Nascondere verità
Salve,
Non riesco a raccontare alcune cose del passato, non cose gravi. Quando ho avuto la possibilità di parlarne non ci sono riuscita perchè mi vergognavo troppo, mi si chiude la gola. So che altre persone in terapia riescono a parlare di violenze subite, io non riesco a parlare di cose molto meno gravi. Come posso superare questa cosa? Grazie
Non riesco a raccontare alcune cose del passato, non cose gravi. Quando ho avuto la possibilità di parlarne non ci sono riuscita perchè mi vergognavo troppo, mi si chiude la gola. So che altre persone in terapia riescono a parlare di violenze subite, io non riesco a parlare di cose molto meno gravi. Come posso superare questa cosa? Grazie
[#1]
Salve,
da come dice sembra vivere un sentimento di vergogna che potrebbe essere così intenso da "chiuderle la gola", impedendole di aprirsi e raccontarsi.
Trovo importante che lei possa individuare i suoi stati d'animo, come già mostra di iniziare a fare nelle poche righe che ci ha scritto.
Se ha voglia di dire, non è riuscita a parlare in quale situazione?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
da come dice sembra vivere un sentimento di vergogna che potrebbe essere così intenso da "chiuderle la gola", impedendole di aprirsi e raccontarsi.
Trovo importante che lei possa individuare i suoi stati d'animo, come già mostra di iniziare a fare nelle poche righe che ci ha scritto.
Se ha voglia di dire, non è riuscita a parlare in quale situazione?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#3]
Se la fiducia c'è e sente che non è una questione di tempo, mi sto chiedendo se potrebbe essere più pronta di quanto non pensi.
Sembra infatti esserci un conflitto tra il sentimento di vergogna e il desiderio di esprimersi. Quindi non sottovaluterei che una parte di lei vuole parlare, non sottovaluterei il suo desiderio, nonostante per ora sia ancora difficile, e la "gola si chiude". Posso chiederle da quanto tempo dura la sua psicoterapia?
Quando si trova in questi momenti delicati in terapia, ha avuto già occasione di parlare con il terapeuta del suo senso di vergogna e degli effetti significativi che provoca in lei?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Sembra infatti esserci un conflitto tra il sentimento di vergogna e il desiderio di esprimersi. Quindi non sottovaluterei che una parte di lei vuole parlare, non sottovaluterei il suo desiderio, nonostante per ora sia ancora difficile, e la "gola si chiude". Posso chiederle da quanto tempo dura la sua psicoterapia?
Quando si trova in questi momenti delicati in terapia, ha avuto già occasione di parlare con il terapeuta del suo senso di vergogna e degli effetti significativi che provoca in lei?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#8]
Non dovrebbe però scambiare questo sito con un'alternativa a una psicoterapia vera e propria. Se ha un disagio, è in quella sede che occorre fare tutto il lavoro importante.
Riguardo a quanto scriveva in una precedente richiesta:
>>> Insomma se uno non rientra in una definizione abbastanza netta come "anoressia", "attacchi di panico"etc. quindi non sa bene quale problema ha di più al momento, o cambia continuamente, non è adatto a questa terapia?
>>>
l'impressione è di trovarsi a un'ideazione di tipo ossessivo.
Che tipo di compiti ha ricevuto nella TBS che stava/sta facendo?
Riguardo a quanto scriveva in una precedente richiesta:
>>> Insomma se uno non rientra in una definizione abbastanza netta come "anoressia", "attacchi di panico"etc. quindi non sa bene quale problema ha di più al momento, o cambia continuamente, non è adatto a questa terapia?
>>>
l'impressione è di trovarsi a un'ideazione di tipo ossessivo.
Che tipo di compiti ha ricevuto nella TBS che stava/sta facendo?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#9]
Utente
Si ha ragione, ero presa dallo sconforto e non sapevo cosa fare. Ora va meglio!
Come compito ora devo scrivere di alcuni eventi del passato, e portare avanti il programma che ho scritto per raggiungere un obiettivo. Prima facevo la mezz'ora e i 5 minuti con le paure al peggio.
Rispetto a quello che avevo scritto, ero abbastanza persa e non avendo appigli pensavo fosse inutile continuare. Forse sì, ero ossessionata da alcuni pensieri.
Grazie
Come compito ora devo scrivere di alcuni eventi del passato, e portare avanti il programma che ho scritto per raggiungere un obiettivo. Prima facevo la mezz'ora e i 5 minuti con le paure al peggio.
Rispetto a quello che avevo scritto, ero abbastanza persa e non avendo appigli pensavo fosse inutile continuare. Forse sì, ero ossessionata da alcuni pensieri.
Grazie
[#10]
Gent.le Ragazza,
leggendo le sue parole sembrerebbe che ci sia una sorta di "ansia da prestazione" che temo possa essere alimentata dalla prescrizione di "compiti".
La possibilità di entrare in contatto con la vergogna a volte può spaventare così profondamente da generare una vera e propria inibizione ma è nella relazione terapeutica che può fare esperienza concreta di essere accettata e non giudicata.
L'idea di non aver portato a termine il "compito" rischia di alimentare sia l'ansia da prestazione sia l'atteggiamento giudicante estendendolo anche allo psicoterapeuta.
"In quei momenti io mi blocco e appena riesco dico qualcosa che devia da ciò che non voglio dire. "
In quei momenti lo psicoterapeuta dovrebbe cogliere la tua difficoltà e rispettando i tuoi tempi creare le condizioni favorevoli per affrontarla, entrando "in punta di piedi" e insieme a te nel tuo mondo interiore.
leggendo le sue parole sembrerebbe che ci sia una sorta di "ansia da prestazione" che temo possa essere alimentata dalla prescrizione di "compiti".
