Legge di attrazione e pensiero positivo

Gentili dottori di medicitalia,
vi porgo un quesito insolito forse ma mi piacerebbe avere delle risposte in merito.
Negli ultimi anni è molto in voga quello che viene definito pensiero positivo o legge di attrazione, ci sono molti libri e couch che ne parlano e ne diffondono la pratica.
Io ho sofferto per anni di disturbo ossessivo compulsivo e quindi conosco bene come funziona il "pensiero magico" con le sue conseguenze positive e negative, faccio e seguo da anni, anche se con andamenti altalenanti una psicoterapia "tradizionale" ma mi pongo la domanda del perchè rientrano nella branca della psicologia e vengono trattati in maniera seria , come se fossero argomenti scientifici queste teorie che non hanno base scientifica?

Si parla di universo, di vibrazioni, come se ci sono delle forze esoteriche,che creano qualcosa .

Queste pratiche rientrano nelle medicina alternativa che però non è considerata scientifica e seconda me è anche pericolosa, infatti io ne sono rimasta anche suggestionata negativamente, ma la storia è lunga e non mi soffermo più di tanto sull 'impatto negativo che hanno avuto questi approcci new-age sul mio stato mentale, meditazione compresa.
Mi piacerebbe parlarne meglio con voi però.
Grazie a chiunque ha voglia di farmi capire, aiutarmi o darmi una semplice risposta.
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le Ragazza,
ha mai affrontato un percorso di psicoterapia?
La lettura di manuali o altri contributi non può sostituirsi ad un'esperienza diretta della psicoterapia, la suggestione non rientra nelle modalità di funzionamento di quest'ultima quindi non sono da considerare equivalenti

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Certo dottoressa, l'ho anche specificato sopra, faccio terapia da diversi anni ma non ho fatto in tempo ad evitare la suggestione . Mi chiedo se queste pratiche non sono valide perché vengono divulgate, anche su riviste note?

Sono d'accordo col fatto che la suggestione non rientra in una normale e buona terapia, infatti io sono peggiorata molto a causa di queste pratiche e tecniche.

Quindi anche lei conferma che non c'è nulla di scientifico in queste "vibrazioni"'. Allora perché si vendono i fiori di Bach e ci sono psicologi che li consigliano a quanto pare?
Ancora grazie.
[#3]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le Ragazza,
nella richiesta non c'è alcun riferimento alla psicoterapia ma solo nella sua storia clinica.
Tuttavia dato che sta già seguendo un percorso l'approccio più corretto è quello di affrontare questi aspetti con lo psicoterapeuta che già la conosce e semmai fare il punto della situazione per verificare l'efficacia del lavoro svolto finora.
[#4]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Sì, dottoressa , ecco , glielo incollo:
"Io ho sofferto per anni di disturbo ossessivo compulsivo e quindi conosco bene come funziona il "pensiero magico" con le sue conseguenze positive e negative, faccio e seguo da anni, anche se con andamenti altalenanti una psicoterapia "tradizionale" ma.... ".

Mi scuso per la punteggiatura scorretta che per la fretta di inviare non ho corretto ma penso che si comprende il senso generale , cioè che sono da anni in psicoterapia.

Ne parlo da molto con lui e mi è tutto chiaro , del perchè e del come sono incappata in queste forti suggestioni ma la mia mente ci sta sempre dentro e non ne vine a capo, mi sembrano diventate la realtà , pare che ci credo.
Devo dire però che st molto meglio rispetto al passato e la sua fase acuta di suggestione.

[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> faccio e seguo da anni, anche se con andamenti altalenanti una psicoterapia "tradizionale"
>>>

Questo sembra già un primo punto critico. Ciò che non fa parte della soluzione, rischia di essere parte del problema. Le psicoterapie non fanno eccezione. Se lei soffre di ansia ossessiva non ha bisogno di un sostegno, ma di una terapia vera e propria. E le terapie hanno un inizio e una fine. Altrimenti possono colludere con il disturbo e renderlo più permanente che mai. Questo almeno da un punto di vista strategico.

>>> ma mi pongo la domanda del perchè rientrano nella branca della psicologia e vengono trattati in maniera seria , come se fossero argomenti scientifici queste teorie che non hanno base scientifica?
>>>

Da cosa le deriverebbe l'idea che fandonie come la cosiddetta "legge dell'attrazione" sarebbero scientifiche?

