Rapporto terapeuta

Buonasera gentili dottori, mi affido nuovamente a voi per un consiglio.
Ho 18 anni e ho iniziato ad agosto un percorso di psicoterapia con uno psicologo, il quale ha evidenziato che i miei disagi non sono gravi al punto di indentificarli in una diagnosi precisa.
Lui è molto in gamba solo che dopo 8 sedute, sto notando che spesso non riesco a parlargli di certe cose per il semplice fatto che è un uomo.
Non so bene come spiegarlo, ma credo che per alcuni aspetti un po' più delicati anche di tipo sessuale, mi troverei più a mio agio con una figura femminile. Io nutro grande rispetto per il mio terapista (privato),inoltre mi viene incontro anche sul prezzo, il problema sorge nel momento in cui vorrei parlargli di alcune cose, ma non ho il coraggio solo perché è del mio stesso sesso. Non so se ciò che dico è usuale e capita di frequente ma vi prego gentilmente di darmi un consiglio perché attualmente più penso all'idea di cambiare e relazionarmi quindi con una psicologa,più mi sento leggero e sollevato, tant'è che sarei pronto oggi stesso a parlare apertamente di tutto, non so perché ma una figura femminile mi sembra più comprensiva e disponibile.
Spero di non essere frainteso dato che ciò che scrivo è solamente riferito ad un rapporto psicologo-paziente.
Vi ringrazio in anticipo, cordiali saluti.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Utente,
se senti di aver instaurato un rapporto di fiducia con lo psicoterapeuta puoi semplicemente condividere la tua difficoltà senza entrare esplicitamente nel merito ad esempio dicendo: "ci sono degli aspetti importanti del mio vissuto che vorrei affrontare ma sento imbarazzo a condividerli con te poiché immagino che mi sentirei più a mio agio con con una donna."

A quel punto è compito dello psicoterapeuta aiutarti ad esplorare questa difficoltà e quindi ad affrontarla insieme a te.
Diversamente si crea una "barriera" che rischia di compromettere l'evolversi del percorso terapeutico.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Grazie mille dottoressa, io mi trovo molto bene ma essendo anche la prima esperienza sto cercando di valutare bene se continuare con lo stesso terapista o eventualmente cambiare. Cerco infatti di prendere una decisione nel più breve tempo possibile in modo tale che la terapia vada a buon fine .
Ho notato anche che alcune cose che io gli comunico o gli provo a spiegare,talvolta le ha interpretate in modo sbagliato o non esattamente chiaro. Io ovviamente tengo conto del fatto che posso magari non esprimere tutto esattamente con chiarezza e trasparenza ma sono comunque avvenimenti di cui ho tenuto conto.
secondo lei quindi un eventuale cambio potrebbe essere rischioso e non portare comunque al risultato sperato?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se lo psicoterapeuta interpreta male ciò che dici, è sufficiente dirlo, spiegando che intendevi un'altra cosa rispetto a quanto ha capito lui. Mi pare molto semplice.
In fondo, dovresti fare ciò che faresti con chiunque altro che dimostrasse di non capire ciò che dici. Hai difficoltà anche con altre persone?

A mio avviso, con i limiti della distanza, cambiare terapeuta perché non riesci a parlare di un singolo aspetto non va bene perché -se non lo segnali al terapeuta- egli non potrà aiutarti.

Concordo quindi con quanto già scritto sopra dalla Collega.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile ragazzo,

Perchè perdere un terapeuta che ha dato prova di essere molto competente e col quale Lei - a parte qualche aspetto - ha un buon feeling?

Vedendola da un altro punto di vista, parlare "da uomo a uomo" può essere anche molto tranquillizzante (con una donna entrano in campo altre dinamiche, talvolta "seduttive"). Occorre provare, iniziando a parlare della Sua ... difficoltà a parlare.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte e mi scuso se rispondo solo adesso, quando ho scritto che alcune cose non le comprende a pieno oppure incorre in un fraintendimento, mi riferisco al fatto che purtroppo un po' per timidezza e per paura di un giudizio, non gli ho fatto presente in modo chiaro tutto ciò che avverto, non saprei come iniziare il discorso e ho paura che mi giudichi male anche se so benissimo che chi fa questo tipo di lavoro mai giudicherebbe o prenderebbe poco sul serio le difficoltà di un paziente.
infatti credo di aver dato informazioni poco chiare che lo hanno portato a conclusioni sbagliate.La colpa è solo mia e non so come rimediare perché nonostante io voglia comunicargli tutto, qualcosa mi frena, è come se " avessi paura " di lui.
se potete datemi un consiglio. Grazie per la vostra disponibilità.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Ho notato anche che alcune cose che io gli comunico o gli provo a spiegare,talvolta le ha interpretate in modo sbagliato o non esattamente chiaro"

"ho paura che mi giudichi male "

Gent.le Utente,
forse questi due aspetti sono collegati nel senso che in queste interpretazioni c'erano dei giudizi/valutazioni che hanno alimentato ulteriormente la sua insicurezza e non ti fanno sentire libero di condividere il tuo vissuto.
Ti consiglio la lettura di questo articolo al fine di avere dei criteri di riferimento per valutare se esiste o meno un'alleanza terapeutica
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Qualche volta è capitato che ha espresso dei giudizi negativi non su di me ma su altre persone che erano coinvolte nel mio disagio.
Proseguendo con le sedute mi sto accorgendo che i miei disagi non vengono approfonditi proprio perché questo timore di essere giudicato mi blocca. Noto anche che tende a minimizzare le mie difficoltà, arrivando ad una conclusione sommaria di ciò che gli dico durante i colloqui.
Il mio timore è di cambiare terapista e trovarmi nuovamente al punto di partenza.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Al contrario l'unico che è legittimato ad esprimere valutazioni sei soltanto tu, se questo è il tuo vissuto temo che non ci siano le condizioni per avviare un processo di cambiamento.
Cambiare psicoterapeuta non significa trovarti al punto di partenza poiché anche se attraverso un'esperienza negativa hai sviluppato almeno in parte la consapevolezza del tipo di rapporto che vuoi instaurare con lo specialista.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Grazie mille dottoressa davvero. Faro un ultimo incontro cercando di chiarire il più possibile ciò che non ci siamo detti e in base a quello prenderò una decisione. Lei come consiglia di fare per cambiare terapista e mantenere comunque un rapporto di rispetto con quest'ultimo?
Nel senso se effettivamente dovessi rivolgermi ad un altro psicologo, lei come suggerisce di informare l'attuale terapista senza creare risentimenti?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
L'articolo che ti ho consigliato riguarda anche questi aspetti, ma non un professionista non dovrebbe mostrare alcun risentimento semmai mettersi in discussione per comprendere cosa ha interferito nella relazione terapeutica a partire dal riscontro che gli offre la persona, ad esempio "mi sono sentito giudicato".
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Ok grazie mille, è stata di grande aiuto e molto disponibile. Complimenti a lei e a tutti i suoi colleghi che si mettono sempre a disposizione per ogni persona.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Grazie a te per averci scritto può essere di aiuto sia a te sia agli utenti che ci leggono su questo portale e che si trovano in una situazione simile.
Se dovessi avere ulteriori difficoltà scrivici pure.