Paura della morte
Buongiorno a tutti,
scrivo per cercare di capire/risolvere una paura che mi sta condizionando la vita...
La mia paura riguarda la morte, non propriamente il decesso in se ne la sofferenza che potrebbe precederlo, ma la concezione di "nulla eterno" che, nella mia mente, segue a questo avvenimento.
Il nulla mi terrorizza, a volte lo percepisco come un luogo buio e freddo, altre volte cerco di distogliere il pensiero perché l'angoscia che sale in me è così forte che, se mi lasciassi andare, mi annienterebbe.
Ho sempre avuto una curiosità innata che mi ha portata a chiedermi cosa ci fosse "dopo" fin da piccola.
Le risposte che mi sono arrivate sono state tante, da quelle religiose a quelle laiche, ma nessuna ha placato la mia paura...paradossalmente quella che mi ha terrorizzato maggiormente è stata la risposta di mio padre: "cosa c'era prima che tu nascessi? ecco, quello ci sarà anche dopo"
Ho scritto che questa paura mi condiziona la vita...in realtà non ci penso proprio tutti i giorni ma, un altro aspetto che non capisco, è perché riaffiora spesso quando mi sento felice, quasi a ricordami che devo morire (come nel famoso film di Troisi...)
scrivo per cercare di capire/risolvere una paura che mi sta condizionando la vita...
La mia paura riguarda la morte, non propriamente il decesso in se ne la sofferenza che potrebbe precederlo, ma la concezione di "nulla eterno" che, nella mia mente, segue a questo avvenimento.
Il nulla mi terrorizza, a volte lo percepisco come un luogo buio e freddo, altre volte cerco di distogliere il pensiero perché l'angoscia che sale in me è così forte che, se mi lasciassi andare, mi annienterebbe.
Ho sempre avuto una curiosità innata che mi ha portata a chiedermi cosa ci fosse "dopo" fin da piccola.
Le risposte che mi sono arrivate sono state tante, da quelle religiose a quelle laiche, ma nessuna ha placato la mia paura...paradossalmente quella che mi ha terrorizzato maggiormente è stata la risposta di mio padre: "cosa c'era prima che tu nascessi? ecco, quello ci sarà anche dopo"
Ho scritto che questa paura mi condiziona la vita...in realtà non ci penso proprio tutti i giorni ma, un altro aspetto che non capisco, è perché riaffiora spesso quando mi sento felice, quasi a ricordami che devo morire (come nel famoso film di Troisi...)
[#1]
Gentile Utente,
qual è di preciso la sua domanda?
qual è di preciso la sua domanda?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
La paura della morte o del nulla (?) che ne consegue e che la precede sono temi ansiosi piuttosto comuni. Le domande esistenziali possono diventare un tarlo ossessivo che corrode e rovina la serenità della persona.
Forse le farà piacere sapere che, a patto di essere motivati a uscirne, l'ansia come quella che la affligge si può superare piuttosto velocemente, se si è seguiti in modo opportuno.
Le anticipo però che uscire dal suo problema non consisterà nel trovare risposte, ma nello smettere di farsi la domanda. E andare avanti lo stesso, come fanno tante persone.
Forse le farà piacere sapere che, a patto di essere motivati a uscirne, l'ansia come quella che la affligge si può superare piuttosto velocemente, se si è seguiti in modo opportuno.
Le anticipo però che uscire dal suo problema non consisterà nel trovare risposte, ma nello smettere di farsi la domanda. E andare avanti lo stesso, come fanno tante persone.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Le chiedevo qual era di preciso la sua domanda perchè "cercare di capire/risolvere la paura della morte" non è una domanda alla quale è possibile rispondere da qui.
Per quanto riguarda il "capire" penso le sia già chiaro che è un tema esistenziale di enorme importanza, mentre per quanto riguarda il "risolvere" le possibilità sono due: o lei si concepisce come persona ansiosa/ossessiva, che rimugina eccessivamente su temi esistenziali sui quali si interrogano la maggior parte delle persone (e sui quali noi non abbiamo certo una risposta :) ) , e quindi cerca un'indicazione rispetto alla possibilità di effettuare un percorso psicologico/psicoterapeutico, oppure si considera una persona che semplicemente si interroga sui temi che, almeno una volta nella vita, tormentano tutti gli esseri pensanti.
