Incontri di psicoterapia aggiuntivi: necessità o abitudine ?
Buongiorno,
A causa di alcuni malesseri fisici che mi hanno causato molta ansia e stress, abbiamo concordato con la mia terapeuta un incontro settimanale aggiuntivo in aggiunta all'incontro settimanale singolo.
L'incontro aggiuntivo non veniva stabilito prima, ma avevamo deciso di concordarlo "al bisogno", ovvero che le telefonavo (entro un tempo limite) per prendere un appuntamento il giorno dopo (solitamente il venerdì o il sabato).
Dopo circa 4-5 settimane in cui ho abbiamo fatto il doppio incontro, posso dire di sentirmi "meglio", sebbene ci sia ancora un po' di malessere, almeno non ho più l'ansia attanagliante delle settimane prima.
Il prossimo incontro sarà martedì (giorno regolare di psicoterapia), ma ho tutto oggi fino alle 20,00 come tempo limite per poter prendere un appuntamento aggiuntivo per domani (venerdì).
Sono indeciso perchè credo che si sia creata una sorta di "dipendenza" o abitudine, perchè comunque mi conforta sapere di non dover aspettare una settimana intera ma solo 2-3 giorni al massimo tra una seduta e l'altra.
Ma penso anche al fatto che se domani sto male mi tocca aspettare fino a martedì.
Vi chiedo se una sorta di "dipendenza" di questo tipo è possibile.
Personalmente vorrei il prima possibile cercare di ridurre e tornare all'incontro singolo, sia per il discorso "dipendenza", se esiste, sia per una questione economica.
Le scelte sarebbero due:
-Stasera chiamo, domani vado e le parlo di questo "problema".
-Non chiamo, non vado, vediamo che succede e speriamo bene.
A causa di alcuni malesseri fisici che mi hanno causato molta ansia e stress, abbiamo concordato con la mia terapeuta un incontro settimanale aggiuntivo in aggiunta all'incontro settimanale singolo.
L'incontro aggiuntivo non veniva stabilito prima, ma avevamo deciso di concordarlo "al bisogno", ovvero che le telefonavo (entro un tempo limite) per prendere un appuntamento il giorno dopo (solitamente il venerdì o il sabato).
Dopo circa 4-5 settimane in cui ho abbiamo fatto il doppio incontro, posso dire di sentirmi "meglio", sebbene ci sia ancora un po' di malessere, almeno non ho più l'ansia attanagliante delle settimane prima.
Il prossimo incontro sarà martedì (giorno regolare di psicoterapia), ma ho tutto oggi fino alle 20,00 come tempo limite per poter prendere un appuntamento aggiuntivo per domani (venerdì).
Sono indeciso perchè credo che si sia creata una sorta di "dipendenza" o abitudine, perchè comunque mi conforta sapere di non dover aspettare una settimana intera ma solo 2-3 giorni al massimo tra una seduta e l'altra.
Ma penso anche al fatto che se domani sto male mi tocca aspettare fino a martedì.
Vi chiedo se una sorta di "dipendenza" di questo tipo è possibile.
Personalmente vorrei il prima possibile cercare di ridurre e tornare all'incontro singolo, sia per il discorso "dipendenza", se esiste, sia per una questione economica.
Le scelte sarebbero due:
-Stasera chiamo, domani vado e le parlo di questo "problema".
-Non chiamo, non vado, vediamo che succede e speriamo bene.
[#1]
Gentile utente,
Essendo Lei in terapia e' opportuno che qualunque *riflessione' Lei faccia, la elabori con la Sua terapeuta.
Specialmente per quanto attiene alle modalita' di svolgimento della terapia.
I miei saluti.
Essendo Lei in terapia e' opportuno che qualunque *riflessione' Lei faccia, la elabori con la Sua terapeuta.
Specialmente per quanto attiene alle modalita' di svolgimento della terapia.
I miei saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
>>> Vi chiedo se una sorta di "dipendenza" di questo tipo è possibile
>>>
Dal punto di vista di una psicoterapia come la strategica, certamente sì. È quello che vediamo accadere tutti i giorni.
Appoggiandosi più del necessario a qualcuno o qualcosa, sia il terapeuta, l'accompagnante, l'ansiolitico o l'apparentemente innocua richiesta di rassicurazione, in altre parole ogni qualvolta sia presente una stampella pronta lì al bisogno, l'ansioso invia a se stesso un messaggio silenzioso che dice: "Tu non puoi farne a meno, perché sei un ansioso". E quindi è facile rinforzare la tendenza ad ansia ed evitamento anziché attenuarla.
Tuttavia, un uso moderato di disponibilità da parte del terapeuta può essere indicato, per aiutare il progresso. Più però verso l'inizio della terapia che verso la fine, perché lo scopo di una vera terapia dell'ansia dev'essere quello di mettere in condizione la persona di diventare indipendente da tutto ciò di cui era dipendente quando era ansioso.
>>>
Dal punto di vista di una psicoterapia come la strategica, certamente sì. È quello che vediamo accadere tutti i giorni.
Appoggiandosi più del necessario a qualcuno o qualcosa, sia il terapeuta, l'accompagnante, l'ansiolitico o l'apparentemente innocua richiesta di rassicurazione, in altre parole ogni qualvolta sia presente una stampella pronta lì al bisogno, l'ansioso invia a se stesso un messaggio silenzioso che dice: "Tu non puoi farne a meno, perché sei un ansioso". E quindi è facile rinforzare la tendenza ad ansia ed evitamento anziché attenuarla.
Tuttavia, un uso moderato di disponibilità da parte del terapeuta può essere indicato, per aiutare il progresso. Più però verso l'inizio della terapia che verso la fine, perché lo scopo di una vera terapia dell'ansia dev'essere quello di mettere in condizione la persona di diventare indipendente da tutto ciò di cui era dipendente quando era ansioso.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.1k visite dal 20/10/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.