Forse non ho depressione, è la mia vita che non è buona
Ultimamente sto di nuovo male, nonostante gli antidepressivi non riesco ad andare ai corsi universitari. Mi sento vecchio, fallito, sento che questa vita nella quale mi trovo a vivere non è la mia.
Ho sempre il desiderio di chiudermi in casa e coricarmi per cercare di sfuggire alla realtà.
Se tanti anni di psicoterapia non sono serviti a nulla e gli psicofarmaci fanno poco o nulla, anzi mi danno anche fastidio perché bloccano le mie vere emozioni di sofferenza. Sono giunto alla conclusione che non sono un malato, una persona disturbata o altro. Semplicemente è la mia vita che è difficile e poco piacevole. Per via della mia storia familiare/personale e per i miei fallimenti molto consistenti degli ultimi anni in campo universitario/professionalizzante.
Quello che vorrei capire è se davvero è così oppure è solo una mia idea, nel senso che la depressione ecc. esistono davvero come malattie, oppure sono solo un modo con il quale la nostra società scientifico-positivista tenta di schematizzare e catalogare le problematiche umane per tentare in modo asettico e non invadente di risolverle.
L'idea che mi perseguita sempre è il fatto che mi sento un fallito professionalmente, che ormai la bomba è esplosa, la vita è rovinata in modo sensibile e quindi non rimediabile, ed inoltre il senso di "essere fuori luogo" in ogni posto dove mi trovo: perché non sono laureato, perché sono vergine, perché non ho amici, perché sono solo e con un passato che mi crea più brutti pensieri che dolci ricordi.
Ho sempre il desiderio di chiudermi in casa e coricarmi per cercare di sfuggire alla realtà.
Se tanti anni di psicoterapia non sono serviti a nulla e gli psicofarmaci fanno poco o nulla, anzi mi danno anche fastidio perché bloccano le mie vere emozioni di sofferenza. Sono giunto alla conclusione che non sono un malato, una persona disturbata o altro. Semplicemente è la mia vita che è difficile e poco piacevole. Per via della mia storia familiare/personale e per i miei fallimenti molto consistenti degli ultimi anni in campo universitario/professionalizzante.
Quello che vorrei capire è se davvero è così oppure è solo una mia idea, nel senso che la depressione ecc. esistono davvero come malattie, oppure sono solo un modo con il quale la nostra società scientifico-positivista tenta di schematizzare e catalogare le problematiche umane per tentare in modo asettico e non invadente di risolverle.
L'idea che mi perseguita sempre è il fatto che mi sento un fallito professionalmente, che ormai la bomba è esplosa, la vita è rovinata in modo sensibile e quindi non rimediabile, ed inoltre il senso di "essere fuori luogo" in ogni posto dove mi trovo: perché non sono laureato, perché sono vergine, perché non ho amici, perché sono solo e con un passato che mi crea più brutti pensieri che dolci ricordi.
[#1]
"Semplicemente è la mia vita che è difficile e poco piacevole. "
Gentile Utente,
La psicoterapia non migliora la vita, ma la qualità di vita.
Le insegna a reagire, a modificare l'immodoficabile dentro di lei, a lavorare su di se, sulle sue emozioni e sui suoi limiti..
È ancora in cura?
Che tipo di psicoterapia ha effettuato?
Quante sedute a settimana?
Al mese?
Gentile Utente,
La psicoterapia non migliora la vita, ma la qualità di vita.
Le insegna a reagire, a modificare l'immodoficabile dentro di lei, a lavorare su di se, sulle sue emozioni e sui suoi limiti..
È ancora in cura?
Che tipo di psicoterapia ha effettuato?
Quante sedute a settimana?
Al mese?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
"È ancora in cura?"
Sì
"Che tipo di psicoterapia ha effettuato? "
Non lo so. Ho cambiato 4 terapeuti nel corso degli anni, l'unica differenza è che con l'ultimo mi sento capito e lo trovo una persona intelligente. Se solo lo avessi incontrato prima. Ora è troppo tardi per rimettere in carreggiata certe cose, è questo il tarlo che mi logora dentro.
"Quante sedute a settimana?