In tal caso la risposta non può venire dalla Psicologia, ma ad es. dalla religione o dalla filosofia.
Se il suo scopo è non pensarci più la strada maestra è invece quella della psicoterapia, come le ha suggerito il dr. Santonocito.
Per quanto riguarda il "capire" penso le sia già chiaro che è un tema esistenziale di enorme importanza, mentre per quanto riguarda il "risolvere" le possibilità sono due: o lei si concepisce come persona ansiosa/ossessiva, che rimugina eccessivamente su temi esistenziali sui quali si interrogano la maggior parte delle persone (e sui quali noi non abbiamo certo una risposta :) ) , e quindi cerca un'indicazione rispetto alla possibilità di effettuare un percorso psicologico/psicoterapeutico, oppure si considera una persona che semplicemente si interroga sui temi che, almeno una volta nella vita, tormentano tutti gli esseri pensanti.
In tal caso la risposta non può venire dalla Psicologia, ma ad es. dalla religione o dalla filosofia.
Se il suo scopo è non pensarci più la strada maestra è invece quella della psicoterapia, come le ha suggerito il dr. Santonocito.
[#5]
Ex utente
Gentili Dottori,
purtroppo mi confermate quel che "temevo", e quindi che non solo, come dice il detto: "si muore soli" ma si affronta anche questo tema da soli :)
"Le anticipo però che uscire dal suo problema non consisterà nel trovare risposte, ma nello smettere di farsi la domanda."
La vedo dura perché purtroppo non rientra nella mia indole...
"In tal caso la risposta non può venire dalla Psicologia, ma ad es. dalla religione o dalla filosofia."
...e, come giustamente dice la dottoressa Massaro, non solo non ho esplicitamente posto una domanda (forse per paura della risposta?) ma ho cercato anche nel posto sbagliato :)
Siete stati entrambi molto cordiali e disponibili e per questo vi ringrazio e vi auguro un buon proseguimento.
L.
purtroppo mi confermate quel che "temevo", e quindi che non solo, come dice il detto: "si muore soli" ma si affronta anche questo tema da soli :)
"Le anticipo però che uscire dal suo problema non consisterà nel trovare risposte, ma nello smettere di farsi la domanda."
La vedo dura perché purtroppo non rientra nella mia indole...
"In tal caso la risposta non può venire dalla Psicologia, ma ad es. dalla religione o dalla filosofia."
...e, come giustamente dice la dottoressa Massaro, non solo non ho esplicitamente posto una domanda (forse per paura della risposta?) ma ho cercato anche nel posto sbagliato :)
Siete stati entrambi molto cordiali e disponibili e per questo vi ringrazio e vi auguro un buon proseguimento.
L.
[#6]
>>> La vedo dura perché purtroppo non rientra nella mia indole
>>>
Può trattarsi di indole, ma quando invece ciò fa soffrire, si tratta di una psicopatologia nota come disturbo ossessivo-compulsivo.
Valuti e tragga lei le dovute conseguenze.
>>>
Può trattarsi di indole, ma quando invece ciò fa soffrire, si tratta di una psicopatologia nota come disturbo ossessivo-compulsivo.
Valuti e tragga lei le dovute conseguenze.
[#7]
Cara L.,
nessuno ha risposte certe sul "dopo", ma se il tema - per quanto universalmente diffuso nelle riflessioni individuali - la tormenta non si può escludere che attorno ad esso si sia organizzata una modalità di pensiero disfunzionale (ansiosa/ossessiva/depressiva) che uno psicologo la può aiutare a smontare.
Questi pensieri sono stati innescati da qualcosa in particolare?
Ha subito qualche lutto in prima persona, o l'ha subito qualcuno a lei vicino?
Ha sentito qualche notizia che l'ha fatta eccessivamente inquietare?
Sta attraversando un momento di cambiamento a qualsiasi livello?
