A 48 anni sento il bisogno di aprirmi e sfogarmi

Buonasera.
Eccomi qua, ridotto a chiedere un consulto online pur di aprirmi con qualcuno. Infatti, come da titolo, alla mia età sento per la prima volta il bisogno di aprirmi, raccontare me stesso, sfogarmi con qualcuno. Ho ben 48 anni e credetemi, nella mia vita non l' ho mai fatto con nessuno. Perchè? Non lo so.
Per la prima volta nella mia vita sento il bisogno di chiedere pareri, consigli, sfogarmi, raccontare me stesso, insomma anche pareri su quello che sono e cosa sono stato.
Parto dal presupposto che la mia vita sin dall' infanzia è sta molto difficile. Sono rimasto orfano di padre a 9 anni. Non ho fratelli nè cugini coetanei nè amici veri di cui fidarsi. Sono stato "sbalottato" tra vari miei zii ma nessuno di loro mi ha mai parlato. Nessuno ha mai cercato di capire cosa pensassi. Nessuno di loro mi ha mai dato un consiglio. Per farla breve nessuno di loro mi ha mai parlato. Solo adesso scopro che nella mia vita è mancata una figura mascile di riferimento, qualcuno che desse consigli, qualcuno a cui confidare le proprie gioie, sentimenti, delusioni, qualcuno a cui chiedere consigli, qualcuno che ti dicesse fai così o non fare come stai facendo.. Mi sono sempre tenuto tutto dentro un po' perchè non sapevo a chi raccontare, un po' per orgoglio, un po' per vergogna di me stesso. Tuttavia in tutti questi anni ho imparato a conviverci ma credetemi ho tanto sofferto in silenzio e mi sfogavo piangendo magari facendo delle lunghe passeggiate solitarie dove parlavo a me stesso e perchè no, con ottimismo sognavo che le cose sarebbero cambiate come per magia e prima o poi la ruota avrebbe girato regalndo anche a me un po' di fortuna e sorrisi veri. Tra università e lavoro gli ultimi 30 anni li ho vissuti sempre stando solo perchè anche a causa delle mie timidizze, insicurezze e paure non sono mai riuscito ad avere veri amici o una compagna. In questi decenni avevo capito che l' unico modo per sopravvivere a questa mia condizione era accettare la cosa e chiudersi ancor più. Sono andato avanti così per anni credendo che sarebbe contiuata così fino alla fine, ovvero resistendo. Ma adesso, alla soglia dei 50 questo bisogno di parlare e sfogarmi è venuto fuori. Incredibile, proprio come un adolescente, scopro adesso che mi è mancata moltissimo una figura di riferimento. Il problema è che questo malessere che io chiamo mal di vivere non riesco a combatterlo anche perchè non so con chi aprirmi. Peggioro giorno per giorno ed alla fine sono sicuro che in qualche modo esploderò. Il paradosso è che chi mi conosce e non mi riferisco ad amici veri ma a conoscenti o colleghi di lavoro non riuscirebbero mai ad intuire questo mio mal di vivere perchè sono quasi sempre allegro, scherzo etc, ma questa mia apparente allegria in realtà nasconde ed è un modo per manifestare e combattere la tristezza che da sempre mi accompagna.
Cosa mi consigliate di fare? Sono ancora in tempo per vivere serenamente la vita, così come fanno gli altri?
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Mi perdoni ma la Sua esigenza di *aprirsi* ora a questa eta', non avendolo mai fatto prima, mi sembra curiosa.
Certe *abitudini* non subentrano ad una eta' matura e senza *avvisi* pregressi.
Lei ha idea di come possa essere subentrato tale *desiderio*?
Inoltre mi risulta davvero molto strano che Lei percepisca l'esigenza di avere avuto una figura *maschile* ad ascoltarla. Caso mai sarebbe stata piu' ovvia una figura femminile.
Una figura *maschile* si presta meglio a strutturare la legge e le regole sociali. Molto meno a impersonare la recettivita'.


