Ricostruire la fiducia dopo un tradimento
Gentili dottori, sono spostata da 12 anni con mio marito e siamo insieme da 20. Abbiamo due figlie, i nostri amori. Qualche anno fa lui ha conosciuto una ragazza sull'autobus che lo porta al lavoro. È nato un rapporto di amicizia, si sono scambiati i numeri di telefono e poi me l'ha anche presentata. Lei all'epoca era fidanzata e siamo anche usciti in quattro o con altri amici. Tutto però è cambiato circa un anno fa... mio marito e questa ragazza si sono sempre scritti via chat, senza che ci fosse qualche segnale che la situazione stesse cambiando. Finché una sera mio marito mi ha confessato che non riusciva a smettere di chattare con lei e che la cosa gli stava sfuggendo di mano. Io ho cercato di capire dicendogli che avrebbe dovuto smettere di sentirla, ma lui ha continuato. Dopo qualche mese mi ha detto che una delle volte in cui si sono visti lui aveva cercato di baciarla e lei si era ritratta. Io gli ho fatto una scenata e gli ho proposto di rivolgerci a uno psicologo per capire cosa stava succedendo. Abbiamo iniziato il percorso psicologico e credevo che stessimo sulla buona strada per risolvere i nostri problemi. In realtà era tutto falsato, perché lui intanto non solo ha continuato a sentire l'altra, ma si sono visti e sono andati a letto insieme. Non mi ha detto nulla perché non aveva il coraggio, ma l'ha confessato alla psicologa che ovviamente non ha potuto dire niente. Dopo quasi un anno di terapia, la dottoressa ha interrotto le sedute momentaneamente... Tutto questo da settembre fino a maggio dell'anno successivo più o meno... ad agosto ho scoperto controllando il cellulare di mio marito che non solo si era risentito con lei, ma che addirittura lei lo chiamava amore... non ci ho visto più e gli ho sbattuto la mia rabbia in faccia... al che lui mi ha confessato tutto. È stata una bella botta per me... ancora adesso ho delle crisi di pianto e mi sento depressa... ho deciso di perdonarlo, anche se so che è impossibile dimenticare. Mi fa ancora molto male l'idea che lui mi abbia fatto questo e a volte è un'ossessione. Io vorrei superare questo trauma e tornare a fidarmi di lui, ma ancora non ci riesco. Lui dice che mi ama e che quando mi ha tradita l'ha fatto perché pensava di essere innamorato... io mi sono sentita umiliata, messa da parte, ignorata... come può una persona dire di amarti se ha il coraggio di farti questo? cosa resta di noi? io lo amo e non mollerò... ho paura che lui possa ricascarci, che fosse davvero innamorato e che io non sia più la donna della sua vita... come faccio a fidarmi? lui mi ha detto più volte che inizialmente è rimasto per le bambine, poi si è reso conto che mi ama e una volta che è stato scoperto ha chiuso immediatamente con l'altra. Io la odio così profondamente come non ho mai odiato nessuno in vita mia. Con lui invece sono molto arrabbiata e cerco di concentrarmi su me stessa, riprendendomi quella me stessa che avevo lasciato in un angolo per fare la moglie e la mamma...