Si considera una persona che ha la necessità di tenere tutto sotto controllo?
Glielo chiedo perchè dice che l'ansia più intensa è scaturita da quello che le ha detto suo padre:
"quella che mi ha terrorizzato maggiormente è stata la risposta di mio padre: "cosa c'era prima che tu nascessi? ecco, quello ci sarà anche dopo"
e che sottolinea la sua impossibilità (comune a tutti) di controllare quello che c'è stato prima, come quello che ci sarà dopo.
nessuno ha risposte certe sul "dopo", ma se il tema - per quanto universalmente diffuso nelle riflessioni individuali - la tormenta non si può escludere che attorno ad esso si sia organizzata una modalità di pensiero disfunzionale (ansiosa/ossessiva/depressiva) che uno psicologo la può aiutare a smontare.
Questi pensieri sono stati innescati da qualcosa in particolare?
Ha subito qualche lutto in prima persona, o l'ha subito qualcuno a lei vicino?
Ha sentito qualche notizia che l'ha fatta eccessivamente inquietare?
Sta attraversando un momento di cambiamento a qualsiasi livello?
Si considera una persona che ha la necessità di tenere tutto sotto controllo?
Glielo chiedo perchè dice che l'ansia più intensa è scaturita da quello che le ha detto suo padre:
"quella che mi ha terrorizzato maggiormente è stata la risposta di mio padre: "cosa c'era prima che tu nascessi? ecco, quello ci sarà anche dopo"
e che sottolinea la sua impossibilità (comune a tutti) di controllare quello che c'è stato prima, come quello che ci sarà dopo.
[#8]
Ex utente
@ Dott. Santonocito
"Può trattarsi di indole, ma quando invece ciò fa soffrire, si tratta di una psicopatologia nota come disturbo ossessivo-compulsivo."
E' che non comprendo come il non pensarci possa risolvere il "problema", non della morte in se ovviamente, ma del mio soffrirci...
Lo vedo piuttosto come un fuggire dai propri pensieri mentre io vorrei invece affrontarli e non metterli a tacere
@Dott.ssa Massaro
"Questi pensieri sono stati innescati da qualcosa in particolare?"
La prima volta che "presi coscienza del nulla" fu dopo la separazione con il mio ragazzo di allora (avevo 18 anni) e di fatto non ci vedemmo più...
Da allora questo pensiero ogni tanto si riaffaccia ma, stranamente per me, la sua intensità aumenta quando mi sento felice o serena per qualche motivo
"Ha subito qualche lutto in prima persona, o l'ha subito qualcuno a lei vicino?"
Ho subito diversi lutti in famiglia ma nessuno che mi abbia sconvolto particolarmente (si trattava di persone care ma molto anziane)
"Si considera una persona che ha la necessità di tenere tutto sotto controllo?"
Non credo...sono abbastanza meticolosa in quello che faccio ma riesco a gestire bene gli imprevisti, accetto le sconfitte e spesso "lascio correre", non cerco di impormi ne sugli altri ne sugli eventi
"sottolinea la sua impossibilità (comune a tutti) di controllare quello che c'è stato prima, come quello che ci sarà dopo."
E' vero, in effetti non ci avevo pensato in questi termini
"Può trattarsi di indole, ma quando invece ciò fa soffrire, si tratta di una psicopatologia nota come disturbo ossessivo-compulsivo."
E' che non comprendo come il non pensarci possa risolvere il "problema", non della morte in se ovviamente, ma del mio soffrirci...
Lo vedo piuttosto come un fuggire dai propri pensieri mentre io vorrei invece affrontarli e non metterli a tacere
@Dott.ssa Massaro
"Questi pensieri sono stati innescati da qualcosa in particolare?"
La prima volta che "presi coscienza del nulla" fu dopo la separazione con il mio ragazzo di allora (avevo 18 anni) e di fatto non ci vedemmo più...
Da allora questo pensiero ogni tanto si riaffaccia ma, stranamente per me, la sua intensità aumenta quando mi sento felice o serena per qualche motivo
"Ha subito qualche lutto in prima persona, o l'ha subito qualcuno a lei vicino?"
