini.
Ora, arrivo al punto: 4 mesi fa ricevo una chiamata da mio padre. Mi dice che da quasi un anno segue uno psicoterapeuta, e poco dopo scoppia in lacrime. Mi chiede scusa, mi dice che mi ama, e che tutto ciò che vuole è riparare al male che ha fatto. Io rimango in silenzio, non so come prendere la cosa. Non avevo mai sentito mio padre parlare in quel modo, la cosa mi tocca nel profondo, finché le sensazioni non diventano troppo forti ed attacco il telefono. Scoppio a piangere anche io, sento che qualcosa nello stomaco sta cambiando. Passo una settimana molto intensa, chiuso in casa senza neanche andare al lavoro, con mio padre che continua a mandarmi dei messaggi in cui esprime tutto il suo rammarico per il passato.
Dopo sue ripetute richieste decido di incontrarlo, e rimango di sasso: mio padre è una persona completamente diversa, è aperta al dialogo, non dice più una parolaccia, appare totalmente in pace con il mondo, si interessa sinceramente a ciò che dico. La cosa mi fa piacere, ma è come se nella mia testa questa nuova immagine si scontrasse con le vecchie sensazioni a lui legate. Gli dico della mia sessualità, lui appoggia completamente. I giorni successivi mi sento malissimo, sento che una grande parte di me mi sta abbandonando. Capisco solo lì quanto in realtà io non avessi perdonato mio padre e quanto rancore provassi ancora verso di lui. Faccio fatica ad accettare la cosa, è come se mio padre mi stesse levando la possibilità di ferirlo, di fargliela pagare per tutto ciò che mi aveva fatto. Ci metto un po', ma alla fine comincio a ragionare di conseguenza e "me ne faccio una ragione".
Ricostruiamo il rapporto, mi sento finalmente amato da lui, e la prima cosa che noto è che di lì a poco perdo completamente interesse sessuale per gli uomini. In poche settimane sono passato dal frequentare felicemente locali per gay a tornare alle mie vecchie frequentazioni e ad avere rapporti sessuali con ragazze.
La cosa mi crea parecchio disagio. Non tanto per il discorso omosessualità/eterosessualità, sono disposto ad accettare qualsiasi cosa, ma perché non trovo una mia dimensione, una mia identità sessuale. Solamente 6 mesi pensavo di averla trovata frequentando uomini, mentre ora mi accorgo che sto ancora meglio con rapporti eterosessuali.
Come faccio a vivere così? Ho voglia di fidanzarmi, ma non so come fare. Ad oggi mi sento molto sereno, davvero, ma non posso fare a meno di chiedermi "e se tra un anno le cose cambiano ancora?". Non mi ritrovo nella definizione di bisessuale adesso, non nutro più nessun interesse per gli uomini.
Non posso vivere in questo modo, quando 5 anni fa mi sono "dichiarato" ho dato un taglio alla mia vecchia vita e tagliato molti rapporti, adesso mi ritrovo come se avessi nuovamente 14 anni.
Ho bisogno di certezze, di stabilità, questo continuo cambiamento non me lo consente. Ho quasi 30 anni, ho voglia di un rapporto stabile e, perché no, di mettere su famiglia.
Io voglio solo sapere se questa mia nuova situazione sia solamente transitoria, ma non riesco più a capirci nulla.
Scusate per la lunghezza del messaggio
sono un ragazzo di 29 anni, arrivato per l'ennesima volta ad un punto critico della propria vita.
Mi scuso per il lungo messaggio, lo sto accorciando il più possibile ma dovrò postarlo in due parti. Chiedo ancora scusa.
Storia personale: cresciuto in una famiglia dove a causa di un padre narcisista si litigava per ogni singola cosa, primo di 4 fratelli, ho avuto da mia madre tutto l'amore del mondo mentre, da mio padre, solamente prepotenze, comportamenti oppressivi ed ogni genere di infamia che un genitore possa perpetrare ai danni di un figlio.
Le difficoltà cominciano a 15 anni: dopo anni in cui mi padre continua a sfottermi chiamandomi "finocchio", "frocio" e via discorrendo, comincio a chiedermi se io sia omosessuale. A 15 anni la cosa mi spaventa un po', ma la "logica" è stringente: "mio padre mi ha insegnato che un vero uomo deve essere eccitato da ogni singola donna piacente che gli passi accanto -pensavo- e visto che per me non è così, quanto meno non sono proprio eterosessuale". Ad oggi riconosco in quel periodo tutti i comportamenti del DOC, ma 14 anni fa tutto era confuso. Comincia un lungo calvario di domande e rimuginazioni, che durano anni. Un giorno penso che mi piaccia una cosa, quello dopo la penso diversamente, e sebbene non mi ritrovi mai a provare attrazione per un ragazzo, il fatto che mio padre mi ripeta quelle parole è sufficiente per alimentare il disturbo.
A 24 anni seguo un breve corso sulla conoscenza del sé, tenuto da un professionista esperto di PNL. Concluso l'evento, mi ritrovo ad aver perdonato mio padre, ma a volermene distaccare completamente. Un mese dopo sono fuori casa, abbandono uno stile di vita da mantenuto per costruirmi una vita. Comincio a vivere, a sperimentare, e ad affrontare strane sensazioni. Mi accorgo che in me cresce un sempre maggiore blocco nei confronti dell'altro sesso. Continuo a trovarle eccitanti, ma non riesco più a spingermi oltre un certo punto. D'altra parte invece, sento un bisogno sempre maggiore di contatto fisico con i ragazzi, finché non finisco col frequentare locali per gay, e ad avere alcuni brevi storie. Per farla breve, da quel momento ho definito me stesso come un ragazzo bisessuale con una spiccata preferenza per gli uomini.