Al mese? "
Una seduta a settimana o ogni due, dipende. Due/tre sedute al mese diciamo.
"La psicoterapia non migliora la vita, ma la qualità di vita. "
Non è la stessa cosa? Io non riuscirei a stare bene se anche la vita, in modo oggettivo, non cambia.
Sì
"Che tipo di psicoterapia ha effettuato? "
Non lo so. Ho cambiato 4 terapeuti nel corso degli anni, l'unica differenza è che con l'ultimo mi sento capito e lo trovo una persona intelligente. Se solo lo avessi incontrato prima. Ora è troppo tardi per rimettere in carreggiata certe cose, è questo il tarlo che mi logora dentro.
"Quante sedute a settimana?
Al mese? "
Una seduta a settimana o ogni due, dipende. Due/tre sedute al mese diciamo.
"La psicoterapia non migliora la vita, ma la qualità di vita. "
Non è la stessa cosa? Io non riuscirei a stare bene se anche la vita, in modo oggettivo, non cambia.
[#3]
>>> Ho cambiato 4 terapeuti nel corso degli anni, l'unica differenza è che con l'ultimo mi sento capito e lo trovo una persona intelligente. Se solo lo avessi incontrato prima. Ora è troppo tardi per rimettere in carreggiata certe cose, è questo il tarlo che mi logora dentro
>>>
E per quale motivo sarebbe troppo tardi, a parte l'averlo deciso lei stesso?
>>>
E per quale motivo sarebbe troppo tardi, a parte l'averlo deciso lei stesso?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Perché purtroppo nel corso di questi anni molte cose sono peggiorate. Sono oltre 5 anni fuori corso con la laurea specialistica e dopo un ottima laurea triennale che avrebbe potuto aprirmi molte porte professionali lo considero come una grossissima perdita. Inoltre la mia vita relazionale non è mai decollata, ma se prima ero comunque un ventenne vergine oggi invece sono un quasi trentenne vergine, con tutte le conseguenze del caso a comincia dal malore che mi viene uscendo e vedendo giovane ragazze ventenni per le quali potrei essere troppo vecchio.
Si potrebbe dire insomma che il focus del mio problema si sia spostato, se prima le cause erano una grossa crisi familiare oggi sono più gli strascichi che si sono prodotti in questi anni a deprimermi.
Per questo dico che è un po' tardi e sarebbe stato meglio incontrare prima un terapeuta che mi capisse ed assumere farmaci, piuttosto che perdere tempo dietro ad analisi dei sogni e sensi di colpa vari che mi venivano creati nelle precedenti psicoterapie.
Si potrebbe dire insomma che il focus del mio problema si sia spostato, se prima le cause erano una grossa crisi familiare oggi sono più gli strascichi che si sono prodotti in questi anni a deprimermi.
Per questo dico che è un po' tardi e sarebbe stato meglio incontrare prima un terapeuta che mi capisse ed assumere farmaci, piuttosto che perdere tempo dietro ad analisi dei sogni e sensi di colpa vari che mi venivano creati nelle precedenti psicoterapie.
[#5]
>>> la mia vita relazionale non è mai decollata
>>>
Se gli esseri umani decollassero, sarebbero aerei.
Spesso le persone non riescono a fare progressi perché si inceppano in qualche convinzione limitante che rende le loro aspettative troppo elevate. Nel suo caso di convinzioni errate e limitanti se ne possono individuare a bizzeffe.
Ad esempio:
1) Ho fatto 4 psicoterapie, e siccome non hanno funzionato scriverò a degli psicologi online, tanto è lo stesso.
2) Un trentenne non può risultare attraente per una ventenne.
3) È troppo tardi perché io possa stare meglio.
4) Siccome ho solo una triennale, non aver preso la specialistica è stata una grossissima perdita.
5) Sì, perché avrei <dovuto> prendere la specialistica.
6) L'ultimo terapeuta è una persona capace, ma neanche lui può far nulla. Perché è troppo tardi.
>>>
Se gli esseri umani decollassero, sarebbero aerei.
Spesso le persone non riescono a fare progressi perché si inceppano in qualche convinzione limitante che rende le loro aspettative troppo elevate. Nel suo caso di convinzioni errate e limitanti se ne possono individuare a bizzeffe.
