Non finirà mai

Salve, non so neppure io perché mi ritrovo qui a scrivere la storia della mia vita,sono sempre stata una persona razionale e sono dovuta crescere più velocemente del normale per capire come affrontare certe situazioni e per colmare i vuoti di un padre e di un marito troppo preso da se stesso e dal suo lavoro. Ma ero impotente. Prima di addormentarmi quasi ogni sera piangendo mi ripetevo che non appena sarei diventata grande, non sarei più stata impotente, avrei salvato e protetto mia madre e avrei trovato la serenità che ho sempre desiderato. Sono cresciuta, di anni ne ho 27, ho viaggiato, ho studiato, ho amato, ho vissuto tante belle esperienze ma il buio attorno a me non è finito. Mia madre soffre di gravi crisi depressive da quando era giovane, la sua famiglia dice che sono iniziate a seguito della prima gravidanza e perché ha sposato l'uomo sbagliato, mio padre sostiene invece che la causa sia dovuta ad un forte shock quindi anche prima che si sposassero. Non so se sono mai stati felici insieme, in realtà non so neppure perché si siano sposati, sono 2 persone completamente diverse..mio padre é sempre stato un uomo preso da se stesso e dal suo lavoro. Non è cattivo ma credo sia malato anche lui. Esiste una patologia per l'insoddisfazione lavorativa? Per il fare sempre più soldi?beh lui ce l'ha..é un uomo in gamba, astuto..crea e brucia per realizzare altre idee,altri progetti,cose sempre più fruttuose ecc. e per questo motivo non abbiamo mai avuto una stabilità economica,come dire, il classico tutto fumo e niente arrosto. Per arrivare al sodo, non erano destinati a stare insieme, ma non si sono mai separati..o per meglio dire non si sono mai potuti separare (a causa delle crisi di mia madre),lei è troppo debole ed una separazione la porterebbe al suicidio ne sono sicura, lui ne è consapevole e per questo pur volendolo da sempre, non se ne è mai andato di casa, ma si è sempre fatto i "cazzi suoi" sia lavorativamente che emotivamente (più relazioni nel corso degli anni,peraltro scoperte in età adolescenziale dalla sottoscritta e solo sospettate da mia madre. La storia è sempre la stessa :liti continue,urla,pianti, lui è inesistente, mia madre non la calcola minimamente,lei ci soffre, lui le dice che l'unica soluzione è separarsi perché non vanno d'accordo,giorni di silenzio, poi la situazione si calma per ricominciare dopo una settimana. E in tutto ció ci sono io..sono quasi sempre presente alle loro discussioni ormai da 27 anni, ciò per evitare che la mia presenza impedisca loro di perdere il controllo del tutto..ma temo che prima o poi sarò io a perderlo. A volte l'ho solo pensato per porre fine alla mia sofferenza, alla mia impotenza e alla sofferenza di mia madre, ma questa sera l'ho urlato in faccia ad entrambi per farli calmare:"É UNA VITA CHE SI RIPETE SEMPRE LA STESSA STORIA PRIMA O POI VI UCCIDO ENTRAMBI!" ora chiedo a voi gentili esperti, solo la morte potrà porre fine a questo incubo? Saluti grazie per l'attenzione
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, quanta rabbia e quanto dolore nelle sue parole..! Capisco il suo sentirsi incastrata in una situazione che le pare senza soluzioni, penso che invece qualcosa sia possibile fare.. visto che Lei lavora , perchè non se ne va in piccolo appartamento nella sua città.. ? certo bisogna organizzare la cosa, sentire il medico di famiglia, cercare una persona che possa aiutare in casa i suoi.. non è possibile che Lei faccia il genitore di entrambi, sua madre temo , sfrutta i vantaggi secondari della malattia, brutto da dire e da ascoltare, ma è così che accade..
Si rivolga al Consultorio familiare anche , insomma si dia aiuto..
provi a pensare se in famiglia non ci sia qualcuno che le può dare una mano.. fondamentale è che passi il messaggio.. io non ce la faccio più..perchè la gente si abitua, anche loro si sono abituati.. che alla fine c'è Lei..non pensi a queste terribili soluzioni estreme , pensi, concretamente a come fare..come se fosse un lavoro..più le situazioni sono serie e più bisogna essere lucidi..
Le consiglio inoltre di pensare ad un percorso psicoterapeutico per Lei mia cara.. è stata brava, forte , ci ha provato, ora ha .
bisogno di aiuto per sentirsi compresa , apprezzata ed aiutata.
Spero che mi ascolti e si voglia bene , cambiare si può, rovinarsi la giovinezza e il futuro, perchè ??
