Le figlie del mio compagno gli hanno proibito di stare con me

Buongiorno, sono una mamma divorziata di 43 anni, ho una bambina di sei anni e ho avuto per 4 anni e mezzo, di cui 3 di convivenza, una relazione con un uomo di 58 anni padre di due figlie di 22 e 17 anni, separato da 9 anni
La più piccola vive con la madre ed è in cura in centro specialistico perché soffre di anoressia e la più grande vive da sola.
Quest'estate la sua figlia più grande ha trascorso un periodo di vacanza con noi e da subito ho percepito da parte sua ostilità e tentativi di provocazione.
L'ultima sera di vacanza col pretesto di un discorso generale a cui aveva assistito durante una cena, ha detto al padre che l'avevo insultata, cosa non vera.
Ho cercato con lei un chiarimento ma la sua intenzione era quella di litigare.
Mi ha insultato pesantemente, criticato duramente dicendo "sono quattro anni che mio padre mantiene te e tua figlia", " sei una stronza perché dici che mia sorella è anoressica", "sei una pessima madre perché tua figlia è allevata da una tata e tu invece di sacrificarti e stare a casa con lei lavori".. e altre allegrie di questo tipo.
Il mio compagno l'ha difesa e la nostra relazione si è interrotta.
Ora entrambe le ragazze, a detta del padre gli hanno imposto una scelta o loro o me.
E il padre che soggiace a questo ricatto morale, pur essendo consapevole che siano ragazze "difficili e ribelli" e che io sia una persona perbene.
Lui afferma che avendo una moglie sciagurata che ha sempre consentito alle figlie di fare il bello e il cattivo tempo, lui non può entrare in conflitto con loro perché deve aiutarle a compiere delle scelte relativamente agli studi scolastici che consentiranno a loro di raggiungere un'autonomia economica "non potendo passare tutta la vita a mantenerle".
A questo si aggiunge che la figlia minore è anoressica e attualmente è in cura insieme alla madre e al padre in centro specializzato.
Il mio compagno dice che ha bisogno di tempo per farle ragionare e per far sì che mi accettino.
Vorrei cercare di aiutarlo, anche se mi rendo perfettamente conto che la sua scelta non è educativa per le figlie, ma anzi, a mio modesto modo di vedere è nociva per loro perché priva di autorevolezza la figura paterna e perché non fa altro che dimostrare loro che con il ricatto morale, anche ingiusto possono ottenere ciò che vogliono.
Vorrei salvare il nostro rapporto anche se mi rendo perfettamente conto che il suo atteggiamento nei mie confronti è egoista e scorretto.
Vi ringrazio per i vostri preziosi consigli.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598


Gentile utente,

le coppie "ricomposte" vanno incontro a svariati problemi quando pre-esistono figli dell'uno/a o dell'altro/a.

E chiaro che la determinazione di ambedue a continuare la relazione difendendola dalle intrusioni dei figli è fondamentale.
Ma spesso il genitore che per vari motivi si sente in colpa, subordina il proprio nuovo amore all'assenso dei figli di primo letto.

Perlopiù la situazione è perdente: i figli generalmente non vedono di buon occhio l'ingresso dell'estranea/o.

Nel Vostro caso che fare?
Chiedete una consulenza ad un/a Nostro/a Collega psicoterapeuta esperta di dinemiche di coppia.
Nella Vostra città le risorse sono molteplici!

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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