Dubbi orientamento sessuale

Gentili dottori e dottoresse, buongiorno.

Mi scuso in anticipo per la possibile lunghezza di questo mio post.

Sono un ragazzo di 30 anni e sono in una relazione stabile con una ragazza da 3 anni e mezzo, convivendo da 2 e mezzo. Abbiamo un bellissimo rapporto a livello umano, moltissimi interessi in comune e nonostante l'occasionale discussione riusciamo sempre a risolvere con un sano dialogo senza incrinare minimamente il rapporto. Anche in ambito sessuale la relazione è ottima: abbiamo rapporti regolarmente, molto appaganti per entrambi.
Da circa un mese a questa parte però è riaffiorato prepotentemente in me quello che ho sempre considerato un semplice feticismo sessuale: attrazione verso donne transgender molto femminili non operate.
Ho detto "sempre considerato" perché in varia intensità e capacità di comprensione è una cosa che ha suscitato in me attrazione sessuale sin dai 14-15 anni. Dalle mie prime esperienze "trasgressive" su internet, diciamo.
Probabilmente questa cosa si somma al fatto che nel periodo delle prime esperienze con la mia sessualità, ho scoperto di provare molto piacere attraverso la stimolazione anale. Un piacere che ho sempre tenuto per me, ma che non mi ha mai fatto sorgere dubbi sul mio orientamento eterosessuale. L'ho sempre semplicemente considerato come parte della mia sessualità.
Come dicevo sopra, ultimamente questa mia attrazione è molto più forte che in passato, al punto che ho inizato ad interrogarmi sul mio orientamento. Non solo dal punto strettamente fisico, ma anche mentale, relazionale. Nonostante sia stato cresciuto con una mentalità aperta, mi sono sorpreso nel rispondermi che l'idea di una eventuale relazione con una ragazza transgender, come quella che sto vivendo al momento con la mia ragazza cisgender, non mi crea turbamenti o paure. Anzi, l'idea di qualcosa di così nuovo mi suscita una sensazione di energie positive. Il che devo ammetterlo, mi ha lasciato perplesso.
Un altro elemento è un sogno ricorrente che sto avendo da circa una settimana, in cui ho un rapporto completo, molto piacevole, con una ragazza con l'organo maschile. La prima volta era la mia attuale ragazza, ma nelle successive due riccorenze no.

Sono consapevole del fatto che l'orientamento sessuale non cambi dal mattino alla sera, e credo che la mia storia regressa dimostri che c'è sempre stato un qualcosa. La mia domanda è: indipendentemente dalla relazione in cui sono, sto razionalizzando e accettando un mio orientamento (trans-orientato, non omosessuale) sempre avuto ma inconsciamente represso? O sto semplicemente fantasticando su qualcosa di diverso, come una sorta di fuga dalla quotidianità?

Vorrei solo aggiungere che purtroppo la mia situazione finanziaria non mi permetterebbe di sostenere un percorso con uno specialista. Credete che anche solo un primo consulto gratuito possa essermi d'aiuto? Cosa potrei fare?

Vi ringrazio in anticipo per qualunque consiglio o orientamento possiate darmi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il concetto di orientamento sessuale, come probabilmente saprà, non è infatti fisso e immutabile. Tant'è che oggi si parla di orientamento sessuale fluido. Quindi le tradizionali definizioni a volte possono stare strette.

>>> la stimolazione anale. Un piacere che ho sempre tenuto per me, ma che non mi ha mai fatto sorgere dubbi sul mio orientamento eterosessuale. L'ho sempre semplicemente considerato come parte della mia sessualità
>>>

E quindi, lei potrebbe essere un eterosessuale che in più riesce a eccitarsi attraverso la stimolazione anale. Anche questo fa parte della sfera del possibile.

Eviterei tuttavia di addentrarmi in elucubrazioni tipo repressione ecc., che porterebbero ritengo poco lontano. Il piacere è la miglior giustificazione di se stesso, entro certi limiti. Se lei riesce a riconoscere quali sono le modalità che la eccitano, tutto si potrebbe ridurre ad accettarle e a viverle nel modo più equilibrato possibile.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie per la sua risposta, dottor Santonocito.

Il fatto è che credo di aver raggiunto un cosidetto punto di stallo, con le mie riflessioni. Mi sono ritrovato a pensare "se non fossi impegnato non avrei problemi a fare nuove esperienze in modo da capire meglio cosa voglio veramente". Non ho mai avuto paura di lanciarmi nel "nuovo" fin'ora, sia sportivamente che lavorativamente e in generale nella mia vita (quattro anni fa mi sono trasferito da un paese ad una grande città in una specie di salto nel buio solo per cercare di realizzare il mio sogno lavorativo ad esempio). ­È anche vero che una relazione importante come quella che sto vivendo non si "butta alle ortiche", o si rischia di farlo, solo per dei dubbi.