Ci riscriva, l'aspettiamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Salve Dottoressa, le sue parole mi rincuorano tanto..ma sono cose delle quali sono già consapevole. So che entrambi in modo egoistico se ne sono approfittati nel corso degli anni e se ne approfittano tuttora, mia madre la giustifico e la perdono perché è la persona più importante della mia vita e so Che non lo fa con cattiveria, ma mio padre? Lo fa perché è accecato ed egoista. In quanto all'andar via di casa, con il mio compagno stiamo progettando di andare a vivere insieme (convivenza o matrimonio stiamo decidendo), vivo in un piccolo paesino, quindi mi trasferirei io nella sua città (appena 40km)..ne parlo con mia madre, contentissima per me..ne parlo con mio padre contento si,ma non del tutto, mi dice: perché ti trasferisci tu da lui?fai venire lui qui tanto casa per voi ce l'abbiamo, e poi a tua madre non ci pensi??lo sai che io sarò sempre più inesistente, i miei atteggiamenti non cambieranno, anzi peggioreranno, continuerò a lavorare un sacco e lo sai ecc. almeno aiutami a trovare una soluzione per lei/noi vicino casa tua ecc. !ciò non mi dispiacerebbe,se non fosse che mio padre al momento non ha le disponibilità economiche (perché continua ad investire in altro). Cosa dovrei dire a quest'uomo se non che mi ha stancata? E vorrei ucciderlo con le mie stesse mani? Per quanto Riguarda l'aiuto, mia madre da anni é seguita dai migliori psichiatri di Pisa e mensilmente é in terapia da uno psicologo (mio padre ci è andato solo un paio di volte poi la ramanzina che gli faceva era sempre la stessa ed ora si rifiuta di andarci), io per ovviare all'assenza di mio padre vado con lei a volte, parliamo con lo psicologo, La rassicuriamo ecc. pur non essendo un'esperta, credo che le sedute da questo specialista servano solo a farla sfogare un po', per il resto non ho mai sentito dalla bocca di questo dottore (il quale dovrebbe essere anche uno dei migliori in zona) parole di incoraggiamento nei confronti di mia madre per spingerla ad iniziare a cambiare vita, a fortificarla caratterialmente e a non star più dietro a mio padre! Lo psicologo la ascolta solamente, io quotidianamente le dico di distogliere l'attenzione da mio padre, di pensare a se stessa, a me, a mio fratello, alla sua nipotina.. alle cose belle Della vita ecc...ma le mie parole non servono a molto Evidentemente. Per quanto riguarda me, lo so cara dottoressa che prima o poi crollerò, me lo sento ...ma per ora che senso ha iniziare un percorso psicoterapeutico per me, se l'origine del mio malessere proviene da altri malesseri che non dipendono da me??Si, mi sento incastrata, a voltemsoffocata . Sono tutti al corrente in famiglia della malattia di Mia madre, per fortuna ora grazie alla cura adatta, alla mia presenza ed ad un impegno lavorativo (sempre in una delle aziende Di mio padre, ma questa è un'altra storia), é stabile da anni ovvero non ha forti crisi Che la destabilizzano..in famiglia dicono per fortuna ci sei tu accanto a lei ecc. che poi si sa , quando si cresce la famiglia sono i tuoi figli, nipoti ecc. oltre a me, ad essere molto vicino a mia madre c'è mio fratello, ma lui ormai è sposato da anni, poi è il figlio maschio, ha meno sensibilità di me, rimane sempre un bambinone, é superficiale,certe cose non le capisce..mi dice:pensa alla tua vita, ormai hai quasi 30 anni!che se la sbrighino da soli quei due a 50 anni!! Mi chiedo e le chiedo, posso essere superficiale proprio ora che sono diventata donna, adulta? Devo fregarmene di mia madre? Devo abbandonarla al suo destino con o senza mio padre?Ed iniziare a pensarla come mio fratello:se si ammala poi ci pensiamo? Mi scusi mi sono dilungata ancora. Saluti e grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

prima di pensare a ucciderli
<<solo la morte potrà porre fine a questo incubo?<< ... si può pensare a distanziarsi

A pensare cioè alla Sua vita, andando ad abitare da sola e "dando aria" alla Sua interiorità.

Comprendo le Sue considerazioni sull'utilità/necessità della propria presenza tra i due,
ma in questi casi la presenza di una figlia che fa da parafulmine in realtà fornisce alibi ai due perchè evitino un confronto diretto.
Confronto dagli esiti imprevedibili, ma proprio in quanto tale possibilmente produttivo di un maggiore benessere.

Voglio dire che, mentre il/la figlia vede la necessità del proprio permenere lì, noi psy la valutiamo generalmente negativa dal punto di vista delle dinamiche famigliari: rende tutto immobile, proprio come quando i figli erano adolescenti.

Inoltre si devono fare delle riflessioni sulla Sua, di vita.
Lei ha dei doveri anche verso se stessa, ha dei compiti di sviluppo che così non sta soddisfacendo.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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