Ad esempio:
1) Ho fatto 4 psicoterapie, e siccome non hanno funzionato scriverò a degli psicologi online, tanto è lo stesso.
2) Un trentenne non può risultare attraente per una ventenne.
3) È troppo tardi perché io possa stare meglio.
4) Siccome ho solo una triennale, non aver preso la specialistica è stata una grossissima perdita.
5) Sì, perché avrei <dovuto> prendere la specialistica.
6) L'ultimo terapeuta è una persona capace, ma neanche lui può far nulla. Perché è troppo tardi.
[#6]
Utente
Lei ha ragione sul fatto che io sia pieno di preconcetti e ho anche la tendenza a focalizzarmi sulle cose che ho perso o che non ho fatto piuttosto che su quello che ho ottenuto e sono comunque riuscito a fare.
Alle volte penso che il mio essere così sia perché sono cresciuto e mi sono sempre istruito in una direzione tendente alla estrema razionalizzazione, mi pongo continui dubbi quasi come se fosse un meccanismo cautelativo: pensiamo al peggio perché il peggio può sempre succedere.
Mi sento però di farle due precisazioni:
La prima riguardo al punto 1 della sua risposta. Io non ho perso completa fiducia nella psicoterapia, altrimenti non scriverei qui giusto? E' pur vero che neanche sapevo agli inizi cosa la psicoterapia fosse e in totale sofferenza (anche perché non avevo nessuno, ne familiari, ne amici) mi sono affidato a dei psicologi del CSM e questo ha solo peggiorato le cose. Non perché fossero persone che sbagliano, ma perché è stato come affidare un incidentato pieno di ferite e ossa rotte al reparto riabilitazione. Il tutto ha peggiorato le cose. Oggi ripenso al tutto come un enorme errore.
Non mi illudo che online troverò la cura, ma qualche informazione per poi curarmi meglio con psicologi di persona, spero.
La seconda precisazione è dovuta a quel "troppo tardi per..."
Vedendo la vita degli altri, ex colleghi ad esempio, amici, parenti, ecc. con tutta sincerità mi rendo conto di come la famiglia e le relazioni siano un elemento fondamentale, le quali permettono alla persona di maturare al meglio e imparare a camminare sulle sue gambe nel minor tempo e con "la camminata migliore".
Quasi come dire che la nostra vita dipende poco da noi e molto dal quel misto di relazioni, luoghi e influenze varie che ci plasmano.
Forse io sono già plasmato e sarò destinato a continui episodi depressivi nella mia vita, che inficeranno in modo consistente la vita che potrei condurre. Del resto la depressione più si presenta e più facilmente si ripresenterà, a dimostrazione di quanto sbagliato sia il detto di Nietzsche: "ciò che non ti uccide ti fortifica"
La verità è che se una cosa non ti uccide comunque ti indebolisce, augurati almeno che non ti abbia indebolito troppo.
Alle volte penso che il mio essere così sia perché sono cresciuto e mi sono sempre istruito in una direzione tendente alla estrema razionalizzazione, mi pongo continui dubbi quasi come se fosse un meccanismo cautelativo: pensiamo al peggio perché il peggio può sempre succedere.
Mi sento però di farle due precisazioni:
La prima riguardo al punto 1 della sua risposta. Io non ho perso completa fiducia nella psicoterapia, altrimenti non scriverei qui giusto? E' pur vero che neanche sapevo agli inizi cosa la psicoterapia fosse e in totale sofferenza (anche perché non avevo nessuno, ne familiari, ne amici) mi sono affidato a dei psicologi del CSM e questo ha solo peggiorato le cose. Non perché fossero persone che sbagliano, ma perché è stato come affidare un incidentato pieno di ferite e ossa rotte al reparto riabilitazione. Il tutto ha peggiorato le cose. Oggi ripenso al tutto come un enorme errore.
Non mi illudo che online troverò la cura, ma qualche informazione per poi curarmi meglio con psicologi di persona, spero.
La seconda precisazione è dovuta a quel "troppo tardi per..."
