Stress, nervosismo, malori, paura,
Buona sera a tutti, scrivo in questo sito/forum, per alcuni fatti che sono accaduti un paio di anni fa' e che dall'anno scorso sono diventati sempre piu' quotidiani.
Frequento il quinto anno di un liceo artistico, "Sez. Architettura e ambiente", dall'anno scorso ho iniziato ad risentire di sintomi, quali stress, che mi porta ad avere delle scariche di diarrea, nonostante io abbia preso delle medicine o non abbia mangiato nulla.
Adesso vi spiego meglio, sono un ragazzo che non esce mai di casa, timido e che parla poco e niente davanti chi non conosce, i miei disagi si sono fatti sempre piu' concreti con il passare del tempo, ho paura delle interrogazioni adesso non riesco nenache piu' a studiare , forse a causa del mio medoto di studio che magari non funziona, non lo so', nello scritto pero' riesco ad avere dei bei voti alti tranne in matematica, specialmente nella progettazione 8/9, ormai ho paura a mettermi davanti a un libro perche' gia' so cosa mi aspetta, non riescendo a concentrarmi, lo stress ormai e' all'ordine del giorno.
Sono arrivato a un punto dove mi chiedo cosa ne sara' della mia vita, il perche' sto facendo tutto questo, non riesco a motivarmi e a proseguire l'anno, faccio assenze su assenze per motivi di salute descritti sopra, non so piu' dove appoggiarmi.
Parlando con uno psicologa, mi ha consigliato di raccontare i miei disagi ai miei genitori, cosa che ho fatto un paio di giorni fa' ,dicendogli che non riuscivo piu' a studiare e ad andare avanti, ma a mia madre non gli e' fregato nulla, di come mi sentivo e dei miei disagi, anche perche' gli ho detto che volevo ritirami da scuola, ma lei ostinata fa di tutto per obbligarmi a fare cio' che non voglio piu' fare, e mi dice che devo andarci perche' e' l'ultimo anno, intanto i miei problemi rimangono li',e lo stress poco alla volta mi divora senza ricevere aiuto dalla famiglia, l'unica cosa che mi sanno dire e', "parlo con il professore e gli dico che ti aiuta", ma io non voglio essere al centro dell'attenzione voglio solo che questi miei problemi svaniscano, voglio che loro mi capiscano, che si mettano nei miei panni per capire come mi sento, con le parole sono tutti bravi a dire e' "l'ultimo anno e non puoi buttare tutto "ma nei fatti poi tocca a me' fare la mia parte e non a loro, tanto loro la vita' gia' se la sono fatta, non l'ho chiesto io di venire al mondo e non gli chiedo neanche soldi, e perche' intanto non accettano le mie decisioni, "lo fanno per il mio bene, voi direte. Ma così mi sto disintegrando mi stanno portando a fare delle scelte che non potrei piu' modificare una volta fatte".
Ormai sono arrivato a un punto dove non mi rimane altro da fare, che terminare tutto, in modo da non recare piu' disturbo a nessuno, almeno questo lo posso decidere io senza chiedere il permesso e terminare la mia maledetta e inutile esistenza in questo mondo.
Vi ringrazio per il vostro tempo e per il vostro operato, scusatemi, Saluti.
Frequento il quinto anno di un liceo artistico, "Sez. Architettura e ambiente", dall'anno scorso ho iniziato ad risentire di sintomi, quali stress, che mi porta ad avere delle scariche di diarrea, nonostante io abbia preso delle medicine o non abbia mangiato nulla.
Adesso vi spiego meglio, sono un ragazzo che non esce mai di casa, timido e che parla poco e niente davanti chi non conosce, i miei disagi si sono fatti sempre piu' concreti con il passare del tempo, ho paura delle interrogazioni adesso non riesco nenache piu' a studiare , forse a causa del mio medoto di studio che magari non funziona, non lo so', nello scritto pero' riesco ad avere dei bei voti alti tranne in matematica, specialmente nella progettazione 8/9, ormai ho paura a mettermi davanti a un libro perche' gia' so cosa mi aspetta, non riescendo a concentrarmi, lo stress ormai e' all'ordine del giorno.