Ho subito diversi lutti in famiglia ma nessuno che mi abbia sconvolto particolarmente (si trattava di persone care ma molto anziane)
"Si considera una persona che ha la necessità di tenere tutto sotto controllo?"
Non credo...sono abbastanza meticolosa in quello che faccio ma riesco a gestire bene gli imprevisti, accetto le sconfitte e spesso "lascio correre", non cerco di impormi ne sugli altri ne sugli eventi
"sottolinea la sua impossibilità (comune a tutti) di controllare quello che c'è stato prima, come quello che ci sarà dopo."
E' vero, in effetti non ci avevo pensato in questi termini
[#9]
>>> E' che non comprendo come il non pensarci possa risolvere il "problema", non della morte in se ovviamente, ma del mio soffrirci...
>>>
Infatti il problema è proprio quello: che essendo convinta di "dover capire", non riesce a comprendere che il fatto che uno si possa fare una domanda, NON implica che debba esistere necessariamente una risposta.
>>> Lo vedo piuttosto come un fuggire dai propri pensieri mentre io vorrei invece affrontarli e non metterli a tacere
>>>
Al primo anno di specializzazione in terapia strategica, l'ansia viene spiegata in questo modo: "il fobico evita, l'ossessivo affronta".
L'ossessivo è convinto, del tutto convinto, che i pensieri e dubbi disturbanti vadano affrontati. E invece il problema è proprio quello! Che più li pensa, più dà loro potere.
>>>
Infatti il problema è proprio quello: che essendo convinta di "dover capire", non riesce a comprendere che il fatto che uno si possa fare una domanda, NON implica che debba esistere necessariamente una risposta.
>>> Lo vedo piuttosto come un fuggire dai propri pensieri mentre io vorrei invece affrontarli e non metterli a tacere
>>>
Al primo anno di specializzazione in terapia strategica, l'ansia viene spiegata in questo modo: "il fobico evita, l'ossessivo affronta".
L'ossessivo è convinto, del tutto convinto, che i pensieri e dubbi disturbanti vadano affrontati. E invece il problema è proprio quello! Che più li pensa, più dà loro potere.
[#10]
Ex utente
"Al primo anno di specializzazione in terapia strategica, l'ansia viene spiegata in questo modo: "il fobico evita, l'ossessivo affronta".
L'ossessivo è convinto, del tutto convinto, che i pensieri e dubbi disturbanti vadano affrontati. E invece il problema è proprio quello! Che più li pensa, più dà loro potere."
Mi sembra di capire che la terapia più adatta al caso dovrebbe darmi come risultato la fine di questi pensieri, ma questo avverrebbe perché la mia mente arriverà a non propormeli più o perché dovrò, ogni volta che si presentano, fare in modo che vadano via? (spero di essermi spiegata...)
L'ossessivo è convinto, del tutto convinto, che i pensieri e dubbi disturbanti vadano affrontati. E invece il problema è proprio quello! Che più li pensa, più dà loro potere."
Mi sembra di capire che la terapia più adatta al caso dovrebbe darmi come risultato la fine di questi pensieri, ma questo avverrebbe perché la mia mente arriverà a non propormeli più o perché dovrò, ogni volta che si presentano, fare in modo che vadano via? (spero di essermi spiegata...)
[#11]
La prima delle due come traguardo finale.
La fase intermedia consiste nel lasciare che vengano senza giudicarli negativamente, ossia nell'abituarsi alla loro presenza. Alla fine la mente si stanca e smette di proporli.
In altre parole è una battaglia da vincere senza combattere.
La fase intermedia consiste nel lasciare che vengano senza giudicarli negativamente, ossia nell'abituarsi alla loro presenza. Alla fine la mente si stanca e smette di proporli.
In altre parole è una battaglia da vincere senza combattere.
[#12]
Cara Ragazza,
La paura della morte é una paura "simbolica" ed importante da analizzare, ci fornisce molti elementi rivelatori della nostra psiche.
