Paranoia

Volevo chiedere un consiglio... ho appena iniziato una relazione, ma ho un grosso difetto.
Procediamo con ordine, ho un carattere abbastanza forte e tendo a riuscire a conquistare una ragazza quando la desidero. Nel momento del corteggiamento sono forte, simpatico e nel giro di qualche settimana riesco a rendermi attraente ed accattivante.
Il problema arriva dopo.... quando sono sicuro di averla per me .... quando finalmente sono riuscito a conquistarla e si inizia la relazione divento paranoico.
Da un lato c'è la continua paura di perderla che mi porta a chiedere continue conferme d'amore, sto attento al minimo dettaglio con la paura ogni giorno che si stanchi di me e di perderla. Se magari un giorno è dolce, e quello dopo no, cado in paranoia. Le faccio (spesso) domande del tipo: mi ami? vero che non ti stanchi di me?
Questo sta accadendo con questa nuova relazione. Era un pò un tira e molla, ma alla fine la ragazza ha ammesso che le piacevo. Decidiamo di metterci assieme e i primi due giorni sono state rose e fiori. Ma io ho iniziato con le mie paranoie e sto vedendo che più le faccio domande e più si allontana, più le chiedo conferme e meno me ne da.
E' il mio atteggiamento che è sbagliato? (non capisco il perchè di queste due parti del mio carattere, da una parte con il carattere forte e poi divento così debole).
sembra davvero che ho due personalità. Una tranquilla e serena e l'altra paranoica.
La prova sta nel fatto che all'inizio riesco ad attrarre, perchè se fossi così anche nella fase di corteggiamento non riuscirei nemmeno ad interessare.... e manco mi si avvicinerebbero.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...) sto vedendo che più le faccio domande e più si allontana, più le chiedo conferme e meno me ne da.(..)
gentile utente è esattamente così che funziona. E la sua "paranoia" la induce , con il suo atteggiamento, o a confermare le sue paure.
La classica tentata soluzione che crea il problema. Deve solo sperimentare l'atteggiamento opposto, deve provare a NON fare domande inutili, a non essere noioso e sospettoso, deve fare una nuova esperienza che le confermi che si può vivere senza sospetti, se non ci riesce proprio consulti un professionista.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Utente
Utente
La ringrazio .... lei dice che non ponendo domande vedrò che lei cambierà atteggiamento e quindi potrei riuscire a superare le mie paure? Non c'è un modo per riuscire a pensare proprio in maniera diversa? anche, perchè, se io non pongo domande, ci penso e tenendole dentro ci sto male.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
...anche, perchè, se io non pongo domande, ci penso e tenendole dentro ci sto male....
il problema è in questa dinamica ossessiva che nulla ha a che fare con la relazione, ma che la rovina.
Deve risolvere questo problema, probabilmente con l'aiuto di un terapeuta
saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> perchè, se io non pongo domande, ci penso e tenendole dentro ci sto male
>>>

Ed è proprio abituandosi a tenersele dentro, e prima ancora a riconoscerle come ossessioni e quindi a NON dare loro importanza, che si impara a controllarle.

Se però non riesce in tutto ciò da solo è appropriato il ricorso a un terapeuta, come le dice il collega.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Mi scusi, ma vorrei una spiegazione.
Perche' chiama *paranoia* questo atteggiamento?
E' una parola che e' entrata nelle mode oggi. Ma e' fuori luogo.
Se Lei fosse paranoico non avrebbe alcun desiderio di essere amato. Lo sa? Starebbe attento a ogni segno di avvicinamento della Sua partner. Perche' il Suo avvicinamento Le farebbe paura. Da scappare.
Quindi riformuli l'opinione che ha si se'! Lei e' insicuro della sua capacita' di essere amato e ha dei problemi nell'area affettiva.
Deve lavorare su quella.
Come e' stata la Sua infanzia?
E' stato amato? Da Sua madre o da Suo padre? E in che modo?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
L'affetto dei miei genitori non mi è mai mancato. Sono figlio unico e mia madre è sempre stata molto legata a me, ma senza essere ossessiva.
Con mio padre ho avuto sempre un rapporto di scontro, ma ci vogliamo bene in ogni caso.
In ogni caso da piccolo e da ragazzo ho sempre avuto un atteggiamento nei confronti nei confronti del mio aspetto fisico molto critico. Non mi trovavo bello ed attraente.
Mi sono buttato in una relazione di molti anni, con una persona che non mi attraeva più di tanto, perchè pensavo fosse il massimo a cui potessi aspirare.
Ero molto timido, difficilmente dicevo la mia e camminavo sempre a testa bassa. Con la paura che le persone potessero prendermi in giro.
Alla fine non ci sono riuscito a portarla avanti e l'ho lasciata.
Con il tempo ho capito che ero comunque capace di conquistare altre ragazze, persone che mi piacevano, e nella mia mente ho capito di piacere.
Sono diventato molto ma molto sicuro di me in tutto, invece nelle relazioni ho due aspetti.
Ora quando sono in fase di corteggiamento ho l'atteggiamento forte, come se nessuno potesse resistere. Nel momento in cui inizio una relazione stabile vengono fuori tutte le mie insicurezze e paurfe.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Come pensavo Lei ha una storia familiare complessa, che andrebbe inquadrata in modo corretto perche' non Le crei problemi nella Sua vita di relazione. In una terapia psicodinamica che possa permetterLe di elaborare i temi inconsci che determinano l'emersione di meccanismi di difesa non sempre funzionali.
Forse Lei ha voluto svilupare un atteggiamento *seduttivo*, ma questo va bene all'inizio del *gioco*. Quando invece il rapporto si stabilizza Lei ha delle difficolta'.
Dovrebbe cercare di lavorare sulla rappresentazione di Lei *figlio* per depurarla e non proiettarla sulla rappresentazione di Lei *uomo* da amare e in grado di amare.
Auguri!
[#8]
Utente
Utente
Lei dice che il problema è legato alla mia infanzia e non alla fallita relazione di 10 anni, che mi ha allontanato dalla mia famiglia ? In cui lei mi trattava da figlio e non da compagno?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
E' possibile che gia' la relazione durata 10 anni in cui Lei si faceva trattare da figlio sia una conseguenza della Sua infanzia.

Si fa l'analisi del profondo per comprendere queste dinamiche. Dinamiche che Lei sa. Ma non sa di sapere.
Sa, la definizione dell'inconscio e' proprio questa:
*un ambito ove si trovano conservate le cose che si sanno, ma non si sa di sapere*!
[#10]
Utente
Utente
Ho questo episodio nella mente, che forse non centra nulla. Ricordo che ero piccolo e chiedevo a mia mamma di andare all'asilo, ma essendo lei a casa, mi mandò solo a 4 anni.
Quando entrai, non avendo mai avuto rapporti con miei coetanei, vidi che tutti ormai avevano formato i gruppi, conoscendosi dall'anno prima, e mi sono sentito un pesce fuor d'acqua.
Mi sono sentito solo.... e questa cosa mi ha accompagnato per anni, mi sono sempre sentito inadatto, fuori luogo. Non sono mai riuscito ad intessere relazioni di amicizia con gruppi di ragazzi, con compagnie, ma solo con singoli.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Questo episodio che narra qui dovrebbe essere narrato in un colloquio psicoterapeutico.
Perche' va inquadrato nel contesto della Sua vita e della Sua famiglia.
Potrebbe essere una svolta importante per Lei iniziare una terapia psicodinamica!
Le formulo i miei auguri.