Mancanza di contatto visivo e relazioni interpersonali

Buon giorno dottori,
sono una ragazza di 25 anni, non mi è facile spiegare il mio problema, quindi perdonatemi se sarò un po’ lunga, ma partirò dall’inizio: ho vissuto in una città difficile con genitori iperprotettivi e ansiosi, ero una bambina molto asociale. Il mio carattere timido ed introverso e la mia costituzione robusta mi rendevano bersaglio ideale per le prese in giro da parte dei coetanei. Sono stata un’adolescente insicura, mi vedevo brutta, debole ed avevo una percezione distorta di me, come ho appurato dopo qualche mese di sedute psicologiche. Al liceo sono stata vittima di bullismo psicologico, ma su questo non mi soffermerò. Ho passato periodi in cui facevo follie per dimagrire, alternati a periodi di sconforto in cui mi rifugiavo nel cibo. Fino ad un paio di anni fa avevo paura della gente: in ogni sguardo vedevo derisione, ogni risata la sentivo rivolta a me. Oggi, dopo aver passato alcuni anni lontana da casa, la mia autostima è parecchio aumentata. Ho fatto pace con il cibo e con mio riflesso allo specchio, a volte riesco anche a vedermi carina. Ho degli amici, pochi ma buoni.
Ma c’è una cosa che non è cambiata in me. L’incapacità di relazionarmi con i ragazzi. Quelli che mi piacciono sembrano considerarmi l’eterna amica, asessuata. E quando qualcuno sembra interessato in me, scappo. Come se pensassi: sarà uno scherzo, si sta prendendo gioco di me. Inutile pensare in maniera razionale che i compagni di liceo che si divertivano in questo modo sono ormai lontani sia nel tempo che nello spazio. Sono anche venuta a sapere di diversi ragazzi a cui piacevo tanto ma che non si sono mai fatti avanti perché, a detta dei loro amici, “avevano paura”. Non sono mai riuscita a capire in che senso.
Talvolta penso che, come da adolescente avevo una visione distorta di me in negativo, forse ora ho una visione distorta nell’altro senso, cioè che mi vedo più carina di quanto lo sia realmente.
Ho letto alcuni articoli online, e sembra che un ruolo importante nelle relazioni interpersonali sia quello dello sguardo e del contatto fisico. Io odio il contatto fisico, e soprattutto non ho contatto visivo. E non ci avrei neanche fatto caso se alcuni amici non me l'avessero fatto notare. Durante le conversazioni ho sempre trovato difficile guardare la gente negli occhi, infatti il mio sguardo vaga ovunque, soffermandosi di tanto in tanto sul viso dell’interlocutore per far capire che sto ascoltando. È davvero tanto importante il contatto visivo? Davvero un uomo può rinunciare a corteggiare una donna solo perché non viene mai guardato, o è solo una scusa che mi sto raccontando per non ammettere che forse il vero motivo della mia non attrattività è un altro?
Ma soprattutto, è il caso di rivolgersi ad uno psicologo per cercare di sbloccare questa situazione, o è un problema che potrebbe essere visto come “frivolo”? In caso, quale specialista è il caso di contattare?
Grazie per essere arrivati fino in fondo! Spero possiate aiutarmi
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

sì, il contatto visivo è fondamentale. Ad esempio, se consideriamo la comunicazione NON verbale, se consideriamo il corteggiamento, se parliamo di abilità sociali, ecc....

Quando una persona vuole comunicare con noi e non ci guarda, che tipo di messaggio passa secondo Lei?

Può essere molto utile il ricorso ad uno psicologo psicoterapeuta, non solo per lo sguardo, ma perché è probabile che ci siano problematiche di altro tipo che non Le permettono di vivere pienamente le relazioni e di essere a Suo agio con gli altri.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentilissima dottoressa Pileci
Grazie molte per la risposta. Riguardo alla Sua domanda, "Quando una persona vuole comunicare con noi e non ci guarda, che tipo di messaggio passa secondo Lei?", onestamente non mi sono mai posta il problema. Di solito è il contrario, nel senso che noto principalmente-e mi rende molto nervosa- quando qualcuno mi guarda insistentemente, spingendomi a voltarmi dall'altra parte o in alcuni casi persino a lasciare l'ambiente. Comincio a credere che ci sia qualcosa di sbagliato nel mio modo di decodificare il linguaggio non verbale. Con la psicologa che mi ha seguita per qualche mese un paio di anni fa non abbiamo mai trattato questo argomento, purtroppo.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Comincio a credere che ci sia qualcosa di sbagliato nel mio modo di decodificare il linguaggio non verbale. "

Questa Sua credenza (che ha poco o nulla a che vedere con gli altri) La porta a creare un inutile problema, nel senso che Lei, a disagio, inizia a comportarsi in modi del tutto singolari: si volta dall'altra parte o fugge via. Questo comportamento induce gli altri attorno a Lei a fare delle valutazioni sul Suo conto e a ritenerla magari una persona diversa da quello che è. Come vede, è un circolo vizioso...
Quindi è questo meccanismo che deve essere spezzato in terapia.

Cordiali saluti,
[#4]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Grazie dottoressa per la risposta. Ho pensato molto a ciò che ha scritto. Non pensavo che queste mie reazioni fossero "singolari", in fondo sono cose che faccio istintivamente, forse una sorta di difesa da quelli che vedo come sguardi giudicanti, una sorta di "minaccia", non saprei spiegarmi meglio. Cercherò di lavorare su questo aspetto, magari con l'anno nuovo inizierò una terapia come da Lei suggerito.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ma infatti intendevo che sono reazioni che dal Suo punto di vista sono "normalissime" per tutelarsi e per gestire il timore o l'imbarazzo.
Ma dall'esterno possono sembrare stucchevoli: che motivo ha una persona che sto guardando di scappar via, a disagio?
Dall'esterno si può pensare che la persona sia a disagio, o poco socievole o.... snob!

Cordiali saluti,
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