La possibilità di entrare in contatto con la vergogna a volte può spaventare così profondamente da generare una vera e propria inibizione ma è nella relazione terapeutica che può fare esperienza concreta di essere accettata e non giudicata.
L'idea di non aver portato a termine il "compito" rischia di alimentare sia l'ansia da prestazione sia l'atteggiamento giudicante estendendolo anche allo psicoterapeuta.
"In quei momenti io mi blocco e appena riesco dico qualcosa che devia da ciò che non voglio dire. "
In quei momenti lo psicoterapeuta dovrebbe cogliere la tua difficoltà e rispettando i tuoi tempi creare le condizioni favorevoli per affrontarla, entrando "in punta di piedi" e insieme a te nel tuo mondo interiore.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#11]
L'impressione di una tendenza ossessiva l'ho avuta leggendo questo e i passati consulti, dove descrive preoccupazioni ricorrenti che riguardano il modo in cui è verso il modo in cui sente che "dovrebbe" essere.
Il fissarsi sul non riuscire a parlare di determinate cose non gravi, ad esempio. L'interrogarsi sulle etichette diagnostiche. Non saper identificare e perseguire obiettivi e sentirsi confusa. Il timore di non avere emozioni e la paura di non voler abbastanza bene alle persone care.
E inoltre una gestione stretta e costante dell'immagine di sé offerta al pubblico:
>>> non ho problemi con gli altri perchè mi gestisco tutto interiormente e a volte non si immaginano nemmeno dei miei alti e bassi nei loro confronti, so recitare bene mentre aspetto che passi il momento di fastidio
>>>
>>> in alcuni momenti che mi spavento da sola, ad esempio quando scelgo consapevolmente di non manipolarli (devo frenarmi da sola)
>>>
Tutto questo denota, a mio avviso, un forte bisogno di controllo, caratteristico dell'ossessività.
Infatti, le prescrizioni che ha ricevuto sembrano andare in questa direzione.
Tuttavia le valutazioni sull'esito di una terapia non vanno fatte e riviste nel giro di pochi giorni. Quando una terapia funziona, i risultati devono essere permanenti.
Da quanto tempo è in terapia?
Il fissarsi sul non riuscire a parlare di determinate cose non gravi, ad esempio. L'interrogarsi sulle etichette diagnostiche. Non saper identificare e perseguire obiettivi e sentirsi confusa. Il timore di non avere emozioni e la paura di non voler abbastanza bene alle persone care.
E inoltre una gestione stretta e costante dell'immagine di sé offerta al pubblico:
>>> non ho problemi con gli altri perchè mi gestisco tutto interiormente e a volte non si immaginano nemmeno dei miei alti e bassi nei loro confronti, so recitare bene mentre aspetto che passi il momento di fastidio
>>>
>>> in alcuni momenti che mi spavento da sola, ad esempio quando scelgo consapevolmente di non manipolarli (devo frenarmi da sola)
>>>
Tutto questo denota, a mio avviso, un forte bisogno di controllo, caratteristico dell'ossessività.
Infatti, le prescrizioni che ha ricevuto sembrano andare in questa direzione.
Tuttavia le valutazioni sull'esito di una terapia non vanno fatte e riviste nel giro di pochi giorni. Quando una terapia funziona, i risultati devono essere permanenti.
Da quanto tempo è in terapia?
[#14]
>>> Si più o meno è così, sulle emozioni no
>>>
Ho citato parola per parola i suoi consulti, quindi ne deduco che se adesso non è più così, qualche cambiamento dev'esserci stato.
>>> mi vergogno e mi da fastidio che sia successo più volte in situazioni diverse
>>>
In tal caso è probabilmente per questo che il terapeuta le ha dato il compito relativo allo scrivere le cose del passato. Si tratterebbe di un pensiero sgradevole e ricorrente (ossessivo) per eventi successi in passato.
Risultati riguardo a questo punto sta riuscendo a vederne? Lo ha fatto presente al terapeuta?
>>>
Ho citato parola per parola i suoi consulti, quindi ne deduco che se adesso non è più così, qualche cambiamento dev'esserci stato.
>>> mi vergogno e mi da fastidio che sia successo più volte in situazioni diverse
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In tal caso è probabilmente per questo che il terapeuta le ha dato il compito relativo allo scrivere le cose del passato. Si tratterebbe di un pensiero sgradevole e ricorrente (ossessivo) per eventi successi in passato.
Risultati riguardo a questo punto sta riuscendo a vederne? Lo ha fatto presente al terapeuta?
[#15]
>>> Comunque non voglio più pensarci altrimenti ci affogo.
>>>
Leggo questo dopo aver inserito il mio ultimo post.
In tal caso, il problema potrebbe essere proprio che, evitando ciò che la disturba, lo rende più potente e gli dà più potere.
Molte prescrizioni per l'ansia, in TBS, hanno proprio lo scopo di causare un'abituazione nel cervello della persona, tale per cui alla fine le preoccupazioni cessano di essere tali.
Ma se invece continua a essere presente una tendenza all'evitamento, questo potrebbe essere il motivo per cui dopo un anno ancora è in terapia.
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Leggo questo dopo aver inserito il mio ultimo post.
In tal caso, il problema potrebbe essere proprio che, evitando ciò che la disturba, lo rende più potente e gli dà più potere.
Molte prescrizioni per l'ansia, in TBS, hanno proprio lo scopo di causare un'abituazione nel cervello della persona, tale per cui alla fine le preoccupazioni cessano di essere tali.
Ma se invece continua a essere presente una tendenza all'evitamento, questo potrebbe essere il motivo per cui dopo un anno ancora è in terapia.
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 2.5k visite dal 16/11/2016.
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