Sono arrivato a un punto dove mi chiedo cosa ne sara' della mia vita, il perche' sto facendo tutto questo, non riesco a motivarmi e a proseguire l'anno, faccio assenze su assenze per motivi di salute descritti sopra, non so piu' dove appoggiarmi.
Parlando con uno psicologa, mi ha consigliato di raccontare i miei disagi ai miei genitori, cosa che ho fatto un paio di giorni fa' ,dicendogli che non riuscivo piu' a studiare e ad andare avanti, ma a mia madre non gli e' fregato nulla, di come mi sentivo e dei miei disagi, anche perche' gli ho detto che volevo ritirami da scuola, ma lei ostinata fa di tutto per obbligarmi a fare cio' che non voglio piu' fare, e mi dice che devo andarci perche' e' l'ultimo anno, intanto i miei problemi rimangono li',e lo stress poco alla volta mi divora senza ricevere aiuto dalla famiglia, l'unica cosa che mi sanno dire e', "parlo con il professore e gli dico che ti aiuta", ma io non voglio essere al centro dell'attenzione voglio solo che questi miei problemi svaniscano, voglio che loro mi capiscano, che si mettano nei miei panni per capire come mi sento, con le parole sono tutti bravi a dire e' "l'ultimo anno e non puoi buttare tutto "ma nei fatti poi tocca a me' fare la mia parte e non a loro, tanto loro la vita' gia' se la sono fatta, non l'ho chiesto io di venire al mondo e non gli chiedo neanche soldi, e perche' intanto non accettano le mie decisioni, "lo fanno per il mio bene, voi direte. Ma così mi sto disintegrando mi stanno portando a fare delle scelte che non potrei piu' modificare una volta fatte".
Ormai sono arrivato a un punto dove non mi rimane altro da fare, che terminare tutto, in modo da non recare piu' disturbo a nessuno, almeno questo lo posso decidere io senza chiedere il permesso e terminare la mia maledetta e inutile esistenza in questo mondo.
Vi ringrazio per il vostro tempo e per il vostro operato, scusatemi, Saluti.
[#1]
Caro Ragazzo,
è forte e legittimo il suo bisogno di essere ascoltato e compreso, di trovare sostegno emotivo, ma anche una soluzione, di fronte alle difficoltà che sperimenta da tempo. Dalle parole che ci scrive ben traspaiono, infatti, la fatica che sta provando nel continuare in questo modo, trascinando disagi irrisolti che si ripercuotono sulla sua vita, come il timore di aprirsi all'altro, di essere giudicato... la sensazione di solitudine affettiva che prova è palpabile così come quella che i suoi bisogni non vengano ben compresi e i suoi disagi sottovalutati, di fronte ai consigli pratici sulla continuazione degli studi che ha ricevuto dai suoi, mentre sentiva la necessità di altro.
Ci vuole dire di più sul rapporto con i suoi genitori?
< faccio assenze su assenze per motivi di salute descritti sopra, non so piu' dove appoggiarmi.> Le medicine gliele ha prescritte il suo medico? Se sì, gli esposto quanto ha detto qui a noi? E' ancora seguito?
Il suo desiderio è quello che i suoi problemi svaniscano e a questo proposito sarebbe davvero opportuno che prendesse in considerazione l'opportunità di farsi aiutare ad affrontarli in modo idoneo.
Dice di aver parlato con una psicologa (in quale contesto?) non le è stato suggerito un percorso? Poiché c'è una cosa che può decidere anche da solo che è quella di incontrare un nostro collega presso una struttura ASL del suo territorio (Consultorio Familiare, Ospedali) per prendersi cura di sé e uscire dai disagi che sta sperimentando, conquistando migliore benessere e qualità di vita. Che ne pensa?