È la paura di perdere il controllo..
del dopo..
di quello che non possiamo analizzare, quantizzare e controllare
La paura della morte - come quella del buio - sopraggiunge per esempio, prima di andare a dormire, perché strettamente correlata a quella “morte transitoria- temporanea” che è data dal sonno, dal mondo oscuro ed onirico.
È la perdita del controllo, il viaggio nell'inconscio che avviene con il sonno.
Oltre che la risoluzione della sua paura - quindi far sì che il sintomo paura non faccia più parte da sua vita - le suggerisco di capire cosa c'è dietro questa paura.
Potrebbe essere un arricchimento per lei.
Ansia?
Depressione?
Depressione mascherata?
Un momento topico della sua vita?
Qualcosa che non desidera, o non può, elaborare?
Angoscia?
Conflitto interiore?
C'è un concerto psicoanalitico molto affascinante che andrebbe analizzato in altra sede e parla di Eros e Thanatos:
Pulsione di vita e pulsione di morte.
Thanatos é sempre contrapposto alla pulsione di vita, che include anche le pulsioni sessuali.
Secondo Freud per esempio, l'Eros è alla base principale dei comportamenti finalizzati allo sviluppo della vita.
Quando c'è uno squilibrio tra queste due pulsioni - per qualche motivo della sua vita, non analizzabile online - può prevalere la paura della morte.
L'amore e la sessualità per esempio, vengono spesso adoperate per esorcizzare la paura della morte.
Lo sapeva?
Spero di averle offerto altro spunti di riflessione oltre a quelli dei miei Colleghi.
La paura della morte é una paura "simbolica" ed importante da analizzare, ci fornisce molti elementi rivelatori della nostra psiche.
È la paura di perdere il controllo..
del dopo..
di quello che non possiamo analizzare, quantizzare e controllare
La paura della morte - come quella del buio - sopraggiunge per esempio, prima di andare a dormire, perché strettamente correlata a quella “morte transitoria- temporanea” che è data dal sonno, dal mondo oscuro ed onirico.
È la perdita del controllo, il viaggio nell'inconscio che avviene con il sonno.
Oltre che la risoluzione della sua paura - quindi far sì che il sintomo paura non faccia più parte da sua vita - le suggerisco di capire cosa c'è dietro questa paura.
Potrebbe essere un arricchimento per lei.
Ansia?
Depressione?
Depressione mascherata?
Un momento topico della sua vita?
Qualcosa che non desidera, o non può, elaborare?
Angoscia?
Conflitto interiore?
C'è un concerto psicoanalitico molto affascinante che andrebbe analizzato in altra sede e parla di Eros e Thanatos:
Pulsione di vita e pulsione di morte.
Thanatos é sempre contrapposto alla pulsione di vita, che include anche le pulsioni sessuali.
Secondo Freud per esempio, l'Eros è alla base principale dei comportamenti finalizzati allo sviluppo della vita.
Quando c'è uno squilibrio tra queste due pulsioni - per qualche motivo della sua vita, non analizzabile online - può prevalere la paura della morte.
L'amore e la sessualità per esempio, vengono spesso adoperate per esorcizzare la paura della morte.
Lo sapeva?
Spero di averle offerto altro spunti di riflessione oltre a quelli dei miei Colleghi.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#13]
Ex utente
@Dott. Santonocito
"La fase intermedia consiste nel lasciare che vengano senza giudicarli negativamente"
Mi ricorda la filosofia alla base della meditazione trascendentale, pratica che avevo provato a seguire ma (a questo punto forse capisco il perché) non sono mai riuscita a proseguire
@Dott.ssa Randone
"La paura della morte - come quella del buio - sopraggiunge per esempio, prima di andare a dormire, perché strettamente correlata a quella “morte transitoria- temporanea” che è data dal sonno, dal mondo oscuro ed onirico."
Si, è così anche nel mio caso...tante volte mi sono addormentata convinta che non mi sarei mai più svegliata e, ora che ci penso, morire nel sonno è un'altra delle mie paure, perché in quel momento vorrei essere ben presente (sembra ridicolo:) ) e consapevole di quello che succede
"L'amore e la sessualità per esempio, vengono spesso adoperate per esorcizzare la paura della morte.