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gentile signora in questi casi e vie da seguire sono solamente due o ci si lascia o si perdona e si continua come se nulla fosse successo. tirare avanti una coppia con rabbia, sfiducia o risentimento non fa altro che logorarla e distruggerla ancor di più.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1726-risarcimento-emotivo-quando-nella-coppia-chiedere-scusa-non-basta.html
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Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gentile dottore,
La ringrazio molto per la sua risposta. Ho letto con attenzione l'articolo che mi ha proposto. Sono consapevole che le strade tra cui scegliere sono quelle e che sia inutile vendicarsi, sia ripagando con la stessa moneta, sia chiedendo appunto un risarcimento emotivo. Ho deciso di perdonare mio marito, ma forse ancora non sono pronta. I sentimenti di rabbia, dolore e sconforto ogni tanto si fanno sentire, ma ci sono anche dei momenti in cui tutto sembra essere come prima. Il problema è che io ho paura a fidarmi di nuovo di lui, che in realtà lui abbia solo accantonato i suoi sentimenti per l'altra e che si sia imposto di stare con me, perché mi vuole bene e abbiamo condiviso una vita insieme e una famiglia... il nostro rapporto adesso è tra alti e bassi, ma non vedo più lo slancio di un tempo... forse è fisiologico e ci serve tempo. Non so cosa pensare
La ringrazio molto per la sua risposta. Ho letto con attenzione l'articolo che mi ha proposto. Sono consapevole che le strade tra cui scegliere sono quelle e che sia inutile vendicarsi, sia ripagando con la stessa moneta, sia chiedendo appunto un risarcimento emotivo. Ho deciso di perdonare mio marito, ma forse ancora non sono pronta. I sentimenti di rabbia, dolore e sconforto ogni tanto si fanno sentire, ma ci sono anche dei momenti in cui tutto sembra essere come prima. Il problema è che io ho paura a fidarmi di nuovo di lui, che in realtà lui abbia solo accantonato i suoi sentimenti per l'altra e che si sia imposto di stare con me, perché mi vuole bene e abbiamo condiviso una vita insieme e una famiglia... il nostro rapporto adesso è tra alti e bassi, ma non vedo più lo slancio di un tempo... forse è fisiologico e ci serve tempo. Non so cosa pensare
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Gent.le Sig.ra,
non è chiaro come mai le sedute di psicoterapia di coppia siano state sospese e se al momento proseguono.
Il perdono non è una decisione. ma un processo che passa attraverso un percorso che coinvolge l'altro, è necessario che entrambi siate disposti a "mettervi in gioco".
Il tradimento non arriva mai per caso in una relazione di coppia ma, quasi sempre per quanto brutale e doloroso, è un evento che "squarcia il velo" dell'opacità che si è creata nella relazione con il partner.
Il tradimento offre l'opportunità di guardare in faccia quella vulnerabilità che si è instaurata nella relazione di coppia e avviare un processo di cambiamento in cui nulla viene dato per scontato.
Naturalmente si tratta di un percorso che implica l'intervento di uno psicoterapeuta che crei le condizioni favorevoli e, sopratutto, offra uno spazio di espressione, di contenimento e di elaborazione delle emozioni che affiorano e che alimentano copioni relazionale disfunzionali e dannosi.
non è chiaro come mai le sedute di psicoterapia di coppia siano state sospese e se al momento proseguono.
Il perdono non è una decisione. ma un processo che passa attraverso un percorso che coinvolge l'altro, è necessario che entrambi siate disposti a "mettervi in gioco".
Il tradimento non arriva mai per caso in una relazione di coppia ma, quasi sempre per quanto brutale e doloroso, è un evento che "squarcia il velo" dell'opacità che si è creata nella relazione con il partner.
Il tradimento offre l'opportunità di guardare in faccia quella vulnerabilità che si è instaurata nella relazione di coppia e avviare un processo di cambiamento in cui nulla viene dato per scontato.
Naturalmente si tratta di un percorso che implica l'intervento di uno psicoterapeuta che crei le condizioni favorevoli e, sopratutto, offra uno spazio di espressione, di contenimento e di elaborazione delle emozioni che affiorano e che alimentano copioni relazionale disfunzionali e dannosi.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#5]
Utente
Gentili dottori,
Vi ringrazio molto per le cortesi risposte...
La terapia è stata interrotta, perché la dottoressa ha ritenuto fosse meglio lasciarci tempo per fare emergere la verità.
In poche parole io conoscevo la storia solo a metà, mio marito non mi aveva confessato tutto, ma aveva raccontato i dettagli durante una seduta individuale. La psicologa ovviamente gli ha detto che avrebbe dovuto raccontarmi tutto e che sarei poi stata io a decidere. Lui non l'ha fatto e lei ha deciso di sospendere le sedute di coppia. Ad agosto dopo la scoperta di tutto il resto della storia l'ho richiamata e ho deciso di andare da lei, ma da sola soprattutto per sfogo e poi mio marito ha deciso di non voler proseguire... di comune accordo abbiamo deciso con la dottoressa che a gennaio (lei sta per andare in maternità) ci saremmo risentite per vedere come continuare.
Io intanto vorrei capire quali possano essere le strategie per non avere più pensieri ossessivi e crisi di pianto (molto più sporadiche).
Vi ringrazio molto per le cortesi risposte...
La terapia è stata interrotta, perché la dottoressa ha ritenuto fosse meglio lasciarci tempo per fare emergere la verità.
