Situazione logorante in famiglia

Gentili dottori,

vi scrivo per riportarvi una situazione di disagio che si è accentuata nell'ultimo periodo. Ho sempre vissuto in modo molto negativo gli episodi di litigio tra i miei genitori che ritengo siano stati, almeno fino a poco tempo fa, nella norma come numero e intensità. Ultimamente però qualcosa è cambiato, litigano più spesso e soprattutto la cosa che mi fa stare male è il fatto che mia madre sia sempre più frustrata e insoddisfatta della sua vita, lei sostiene infatti, sfogandosi con me, di non farcela più perchè mio papà non l'aiuta, lei lavora "come una serva" (parole sue) e poi deve fare tutti i lavori di casa, non ha particolari hobbies e si sfoga fumando essenzialmente. Alterna periodi di apparente tranquillità a periodi drammatici in cui è sempre arrabbiata e frustrata dalla situazione. Sono arrivato persino a consigliarle di lasciare mio padre e vivere per conto suo, cosa che mi farebbe comunque stare molto male, ma se questo potesse far stare meglio lei a me andrebbe bene. Lei però, pur avendo detto spesso di volersene andare, finora non lha mai fatto, forse perchè non ha il coraggio. Mi sento in colpa anche io per questa situazione, pensavo che mia madre fosse felice della sua vita, invece a quanto pare non lo è e la colpa è anche mia forse. In ogni caso io vivo male questa situazione, sto per laurearmi e avrei bisogno di serenità per studiare, cosa che non trovo a casa. Sto pensando di andare a vivere per conto mio avendo dei soldi da parte. Sono lacerato da questa decisione, è secondo voi egoistica? Dovrei fare qualcosa perchè la situazione di risolva?

Grazie e cordiali saluti.

Enrico
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Buongiorno Enrico,

perché la Sua dovrebbe essere una decisione da persona egoista?
In fondo Lei è una persona adulta, sta per laurearsi e la problematica che c'è in casa riguarda i Suoi genitori, non Lei.
O meglio, chiunque in casa fa di tutto per tirare in ballo Lei e per far sì che abbia un ruolo nella faccenda, ma Lei fa bene a starne fuori.
Si prenda i Suoi spazi, per concentrarsi sui Suoi obiettivi: mi sembra una scelta sana!

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
La ringrazio e per la cortese e immediata risposta.
Forse ho dato una visione troppo negativa dei miei genitori, in realtà loro nei miei confronti hanno fatto sempre il massimo e ritengo mi abbiano molto a cuore per questo mi sento in colpa nell'andare via, forse loro non si rendono neanche conto che io la vivo in questo modo negativo, io semplicemente sto male nel vedere mia madre in quella situazione e vorrei anche aiutarla in qualche modo. Ad ogni modo ci dovrò riflettere.
Grazie ancora e cordiali saluti.

Enrico
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Enrico,

ci credo che i Suoi genitori Le hanno dato tanto e che certamente Le vogliono molto bene.
Ma questo NON può diventare un alibi, né deve sentirsi in colpa se fa delle scelte da persona adulta.
Vero è che si possono prendere le distanze anche senza restare invischiati nelle dinamiche famigliari.

Cordiali saluti,
[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

i Suoi due genitori litigano.
Però Lei prova maggiore pena per Sua madre.

Perchè?

Perchè trova che quanto essa dice sia veramente corrispondente alla realtà?
Perchè si confida con Lei?

Vorrei solo suggerirLe che nella vita delle persone - anche delle mamme - le crisi esistono.
Talvolta sono crisi interiori legate
all'età,
all'esistenza,
all'insiddisfazione,
al tempo che passa...
e che cercano nella concretezza famigliare
- un capro espiatorio
- una spalla su cui appoggiarsi.

Quando "la spalla" è rappresentata dal figlio,
si appesantisce inutilmente la sua esistenza
e lo si induce a "parteggiare", a schierarsi.

Tuttavia non è certo questo il ruolo di un figlio,
a meno che egli stesso non osservi palesi ed evidenti offese e/o violenze di un genitore verso l'altro.

E dunque, considerato che Lei si trova "preso in mezzo",
l'ipotesi di andare via è comprensibile.
Ma in realtà spesso - purtroppo - accade il contrario: e cioè che il figlio "rimanga lì" (intrappolato) per consolare il genitore sofferente...

Il genitore sofferente deve cercare aiuto presso altri adulti, presso i professionisti dell'aiuto".

Saluti cordiali.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#5]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa Brunialti,

la ringrazio per la cortese risposta.
Provo maggiore pena per mia madre perchè effettivamente, escludendo alcune sue drammatizzazioni, quello che dice corrisponde a realtà e cioè che mio padre non è minimamente collaborativo nella vita famigliare. Non ci sono comunque mai state violenze fisiche di alcun genere e le offese verbali sono state rare. Inoltre ho sempre avuto un ottimo rapporto con mia madre che considero una donna straordinaria, è anche questo che mi turba, avere scoperto da poco (parliamo di qualche mese) questa sua frustrazione che pensavo non avesse e che invece si portava dentro da molto. Io cerco di fare il possibile aiutandola anche in casa ma più di tanto non posso fare e comunque credo sia maggiormente dovere di mio padre rendersi conto e fare qualcosa al riguardo essendo lui la causa.
A dire il vero non mi sento "intrappolato", infatti ho 22 anni ed è la prima volta che sento l'esigenza vera di voler andare via di casa ma forse dipende anche dall'età che mi sta portando naturalmente alla cosa. Ad ogni modo ho ancora le idee confuse spero di chiarirmele anche grazie ai vostri consigli.
Cordiali saluti.

Enrico
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile ragazzo,

apprezzo le Sue riflessioni, introspettive e tendenzialmente oggettive.

Tenga conto che nelle dinamiche di una coppia (i Suoi genitori) esistono dei condizionamenti propri "dell'epoca" nella quale i due si sono "messi insieme".
Intendo dire che già solo qualche anno fa il "maschile" era vissuto in modo molto differente da oggi; le modalità di ripartizione dei compiti domestici erano molto molto diverse.
La donna è cambiata in questi anni molto più dell'uomo: autonomia, diritti, consapevolezza...
e questo fa sì che oggi sia maggiormente inquieta.

Le dico ciò per aggiungere qualche chiave di lettura a quanto sta avvenendo nella Sua famiglia e coppia genitoriale.
Ma forse semplicemente tra loro l'amore è finito e dunque ... tolleranza zero.

Per quanto riguarda Lei, l'esigenza di una vita propria in una abitazione autonoma è naturale e fisiologica.
Rispetto all' "intrappolare", significava: Faccia in modo che la pena e la partecipazione verso Sua mamma non La intrappoli "lì". Accade.

Saluti cordiali.