Rapporto con genitori
Buonasera scrivo qui perché ormai non so proprio più cosa fare. Ho 26 e sono una studentessa universitaria. Ho un rapporto alquanto conflittuale con mia madre, con la quale litigo troppo e troppo spesso, sono arrivata al capolinea. Questo il punto ora scendo nel dettaglio. I miei genitori vengono da una vita di sacrifici. Fin da piccoli hanno dovuto lavorare per " portare i soldi a casa", mia mamma all'età di 13 anni ha perso il padre, costretta ad abbandonare la scuola, che lei amava tanto, è dovuta andare a lavorare come domestica in casa di altri. Si è sposata giovanissima con mio padre, soli 20 anni, dopo 4 anni di fidanzamento travagliato, causa mentalità tiranna di mia nonna che non le permetteva neanche di andare a mangiare una pizza. Io sono la seconda di due figli, prima di me c'è mio fratello che ha 29 anni. I miei genitori hanno fatto di tutto per noi, non ci hanno mai fatto mancare nulla, veramente non posso lamentarmi, nonostante il loro rapporto di coppia sia alquanto discutibile, anche loro hanno litigato tanto, anche mettendosi le mani addosso, spesso sono dovuta intervenire per separarli. Sono stata fidanzata per 7 anni con un ragazzo più piccolo di 1 anno, i miei non l'hanno mai sopportato: troppo piccolo, fannullone, la sua famiglia non piaceva, mi lasciavano fare le cose con lui solo se ero in compagnia, e non potevo mai tornare a casa troppo tardi o andare a ballare o partecipare a qualche serata, tranne le feste dei compagni di classe. In vacanza andavo perché c'era mia cugina ed il fidanzato ed anche mio fratello. La nostra storia è finita, perché io avevo riscontrato incompatibilità caratteriale, volevo qualcosa di più. Il mio di più è arrivato 2 anni fa e mi ha aperto un mondo, con lui in due anni ho vissuto tante di quelle emozioni che mai mi sarei aspettata di vivere, mi ha dato forza e sicurezza, sostegno, per me merita ogni gesto che faccio per lui. L'unico problema è che lavora in Toscana ed io sono campana. I problemi nascono Gan parte da questa cosa. È da due anni che mamma dice di non capirmi più, che sono diventata egoista, cattiva, marcia dentro, che ho buttato al vento gli insegnamenti, i valori che mi hanno dato, non sopporta lui perché dice che mi fa il lavaggio del cervello, è arrogante, l'ha sfidata portandomi a Londra nonostante lei non volesse, che io dormo a casa sua quando torna a casa in licenza ( abitiamo in due provincie differenti) e lei non è d'accordo, perché io non mi porto rispetto, gli permetto di fare i fatti suoi su di me. Il punto massimo di rottura è stato che lei vuole che io mi sposo e me ne vado, il mio fidanzato mi ha chiesto di andare a vivere con lui, per cominciare insieme la nostra vita liberi dalla mia sudditanza psicologica che mi porta a voler vedere lei felice ed orgogliosa di me, che quasi fa paura, che vuole sposarmi si ma non a queste condizioni, perché sarebbe forzato, lei naturalmente non è d'accordo ed ormai non mi rivolge più la parola...io mi sento tra due fuochi.
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(..) io mi sento tra due fuochi.(..)
gentile ragazza non deve scegliere in base al fuoco che arde di più ma in base al suo, deve scegliere seguendo le sue emozioni. Cosa cerca davvero? cosa le consentirebbe di essere felice indipendentemente dal volere degli altri?
si risponda e si batta per questo
saluti
gentile ragazza non deve scegliere in base al fuoco che arde di più ma in base al suo, deve scegliere seguendo le sue emozioni. Cosa cerca davvero? cosa le consentirebbe di essere felice indipendentemente dal volere degli altri?
si risponda e si batta per questo
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Buonasera,
da quello che ha scritto immagino che la situazione sia molto difficile e di grande sofferenza per lei, presa in mezzo tra la sua famiglia e in particolare sua mamma e il suo fidanzato. Rispetto a questo conflitto come si pongono suo papà e suo fratello? Come spesso avviene in queste situazioni è molto chiaro quello che pensa sua mamma e quello che pensa il suo fidanzato, ma rimane sullo sfondo quello che pensa e vuole lei. Cosa vorrebbe fare ora? Le piacerebbe andare a convivere? Le piacerebbe sposarsi?
Nelle cose che ci scrive, è evidente che sua mamma ha vissuto, delle situazioni molto difficili e questo probabilmente ha inciso anche sul rapporto di coppia dei suoi genitori che descrive essere molto conflittuale. Hanno mai cercato l'aiuto di uno psicoterapeuta per cercare di risolvere i loro problemi di coppia?
A volte per un figlio non è facile lasciare la casa dei genitori perchè nonostante l'alta conflittualità, si teme quello che potrebbe succedere ai genitori lasciando la famiglia, ci si preoccupa più di loro e della loro felicità che di se stessi e a volte si è in cerca di un riconoscimento che non si è mai avuto, proprio perchè spesso i conflitti di coppia fanno si che non ci sia spazio mentale per altro.
Io sono una psicoterapeuta ad orientamento sistemico-familiare, per cui in queste situazioni, quando i figli si sentono bloccati nel riuscire a formarsi una propria famiglia, proprio per delle cose rimaste in sospeso in quella di origine, consiglio delle sedute famigliari che possono favorire questo processo che dovrebbe essere naturale, ma che a volte purtroppo così non è.