Il pensiero positivo in psicologia è un'altra cosa, non deve fare di tutta l'erba un fascio. E comunque è viziato anche quello:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=272

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=378

[#6]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Dottor Santocito, grazie . Lei ha ragione , forse ho assemblato il pensiero positivo e la legge d'attrazione in unica cosa ma c'è qualche differenza.

Lei mi chiede chi me lo fa pensare che una fandonia come la legge di attrazione sia scientifica, non lo so, non sono una persona con scarso quoziente intellettivo, ma mi creda, l'aver appreso queste tecniche mi ha fatto davvero molto male e mi imbarazza ammettere che una parte di me ci crede a tal punto che spesso non crede alla realtà, alla scienza e alla terapia psicoterapia tradizionale, prima invece credevo solo alla psicoterapia e mi sembravo razionale. Non so se ha letto anche i mie vecchi consulti, forse li troverà altre spiegazioni.

Dicevo altalenante nel senso che negli tempi la seguo in modo non continuo , ma per anni l'ho seguita molto bene, ero molto costante e ho risolto molti dei mie sintomi, ma c'era e cci sarebbe anche tantissimo da fare.

Non ho letto solo articoli sulla legge di attrazione ,il pensiero positivo ma anche una rivista che consigliava tecniche immaginative e meditative, e il gran parte del male è derivato anche da quello. Un bel mix.

In ultimo, allora anche i fiori di Bach sono una fandonia considerato che si basano sulla credenza di vibrazioni ecc.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> c'è qualche differenza
>>>

Ce n'è almeno una, ma sostanziale: la legge dell'attrazione sostiene che il pensiero da solo avrebbe effetto su eventi e materia. Ma ciò non è mai stato dimostrato, a quanto mi risulta.

>>> Non so se ha letto anche i mie vecchi consulti, forse li troverà altre spiegazioni
>>>

Guardi, per capire che soffre di ossessioni mi sono state sufficienti due cose: il titolo di questo consulto e degli altri che ha inserito in passato. E poi la sua conferma, chiaro.

Ha mai ricevuto istruzioni precise nella psicoterapia che ha seguito finora? Le psicoterapie per l'ansia devono includere prescrizioni comportamentali precise ed essere direttive, per essere efficienti ed efficaci. Questo almeno da un punto di vista strategico.

[#8]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
La mia psicoterapia non iniziò per un problema di ansia ma per problemi molto più generalizzati che riguardavano tutta la mia persona e la mia totale difficoltà a stare al mondo.

Cosa intende per prescrizioni precise e direttive?
Di solito , in questa terapia, parlo molto di me e si cerca insieme una causa, che va rintracciato nel mio passato e nelle mie relazioni famigliari o sociali esterne. La direzione mi viene data nel cercare di seguire, da me, un percorso, come se seguissi una mappa che mi porta a capire , vivere e sciogliere quei nodi che mi creano disagio. In passato, mi venivano dati anche dei compiti da svolgere ma non riguardavano prettamente l'ansia , erano degli esercizietti per capire, per mettersi alla prova,sperimentare.


"Ce n'è almeno una, ma sostanziale: la legge dell'attrazione sostiene che il pensiero da solo avrebbe effetto su eventi e materia. Ma ciò non è mai stato dimostrato, a quanto mi risulta."

Ecco, quel " a quanto mi risulta" mi crea dubbio e mi fa pensare che allora la scienza non fa bastanza e mi ha creato dubbio sulla terapia, la seconda questione è che se da un parte mi suggestiona in negativo, dall'altra faccio un uso volontario di tutte queste teorie, compresa la manipolazione dei pensieri, delle emozioni e il distacco dalla realtà. Prima credevo solo alla scienza e alla terapia, mi piacerebbe tornare a quei tempi e ridere un giorni di questo incubo senza fine.

Ci sarebbe molto da dire ma capisco che qui non è possibile sintetizzare e spiegare la mia faccenda. Scrivere qui però mi da degli spunti e anche in passato con gli altri consulti un po' mi ha aiutata.
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il dubbio disturbante che le crea leggere "certe cose" è verosimilmente solo una manifestazione patologica della sua ansia.