Come vede, sono in difficoltà principalmente sul come riuscire a trovare il famigerato bandolo della matassa, a questo punto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> È anche vero che una relazione importante come quella che sto vivendo non si "butta alle ortiche", o si rischia di farlo, solo per dei dubbi
>>>

Certo che no. Specie quando si tratta di una relazione a cui si tiene.

L'essere umano è bravissimo a mettersi da solo in situazioni di stallo in cui decidere sembra tremendamente difficile. La propensione a vedere le cose rigidamente in bianco e nero, più presente in alcuni che in altri, è un tratto distintivo della nostra specie. Eppure, spesso basta allargare un po' il campo di visione per scorgere nuove possibilità.

Le suggerirei di parlarne di persona con un collega, online trovare i bandoli delle matasse è difficile.

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Utente
Utente
Grazie di nuovo per la sua risposta.

Cercherò di far in modo di riuscire a vedere un suo collega di persona. Chissà, magari è tutto più semplice di quanto non riesca a vedere da solo.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio a lei,

leggendo il suo consulto ho trovato molti spunti di riflessione e interrogativi. Come dice il collega, non possiamo online riuscire a trovare il "famigerato bandolo della matassa", così in questa sede vorrei esprimerle soltanto alcune mie suggestioni.

Lei parla di una sua attrazione verso "donne transgender molto femminili non operate". Se inizialmente viveva quest'attrazione come un "semplice feticismo" oggi sembra avere dentro di sé un differente sentire. Si domanda infatti, mi corregga se mi sbaglio, se in verità potrebbe desiderare queste donne, parlando di un suo eventuale "orientamento trans".

In aggiunta a questo, dice una cosa importante, cioè un suo sentimento di attrazione non solo fisico ma anche mentale, relazionale.

Mi domando quindi se ci sia da una parte l'attrazione sessuale e il piacere legato alla stimolazione anale che emerge forte in questo periodo, dall'altra un aspetto interiore, mentale, che potrebbe riguardare la sua persona in generale.

Ho trovato significativo l'utilizzo di una parola che lei ha usato, cioè "trasgredire", che ha lo stesso suffisso di transgender, cioè trans- ovvero oltre.
Come le accennavo, questo mi fa riflettere sulla sua esistenza, come se ci fosse un movimento rilevante dentro di lei, testimoniato probabilmente anche dal suo sogno e dal suo riattraversare la sua storia, rievocando vissuti significativi di quando era adolescente.

Riflettevo sul senso di trasgredire, e le sue parole mi facevano pensare al fatto che a volte la trasgressione è necessaria a fronte di una conformità che si può sentire stretta oppure soffocante ad esempio, come se si vivesse un conflitto interiore. Non so se questo sia il suo caso, ma ci tenevo a comunicarglielo.

Questo apre, a mio avviso, numerosi discorsi sulla sua storia personale, sulle sue relazioni e sulla sua coppia attuale.

Penso quindi che la sua perplessità di oggi circa il suo sentire sia importante. Non so se posso dire che in parte la spiazzi, almeno questa è stata la mia impressione leggendo le sue parole. Potrebbe allora essere un'occasione su cui soffermarsi, per ascoltare gli aspetti più profondi di sé, cosa che mi sembra desiderare.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
Grazie per il suo intervento, dottor De Sanctis.

Per rispondere alla sua ultima osservazione, in effetti mi sono trovato spiazzato. Soprattutto perché con la mia attuale ragazza abbiamo parlato più volte di progetti per il futuro, di una vita insieme, una famiglia. Può ben immaginare come questi miei sentimenti e riflessioni di quest'ultimo periodo mi abbiano fatto un po' mancare il terreno sotto i piedi, per così dire.

Riguardo alla trasgressione, in realtà mi riferivo al fatto che ai tempi, con i vecchi modem dial-up e il tempo a disposizione su internet limitato, cercare materiale erotico o porno online era una vera e propria sfida. Soprattutto per un adolescente che lo faceva di nascosto. Forse la scelta del termine non è stata la più azzeccata.

>>>Se inizialmente viveva quest'attrazione come un "semplice feticismo" oggi sembra avere dentro di sé un differente sentire. Si domanda infatti, mi corregga se mi sbaglio, se in verità potrebbe desiderare queste donne, parlando di un suo eventuale "orientamento trans".<<<

È esattamente il nocciolo della questione. Come accennavo in una risposta precedente, in una situazione in cui non fossi impegnato il problema non esisterebbe. Mi lancerei semplicemente in nuove esperienze, traendone poi le dovute conclusioni.
Ora invece continuo a chiedermi: come fare a capire veramente, ne vale la pena o è meglio lasciar correre distraendo la mente con altro?