Ora, arrivo al punto: 4 mesi fa ricevo una chiamata da mio padre. Mi dice che da quasi un anno segue uno psicoterapeuta, e poco dopo scoppia in lacrime. Mi chiede scusa, mi dice che mi ama, e che tutto ciò che vuole è riparare al male che ha fatto. Io rimango in silenzio, non so come prendere la cosa. Non avevo mai sentito mio padre parlare in quel modo, la cosa mi tocca nel profondo, finché le sensazioni non diventano troppo forti ed attacco il telefono. Scoppio a piangere anche io, sento che qualcosa nello stomaco sta cambiando. Passo una settimana molto intensa, chiuso in casa senza neanche andare al lavoro, con mio padre che continua a mandarmi dei messaggi in cui esprime tutto il suo rammarico per il passato.
Dopo sue ripetute richieste decido di incontrarlo, e rimango di sasso: mio padre è una persona completamente diversa, è aperta al dialogo, non dice più una parolaccia, appare totalmente in pace con il mondo, si interessa sinceramente a ciò che dico. La cosa mi fa piacere, ma è come se nella mia testa questa nuova immagine si scontrasse con le vecchie sensazioni a lui legate. Gli dico della mia sessualità, lui appoggia completamente. I giorni successivi mi sento malissimo, sento che una grande parte di me mi sta abbandonando. Capisco solo lì quanto in realtà io non avessi perdonato mio padre e quanto rancore provassi ancora verso di lui. Faccio fatica ad accettare la cosa, è come se mio padre mi stesse levando la possibilità di ferirlo, di fargliela pagare per tutto ciò che mi aveva fatto. Ci metto un po', ma alla fine comincio a ragionare di conseguenza e "me ne faccio una ragione".
Ricostruiamo il rapporto, mi sento finalmente amato da lui, e la prima cosa che noto è che di lì a poco perdo completamente interesse sessuale per gli uomini. In poche settimane sono passato dal frequentare felicemente locali per gay a tornare alle mie vecchie frequentazioni e ad avere rapporti sessuali con ragazze.
La cosa mi crea parecchio disagio. Non tanto per il discorso omosessualità/eterosessualità, sono disposto ad accettare qualsiasi cosa, ma perché non trovo una mia dimensione, una mia identità sessuale. Solamente 6 mesi pensavo di averla trovata frequentando uomini, mentre ora mi accorgo che sto ancora meglio con rapporti eterosessuali.
Come faccio a vivere così? Ho voglia di fidanzarmi, ma non so come fare. Ad oggi mi sento molto sereno, davvero, ma non posso fare a meno di chiedermi "e se tra un anno le cose cambiano ancora?". Non mi ritrovo nella definizione di bisessuale adesso, non nutro più nessun interesse per gli uomini.
Non posso vivere in questo modo, quando 5 anni fa mi sono "dichiarato" ho dato un taglio alla mia vecchia vita e tagliato molti rapporti, adesso mi ritrovo come se avessi nuovamente 14 anni.
Ho bisogno di certezze, di stabilità, questo continuo cambiamento non me lo consente. Ho quasi 30 anni, ho voglia di un rapporto stabile e, perché no, di mettere su famiglia.
Io voglio solo sapere se questa mia nuova situazione sia solamente transitoria, ma non riesco più a capirci nulla.
Scusate per la lunghezza del messaggio
[#1]
Gentile ragazzo,
come già ha fatto suo padre, le consiglierei di consultare uno psicologo.
L'orientamento sessuale è un "continuum" su cui gli individui possono anche posizionarsi diversamente nel corso della vita e il suo caso lo dimostra ampiamente.
Il tempo è probabilmente una variabile importante. Uno psicologo può accompagnarla ed aiutarla in dubbi, incertezze e difficoltà.
cordiali saluti
come già ha fatto suo padre, le consiglierei di consultare uno psicologo.
L'orientamento sessuale è un "continuum" su cui gli individui possono anche posizionarsi diversamente nel corso della vita e il suo caso lo dimostra ampiamente.
Il tempo è probabilmente una variabile importante. Uno psicologo può accompagnarla ed aiutarla in dubbi, incertezze e difficoltà.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Ex utente
Grazie mille Dr.ssa Sciubba per la sua risposta.
Probabilmente ha ragione, dovrei parlare con uno psicologo.
Sono un po' combattuto in questo periodo: la mia vita sembra andare per il verso giusto, ma allo stesso tempo questo cambiamento repentino non solo di "gusti" ma anche di abitudini e comportamenti che adesso mi vengono naturali mi spiazza.
Non so, ero convinto di aver trovato un minimo di stabilità. Per carità, non ero la persona più felice di questa terra , ma almeno avevo trovato una mia dimensione. Adesso mi pare di dover ricominciare daccapo.
E' difficile descrivere tutta la situazione, ho tralasciato parecchi dettagli per i limiti del sito e riletta così la storia sembra un collage di eventi sconnessi.
s
Probabilmente ha ragione, dovrei parlare con uno psicologo.
Sono un po' combattuto in questo periodo: la mia vita sembra andare per il verso giusto, ma allo stesso tempo questo cambiamento repentino non solo di "gusti" ma anche di abitudini e comportamenti che adesso mi vengono naturali mi spiazza.
Non so, ero convinto di aver trovato un minimo di stabilità. Per carità, non ero la persona più felice di questa terra , ma almeno avevo trovato una mia dimensione. Adesso mi pare di dover ricominciare daccapo.
E' difficile descrivere tutta la situazione, ho tralasciato parecchi dettagli per i limiti del sito e riletta così la storia sembra un collage di eventi sconnessi.
s
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Approfondimento su Narcisismo
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