In poche parole io conoscevo la storia solo a metà, mio marito non mi aveva confessato tutto, ma aveva raccontato i dettagli durante una seduta individuale. La psicologa ovviamente gli ha detto che avrebbe dovuto raccontarmi tutto e che sarei poi stata io a decidere. Lui non l'ha fatto e lei ha deciso di sospendere le sedute di coppia. Ad agosto dopo la scoperta di tutto il resto della storia l'ho richiamata e ho deciso di andare da lei, ma da sola soprattutto per sfogo e poi mio marito ha deciso di non voler proseguire... di comune accordo abbiamo deciso con la dottoressa che a gennaio (lei sta per andare in maternità) ci saremmo risentite per vedere come continuare.
Io intanto vorrei capire quali possano essere le strategie per non avere più pensieri ossessivi e crisi di pianto (molto più sporadiche).
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"La terapia è stata interrotta, perché la dottoressa ha ritenuto fosse meglio lasciarci tempo per fare emergere la verità."
Gent.le Sig.ra,
il nostro compito non è quello di suggerire come comportarsi ma quello di facilitare il processo di cambiamento attraverso la condivisione dei rispettivi vissuti all'interno dello spazio protetto della relazione terapeutica.
Dopo un'interruzione del percorso di coppia incontrare solo uno dei due partner non è funzionale e tanto meno chiedere alla coppia di "aspettare" a causa dell'imminente maternità.
Mi spiace dirlo ma ci sono una serie di aspetti discutibili nelle scelte della collega, quando non siamo in grado di prendere in carico una richiesta è nostro dovere indicare un collega di fiducia al quale inviare i pazienti.
Infine i pensieri ossessivi e le crisi di pianto sono segnali di disagio che non vanno gestiti o aggirati, è necessario verificare se ci sono le premesse per riprendere il percorso terapeutico con uno psicoterapeuta che possa garantirvi disponibilità immediata e continuità nelle sedute.
Gent.le Sig.ra,
il nostro compito non è quello di suggerire come comportarsi ma quello di facilitare il processo di cambiamento attraverso la condivisione dei rispettivi vissuti all'interno dello spazio protetto della relazione terapeutica.
Dopo un'interruzione del percorso di coppia incontrare solo uno dei due partner non è funzionale e tanto meno chiedere alla coppia di "aspettare" a causa dell'imminente maternità.
Mi spiace dirlo ma ci sono una serie di aspetti discutibili nelle scelte della collega, quando non siamo in grado di prendere in carico una richiesta è nostro dovere indicare un collega di fiducia al quale inviare i pazienti.
Infine i pensieri ossessivi e le crisi di pianto sono segnali di disagio che non vanno gestiti o aggirati, è necessario verificare se ci sono le premesse per riprendere il percorso terapeutico con uno psicoterapeuta che possa garantirvi disponibilità immediata e continuità nelle sedute.
[#7]
Utente
Gentile dottoressa,
forse non mi sono espressa bene. Lei non ha mai detto che doveva emergere la verità quando ha diradato le sedute.
Io ho creduto che quello che stavamo facendo erano delle sedute volte a ricostruire il rapporto di coppia. Tutto sembrava andare nel verso giusto, ma in realtà mio marito pur partecipando alle sedute ha ricominciato a sentire l'altra. La psicologa mi ha detto dopo che se non veniva fuori la verità era tutto falsato e inutile. Io sono tornata da lei quando ho scoperto tutto, perché avevo bisogno di essere ascoltata. Lei in realtà ha sentito solo me perché sono stata io a chiederglielo. Inoltre noi le abbiamo fatto presente che non potevamo sostenere le spese per ancora altro tempo e che quindi eravamo costretti a fermarci almeno finché la situazione non migliorava economicamente. Io vorrei riprendere le sedute, magari anche con un altro psicoterapeuta, ma mio marito non ci crede molto... intanto io continuo a passare da giorni in cui mi sento bene e positiva ad altri invece in cui mi riaffiorano i pensieri e i dubbi. Non ho intenzione di lasciarlo, ma mi rendo conto che qualora scoprissi che in realtà non abbia smesso di sentirla il nostro matrimonio sarebbe finito...
forse non mi sono espressa bene. Lei non ha mai detto che doveva emergere la verità quando ha diradato le sedute.
