Ansia legata alla scuola
È ormai da quando ho inziato le superiori che non riesco ad avere un rapporto salutare con la scuola. In prima mi sono ritirata a febbraio dopo aver saltato due settimane di nascosto, in seconda ho fatto due anni in uno e quest'anno mi sono iscritta in una scuola, finalmente seguendo l'indirizzo che volevo fare sin dalla seconda media. Quando mi sono iscritta avevo grandi speranze ma purtroppo mi sono già accorta che rischio di ripetere la situazione avvenuta in prima, se non peggio.
Il mio problema maggiore credo sia la procrastinazione. Premetto che non ho difficoltà dell'apprendimento, penso anche che studiare mi venga molto facile. Il mio problema è che rimando il più possibile. Non è un problema di distrazioni: se spengo il telefono e il computer mi ritrovo a camminare avanti e indietro per la stanza insultandomi da sola perché non riesco a sedermi e mettermi a lavorare. I miei pomeriggi sono caratterizzati dall'ansia e dal continuo rimandare: inizia alle 4, inizia alle 8, inizia alle 10... fino a che non finisco alle 3 di notte, insonne ma sempre vogliosa di fare altro, e finalmente riesco a fare qualcosina.
Ho anche un problema forte quando vado a scuola, ovvero basta una prof a rovinarmi la giornata. Oggi ho saltato scuola anche se praticamente avevo tutte le mie materie preferite, solo per non affrontare la singola ora di spagnolo che mi terrorizza.
La mia ansia mi crea problemi anche in altre aree della mia vita: ad esempio quando devo parlare con delle commesse mi sento cadere il mondo addosso. Sono invece molto molto estroversa e tranquilla quando sono in compagnia di amici, sembra quasi di avere a che fare con due persone diverse, o per meglio dire con due facce di una stessa persona che non mi sento di capire o conoscere minimamente.
Sono già stata da uno psicologo, per circa un anno da febbraio 2015 a febbraio 2016, per la situazione riguardante il ritiro dalla prima superiore. In quel periodo mi sono anche fatta cose orribili, come martoriarmi le gambe con un taglierino o provare a bere candeggina per poi cambiare idea dopo un sorso, ma ero convinta che il periodo brutto fosse finito e che dopo sarebbe stato tutto in discesa. In ogni caso era uno psicologo tirocinante dell'ospedale, che era laureato ma doveva ancora avere la specializzazione, e non mi è sembrato che facesse poi così tanto a parte chiedermi come stavo e dirmi le stesse frasi fatte trecento volte. Non sono sicura di riuscire di nuovo ad affidarmi a uno specialista simile dopo l'esperienza inutile che però mi ha rubato un sacco di tempo.
Il mio problema maggiore credo sia la procrastinazione. Premetto che non ho difficoltà dell'apprendimento, penso anche che studiare mi venga molto facile. Il mio problema è che rimando il più possibile. Non è un problema di distrazioni: se spengo il telefono e il computer mi ritrovo a camminare avanti e indietro per la stanza insultandomi da sola perché non riesco a sedermi e mettermi a lavorare. I miei pomeriggi sono caratterizzati dall'ansia e dal continuo rimandare: inizia alle 4, inizia alle 8, inizia alle 10... fino a che non finisco alle 3 di notte, insonne ma sempre vogliosa di fare altro, e finalmente riesco a fare qualcosina.
Ho anche un problema forte quando vado a scuola, ovvero basta una prof a rovinarmi la giornata. Oggi ho saltato scuola anche se praticamente avevo tutte le mie materie preferite, solo per non affrontare la singola ora di spagnolo che mi terrorizza.
La mia ansia mi crea problemi anche in altre aree della mia vita: ad esempio quando devo parlare con delle commesse mi sento cadere il mondo addosso. Sono invece molto molto estroversa e tranquilla quando sono in compagnia di amici, sembra quasi di avere a che fare con due persone diverse, o per meglio dire con due facce di una stessa persona che non mi sento di capire o conoscere minimamente.
Sono già stata da uno psicologo, per circa un anno da febbraio 2015 a febbraio 2016, per la situazione riguardante il ritiro dalla prima superiore. In quel periodo mi sono anche fatta cose orribili, come martoriarmi le gambe con un taglierino o provare a bere candeggina per poi cambiare idea dopo un sorso, ma ero convinta che il periodo brutto fosse finito e che dopo sarebbe stato tutto in discesa. In ogni caso era uno psicologo tirocinante dell'ospedale, che era laureato ma doveva ancora avere la specializzazione, e non mi è sembrato che facesse poi così tanto a parte chiedermi come stavo e dirmi le stesse frasi fatte trecento volte. Non sono sicura di riuscire di nuovo ad affidarmi a uno specialista simile dopo l'esperienza inutile che però mi ha rubato un sacco di tempo.
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Cara Ragazza,
mi dispiace molto non poter entrare in merito alla tua richiesta, poiché questo servizio è riservato ai maggiorenni come da linee Guida di questo sito.
Ti consiglio però di parlare dei tuoi problemi con i tuoi genitori o di riparlarne se l'hai già fatto e di non fermarti di fronte a un tentativo di soluzione andato male (il percorso che ci hai raccontato).
Prova a rivolgerti ad altre strutture, ad esempio il Consultorio Familiare ASL Spazio Giovani del tuo territorio, cui puoi accedere liberamente.
Un caro saluto
mi dispiace molto non poter entrare in merito alla tua richiesta, poiché questo servizio è riservato ai maggiorenni come da linee Guida di questo sito.
Ti consiglio però di parlare dei tuoi problemi con i tuoi genitori o di riparlarne se l'hai già fatto e di non fermarti di fronte a un tentativo di soluzione andato male (il percorso che ci hai raccontato).
Prova a rivolgerti ad altre strutture, ad esempio il Consultorio Familiare ASL Spazio Giovani del tuo territorio, cui puoi accedere liberamente.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 17/10/2016.
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