Non e' necessario che Lei si affretti a rispondere questa sera, data l'ora tarda.
Lo faccia tranquillamente domani.
Magari si prenda il Suo tempo, mettendo meglio a fuoco i termini della Sua domanda.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Patrizia Pezzella Psicologo, Psicoterapeuta 273 13
carissimo lettore, la frase " non è mai troppo tardi " può sembrare retorica ma è veritiera nel suo caso. Non guardi il suo passato rimpiangendo ciò che non ha avuto ma piuttosto guardi il suo futuro con ottimismo. Selezioni "empaticamente" tra gli amici, conoscenti, colleghi quella persona con la quale "sente" che può aprirsi un pochino e parlare di sè stesso come finora non ha mai fatto. Intanto provi a frequentare altre persone iscrivendosi ad un circolo sportivo, un'associazione , un corso di lingue e si apra alla vita con fiducia e un pizzico di entusiasmo "adolescenziale" . Si può superaread ogni età la timidezza e imparare a vivere con più leggerezza!
moltissimi auguri.

Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica

[#3]
Utente
Utente
Buonasera e grazie per le risposte
Perchè io senta questa esigenza proprio ora ed a questa età non so dirlo. Certo come voi dite la cosa più ovvia sarebbe allargare il giro delle amicizie ma per me è terribilmente difficile farlo. Purtroppo mi accompagna sempre la sensazione di essere rifiutato e che nessuno sia davvero interessato a frequentarmi come un vero amico. Io sono il primo che razionalmente dice a se stesso che questo non è vero e che sia solo una mia sensazione ma è più forte di me e non riesco a superare questo blocco. Ripeto, fino a qualche mese fa accettavo questa mia condizione ma adesso mi pesa tantissimo e non riesco avenirne fuori. Vorrei parlare, sfogarmi ma non ci riesco
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

la paura del rifiuto (ma anche quella di non essere all'altezza per avere amici ed essere amato, ad esempio, o dell'intimità) può essere affrontata e risolta in una psicoterapia.

Lei in tutta la Sua vita ha probabilmente indossato maschere per proteggersi da questa paura, che Le hanno permesso di avere solo relazioni superficiali e ciò che verosimilmente dev'essere accaduto è che quando qualcuno ha tentato di avvicinarsi troppo a Lei, o Lei è scappato, oppure ha messo un muro, insomma si è difeso come ha potuto.

Perché adesso? Non mi pare una domanda utile, dal momento che ci sono persone che ci arrivano prima, qualcuna dopo e altre mai. La buona notizia è che adesso Lei ha voglia (e coraggio) di affrontare la problematica e credo sia giusto prendersi uno spazio tutto Suo per farlo. Il ripiego sul lavoro può essere un ottimo modo per raccontarsela e non sentire la sofferenza che, probabilmente, in questi anni ha accompagnato la Sua esistenza.

Altra buona notizia: non è tardi per prendere in mano la propria vita. Anche un settantenne può fare una psicoterapia!

Aprire il giro di amicizie e conoscenze va benissimo, ma se non impara prima ad avvicinarsi agli altri (e non mi riferisco fisicamente) e a permettere agli altri di avvicinarsi per costruire relazioni profonde e autentiche, allora non riuscirà a cambiare.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Utente
Utente
Grazie per le risposte. Già questa settimana contatterò una vostra collega per appuntamenti da fissare. La Dott.sa Pileci ha colto in me un aspetto che non avevo raccontato, ovvero "quando qualcuno ha tentato di avvicinarsi troppo a Lei, o Lei è scappato, oppure ha messo un muro, insomma si è difeso come ha potuto."

Verissimo. Perchè io lo abbia fatto non so e questo vorrei scoprirlo. Proprio per questo motivo improvvisandomi psicologo di me stesso ho concluso che mi è mancata una persona che avrebbe potuto darmi un piccolo aiuto in queste circostanze. Intendo dire che mi avrebbe fatto capire cosa sbagliavo, cosa avrei dovuto o non dovuto fare etc. in altri termi qualcuno che mi avesse dato un aiuto "ad imparare prima ad avvicinarsi agli altri (e non mi riferisco fisicamente) e a permettere agli altri di avvicinarsi per costruire relazioni profonde e autentiche, allora non riuscirà a cambiare."

