Madre che ha subito dei soprusi

salve, sono figlio di una madre che ha subito dei "traumi", me lo ha raccontato lei, dalla sorella, durante la loro adolescenza. La sorella è più grande. L'ha obbligata a seguire dei percorsi di vita che non le sono piaciuti, non le piacevano insomma. Io mi sento che durante la mia crescita sono stato condizionato dallo stesso sentimento, ora io non so in che modo, perché provavo empatia per mamma o non ero abbastanza autonomo per dire come la pensavo. Sono in cura da un bravo psicoanalista da quattro anni ormai e prendo neurolettico da altrettanti. I miei problemi sono iniziati all'età di 18. con sintomi di psicosi. Come posso, anzi, la mia domanda è, posso riuscire a superare gli argini al fiume della mia vita? Legati, questi, indissolubilmente a una vita di sacrifici e rapporti "strani" nella famiglia di mamma? considerate che abitiamo nella stessa casa di nonna, io a un piano, nonna a un altro e, mia zia, ogni tanto, che ha il suo piano, ci viene a trovare. mia mamma le chiedo se sta bene, io sono succube di questa situazione, lei mi dice che ora lei non ha problemi. Io, comunque, in questa situazione ci sono cresciuto, e non è giusto che "io" ne paghi le conseguenze. Se avete qualche suggerimento per me è ben accetto :) Sera. La vita è difficilissima.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, dispiace sentire come problemi, conflitti vengano trasmessi da una generazione all'altra. Per fortuna Lei è seguito da uno psicoanalista e le cose vanno già meglio..Cosa fa nella sua vita , studia, lavora, quali concrete aspettative sente di avere per il suo futuro.?
Secondo me è importante avere dei sogni, dei progetti che ci aiutino a superare il qui ed ora, soprattutto quando il qui ed ora non ci fa sentire liberi e positivi..E' bello e importante il suo legame con la mamma , ma non è bene viverlo come qualcosa che tiene Lei vincolato alla situazione di sempre..mi domando se non sia possibile che Lei abbia degli stacchi, l'università, un corso specialistico da
frequentare, cosa le suggerisce il suo psicoanalista..?
Mi rendo conto che tutto è anche legato all'aspetto economico della vita, quando avrà i suoi soldi potrà pensare anche di andare a vivere da solo, pur sempre affettivamente presente nella vita della mamma..
Ma questa mamma, dolce e fragile, sembra,
non si fa aiutare da nessuno , non si ribella..?
Sento un'aria immobile , di stagnazione, di rabbia fredda nelle sue parole, provi a pensare come si può fare per uscirne , perchè da queste dinamiche di potere si può liberarsi se lo si vuole davvero..
Ci riscriva e ci parli di sè, di voi, restiamo in ascolto, potremo aiutarla meglio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
cara dottoressa, purtroppo non so cosa fare nel mio futuro. non sto più studiando, avevo interrotto per i miei problemi di salute e non riesco a trovare lavoro. Il mio analista mi suggerisce di tenermi impegnato, lavorare, fare "qualcosa", ma non riesco a prendere impegni al 100%, cioè che mi impegnino al 100% perché ho paura che poi ci posso stare male dopo, per il troppo stress, perché mi è già successo in passato. Ho dato il massimo e poi, sono caduto. Quindi è una situazione, un po' , di "stasi". La cosa migliore sarebbe effettivamente vivere da solo, perché mi sento grande a sufficienza per farlo, soprattutto è una esperienza che ho già fatto, e che mi faceva stare, per certi aspetti, molto meglio di come sto ora. Mamma né si rende conto di come è, ritengo sia narcisista, appunto, inoltre se litigo con lei, mio padre mi si rivolta contro, mia nonna pure, tutta la casa e la famigia sua, che ci sta, mi si rivolta contro. Solo mia zia, ecco, mi aiuta nei momenti di difficoltà. Penso spesso al suicidio come unico mezzo per liberarmi di questa lotta continua e di tutti i giorni. Spero possiate darmi un consiglio. Saluti
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Carissimo, sono contenta di risentirla, le consiglio di farsi aiutare, si rivolga al Consultorio , parli della situazione con loro, è la relazione familiare che è distorta, le pare ? sembra proprio di sì, bene, loro, il Consultorio che è uno staff di specialisti, sono lì apposta per questi casi complessi dove l'infelicità gira come in una cinghia di trasmissione, meno male che ha il suo analista che l'aiuta , ma qui si tratta di gestire un sistema complesso una cinghia di trasmissione DELL'ANGOSCIA, e da solo non può farcela.. cerchi di lavorare , provi , con serietà , ma senza eccessivi fanatismi.. il meglio è nemico del bene.. non vorrà restare economicamente dipendente da tutta la famiglia.. i soldi, i propri soldi sono fonte di ...libertà e sicurezza. Mi ascolti però.. e non dica subito che è impossibile farcela ..!
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Utente
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le sue parole, dr fregonese, mi hanno dato coraggio. Mio padre ha detto che, solo, o con mia madre, andrà a parlare con l'analista. avevamo parlato da tempo di questa possibilità. ovviamente io non ci sarò. per non rovinare il setting. spero che questa soluzione possa portare beneficio..lei cosa ne pensa? altrimenti, lunedì andrò al consultorio, per parlare di questa situazione disagiata. grazie per la risposta.
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Utente
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cara dottoresssa, buongiorno, ho bisogno ancora una volta del suo aiuto, che mi è stato molto utile l'ultima volta. Il mio analista mi ha detto di non spaventarmi, e di non farmi prendere dall'angoscia, allorché noto che accade in me un meccanismo che si chiama regressione. E finalmente ho dato un nome al malessere fisico e a quel "tornare indietro" che avvertivo e avverto si può dire fin dalla mia infanzia, e nonostante il quale io ho continuato la mia crescita nella vita e il mio sviluppo; "parallelamente" ad esso, si può dire. Affrontare la vita ora essendone consapevole è diverso, io penso che, con il cambiare di alcune "situazioni", come il vivere da solo, riuscirò a gestire meglio la cosa. Cosa pensa che posso fare attivamente ora per cambiare o cmq "convivere con questa situazione"? I miei andranno a parlare con l'analista in questi giorni, sintomo che hanno capito il mio disagio. Spero possa cambiare le cose. Io, per intanto, devo capire se questa situazione è patologica o normale, e come intervenire. Grazie dottoressa e a quanti vogliano rispondermi.
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Utente
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da notare che queste regressione in me prendono la via anche di somatizzazioni, con crampi allo stomaco, vomito..ecc.ecc.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Carissimo, vedo con piacere che alcuni passi avanti sono stati fatti, è importante che i suoi genitori si siano resi conto che bisogna cambiare qualcosa in questa statica relazione familiare..
Ha avuto un'infanzia, una giovinezza dura , è comprensibile che tanti momenti, pensieri del passato , a tratti, in qualche momento , possano riaffacciarsi,farle male , preoccuparla, farla arrabbiare anche e che ci siano delle somatizzazioni,,, allora lei dovrebbe, credo dirsi , questa cosa è passata, superata e pensare fattivamente ai ..suoi progetti di vita , di lavoro..crearsi gli strumenti per poter essere libero è fondamentale, solo Lei può far questo per il ragazzo infelice e intelligente che è stato ed è.. coraggio , cominci da piccoli passi concreti.. noi da qui non possiamo fare molto , il suo analista potrebbe certo aiutarla e il consultorio darle una mano poichè conosce le risorse del territorio..
Auguri davvero, per tutta la sua vita..