è forte e legittimo il suo bisogno di essere ascoltato e compreso, di trovare sostegno emotivo, ma anche una soluzione, di fronte alle difficoltà che sperimenta da tempo. Dalle parole che ci scrive ben traspaiono, infatti, la fatica che sta provando nel continuare in questo modo, trascinando disagi irrisolti che si ripercuotono sulla sua vita, come il timore di aprirsi all'altro, di essere giudicato... la sensazione di solitudine affettiva che prova è palpabile così come quella che i suoi bisogni non vengano ben compresi e i suoi disagi sottovalutati, di fronte ai consigli pratici sulla continuazione degli studi che ha ricevuto dai suoi, mentre sentiva la necessità di altro.
Ci vuole dire di più sul rapporto con i suoi genitori?
< faccio assenze su assenze per motivi di salute descritti sopra, non so piu' dove appoggiarmi.> Le medicine gliele ha prescritte il suo medico? Se sì, gli esposto quanto ha detto qui a noi? E' ancora seguito?
Il suo desiderio è quello che i suoi problemi svaniscano e a questo proposito sarebbe davvero opportuno che prendesse in considerazione l'opportunità di farsi aiutare ad affrontarli in modo idoneo.
Dice di aver parlato con una psicologa (in quale contesto?) non le è stato suggerito un percorso? Poiché c'è una cosa che può decidere anche da solo che è quella di incontrare un nostro collega presso una struttura ASL del suo territorio (Consultorio Familiare, Ospedali) per prendersi cura di sé e uscire dai disagi che sta sperimentando, conquistando migliore benessere e qualità di vita. Che ne pensa?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
Buona sera, Dr.ssa Laura Rinella.
I rapporti con i miei genitori non sono sicuramente come vorrei, mio padre e' sempre assente con il risultato che i rapporti padre figlio sono quasi nulli, quando c'è bisogno del suo aiuto/supporto non c'è mai, non ho un dialogo con lui da molto molto tempo, a spronarlo qualche volta e' mia madre, se non fosse per lei che lo punzecchia, per chiederci come stiamo o se abbiamo bisogno di qualcosa e' lei, i rapporti con mia madre invece sono di inconprensibbilita', io gli dico come mi sento, e lei sembra come se ti capisse all'inizio, ma non e' così, perche' dopo poco siamo punto e da capo, e' come se mi accontentasse per quei 5 minuti, questo perche' non riesce a comprendere i miei malori.
Adesso le racconto un fatto che e' successo 4 giorni fa', mi alzo di notte per via di tantissimi pensieri che mi vagavano per la testa, dopo 2 settima di insonnia e risvegli notturni dove "sembravo una spugna zuppa di sudore", non potendo prendere sonno, vado nel soggiorno e trovo mia madre, lei mi chiedi,Come mai sei qui'?non puoi dormire?All'inizio le racconto che non dormo bene da 2/3 settimane "da qundo tutto e' peggiorato"e infine gli racconto tutto, dal fatto di non poter dormire al fatto che mi sveglio sudato, e così proseguindo nel raccontare i miei disagi e i miei problemi, lei l'unica cosa che mi dice "e cosa ci posso fare io." e io gli rispondo "essere compreso.", gli racconto che non riscivo piu' a studiare per via di come mi sentivo, ma appena ha capito che volevo ritirarmi, lei ha iniziato ad alterarsi, capisce, siamo passati da un momento di tranquillita' generale a un momento di incazzatura, che termina con lei che si alza e se ne va' a dormire.
Il giorno seguente dovevo rientrare a scuola perche' i giorni di vacanza erano finiti, e lei alle 6:30 mi viene a chiamare, e mi dice "non ci vai a scuola?" Ma dico io a cosa e' servito tutto quello che gli ho detto, ha cosa?a nulla?, passa così la mattinata, io a letto, e lei a fare le sue faccende, dopo qualche ora si decide e mi viene a chiedere "come mi sentivo", ma cosa centra questa domanda in tutto?i problemi non svaniscono da un momento a l'altro.
Mi decido a mangiare qualcosa verso le 12, e lei mi chiedi domani ci vai, dopo tante suppliche, gli dico si, cosa succede dopo? Succede che io lascio tutto il cibo, e me ne ritorno a letto, dal primo piano sento mia madre che dice, ma non gli sono bastati 4 giorni di vacanza, perche' deve fare così?, io non lo capisco.
Appena sento queste cose, mi sento ancor peggio di prima, e tra me e me dico ma a cosa e' servito tutto quello che gli ho detto, a nulla?, dopo un po', la sento arrivare in camera mia e mi dice, "non mangi?", domani come fai ad andare a scuola, se non mangi?, io non dico nulla, rimango muto per un po' e gli dico,"quando ho fame mangio", riscende al primo piano, e sento che parla dinuovo con mio fratello, le suo parole erano queste, "tanto lo so che domani non ci va'".
Non voglio ancora dilungarmi, alla fine rientro l'unedi', con ancora il mio carico sulle spalle, e con l'amarezza in bocca, per non aver ricevuto ne aiuto ne compresione, non so piu' come farglielo capire.
Le medicine che prendo, servono solamente per la diarrea "imodium,normix", ma nonostante io le prenda la diarrea mi viene lo stesso, per via del forte stress, arrivo ad avere 4/5 scariche al giorno, in occasioni che per me',significano dover affrontare qualcosa.
Mi e' stato consigliato da una sua collega, la stessa cosa, cioe' quella di andare da uno psicologo della ASL che si trovi nel mio territorio, ma non saprei come arrivarci, per via della distanza "vivo in un paesino di 6k persone", e per andare a scuola devo prendere un autobus, ma questo non e' l'unico problema, perche' c'è anche il fatto che io sia molto timido e quindi, ho delle difficolta' a esprimermi a parole, per me' e' molto piu' facile scrivere, anche se quando mi tirano dentro un discorso e' difficile che ne esca.
Spero che un giorno riescano a capirmi, e a comprendere il mio malore e spero che non sia troppo tardi quando saranno arrivati a capire cio'.
La ringrazio, per avermi ascoltato, e mi scusi se trova qualche errore, ma mi sono alzato da poco e' sono ancora un po' intontito, anche se sono le 22:10,questo perche' ormai non voglio ne vedere ne sentire nessuno, voglio rimanere da solo, per un paio di ore, per poi andare a dormire di nuovo.
Saluti.
I rapporti con i miei genitori non sono sicuramente come vorrei, mio padre e' sempre assente con il risultato che i rapporti padre figlio sono quasi nulli, quando c'è bisogno del suo aiuto/supporto non c'è mai, non ho un dialogo con lui da molto molto tempo, a spronarlo qualche volta e' mia madre, se non fosse per lei che lo punzecchia, per chiederci come stiamo o se abbiamo bisogno di qualcosa e' lei, i rapporti con mia madre invece sono di inconprensibbilita', io gli dico come mi sento, e lei sembra come se ti capisse all'inizio, ma non e' così, perche' dopo poco siamo punto e da capo, e' come se mi accontentasse per quei 5 minuti, questo perche' non riesce a comprendere i miei malori.
Adesso le racconto un fatto che e' successo 4 giorni fa', mi alzo di notte per via di tantissimi pensieri che mi vagavano per la testa, dopo 2 settima di insonnia e risvegli notturni dove "sembravo una spugna zuppa di sudore", non potendo prendere sonno, vado nel soggiorno e trovo mia madre, lei mi chiedi,Come mai sei qui'?non puoi dormire?All'inizio le racconto che non dormo bene da 2/3 settimane "da qundo tutto e' peggiorato"e infine gli racconto tutto, dal fatto di non poter dormire al fatto che mi sveglio sudato, e così proseguindo nel raccontare i miei disagi e i miei problemi, lei l'unica cosa che mi dice "e cosa ci posso fare io." e io gli rispondo "essere compreso.", gli racconto che non riscivo piu' a studiare per via di come mi sentivo, ma appena ha capito che volevo ritirarmi, lei ha iniziato ad alterarsi, capisce, siamo passati da un momento di tranquillita' generale a un momento di incazzatura, che termina con lei che si alza e se ne va' a dormire.
Il giorno seguente dovevo rientrare a scuola perche' i giorni di vacanza erano finiti, e lei alle 6:30 mi viene a chiamare, e mi dice "non ci vai a scuola?" Ma dico io a cosa e' servito tutto quello che gli ho detto, ha cosa?a nulla?, passa così la mattinata, io a letto, e lei a fare le sue faccende, dopo qualche ora si decide e mi viene a chiedere "come mi sentivo", ma cosa centra questa domanda in tutto?i problemi non svaniscono da un momento a l'altro.
Mi decido a mangiare qualcosa verso le 12, e lei mi chiedi domani ci vai, dopo tante suppliche, gli dico si, cosa succede dopo? Succede che io lascio tutto il cibo, e me ne ritorno a letto, dal primo piano sento mia madre che dice, ma non gli sono bastati 4 giorni di vacanza, perche' deve fare così?, io non lo capisco.
Appena sento queste cose, mi sento ancor peggio di prima, e tra me e me dico ma a cosa e' servito tutto quello che gli ho detto, a nulla?, dopo un po', la sento arrivare in camera mia e mi dice, "non mangi?", domani come fai ad andare a scuola, se non mangi?, io non dico nulla, rimango muto per un po' e gli dico,"quando ho fame mangio", riscende al primo piano, e sento che parla dinuovo con mio fratello, le suo parole erano queste, "tanto lo so che domani non ci va'".
Non voglio ancora dilungarmi, alla fine rientro l'unedi', con ancora il mio carico sulle spalle, e con l'amarezza in bocca, per non aver ricevuto ne aiuto ne compresione, non so piu' come farglielo capire.
Le medicine che prendo, servono solamente per la diarrea "imodium,normix", ma nonostante io le prenda la diarrea mi viene lo stesso, per via del forte stress, arrivo ad avere 4/5 scariche al giorno, in occasioni che per me',significano dover affrontare qualcosa.
Mi e' stato consigliato da una sua collega, la stessa cosa, cioe' quella di andare da uno psicologo della ASL che si trovi nel mio territorio, ma non saprei come arrivarci, per via della distanza "vivo in un paesino di 6k persone", e per andare a scuola devo prendere un autobus, ma questo non e' l'unico problema, perche' c'è anche il fatto che io sia molto timido e quindi, ho delle difficolta' a esprimermi a parole, per me' e' molto piu' facile scrivere, anche se quando mi tirano dentro un discorso e' difficile che ne esca.
Spero che un giorno riescano a capirmi, e a comprendere il mio malore e spero che non sia troppo tardi quando saranno arrivati a capire cio'.
La ringrazio, per avermi ascoltato, e mi scusi se trova qualche errore, ma mi sono alzato da poco e' sono ancora un po' intontito, anche se sono le 22:10,questo perche' ormai non voglio ne vedere ne sentire nessuno, voglio rimanere da solo, per un paio di ore, per poi andare a dormire di nuovo.
Saluti.
[#3]
<Spero che un giorno riescano a capirmi, e a comprendere il mio malore e spero che non sia troppo tardi quando saranno arrivati a capire cio'.>
Certo questo è il suo forte bisogno, avere attenzione, comprensione, supporto emotivo, tuttavia le dinamiche in famiglia che ha descritto, alle quali anche lei partecipa, potrebbero restare le stesse se nessuno riesce in qualche modo a cambiarle e dunque la situazione rischierebbe di protrarsi inalterata o forse addirittura peggiorare.
Lei però avrebbe la possibilità di cambiare la sua condizione di malessere scorgendo altre più percorribili strade che non quella di coltivare aspettative che rischiano di andare deluse per via dello stato delle cose descritto, cercando quella comprensione e quel supporto che tanto si auspica in un'altra direzione.
