Ansia/depressione inizio università
Salve a tutti,
Scrivo per un consiglio o un parere.
Sono un ragazzo di 19 anni ed ho appena iniziato l'università... ma prima di questo c'è da fare una breve introduzione.
Il mio percorso con la psicologa inizia a 17 anni e va avanti da 2 anni, iniziò tutti a 17 anni con il primo attacco di panico, infatti da lì, grazie ad un lavoro costante e all'uso di farmaci arrivai a capire e a risolvere molti problemi, prima con mio padre (divorziato da mia madre) e poi chiudendo una relazione con una ragazza con la quale mi sentivo "ingabbiato". Da lì inizió un bel periodo, in cui devo dire mi sentii molto meglio, purtroppo durò poco perché arrivò un'altra ragazza con cui mi misi, per vari motivi, uno su tutti quello che evitavo la scuola sempre di più perché frequentavo un istituto che non mi piaceva e mi metteva molte pressioni. Con la ragazza stetti tre mesi ed al quinto anno decisi di cambiare scuola, dopo averla lasciata e dopo aver cambiato scuola stetti molto molto meglio, arrivò l'esame e lo superai bene. Dopo l'esame sentii subito una strana sensazione, purtroppo, nel periodo di depressione (che collego alla mia prima ex ragazza ed al fatto che fossi "costretto ad andare 3 giorni su 7 da mio padre) smisi di fare calcio e da lì smisi ogni pratica di sport. Comunque tornando al discorso precedente: durante l'Estate mi sentii spesso in ansia, tra forti coliti, tra pensieri ansiosi e altri sfoghi sempre ansiosi (che ho ben imparato a riconoscere). Poi a Settembre iniziò l'università e fino ad Ottobre circa andò tutto bene, i giorni critici erano il Mercoledì e il Giovedì (poiché il mercoledì avevo lezione il pomeriggio ed il giovedì era il giorno libero). Col passare del tempo, continuavo a scalare il farmaco, (50 mg di zoloft adesso), però ieri è morta mia nonna, con la quale avevo perso un po' i rapporti poiché era malata di Parkinson e non parlava più, anche se poi la andavo a trovare sempre, e negli ultimi 10 giorni (prima che morisse mia nonna) ho avuto un importante calo dell'umore.
Nonostante ora mi senta "depresso" (lo metto tra virgolette perché magari è una settimana no in un periodo già difficile di suo, diciamo che forse la morte di mia nonna è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quindi prima di emettere sentenze aspetto) ieri, che stavo meglio, ho riflettuto.
Io credo che già da dopo l'esame non sia stato bene perché: 1)avevo finito un percorso ed avevo perso l'obiettivo della mia vita (o conquistato) 2)l'ottima umana è quella secondo la quale per essere "felici" dobbiamo avere uno scopo (era così anche per gli uomini primitivi) 3) l'assenza di scopo e la situazione di mia nonna, correlata al fatto che purtroppo si debba aspettare vari esami per sentirsi "dentro" l'università mi ha scatenato quest'ansia/depressione.
Certo è che è molto difficile sopportare un altro periodo no dopo 2 anni difficili e non posso negare che certe volte penso di essere materiale "fallato", costretto a star male, nonostante gli sforzi.
Pareri?
Scrivo per un consiglio o un parere.
Sono un ragazzo di 19 anni ed ho appena iniziato l'università... ma prima di questo c'è da fare una breve introduzione.
Il mio percorso con la psicologa inizia a 17 anni e va avanti da 2 anni, iniziò tutti a 17 anni con il primo attacco di panico, infatti da lì, grazie ad un lavoro costante e all'uso di farmaci arrivai a capire e a risolvere molti problemi, prima con mio padre (divorziato da mia madre) e poi chiudendo una relazione con una ragazza con la quale mi sentivo "ingabbiato". Da lì inizió un bel periodo, in cui devo dire mi sentii molto meglio, purtroppo durò poco perché arrivò un'altra ragazza con cui mi misi, per vari motivi, uno su tutti quello che evitavo la scuola sempre di più perché frequentavo un istituto che non mi piaceva e mi metteva molte pressioni. Con la ragazza stetti tre mesi ed al quinto anno decisi di cambiare scuola, dopo averla lasciata e dopo aver cambiato scuola stetti molto molto meglio, arrivò l'esame e lo superai bene. Dopo l'esame sentii subito una strana sensazione, purtroppo, nel periodo di depressione (che collego alla mia prima ex ragazza ed al fatto che fossi "costretto ad andare 3 giorni su 7 da mio padre) smisi di fare calcio e da lì smisi ogni pratica di sport. Comunque tornando al discorso precedente: durante l'Estate mi sentii spesso in ansia, tra forti coliti, tra pensieri ansiosi e altri sfoghi sempre ansiosi (che ho ben imparato a riconoscere). Poi a Settembre iniziò l'università e fino ad Ottobre circa andò tutto bene, i giorni critici erano il Mercoledì e il Giovedì (poiché il mercoledì avevo lezione il pomeriggio ed il giovedì era il giorno libero). Col passare del tempo, continuavo a scalare il farmaco, (50 mg di zoloft adesso), però ieri è morta mia nonna, con la quale avevo perso un po' i rapporti poiché era malata di Parkinson e non parlava più, anche se poi la andavo a trovare sempre, e negli ultimi 10 giorni (prima che morisse mia nonna) ho avuto un importante calo dell'umore.
Nonostante ora mi senta "depresso" (lo metto tra virgolette perché magari è una settimana no in un periodo già difficile di suo, diciamo che forse la morte di mia nonna è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quindi prima di emettere sentenze aspetto) ieri, che stavo meglio, ho riflettuto.
Io credo che già da dopo l'esame non sia stato bene perché: 1)avevo finito un percorso ed avevo perso l'obiettivo della mia vita (o conquistato) 2)l'ottima umana è quella secondo la quale per essere "felici" dobbiamo avere uno scopo (era così anche per gli uomini primitivi) 3) l'assenza di scopo e la situazione di mia nonna, correlata al fatto che purtroppo si debba aspettare vari esami per sentirsi "dentro" l'università mi ha scatenato quest'ansia/depressione.
Certo è che è molto difficile sopportare un altro periodo no dopo 2 anni difficili e non posso negare che certe volte penso di essere materiale "fallato", costretto a star male, nonostante gli sforzi.
Pareri?
[#1]
Gentile Utente,
quali erano gli obiettivi terapeutici fissati?
Sono stati raggiunti tutti?
Di solito, quando termina una psicoterapia è possibile che ci sia un sintomo, ma la persona è in grado di gestirlo.
Lei incontra difficoltà in tutto ciò?
quali erano gli obiettivi terapeutici fissati?
Sono stati raggiunti tutti?
Di solito, quando termina una psicoterapia è possibile che ci sia un sintomo, ma la persona è in grado di gestirlo.
Lei incontra difficoltà in tutto ciò?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 11/11/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.