Per la gentile dr.ssa Stella di Giorgio
Buonasera Dottoressa,
Ho letto la sua ultima risposta ( https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/542158-sono-discalculico-e.html ), dopo le altre gentili risposte della sua collega. La ringrazio per essere intervenuta, ho fatto la stupidaggine di cancellarmi e ora mi son dovuto reiscrivere per intervenire oltre.
Mi ha incuriosito la sua risposta quando dice in particolare: "[...]La diagnosi di discalculia dice quindi soltanto che l'apprendimento avviene preferibilmente per altri canali[...]"
In sostanza quindi la discalculia (generalmente) in un certo senso cambia i canali di apprendimento di un individuo (al di là del mero problema legato al calcolo)? Voglio dire nell'apprendere in generale, anche non legato alla materia matematica.
Era quel che cercavo di dire esprimendomi male quando scrissi: "questo problema ad automatizzare non può esserci anche in altri automatismi di studio?"
Grazie per i chiarimenti :)
Ho letto la sua ultima risposta ( https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/542158-sono-discalculico-e.html ), dopo le altre gentili risposte della sua collega. La ringrazio per essere intervenuta, ho fatto la stupidaggine di cancellarmi e ora mi son dovuto reiscrivere per intervenire oltre.
Mi ha incuriosito la sua risposta quando dice in particolare: "[...]La diagnosi di discalculia dice quindi soltanto che l'apprendimento avviene preferibilmente per altri canali[...]"
In sostanza quindi la discalculia (generalmente) in un certo senso cambia i canali di apprendimento di un individuo (al di là del mero problema legato al calcolo)? Voglio dire nell'apprendere in generale, anche non legato alla materia matematica.
Era quel che cercavo di dire esprimendomi male quando scrissi: "questo problema ad automatizzare non può esserci anche in altri automatismi di studio?"
Grazie per i chiarimenti :)
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Salve, sì, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, ecc) richiedono "strumenti dispensativi e compensativi", come quelli che hanno inserito nel tuo Piano Didattico Personalizzato (PDP). Tra l'altro, sono garantiti dalla Legge 170/2010. Sono, appunto, "strumenti", cioè mezzi per raggiungere un obiettivo, che è lo stesso per tutta la classe.
Infatti il PDP non implica una modifica nel programma, nei contenuti, negli obiettivi di apprendimento, ma solo nei "mezzi". Come chi è miope, è giusto che legga con gli occhiali, chi ha il diabete, è giusto che disponga di insulina, così chi ha un'altra difficoltà specifica, è giusto che possa usufruire degli strumenti alternativi, sostitutivi, aggiuntivi, ecc., per affrontare quella specificità.
E' come dire che l'obiettivo è di andare da Roma a Milano: ci si può andare con tanti mezzi. C'è chi prende la macchina, chi il treno, ecc., in base ad attitudini, preferenze personali o alla specifica situazione. Quindi non è in discussione l'intelligenza, perché quella non dipende dal "mezzo". Ciascuno, per qualunque cosa, è opportuno che utilizzi i mezzi che preferisce e che possano essere più adatti a lui e alle sue specificità e sono quelli che vengono poi inseriti nel PDP.
Quindi se, nel tuo caso, la diagnosi riguarda solo il calcolo, gli strumenti vengono attivati rispetto al calcolo. Non ci sarebbe bisogno di estenderli anche ad altri processi, poiché funzionano perfettamente, in presenza di impegno e di motivazione. Le équipe che provvedono alla diagnosi restano comunque sempre disponibili per chiarimenti, approfondimenti, ecc., poiché ogni caso è a se stante, unico e diverso da tutti gli altri. In bocca al lupo per i tuoi studi!
Infatti il PDP non implica una modifica nel programma, nei contenuti, negli obiettivi di apprendimento, ma solo nei "mezzi". Come chi è miope, è giusto che legga con gli occhiali, chi ha il diabete, è giusto che disponga di insulina, così chi ha un'altra difficoltà specifica, è giusto che possa usufruire degli strumenti alternativi, sostitutivi, aggiuntivi, ecc., per affrontare quella specificità.