Grazie per le risposte
[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente
Si da il caso che la mente non funzioni in un certo modo *perche' qualcuno glielo ha suggerito* ma perche' lo ha scelto in base ai propri temi rilevanti.
Appoggiandosi ai suggerimenti altrui non arrivera' mai a capirsi. Anzi, le si confonderanno le idee e perderà completamente il Suo Se'
Mi dispiace che tenda ad appoggiarsi cosi' tanto su quello che le suggeriscono gli altri. Puo' essere comodo ma non Le servira' a comprendere i Suoi temi! Mi dispiace davvero!
[#7]
Utente
Utente
Non parlavo di suggerimenti ma "aiutini" o consigli dati al momento giusto. Dati quando stavi per sbagliare. Dati quando dovevi fare una scelta importante. Dati quando avevi bisogno di parlare e sfogarti. Dati quando qualcuno doveva farti capire che bisogna aprirsi e confidarsi. Intendevo dire questo e non appoggiarmi agli altri. Sono proprio senza speranza!

Grazie per le risposte
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

Lei non è senza speranza! Ora, a mio avviso può essere importante comprendere il passato, ma il passato non possiamo cambiarlo. E' andata così. Probabilmente perché Lei non sapeva, a quel tempo, fare diversamente. Oppure -inconsapevolmente- Le sembrava di fare il meglio tra le scelte che avrebbe potuto fare.

In ogni caso, ora il focus è sulla soluzione del problema.
E sulle soluzioni c'è speranza. Basta saperle intercettare e attuare. E nulla di male se da solo non riesce o non le vede. Lo psicologo psicoterapeuta sarà accanto a Lei proprio per questo.

In bocca al lupo e ci tenga aggiornati!
[#9]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ascolti,
Gli *aiutini* di cui sente parlare sono *suggerimenti*. Ma dati se occorre indovinare qualcosa che non si sa e l'*aiutino* serve a non sbagliare completamente.
Se Lei dovesse vincere qualcosa per avere indovinato una risposta andrebbe bene. Ma se Lei pensa di andare da uno psicoterapeuta a dirgli che *non sa perche' fa o non fa una cosa* e costui *precipiti* a dirLe : * la fa o non la fa per questo motivo*.. .be' no! Quello non e' uno psioterapeuta. Si tratta di qualcos' altro. Molto altro
Se Lei vuole qualcosa del genere potrebbe tentare la strada di andare da un cartomante, il quale alla sua domanda `non so perche' faccio una cosa` *le farebbe scegliere i tarocchi * (vede, neanche un cartomante che si rispetti *indovina* il Suo pensiero! Le farebbe *scegliere* le carte e poi le interpreterebbe! Ma la responsabilita' di quali carte ha scelto se la dovrebbe prendere proprio Lei! Oppure Le rimarrebbe la sensazione di essere stato ingannato!).
Spero di essere stata piu' chiara.
Gli psicologi non fanno *divinazioni* per dare *aiutini*. Sono professionisti serissimi che hanno studiato molti anni e non si mettono a livello di cartomanti per elargire *aiutini* a chi non voglia assumersi responsabilita'!
I miei saluti
[#10]
Utente
Utente
Dottoressa, forse mi sono spiegato male. Mi rivolgerò ad un suo collega per scavare nel mio io e per comprendere perchè io nella vita mi sia comportato così. Scavando nel passato un professionista potrebbe capire le cause che mi hanno portato a vivere la mia vita così come l' ho vissuta. E' chiaro che nessuno si aspetta di trovare un mago che dopo qualche minuto dia una risposta e una soluzione ai miei problemi. Io ormai alla vita non chiedo molto, ma prima che finisca vorrei sapere perchè per me sia andata così. Certo lei ha letto i miei commenti precedenti dove mi sono improvvisato psicologo di me stesso ma è chiaro che io stesso non do valore a quanto ho concluso e in modo serio penso di sottopormi alla terapia di un ouna professionista.
La ringrazio nuovamente per la risposta e per il tempo che mi ha concesso.
[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Se il nostro dialogo ha portato a tale conclusione ne sono lieta e Le formulo i miei auguri!