Vedendo la vita degli altri, ex colleghi ad esempio, amici, parenti, ecc. con tutta sincerità mi rendo conto di come la famiglia e le relazioni siano un elemento fondamentale, le quali permettono alla persona di maturare al meglio e imparare a camminare sulle sue gambe nel minor tempo e con "la camminata migliore".
Quasi come dire che la nostra vita dipende poco da noi e molto dal quel misto di relazioni, luoghi e influenze varie che ci plasmano.
Forse io sono già plasmato e sarò destinato a continui episodi depressivi nella mia vita, che inficeranno in modo consistente la vita che potrei condurre. Del resto la depressione più si presenta e più facilmente si ripresenterà, a dimostrazione di quanto sbagliato sia il detto di Nietzsche: "ciò che non ti uccide ti fortifica"
La verità è che se una cosa non ti uccide comunque ti indebolisce, augurati almeno che non ti abbia indebolito troppo.
[#7]
Come ebbe a dire una volta Ford, quello delle auto, che tu creda di farcela o non farcela, avrai ragione lo stesso.
Nietzsche ha ragione da vendere, ma quel detto non si applica nel suo caso. Perché lei, a giudicare da questo resoconto e dai numerosi altri precedenti, pensa molto, ma non si confronta nel dovuto modo con l'esterno. Evita, più che affrontare. E le ferite delle battaglie evitate non guariscono mai. Per questo non solo non la fortificano, ma la indeboliscono sempre di più.
>>> mi pongo continui dubbi quasi come se fosse un meccanismo cautelativo: pensiamo al peggio perché il peggio può sempre succedere
>>>
Ma lo fa nel modo sbagliato. E l'ironia è che il suo è un tipo di vizio mentale di solito abbastanza facile da scardinare in terapia. Solo che non si può fare a distanza.
>>> La prima riguardo al punto 1 della sua risposta. Io non ho perso completa fiducia nella psicoterapia, altrimenti non scriverei qui giusto?
[...]
Non mi illudo che online troverò la cura, ma qualche informazione per poi curarmi meglio con psicologi di persona, spero.
>>>
Di informazioni, da due anni a questa parte, gliene abbiamo date in abbondanza. Vada a rileggersi i passati consulti. Ma a distanza, più di questo cosa si può fare? Per questo il senso di quanto le dicevo è che non deve riporre eccessiva fiducia nei consulti online, SE l'obiettivo è uscire davvero da una situazione che non le piace.
Ciò che le serve è una cura adatta. Dal punto di vista psicoterapeutico, se non ha mai fatto tentativi in merito, le suggerirei di consultare un terapeuta strategico breve.
Nietzsche ha ragione da vendere, ma quel detto non si applica nel suo caso. Perché lei, a giudicare da questo resoconto e dai numerosi altri precedenti, pensa molto, ma non si confronta nel dovuto modo con l'esterno. Evita, più che affrontare. E le ferite delle battaglie evitate non guariscono mai. Per questo non solo non la fortificano, ma la indeboliscono sempre di più.
>>> mi pongo continui dubbi quasi come se fosse un meccanismo cautelativo: pensiamo al peggio perché il peggio può sempre succedere
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Ma lo fa nel modo sbagliato. E l'ironia è che il suo è un tipo di vizio mentale di solito abbastanza facile da scardinare in terapia. Solo che non si può fare a distanza.
>>> La prima riguardo al punto 1 della sua risposta. Io non ho perso completa fiducia nella psicoterapia, altrimenti non scriverei qui giusto?
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Non mi illudo che online troverò la cura, ma qualche informazione per poi curarmi meglio con psicologi di persona, spero.
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Di informazioni, da due anni a questa parte, gliene abbiamo date in abbondanza. Vada a rileggersi i passati consulti. Ma a distanza, più di questo cosa si può fare? Per questo il senso di quanto le dicevo è che non deve riporre eccessiva fiducia nei consulti online, SE l'obiettivo è uscire davvero da una situazione che non le piace.
Ciò che le serve è una cura adatta. Dal punto di vista psicoterapeutico, se non ha mai fatto tentativi in merito, le suggerirei di consultare un terapeuta strategico breve.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 14/11/2016.
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