E' come dire che l'obiettivo è di andare da Roma a Milano: ci si può andare con tanti mezzi. C'è chi prende la macchina, chi il treno, ecc., in base ad attitudini, preferenze personali o alla specifica situazione. Quindi non è in discussione l'intelligenza, perché quella non dipende dal "mezzo". Ciascuno, per qualunque cosa, è opportuno che utilizzi i mezzi che preferisce e che possano essere più adatti a lui e alle sue specificità e sono quelli che vengono poi inseriti nel PDP.
Quindi se, nel tuo caso, la diagnosi riguarda solo il calcolo, gli strumenti vengono attivati rispetto al calcolo. Non ci sarebbe bisogno di estenderli anche ad altri processi, poiché funzionano perfettamente, in presenza di impegno e di motivazione. Le équipe che provvedono alla diagnosi restano comunque sempre disponibili per chiarimenti, approfondimenti, ecc., poiché ogni caso è a se stante, unico e diverso da tutti gli altri. In bocca al lupo per i tuoi studi!
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[#2]
Ex utente
Grazie per la sua replica D.ssa :)
Sì nel mio caso è solo risultato il calcolo (non altri aspetti)
So benissimo di non essere stupido, anzi, sulla relazione finale mi è stato riportato che ho un QI sopra la media (stando ai test utilizzati 99 percentile)
Ho compreso ciò che dice, in realtà mi ero espresso male nella domanda, quel che lei diceva è che spesso (ma ovviamente non sempre non essendo tutti uguali): "generalmente gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento sono molto creativi, tendono a preferire non tanto un pensiero lineare e rigido, ma visivo, basato sulle immagini ...."
Da quel che ho compreso ciò vuol dire che in un certo senso i DIS-....... nel mio caso (discalculici) utilizzano preferibilmente altre forme di apprendimento anche per altre materie?
ad esempio apprendimento visivo ecc..., ciò vuol dire che utilizziamo strategie diverse per lo studio in generale?
Questo volevo chiarire :)
Sì nel mio caso è solo risultato il calcolo (non altri aspetti)
So benissimo di non essere stupido, anzi, sulla relazione finale mi è stato riportato che ho un QI sopra la media (stando ai test utilizzati 99 percentile)
Ho compreso ciò che dice, in realtà mi ero espresso male nella domanda, quel che lei diceva è che spesso (ma ovviamente non sempre non essendo tutti uguali): "generalmente gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento sono molto creativi, tendono a preferire non tanto un pensiero lineare e rigido, ma visivo, basato sulle immagini ...."
Da quel che ho compreso ciò vuol dire che in un certo senso i DIS-....... nel mio caso (discalculici) utilizzano preferibilmente altre forme di apprendimento anche per altre materie?
ad esempio apprendimento visivo ecc..., ciò vuol dire che utilizziamo strategie diverse per lo studio in generale?
Questo volevo chiarire :)
[#3]
Salve, sì, generalmente, nei Piani Didattici Personalizzati degli studenti con dislessia vengono inserite le "mappe mentali" come strumento compensativo.
Le mappe mentali sono rappresentazioni "radiali" degli argomenti di studio, nel senso che li illustrano "a raggiera", ponendo al centro il concetto principale, sviluppando i vari collegamenti tutti intorno, sintetizzati con poche parole e con piccoli disegni colorati e creando così un reticolo di concetti, invece che un discorso sequenziale che va da A a B a C a D. Questo tipo di rappresentazione generalmente valorizza l'apprendimento creativo, la memoria visiva, la capacità di fare collegamenti che hanno molti studenti con dislessia.
Non tutti però! La dislessia non implica automaticamente pensiero creativo, preferenza per il ragionamento "radiale" piuttosto che lineare o memoria visiva, perché ciascuno è diverso. Inoltre, rispetto alla dislessia, la discalculia ha delle basi neurologiche specifiche e parzialmente diverse . Quindi ciascuno è diverso dagli altri.