Io ho creduto che quello che stavamo facendo erano delle sedute volte a ricostruire il rapporto di coppia. Tutto sembrava andare nel verso giusto, ma in realtà mio marito pur partecipando alle sedute ha ricominciato a sentire l'altra. La psicologa mi ha detto dopo che se non veniva fuori la verità era tutto falsato e inutile. Io sono tornata da lei quando ho scoperto tutto, perché avevo bisogno di essere ascoltata. Lei in realtà ha sentito solo me perché sono stata io a chiederglielo. Inoltre noi le abbiamo fatto presente che non potevamo sostenere le spese per ancora altro tempo e che quindi eravamo costretti a fermarci almeno finché la situazione non migliorava economicamente. Io vorrei riprendere le sedute, magari anche con un altro psicoterapeuta, ma mio marito non ci crede molto... intanto io continuo a passare da giorni in cui mi sento bene e positiva ad altri invece in cui mi riaffiorano i pensieri e i dubbi. Non ho intenzione di lasciarlo, ma mi rendo conto che qualora scoprissi che in realtà non abbia smesso di sentirla il nostro matrimonio sarebbe finito...
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Gent.le Sig.ra,
purtroppo la comunicazione on line a volte genera qualche equivoco.
La discontinuità in psicoterapia non è funzionale è spesso si sottovalutano i "costi" che implica non concedersi l'opportunità di affrontare i nodi da sciogliere.
A questo punto sarebbe importante confrontarsi con suo marito e arrivare ad assumersi le rispettive responsabilità sulle modalità con le quali proseguire e/o interrompere la relazione di coppia.
In realtà affrontare la terapia di coppia non implica che non si possa arrivare ad una separazione, al contrario, nulla viene dato per scontato. L'importante è verificare se è possibile mettersi in connessione emotiva con l'altro a partire dalla rabbia o dalle emozioni che proviamo nel "qui ed ora", per questo è necessario uno spazio strutturato (la relazione terapeutica), all'interno del quale entrambi i partner possano sentirsi protetti nel mettere a nudo la propria vulnerabilità.
purtroppo la comunicazione on line a volte genera qualche equivoco.
La discontinuità in psicoterapia non è funzionale è spesso si sottovalutano i "costi" che implica non concedersi l'opportunità di affrontare i nodi da sciogliere.
A questo punto sarebbe importante confrontarsi con suo marito e arrivare ad assumersi le rispettive responsabilità sulle modalità con le quali proseguire e/o interrompere la relazione di coppia.
In realtà affrontare la terapia di coppia non implica che non si possa arrivare ad una separazione, al contrario, nulla viene dato per scontato. L'importante è verificare se è possibile mettersi in connessione emotiva con l'altro a partire dalla rabbia o dalle emozioni che proviamo nel "qui ed ora", per questo è necessario uno spazio strutturato (la relazione terapeutica), all'interno del quale entrambi i partner possano sentirsi protetti nel mettere a nudo la propria vulnerabilità.
[#9]
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio molto, cercherò di seguire il suo consiglio. Intanto questa storia ci ha fatto riflettere molto su noi stessi e sul nostro rapporto. E come dice lei si è squarciato un velo, è stata solo la punta di un iceberg... la comunicazione tra noi non era più efficace, molte cose non dette e troppi litigi non fatti... ora sembra che parliamo di più, lo sento più vicino ma non so se questa è la strada giusta... ho paura di ricadere nello stesso circolo vizioso che ci ha portato a questo e soprattutto di non riuscire a superare questo trauma, o almeno ad accettarlo...
La ringrazio ancora una volta
La ringrazio molto, cercherò di seguire il suo consiglio. Intanto questa storia ci ha fatto riflettere molto su noi stessi e sul nostro rapporto. E come dice lei si è squarciato un velo, è stata solo la punta di un iceberg... la comunicazione tra noi non era più efficace, molte cose non dette e troppi litigi non fatti... ora sembra che parliamo di più, lo sento più vicino ma non so se questa è la strada giusta... ho paura di ricadere nello stesso circolo vizioso che ci ha portato a questo e soprattutto di non riuscire a superare questo trauma, o almeno ad accettarlo...
La ringrazio ancora una volta
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 11.3k visite dal 19/11/2016.
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