La sua terapia può essere iniziata per motivi diversi, ma <oggi> mi sembra abbastanza chiaro che fra i suoi problemi spicchi l'ossessività. Che non è stata curata a dovere oppure - anche se detesto pensarlo - che potrebbe essere stata amplificata o fatta emergere da una terapia che l'ha portata a riflettere troppo su se stessa e a mettere in dubbio e in discussione troppe cose. Ma potrei sbagliarmi su questo, la prenda solo come ipotesi.

In ogni caso la cura efficace di ansia e ossessività, da un punto di vista prettamente strategico, si basa su prescrizioni comportamentali precise. Non su "esercizietti" addizionali od opzionali per mettersi alla prova.

Concludendo, il mio parere è che a lei serva una cura efficace e soprattutto efficiente, che cioè si dia dei tempi.

Quando l'avrà trovata, fatta e conclusa e avrà risolto il suo problema di ansia, vedrà che i dubbi che la stanno molestando adesso si scioglieranno come neve al sole.

[#10]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le Ragazza,
si potrebbe riassumere tutto dicendo che sta utilizzando un meccanismo di difesa ben preciso: l'intellettualizzazione.
Da cosa si sta difendendo spostando l'attenzione su dilemmi pseudoscientifici come se ci fosse una risposta valida per tutti e che rappresenterebbe la panacea per ogni disagio.
In realtà tu ha bisogno di fare il "tuo" percorso che non è solo di esplorazione ma sopratutto di sperimentazione di un'esperienza che ti consenta di entrare in contatto profondo con te stessa e con i tuoi bisogni.

"il cliente è un'esperienza in attesa di realizzarsi piuttosto che un problema da risolvere"
Ron Kurtz

N.B:
Una psicoterapia con approccio corporeo forse sarebbe un approccio efficace per fare questo di esperienza.
[#11]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Grazie Dottori per la vostra attenzione. Mi scuso anche se vi rispondo dopo un po' di tempo, sono stata impegnata e ho rimandato. Ho avuto modi di pensare a questo consulto e mi viene da fare qualche altra domanda :

Dottor Santocito , lei mi dice questo:
La sua terapia può essere iniziata per motivi diversi, ma <oggi> mi sembra abbastanza chiaro che fra i suoi problemi spicchi l'ossessività. Che non è stata curata a dovere oppure - anche se detesto pensarlo - che potrebbe essere stata amplificata o fatta emergere da una terapia che l'ha portata a riflettere troppo su se stessa e a mettere in dubbio e in discussione troppe cose.
In che modo l può aver sbagliato questa terapia?
Per il mio caso, dove il malessere era un qualcosa di vecchio e ormai esistenziale non vedevo altro approccio adatto al mio caso, se avessi pensato solo al momento mi sarebbe rimasto quel senso di malessere legato a vissuti e rivendicazioni passate , oltre che ai vari blocchi che ho.

Un danno però lo vedo quando sento di ragionare troppo da " psicologa", cioè ho proprio acquisito un modo di vedere la realtà così e anche il mio linguaggio ne risente.si potrebbe riassumere tutto dicendo che sta utilizzando un meccanismo di difesa ben preciso: l'intellettualizzazione.


Dottoressa Camplone in riferimento a ciò:
"Da cosa si sta difendendo spostando l'attenzione su dilemmi pseudoscientifici come se ci fosse una risposta valida per tutti e che rappresenterebbe la panacea per ogni disagio.
In realtà tu ha bisogno di fare il "tuo" percorso che non è solo di esplorazione ma sopratutto di sperimentazione di un'esperienza che ti consenta di entrare in contatto profondo con te stessa e con i tuoi bisogni."

Vero , è sicuramente una difesa e mi riconosco in quanto dice ma non riesco a debellarla, cioè è come se la mia mente pensa questo e basta e anche se so quello che dovrei fare non sento le cose giuste per andare avanti. Mi sento passiva, non c'è azione, non c'è la spinta a vedere il meglio nella risoluzione ma il contrario.

Per di più essendo egosintonica non sento come 2 malattia" il mio falso sé, ma sto male perché cmq mi reggo su un delirio che la mia mente ha creato e a cui crede ma starci male non significa avere la forza e la capacità di andare nella direzione giusta per fare ciò che dovrei fare se togliessi l'intelletualizzazione.