Lo sapeva?
No, non lo sapevo...ma quando ho scritto che questa paura affiora nei momenti in cui sono felice, ecco in quei momenti sono compresi anche i rapporti sessuali...
"La fase intermedia consiste nel lasciare che vengano senza giudicarli negativamente"
Mi ricorda la filosofia alla base della meditazione trascendentale, pratica che avevo provato a seguire ma (a questo punto forse capisco il perché) non sono mai riuscita a proseguire
@Dott.ssa Randone
"La paura della morte - come quella del buio - sopraggiunge per esempio, prima di andare a dormire, perché strettamente correlata a quella “morte transitoria- temporanea” che è data dal sonno, dal mondo oscuro ed onirico."
Si, è così anche nel mio caso...tante volte mi sono addormentata convinta che non mi sarei mai più svegliata e, ora che ci penso, morire nel sonno è un'altra delle mie paure, perché in quel momento vorrei essere ben presente (sembra ridicolo:) ) e consapevole di quello che succede
"L'amore e la sessualità per esempio, vengono spesso adoperate per esorcizzare la paura della morte.
Lo sapeva?
No, non lo sapevo...ma quando ho scritto che questa paura affiora nei momenti in cui sono felice, ecco in quei momenti sono compresi anche i rapporti sessuali...
[#14]
>>> Mi ricorda la filosofia alla base della meditazione trascendentale
>>>
No, almeno in terapia strategica non si tratta di questo.
Le varie forme di meditazione possono, anzi, risultare addirittura controproducenti nelle persone con tratti ossessivi sviluppati.
Da un punto di vista strategico contro l'ossessività non c'è nulla da capire, eccetto che è proprio il voler capire la causa dei problemi.
>>>
No, almeno in terapia strategica non si tratta di questo.
Le varie forme di meditazione possono, anzi, risultare addirittura controproducenti nelle persone con tratti ossessivi sviluppati.
Da un punto di vista strategico contro l'ossessività non c'è nulla da capire, eccetto che è proprio il voler capire la causa dei problemi.
[#16]
Ex utente
@Dott. Santonocito
"è proprio il voler capire la causa dei problemi."
Già...comincio a capire : ) cosa intende
@Dott.ssa Massaro
"Com'è andata quando è finita la storia con quel ragazzo?
Vi siete lasciati di comune accordo o invece lo ha deciso lui e per lei è stata una sorpresa scoprire che lui non era più contento?"
Sapevo già da mesi che la nosta frequentazione sarebbe dovuta finire a causa di un trasferimento di lavoro (era un militare) ma mi illudevo che la lontananza non ci avrebbe divisi...poi con il passare del tempo ho capito che invece non era così e, quando abbiamo deciso di comune accordo, ho sofferto molto ma credevo che per lui fosse la scelta migliore e quindi l'ho lasciato andare...e il giorno dopo ho provato questa grandissima angoscia che mi ha lasciata quasi stordita.
Ricordo tutto di quel giorno ma nulla o quasi dei giorni a seguire...
Buon fine settimana Dottori
L.
"è proprio il voler capire la causa dei problemi."
Già...comincio a capire : ) cosa intende
@Dott.ssa Massaro
"Com'è andata quando è finita la storia con quel ragazzo?
Vi siete lasciati di comune accordo o invece lo ha deciso lui e per lei è stata una sorpresa scoprire che lui non era più contento?"
Sapevo già da mesi che la nosta frequentazione sarebbe dovuta finire a causa di un trasferimento di lavoro (era un militare) ma mi illudevo che la lontananza non ci avrebbe divisi...poi con il passare del tempo ho capito che invece non era così e, quando abbiamo deciso di comune accordo, ho sofferto molto ma credevo che per lui fosse la scelta migliore e quindi l'ho lasciato andare...e il giorno dopo ho provato questa grandissima angoscia che mi ha lasciata quasi stordita.
Ricordo tutto di quel giorno ma nulla o quasi dei giorni a seguire...
Buon fine settimana Dottori
L.
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 12.4k visite dal 17/11/2016.
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