In più, la dislessia, la discalculia o la disortografia, non è mai l'unica caratteristica che definisce uno studente. Quindi, la discalculia non è l'unica caratteristica che hai, è solo una delle tante, perché possiedi anche attitudini, interessi, motivazioni, stili cognitivi unici, del tutto individuali. Quindi il tuo modo di apprendere e generalmente di funzionare a livello cognitivo, è tuo, scaturisce da tutte le tue caratteristiche, non solo da una.
Ad esempio, io ho gli occhiali, ma la miopia non è l'unica caratteristica che mi definisce, perché mi dice soltanto che per vedere chiaro, conviene che mi metta gli occhiali. Non è una caratteristica che racchiude tutta la mia essenza, non è rappresentativa di me stessa, anzi è del tutto secondaria.
Da essa non discendono automaticamente altre specifiche conseguenze e modi di funzionare, se non appunto la necessità di utilizzare uno "strumento compensativo" (gli occhiali) per vedere bene, come può essere la calcolatrice per la discalculia o le mappe mentali per la dislessia o l'insulina per i diabetici o qualunque altro strumento compensativo specifico in base alle caratteristiche di ciascuno.
Ciascuna caratteristica interagisce con le altre quindi non è possibile dedurre il proprio funzionamento solo da una delle tante, né una delle tante comporta automaticamente specifici effetti, a parte richiedere l'utilizzo di specifici strumenti.
Quindi è opportuno contestualizzare le proprie caratteristiche, approfondire anche tutte le altre attitudini, potenzialità, interessi, metodi preferiti per apprendere, poiché la propria unicità scaturisce da tante caratteristiche insieme.
Le mappe mentali sono rappresentazioni "radiali" degli argomenti di studio, nel senso che li illustrano "a raggiera", ponendo al centro il concetto principale, sviluppando i vari collegamenti tutti intorno, sintetizzati con poche parole e con piccoli disegni colorati e creando così un reticolo di concetti, invece che un discorso sequenziale che va da A a B a C a D. Questo tipo di rappresentazione generalmente valorizza l'apprendimento creativo, la memoria visiva, la capacità di fare collegamenti che hanno molti studenti con dislessia.
Non tutti però! La dislessia non implica automaticamente pensiero creativo, preferenza per il ragionamento "radiale" piuttosto che lineare o memoria visiva, perché ciascuno è diverso. Inoltre, rispetto alla dislessia, la discalculia ha delle basi neurologiche specifiche e parzialmente diverse . Quindi ciascuno è diverso dagli altri.
In più, la dislessia, la discalculia o la disortografia, non è mai l'unica caratteristica che definisce uno studente. Quindi, la discalculia non è l'unica caratteristica che hai, è solo una delle tante, perché possiedi anche attitudini, interessi, motivazioni, stili cognitivi unici, del tutto individuali. Quindi il tuo modo di apprendere e generalmente di funzionare a livello cognitivo, è tuo, scaturisce da tutte le tue caratteristiche, non solo da una.
Ad esempio, io ho gli occhiali, ma la miopia non è l'unica caratteristica che mi definisce, perché mi dice soltanto che per vedere chiaro, conviene che mi metta gli occhiali. Non è una caratteristica che racchiude tutta la mia essenza, non è rappresentativa di me stessa, anzi è del tutto secondaria.
Da essa non discendono automaticamente altre specifiche conseguenze e modi di funzionare, se non appunto la necessità di utilizzare uno "strumento compensativo" (gli occhiali) per vedere bene, come può essere la calcolatrice per la discalculia o le mappe mentali per la dislessia o l'insulina per i diabetici o qualunque altro strumento compensativo specifico in base alle caratteristiche di ciascuno.
Ciascuna caratteristica interagisce con le altre quindi non è possibile dedurre il proprio funzionamento solo da una delle tante, né una delle tante comporta automaticamente specifici effetti, a parte richiedere l'utilizzo di specifici strumenti.
Quindi è opportuno contestualizzare le proprie caratteristiche, approfondire anche tutte le altre attitudini, potenzialità, interessi, metodi preferiti per apprendere, poiché la propria unicità scaturisce da tante caratteristiche insieme.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 15/11/2016.
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