L'egosintonia è una resistenza o semplicemente un assenza di problema?


Non so se leggerete , in ogni caso grazie.





[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> In che modo l può aver sbagliato questa terapia?
>>>

Forse non è corretto parlare di "sbaglio", quanto di differenti premesse che sottostanno ai diversi approcci psicoterapeutici. Alcuni di questi sostengono che l'insight e rendere cosciente ciò che è "inconscio" siano indispensabili. Ma in alcuni casi, come potrebbe essere stato il suo, l'ossessività potrebbe essere stata:

>>> amplificata o fatta emergere da una terapia che l'ha portata a riflettere troppo su se stessa e a mettere in dubbio e in discussione troppe cose.
>>>

Le domande esistenziali vanno risolte, da un punto di vista strategico, disinnescando la domanda. Non cercando risposte. Chiunque si ossessioni a lungo su questioni per le quali non è possibile trovare risposte <certe>, non può che soffrirne.

>>> Un danno però lo vedo quando sento di ragionare troppo da "psicologa", cioè ho proprio acquisito un modo di vedere la realtà così e anche il mio linguaggio ne risente.si potrebbe riassumere tutto dicendo che sta utilizzando un meccanismo di difesa ben preciso: l'intellettualizzazione
>>>

Anche questo può essere stato un effetto secondario della troppa riflessione e del voler a tutti i costi ragionare su questioni che eludono l'ambito della ragione.

Forse non è stata la terapia "sbagliata", solo inadatta al suo tipo di disturbo.

[#13]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Grazie ancora dottore. Anche in questo caso non so dire se era davvero meglio un'altra terapia, di sicuro per il punto in cui sono arrivata con una terapia del profondo preferirei di gran lunga stare come stavo prima.

Avevo un mio equilibrio seppur precario. Rompere quell'equilibrio,seppur precario, a questo pezzo, per me la spesa non è valsa la candela. Prefirei tornare anoressica e sognatrice , piuttosto che essere sì consapevole risvegliata ma depressa e spenta alla vita, in un tunnel irreversibile e depressivo.
Di questo ho molto da contestare ad una terapia, perché il paziente si aspetta molto altro, si aspetta di uscirne risolto e soprattutto felice.

Un 'altra domonda gliela farei?

Cosa pensa lei di queste resistenze ed egositnonia.
A dir il vero io a volte non le distingue perchè sto male sapendo quali sono i mie problemi "latenti" e spesso manco latenti ma evidenti e mi portano una serie di circostanze spiacevoli , ma per me sono modi di fare che sento miei e che , per rabbia o troppa sofferenza , non riesco a problematizzare, è come se risolvere il mio narcisismo - ho anche questo nella diagnosi - non mi piace, ma sto male allo stesso tempo perché so di essere una Peter Pan e di vivere relazione scadenti e di autosabotarmi.
[#14]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Cosa pensa lei di queste resistenze ed egositnonia
>>>

È abbastanza semplice.

Per definizione, un disturbo è egosintonico quando non fa soffrire il suo portatore, bensì chi gli sta accanto.

Cosa che nel suo caso non mi pare si possa dire: lei stessa sta riconoscendo e denunciando una sofferenza.

Quindi non è probabilmente corretto parlare di egosintonia, quanto piuttosto di resistenze ad abbandonare vecchi modelli di pensiero e comportamento disfunzionali. Oppure di passata terapia inefficace, o entrambe le cose.

[#15]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Ho capito Dottore,la ringrazio per avermi dato degli spunti di riflessione e maggiore chiarezza anche su quest'ultimo punto. Non mi era molto chiaro. Le resistenze me le riconosco purtroppo, ma pare che non riesco a gestirle io con la volontà, cioè sono cose che mi scattano da dentro così, come il sonno quando penso di cambiare ecc.
Mi piacerebbe però che prima o poi si sbloccano e posso tornare sulla buona via.

Grazie !
[#16]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> pare che non riesco a gestirle io con la volontà, cioè sono cose che mi scattano da dentro così, come il sonno quando penso di cambiare
>>>

La psicoterapia non è questione di volontà.

Ogni forma di terapia si basa su alcuni punti essenziali e quelle attive e prescrittive, come la comportamentale e la strategica, ad esempio, partono dal comportamento. Le abitudini e i modelli disfunzionali di pensare, sentire e reagire si cambiano più agevolmente partendo dal comportamento, piuttosto che ragionandoci su.