>>>In aggiunta a questo, dice una cosa importante, cioè un suo sentimento di attrazione non solo fisico ma anche mentale, relazionale. <<<

Ho sempre ritenuto, e continuo a ritenerlo, che la differenza tra una potenziale semplice amicizia o una relazione, a parità di intesa umana e mentale, la faccia semplicemente l'orientamento sessuale delle parti coinvolte, qualunque esse siano.
Quindi come può immaginare, le domande che menzionavo prima stanno avendo un peso piuttosto importante per me.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Le sue ultime parole ampliano il quadro che descrive relativamente ai suoi vissuti e alle sue esperienze.
Sento presenti due aspetti rilevanti, non so se forse potremmo dire espressione di un conflitto. Da una parte una sua curiosità esplorativa, dall'altra la certezza della sua coppia, i progetti per il futuro, la famiglia.

In proposito ho trovato importante la domanda che lei si pone: c'entra il suo orientamento sessuale oppure la sua è una "fuga dalla quotidianità"? E, sulla stessa linea, mi sembra anche il suo ultimo interrogativo: vale la pena capire o meglio lasciare perdere?

Non so se con "fuga dalla quotidianità" lei intendesse dire che l'idea di una famiglia potenzialmente imminente e stabile generi in lei uno stato d'animo per certi versi contrastante: da una parte l'amore e la costruzione di un progetto speciale, dall'altra il vincolo.

Sarebbe importante fermarsi a riflettere su questo, sulla sua storia e anche su quelle precedenti. Su come lei vive il ruolo di fidanzato e il potenziale ruolo di marito. Sarebbe importante capire se l'idea di una famiglia le impedisce di sviluppare il suo "orientamento trans" oppure se, più in generale, la sente una forma di limite complessivo con cui sta facendo i conti oggi.
Potremmo anche chiederci quanto sia la famiglia a costituirsi come limite, o quanto invece sia lei a non concedersi l'espressione di sé in famiglia.

Le riflessioni e le domande sono tante a seguito del racconto della sua esperienza di vita che accenna in questa sede e del nostro scambio. Per me vale sempre la pena approfondire dentro di sé, come ha iniziato a fare qui con noi, per capire quale sia il punto e agire di conseguenza in modo autentico, percorrendo gli itinerari scelti in base a quello che siamo.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#8]
Utente
Utente
>>>Non so se con "fuga dalla quotidianità" lei intendesse dire...<<<

Mi riferivo in realtà alla routine attuale.
Il progetto di avere un giorno una famiglia, l'ho sempre avuto, è una cosa che sento da sempre.
Il "problema", se così vogliamo chiamarlo, è che anche in questo riguardo non sono limitato da etichette o da convinzioni "classiche" o "convenzionali". Ho conoscenze dirette di famiglie "non convenzionali" (mi scuso per tutte le virgolette, ma la terminologia in questo caso mi va un po' stretta) che sono felicissime e che vivono una vita migliore di alcune famiglie "tradizionali" di cui ho conoscenza.

Il mio cruccio principale in tutto questo, credo sia più nei riguardi della persona con cui sto condividendo la mia vita. Continuiamo a darci conferme reciproche, ma allo stesso tempo queste mie pulsioni e soprattutto le ultime riflessioni mi portano a domandarmi se nonostante i progetti io non sia arrivato ad un termine naturale della relazione. Ad un punto in cui, nonostante quello che provo per lei, abbia bisogno di un'iniezione di novità nella mia vita. La cosa mi spaventa, anche perché mi sta facendo sentire come se in qualche modo stessi tradendo la sua fiducia e il suo amore.

Mi sento anche di aggiungere che sono quasi sempre stato una persona abbastanza impulsiva e che ha sempre seguito il suo istinto, per quanto possibile. Tutto questo fermarmi a riflettere è, ritengo, segno di una crescita personale e credo conseguenza delle responsabilità derivanti da una vita di coppia stabile, ma al contempo potrebbe essere il motivo per cui mi sento così incerto.

Credo al di là di tutto, che da questo nostro scambio sia chiaro che ormai io abbia bisogno di una modalità di dialogo più dinamica, ottenibile solamente di persona.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Quello che dice relativamente ai suoi sentimenti verso la sua ragazza è significativo, mi sembra abbia individuato un punto cruciale. Anche la sua riflessione tra tradizioni e iniezione di novità lo è. Rappresenta una testimonianza a mio avviso di fondamentale importanza, perché riguarda la possibilità di essere se stessi.

Quando parla di impulsività mi sembra di capire che non si sente libero in questo momento, forse ci sono dei freni o qualcosa che le sta stretto, e attualmente non riesce a capire quale sia la strada giusta per lei o, magari, le sembra difficile accettarla.

Il suo desiderio di proseguire di persona mi sembra rappresentare il segno che riuscirà a trovare quelle strade che la rappresentano autenticamente.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis