Ipocondria e psicoterpia breve strategica in aggiunta a psicoterapia pre-esistente
Salve a tutti,
Da qualche mese ho iniziato ad avere paura delle malattie, non mi spaventano le malattie mortali, ma in particolare di quelle patologie non mortali ma che però causano disagio a lungo termine (a vita) o per le quali è necessari curarsi cronicamente onde evitare peggioramenti.
Quando mi accade, la prima cosa che faccio è fare ricerche su internet per scongiurare certe ipotesi, ma mi rendo conto che quasi sempre faccio peggio visto che i ritrovo in tutti o buona parte dei sintomi.
A volte mi rendo conto che il disturbo è solo nella mia mente e che gli eventuali sintomi possono dipendere dall'eccessiva attenzione che do a quella relativa parte del corpo, ma in quei momenti ci credo e mi sembra reale, la paura è concreta così come l'ansia e il senso di impotenza che ne consegue.
In poche parole mi sento già malato e con la prospettiva di vivere altri 30/40 anni e passa in una condizione d'invalidità.
In questo periodo sto anche dormendo poco: i risvegli notturni capitano molto spesso e la mattina mi sveglio sempre prestissimo senza sonno, ma con la sensazione di non aver riposato a sufficienza.
Sono in psicoterapia da 7 anni e ho parlato con la mia psicoterapeuta di questo problema, ma non mi sembra di ricevere l'aiuto adatto, forse perchè lei appartiene ad un'altra scuola che lavora più a lungo termine e quindi per un supporto immediato non è quella ideale.
In effetti le sue teorie per risolvere questo problema sono tutte a medio-lungo termine: si parla di cambiare vita, avere una relazione ed un lavoro migliore... mi ammalo o ho paura di ammalarmi perchè la mia attuale situazione di vita e familiare mi sta stretta.
Come potete capire l'indipendenza totale, una relazione, o un lavoro migliore non è una cosa che si fa dall'oggi al domani, e io sto male ora...
Ho letto che la psicoterapia breve strategica può essere fatta anche in presenza di una psicoterapia esistente perchè tanto non interferiscono tra loro, questo perchè vorrei avere delle "armi" più concrete per combattere nell'immediato questi disturbi, senza però dover buttare via i progressi che ci sono stati fin'ora con la vecchia.
Che dite ?
Da qualche mese ho iniziato ad avere paura delle malattie, non mi spaventano le malattie mortali, ma in particolare di quelle patologie non mortali ma che però causano disagio a lungo termine (a vita) o per le quali è necessari curarsi cronicamente onde evitare peggioramenti.
Quando mi accade, la prima cosa che faccio è fare ricerche su internet per scongiurare certe ipotesi, ma mi rendo conto che quasi sempre faccio peggio visto che i ritrovo in tutti o buona parte dei sintomi.
A volte mi rendo conto che il disturbo è solo nella mia mente e che gli eventuali sintomi possono dipendere dall'eccessiva attenzione che do a quella relativa parte del corpo, ma in quei momenti ci credo e mi sembra reale, la paura è concreta così come l'ansia e il senso di impotenza che ne consegue.
In poche parole mi sento già malato e con la prospettiva di vivere altri 30/40 anni e passa in una condizione d'invalidità.
In questo periodo sto anche dormendo poco: i risvegli notturni capitano molto spesso e la mattina mi sveglio sempre prestissimo senza sonno, ma con la sensazione di non aver riposato a sufficienza.
Sono in psicoterapia da 7 anni e ho parlato con la mia psicoterapeuta di questo problema, ma non mi sembra di ricevere l'aiuto adatto, forse perchè lei appartiene ad un'altra scuola che lavora più a lungo termine e quindi per un supporto immediato non è quella ideale.
In effetti le sue teorie per risolvere questo problema sono tutte a medio-lungo termine: si parla di cambiare vita, avere una relazione ed un lavoro migliore... mi ammalo o ho paura di ammalarmi perchè la mia attuale situazione di vita e familiare mi sta stretta.
Come potete capire l'indipendenza totale, una relazione, o un lavoro migliore non è una cosa che si fa dall'oggi al domani, e io sto male ora...
Ho letto che la psicoterapia breve strategica può essere fatta anche in presenza di una psicoterapia esistente perchè tanto non interferiscono tra loro, questo perchè vorrei avere delle "armi" più concrete per combattere nell'immediato questi disturbi, senza però dover buttare via i progressi che ci sono stati fin'ora con la vecchia.
Che dite ?
[#1]
Gentile Utente,
le coterapie esistono e possono essere utilizzate a patto che i professionisti siano in grado di comunicare tra loro e che ci siano obiettivi chiari, percorribili e misurabili ma soprattutto condivisi.
Tuttavia, ho una serie di perplessità sulla terapia che sta facendo ora: se dopo sette anni non è riuscito a risolvere la problematica e a stare bene, come pensa di poter proseguire?
Tanto vale scegliere un terapeuta della TBS e risolvere, non crede?
le coterapie esistono e possono essere utilizzate a patto che i professionisti siano in grado di comunicare tra loro e che ci siano obiettivi chiari, percorribili e misurabili ma soprattutto condivisi.
Tuttavia, ho una serie di perplessità sulla terapia che sta facendo ora: se dopo sette anni non è riuscito a risolvere la problematica e a stare bene, come pensa di poter proseguire?
Tanto vale scegliere un terapeuta della TBS e risolvere, non crede?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta.
Vorrei proseguire perchè la ritengo una valida terapeuta e dopo tutti questi anni mi fido, ci sono stati grossi cambiamenti dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare.
L'unica cosa è che la ritengo poco adatta per questi problemi "concreti" visto che ho ancora gli attacchi d'ansia, tendo ad evitare certe situazioni e ultimamente sono finito in questa spirale discendente depressiva che mi ha portato all'ipocondria e a ritirarmi da un po' tutti i contatti.
Penso che le motivazioni siano queste.
Vorrei proseguire perchè la ritengo una valida terapeuta e dopo tutti questi anni mi fido, ci sono stati grossi cambiamenti dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare.
L'unica cosa è che la ritengo poco adatta per questi problemi "concreti" visto che ho ancora gli attacchi d'ansia, tendo ad evitare certe situazioni e ultimamente sono finito in questa spirale discendente depressiva che mi ha portato all'ipocondria e a ritirarmi da un po' tutti i contatti.
Penso che le motivazioni siano queste.
[#3]
Gentile Utente,
capisco. Ma non si intraprende una psicoterapia per un miglioramento generale della propria vita, che -beninteso- può essere dovuto ad altre ragioni e non alla terapia stessa.
Se ad esempio, mentre un pz. è in terapia cambiano alcune circostanze della sua vita (es si innamora, cambia lavoro, ecc...) è ovvio che ci sono miglioramenti, ma se Lei si è rivolto alla terapeuta perché concretamente non vuole più avere gli attacchi di panico, allora sono questi gli obiettivi che deve perseguire.
Con lo psicoterapeuta si definiscono e mettono a fuoco proprio gli obiettivi relativi alla psicopatologia e si lavora per raggiungerli.
Cordiali saluti,
capisco. Ma non si intraprende una psicoterapia per un miglioramento generale della propria vita, che -beninteso- può essere dovuto ad altre ragioni e non alla terapia stessa.
Se ad esempio, mentre un pz. è in terapia cambiano alcune circostanze della sua vita (es si innamora, cambia lavoro, ecc...) è ovvio che ci sono miglioramenti, ma se Lei si è rivolto alla terapeuta perché concretamente non vuole più avere gli attacchi di panico, allora sono questi gli obiettivi che deve perseguire.
Con lo psicoterapeuta si definiscono e mettono a fuoco proprio gli obiettivi relativi alla psicopatologia e si lavora per raggiungerli.
Cordiali saluti,
[#4]
Utente
All'epoca ero molto inesperto e non sapevo che ci fossero tante scuole diverse di psicoterapia, credevo che lo psicologo fosse uno... poi ovviamente c'erano quelli piu o meno bravi.
I miei problemi sono molto "semplici":
-Ansia e panico al pensiero di essere "obbligato" a fare qualcosa (anche una semplice cena può essere molto problematica tanto da non dormirci se penso che ci possa essere qualcosa che non va)
-Impossibilità di lavorare come dipendente (stesso meccanismo della cena ma più potente)
-Impossibilità di viaggiare e stare via per diversi giorni
-Ipocondria
Lei (la mia doc) sostiene che il mio malessere sia dovuto alla mia attuale situazione visto che non vivo una relazione da circa 4 anni, il mio lavoro non mi consente di essere indipendente e quindi sto a casa con i miei genitori.
Su questo punto in effetti ci troviamo sempre in disaccordo, perchè le dico che tutto sommato sto bene, che al momento non ho bisogno di cambiare vita, ma afferma che a livello inconscio mi fa male, da lì mi ammalo, vado alla ricerca di malattie e la paura che si scatenino spesso fa accentuare i sintomi.
I miei problemi sono molto "semplici":
-Ansia e panico al pensiero di essere "obbligato" a fare qualcosa (anche una semplice cena può essere molto problematica tanto da non dormirci se penso che ci possa essere qualcosa che non va)
-Impossibilità di lavorare come dipendente (stesso meccanismo della cena ma più potente)
-Impossibilità di viaggiare e stare via per diversi giorni
-Ipocondria
Lei (la mia doc) sostiene che il mio malessere sia dovuto alla mia attuale situazione visto che non vivo una relazione da circa 4 anni, il mio lavoro non mi consente di essere indipendente e quindi sto a casa con i miei genitori.
Su questo punto in effetti ci troviamo sempre in disaccordo, perchè le dico che tutto sommato sto bene, che al momento non ho bisogno di cambiare vita, ma afferma che a livello inconscio mi fa male, da lì mi ammalo, vado alla ricerca di malattie e la paura che si scatenino spesso fa accentuare i sintomi.
[#5]
"Su questo punto in effetti ci troviamo sempre in disaccordo, perchè le dico che tutto sommato sto bene, che al momento non ho bisogno di cambiare vita, ma afferma che a livello inconscio mi fa male, da lì mi ammalo, vado alla ricerca di malattie e la paura che si scatenino spesso fa accentuare i sintomi.
Questa parte mi lascia davvero perplessa.
SCusi, ma ora Lei che tipo di psicoterapia sta facendo?
Questa parte mi lascia davvero perplessa.
SCusi, ma ora Lei che tipo di psicoterapia sta facendo?
[#6]
Utente
Buongiorno, non ho idea che tipo di psicoterapia sia, come ho detto all'epoca non ero molto esperto... iniziai con lei su consiglio del mio medico di famiglia, posso solo rifarmi al biglietto da visita, sul quale c'è scritto: "psicologa junghiana, psicoterapia individuale e di coppia".
Non so altro.
In genere parliamo di come è andata la settimana, cosa ho provato e quali sono le cose che mi hanno causato disagio, a volte mi chiede anche dei sogni che faccio e di dove ho vissuto quelle sensazioni nella realtà.
(La necessità a livello inconscio di un'indipendenza e di una relazione è venuta fuori proprio dai sogni.)
Generalmente se c'è qualcosa che mi affligge trovo beneficio, situazioni da accettare, paranoie mie, dubbi ecc ecc. mentre per le cose più "concrete" (ovvero situazioni reali che mi creano ansia) no.
Da lì il mio dubbio di iniziare una nuova psicoterapia per fronteggiare questi miei limiti ORA, e continuare a lavorare con lei a lungo termine per il futuro.
Non so altro.
In genere parliamo di come è andata la settimana, cosa ho provato e quali sono le cose che mi hanno causato disagio, a volte mi chiede anche dei sogni che faccio e di dove ho vissuto quelle sensazioni nella realtà.
(La necessità a livello inconscio di un'indipendenza e di una relazione è venuta fuori proprio dai sogni.)
Generalmente se c'è qualcosa che mi affligge trovo beneficio, situazioni da accettare, paranoie mie, dubbi ecc ecc. mentre per le cose più "concrete" (ovvero situazioni reali che mi creano ansia) no.
Da lì il mio dubbio di iniziare una nuova psicoterapia per fronteggiare questi miei limiti ORA, e continuare a lavorare con lei a lungo termine per il futuro.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.4k visite dal 30/10/2016.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.