Sempre da un punto di vista strategico, è chiaro.

Ma del resto anche la psicoanalisi, con Alexander, ha riconosciuto l'importanza delle cosiddette esperienze emozionali correttive, ovvero di quelle situazioni che persuadono la persona a sentire ed esperire in modo diverso le circostanze prima vissute come problematiche. In terapia strategica si cerca proprio di favorire tali esperienze correttive nel paziente.

Le faccio molti auguri

[#17]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Quindi se la terapia non è questione di volontà e quel sonno fa sempre da ostacolo automatico e involontario, significa che le mie resistenze inconsce hanno preso il sopravvento e non posso fare nulla?

L' unica soluzione sarebbe metterci una pietra su e tentare di correggere alcuni comportamenti con la terapia breve strategica?

Rispetto i vari approcci ma , non so, io avrei voluto risolvere e sciogliere quel immenso malessere interiore che mi porto dietro da una vita,non solo correggere un comportamento che ,per carità, sarebbe anche opportuno fare.

Il problem dell'egosintonia mi nasce perchè, anche se sto male ,mi piace conservare quei tratti di "grandiosità " e distacco dalle relazioni". Riflettendoci sempre più su però,è come dice Lei Dottore,arrivata a questo punto , sapendolo e standoci mali, si tratta solo di resistenze. e fare il passo successivo.

Grazie mille dottore. Avrà capito che sono logorroica e non sono per la sintesi.

Ancora grazie per i " molti" auguri, in effetti me ne servono tanti.

Buone feste e buon lavoro anche a lei.


[#18]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Da parte mia invece mi scuserà, ma non posso esimermi dall'essere sintetico.

L'approccio strategico è costruito apposta per aggirare le resistenze, evitando di scontrarsi con esse.

Partire dai comportamenti non vuol dire affatto ottenere effetti meno "profondi" o "non sciogliere" eventuali nodi. Al contrario, tutto ciò che apprendiamo e ci portiamo dietro tutta una vita parte sempre dai comportamenti. Ciò vale anche per il cambiamento.

Per arrivare al fondo occorre sempre partire dalla superficie.

[#19]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le Utente,
sull'egosintonia le ha già risposto il Collega quindi non aggiungo altro.


"Prefirei tornare anoressica e sognatrice , piuttosto che essere sì consapevole risvegliata ma depressa e spenta alla vita, in un tunnel irreversibile e depressivo."

La consapevolezza che ha sviluppato è una risorsa indispensabile per proseguire il processo di cambiamento avviato, ora si tratta di allearsi con se stessa, sospendendo qualsiasi giudizio su di sé, concedendosi la possibilità di esplorare le proprie sensazioni (ad esempio: "mi sento spenta"), perché probabilmente hanno qualcosa da raccontare che mi riguarda.
Naturalmente si tratta di un processo di elaborazione che richiede la possibilità di entrare in relazione diretta con uno psicoterapeuta che possa facilitarla in questa direzione.
La sofferenza non è un nemico da evitare ma una preziosa opportunità se ci diamo la possibilità di ascoltarla.
[#20]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Vi ringrazio di nuovo molto per le risposte ma vorrei cogliere l'occasione , prima di salutarvi, di specificare meglio questo mio malessere con l'egosintonia e/o resistenze.
A volte mi sembra chiaro, altre no.

Ciò che non mi torno è che sono io stessa a sentirmi in un automatismo in cui anche se ho consapevolezza la soluzione è il problema e il problema diventa il mio benessere, cioè mi fa male perdere quella che sono ora ma allo stesso tempo sto male perché so che non sarebbe giusto restare così e fermarmi adesso.
Per esempio:

Non mi va di amare,di avere relazioni profonde ma allo stesso tempo ne ho bisogno .
Non voglio crescere e avere responsabilità
Non voglio più capire chi sono io perché preferisco essere finta e grandiosa che me stessa ma persona comune.
Ci vuole troppo tempo e troppa sofferenza.
Paura che di essere delusa dal cambiamento o di stare sempre male anche per altri problemi nuovi dopo essere guarita
Si tratta sempre di egosintonia?
A volte vedo il problema a volte mi sembra di dovermelo inventare.

Vi ho risposto anche questa volta con un po di ritardo.
Ancora grazie.




[#21]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
No, si tratta di paura.

Dove c'è paura non può esserci piacere. Questa è la regola.

Il disturbo ossessivo è un disturbo d'ansia, cioè timore che qualcosa di brutto possa avvenire. Perciò, finché lei non farà una scelta di campo e deciderà di buttare il cuore oltre l'ostacolo, resterà ostaggio delle sue paure.

Il suo è un vantaggio secondario dato dal disturbo. L'ansioso sceglie <l'illusione> di sicurezza al piacere. L'egosintonico non soffre e non scrive su Medicitalia, soffrono e scrivono quelli che gli stanno d'attorno. "Dottore, come potrei aiutare quella persona?" Non mi sembra proprio il suo caso.

Ho una brutta notizia da darle: alcune persone non scelgono mai di cambiare e continuano a soffrire in modo tollerabile per tutta la vita. I cambiamenti veri avvengono solo dopo aver toccato il fondo, quando si è arrivati alla frutta.

Evidentemente a lei ancora questo non è successo.

[#22]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Rispondo con ritardo perché ero fuori città.

Mi scusi dottore, ma se la sicurezza è un illusione e nella vita le cose brutte accadono ed esistono come si fa a vivere senza controllo e con questo senso di incertezza e caducità?
Io non tollero minimamente questo pensiero, preferisco allora incapsularmi nello stato irreale della meditazione piuttosto che essere nel reale, o, inconsciamente , preferisco il beneficio secondario.
Mi sento senza via di scampo in questo vita, mi sembra invivibile, letteralmente insostenibile. Non mi sento all'altezza della vita e di me stessa, di chi sono io, troppe aspettative, troppe illusioni, troppo grandiosità.
Mi sento una goccia inutile e impotente nell'oceano.
In realtà penso che dopo il fondo ci può essere anche il suicidio.

Mi sento frustrata e in una situazione indicile e inenarrabile,mi creda.

Quello che ho perso e che devo elaborare è una fonte di dolore estremo, sento tutto molto faticoso , la vita in fondo lo sarà sempre, faticosa, anche dopo essere guarita, credo, o forse è più semplice e io non ne ho ancora colto il segreto e la ricetta giusta. O forse , semplicemente sono troppo fragile e poco coraggiosa.
Eppure un tempo ero guerriera e combattiva, oltre che inconsapevole, non solo della portata dei miei problemi ma anche della realtà della vita.

La ringrazio ancora una volta, Dottore.
Buon lavoro.




[#23]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Come ho detto, quando non c'è voglia di cambiare la psicoterapia può fare poco.

>>> ma se la sicurezza è un illusione e nella vita le cose brutte accadono ed esistono come si fa a vivere senza controllo e con questo senso di incertezza e caducità?
>>>

Le persone non ansiose lo fanno. E vanno avanti, un giorno dopo l'altro.

Ma se lei certi pensieri non è disposta a tollerarli, qualunque discussione dal punto di vista terapeutico ha poco senso.

Il suicidio è un atto che gli ansiosi meditabondi di solito non compiono, perché richiede coraggio.

L'esito più probabile in questi casi è continuare a soffrire ma non troppo, quel tanto che basta per far stare male, ma non a sufficienza per spingere a cambiare.

[#24]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Infatti ho paura del suicidio e di cosa c'è dopo la morte, quindi eviterei. Sono d'accordo quando dice che anche per il suicidio ci vuole coraggio,mai pensato che chi lo fa è solo un codardo.

Mi sembra di capire che alla fine questa volontà e questo coraggio devono venire solo da me . Forse solo allora si riavvierà il processo terapeutico.

Dottor Santocito,la ringrazio per le sue risposte e la sua disponibilità , grazie anche alla Dottoressa Camplone.

Un consulto, nel suo piccolo, apre sempre qualche spiraglio .
Ancora grazie e buon lavoro.
[#25]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
La disponibilità a chiedere aiuto nonostante la paura e la demotivazione può fare la differenza, altrimenti c'è il rischio di alimentare la chiusura in se stessi e l'autocommiserazione.
In bocca al lupo.
[#26]
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Grazie Ancora Dottoressa,
e crepi il lupo!