Inizi quindi a pensare a cosa le piacerebbe fare rispetto al suo rapporto di coppia e poi cerchi di perseguire il suo obiettivo e di pensare alla sua felicità!
Cordiali saluti!
da quello che ha scritto immagino che la situazione sia molto difficile e di grande sofferenza per lei, presa in mezzo tra la sua famiglia e in particolare sua mamma e il suo fidanzato. Rispetto a questo conflitto come si pongono suo papà e suo fratello? Come spesso avviene in queste situazioni è molto chiaro quello che pensa sua mamma e quello che pensa il suo fidanzato, ma rimane sullo sfondo quello che pensa e vuole lei. Cosa vorrebbe fare ora? Le piacerebbe andare a convivere? Le piacerebbe sposarsi?
Nelle cose che ci scrive, è evidente che sua mamma ha vissuto, delle situazioni molto difficili e questo probabilmente ha inciso anche sul rapporto di coppia dei suoi genitori che descrive essere molto conflittuale. Hanno mai cercato l'aiuto di uno psicoterapeuta per cercare di risolvere i loro problemi di coppia?
A volte per un figlio non è facile lasciare la casa dei genitori perchè nonostante l'alta conflittualità, si teme quello che potrebbe succedere ai genitori lasciando la famiglia, ci si preoccupa più di loro e della loro felicità che di se stessi e a volte si è in cerca di un riconoscimento che non si è mai avuto, proprio perchè spesso i conflitti di coppia fanno si che non ci sia spazio mentale per altro.
Io sono una psicoterapeuta ad orientamento sistemico-familiare, per cui in queste situazioni, quando i figli si sentono bloccati nel riuscire a formarsi una propria famiglia, proprio per delle cose rimaste in sospeso in quella di origine, consiglio delle sedute famigliari che possono favorire questo processo che dovrebbe essere naturale, ma che a volte purtroppo così non è.
Inizi quindi a pensare a cosa le piacerebbe fare rispetto al suo rapporto di coppia e poi cerchi di perseguire il suo obiettivo e di pensare alla sua felicità!
Cordiali saluti!
Dr.ssa Francesca Lifranchi
Psicologa, Psicoterapeuta
[#3]
Utente
Buonasera, grazie per la risposta. I miei genitori dicono che io non ho nulla di mio, non ho un lavoro, non mi sono ancora laureata. Le preoccupazioni normali di un genitore, che teme che io possa stare male. Se dovessi ascoltare il cuore andrei subito a convivere, perché per me il matrimonio non fa la coppia , ma l'amore. Se penso ad andare via subito provo un senso di benessere e forza, anche di dimostrare che io posso farcela anche in condizioni diverse. È vero sto molto male e piango ogni giorno, perché il pensiero di deludere e far male i miei genitori mi logora, ma non penso che se pure lasciassi il mio ragazzo per loro starei meglio anzi. Comunque due anni fa portai i miei genitori da psicoterapeuti il risultato? Mia madre ha detto che non sono serviti a nulla perché non sono nessuno per sapere e loro hanno convocato me e mio fratello, consigliandoci di percorrere la nostra strada, senza pensare a salvare i nostri genitori che sono abituati a litigare in un certo modo e sempre faranno così. Mio padre e mio fratello non possono parlare, perché mia madre li azzittisce e comincia subito ad urlare. Non ascolta resta chiusa nelle sue convinzioni. Non vi dico cosa dice di me, che io ho usato il rapporto brutto tra lei e mio padre, come scusa per raggiungere il mio obiettivo, ovvero andare via di casa. Vi dico io cosa penso, ho bisogno di fare questa cosa per me, con il mio fidanzato, di concludere l'università per me e non per far felici i miei, che sta a me fare e combattere per ciò che voglio, nonostante la mia volontà sia diversa da quella dei miei genitori, la vita è una. Ho solo paura del momento in cui dovrei farlo, so che ci saranno urla e litigi e sto male solo al pensiero...
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Buonasera, direi che quindi la strada è abbastanza chiara... come le hanno consigliato i colleghi a cui aveva portato i suoi, deve cercare di lasciare andare la sua famiglia, perchè se sua mamma non è stata disponibile a mettersi in gioco, sarà difficile se non impossibile che riuscirà a cambiare... qualsiasi cosa lei faccia non andrà bene e lei deve cercare invece di riuscire a farsi la sua vita, magari anche sbagliando, ma non vivendo di riflesso a quello che vogliono gli altri e in particolare sua mamma.
Se questo è troppo difficile da fare da sola e il malessere è troppo elevato, valuti a questo punto di rivolgersi lei ad uno psicologo per un breve percorso di supporto che possa proprio sostenerla in questo difficile processo di separazione. La difficoltà non sta tanto nell'andare a convivere, nel staccarsi fisicamente dai suoi, ma quanto proprio nel riuscire a separarsi psicologicamente.
Le faccio i miei migliori auguri e se vorrà ci tenga aggiornati!
Cordiali saluti.
Se questo è troppo difficile da fare da sola e il malessere è troppo elevato, valuti a questo punto di rivolgersi lei ad uno psicologo per un breve percorso di supporto che possa proprio sostenerla in questo difficile processo di separazione. La difficoltà non sta tanto nell'andare a convivere, nel staccarsi fisicamente dai suoi, ma quanto proprio nel riuscire a separarsi psicologicamente.
Le faccio i miei migliori auguri e se vorrà ci tenga aggiornati!
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.3k visite dal 24/10/2016.
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