Questa sarebbe senza dubbio la risposta migliore per non continuare in questo modo, uscire dall'impasse che sta sperimentando e dalla sofferenza che la pervade, anche per quanto riguarda i suoi rapporti familiari.
Faccia sì che la lontananza dalle risorse a disposizione e il timore di non riuscire ad aprirsi non ostacoli la possibilità di darsi un'occasione diversa per occuparsi di se stesso e trovare una strada che la possa accompagnare a raggiungere un migliore benessere e a risolvere le sue difficoltà.
Intanto comunque si rivolga almeno al suo medico per un controllo accurato del suo stato di salute.
Le faccio i miei migliori auguri affinché possa davvero ritrovare la sua serenità.
Certo questo è il suo forte bisogno, avere attenzione, comprensione, supporto emotivo, tuttavia le dinamiche in famiglia che ha descritto, alle quali anche lei partecipa, potrebbero restare le stesse se nessuno riesce in qualche modo a cambiarle e dunque la situazione rischierebbe di protrarsi inalterata o forse addirittura peggiorare.
Lei però avrebbe la possibilità di cambiare la sua condizione di malessere scorgendo altre più percorribili strade che non quella di coltivare aspettative che rischiano di andare deluse per via dello stato delle cose descritto, cercando quella comprensione e quel supporto che tanto si auspica in un'altra direzione.
Questa sarebbe senza dubbio la risposta migliore per non continuare in questo modo, uscire dall'impasse che sta sperimentando e dalla sofferenza che la pervade, anche per quanto riguarda i suoi rapporti familiari.
Faccia sì che la lontananza dalle risorse a disposizione e il timore di non riuscire ad aprirsi non ostacoli la possibilità di darsi un'occasione diversa per occuparsi di se stesso e trovare una strada che la possa accompagnare a raggiungere un migliore benessere e a risolvere le sue difficoltà.
Intanto comunque si rivolga almeno al suo medico per un controllo accurato del suo stato di salute.
Le faccio i miei migliori auguri affinché possa davvero ritrovare la sua serenità.
[#4]
Ex utente
Buona sera,Dr.ssa Laura Rinella.
Lei ha ragione, questa situazione con i miei continua a protarsi da quasi 7 anni, "quindi a peggiorare" ,e ne sto risentendo tantissimo in questi ultimi 2/3 anni.
Le confido che l'estate dell'anno scorso sono arrivato a un punto tale da aver lasciato un biglietto a casa ed essere fuggito, "cosa che non avevo mai fatto, ma ero arrivato al limite, ne avevo abbastanza" ,"il mio obbiettivo era quello di ritorare a casa tardi e farli spaventare in modo da fargli cambiare atteggiamento nei miei confronti, ma non ci sono riuscito, "non e' servito a nulla".
La ringrazio veramente tanto, per avermi ascoltato, e spero che le sue parole, insieme alla mia volonta' , mi aiutino a reaggire e a cambiare in meglio.
La ringrazio del suo tempo e dell'attenzione dedicatami, e spero che tutto questo finisca presto.
Cordiali saluti.
Lei ha ragione, questa situazione con i miei continua a protarsi da quasi 7 anni, "quindi a peggiorare" ,e ne sto risentendo tantissimo in questi ultimi 2/3 anni.
Le confido che l'estate dell'anno scorso sono arrivato a un punto tale da aver lasciato un biglietto a casa ed essere fuggito, "cosa che non avevo mai fatto, ma ero arrivato al limite, ne avevo abbastanza" ,"il mio obbiettivo era quello di ritorare a casa tardi e farli spaventare in modo da fargli cambiare atteggiamento nei miei confronti, ma non ci sono riuscito, "non e' servito a nulla".
La ringrazio veramente tanto, per avermi ascoltato, e spero che le sue parole, insieme alla mia volonta' , mi aiutino a reaggire e a cambiare in meglio.
La ringrazio del suo tempo e dell'attenzione dedicatami, e spero che tutto questo finisca presto.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 03/11/2016.
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