Crisi universitaria e ansia cronica

Salve,
Sono una ragazza di 19 anni e frequento il secondo anno della facoltà di Scienze politiche.
Scrivo per condividere la mia esperienza e cercare di capirne meglio qualcosa grazie al vostro consulto.
Il mio primo anno di università è stato molto soddisfacente, ero entusiasta del mondo universitario, delle materie e ho sempre avuto ottimi risultati riuscendo a terminare le materie del primo anno con una media del 28.8.
Il problema sorge dalla preparazione dell'ultimo esame del primo anno: diritto pubblico. Il programma serrato di studio ha impegnato tutte le mie giornate e mi ha allontanato praticamente dalla mia vita: dai miei amici, dalla palestra e da qualsiasi svago o cura di me e ho iniziato a soffrire di un esagerato senso del dovere verso lo studio che è diventato, da allora, la mia ossessione. In quel periodo, inoltre, ho sofferto di particolare ansia cronica che ha portato ad inappetenza e sonno disturbato, oltre che a pianto continuo e nervi e fior di pelle, come se l'esame fosse diventato il mio universo. L'esame alla fine è andato molto bene (28) (nonostante io pensassi di non riuscire neanche a superarlo) ma da allora non riesco a rilassarmi e a pensare ad altro e quando sono impegnata in altre attività la mia mente torna sempre allo studio, al modo in cui potrei organizzarlo al meglio per non soffrire più in quel modo.
Adesso sto vivendo un blocco, gli esami sono ancora lontani ma io soffro già di ansia e non riesco nè a concentrarmi sullo studio e nè a godermi gli attimi.. il presente, perché il mio pensiero è costantemente all'università e mi sento senza le forze e la grinta necessarie, sentimenti raddoppiati dalla scarsa fiducia in me stessa (a cui imputo l'eccessiva ansia).
Vorrei precisare che non c'è nessuno che mi fa pressione sul frequentare/finire in tempo l'università, ma è come se mi imponessi da sola dei tempi rigidi e uno studio che non è più salutare ma che sembra l'unico che io conosca. Vorrei fare altro, uscire(ho deciso inoltre di non seguire tutte le lezioni, che tolgono tempo alle altre attività come la palestra -che ho capito essere molto importante per me- lo studio a casa) o fare attività come volontariato. Ma impiegare tempo in altre attività, anche il riposo, mi fa sentire in colpa.. è come se non facessi il mio dovere e tutto il resto lo percepisco come una perdita di tempo che potrei impiegare nello studio, nonostante io abbia la consapevolezza che non posso dedicare tutte le mie giornate solo allo studio..
Può tutto ciò essere causato dalla mia insicurezza?
Non voglio lasciare l'università perché non penso che l'università sia il problema.. secondo me il punto sta nel modo in cui affronto un impegno importante(in questo caso l'università) ma che potrebbe ripresentarsi in altri casi nella mia vita. E non vorrei fare un'errore quale abbandonare l'università a causa di un'attitudine del mio carattere sulla quale potrei lavorare, anche se non so come, anche perché laurearmi è sempre stato il mio sogno.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Dalla maniera di esporre il Suo problema mi sembra di notare in Lei una attitudine ad *arrotolarsi* nei problemi. Si fa la domanda, si da la risposta. Poi la smonta e la mette in discussione!
Difficile vivere cosi',! E molto faticoso, oltre che una gran perdita di tempo!
Guardi, sta facendo la Sua universita' con ottimi risultati! Vada avanti cosi'! Un impegno universitario non si deve inframezzare con altre cose, oppure sara' minimizzato per Lei. Non avra' piu' valore! E credo che questa si', sarebbe una grave perdita!
Auguri! E buon lavoro!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Grazie Dr.ssa Esposito per avermi letto, speriamo.. io ce la metterò tutta.
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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Gentile ragazza, il tuo racconto è quello di una studentessa piena di risorse e di potenzialità.

Dal tuo racconto emerge il dispiacere, il disagio e il timore per la continuazione del percorso universitario, ma emergono anche molte risorse nella tua esperienza: il primo anno sei andata forte, hai dato tanti esami e avuto voti altissimi. Può essere che l'inizio di una nuova esperienza attivi il tuo entusiasmo e le tue energie.

Quindi individuando elementi di novità anche nell'ultimo esame, è possibile viverlo come se fosse anch'esso l'inizio un'esperienza nuova, così da metterti nelle condizioni in cui funzioni meglio e dai il meglio di te. E' possibile che hai bisogno di nuovi stimoli per alimentare la tua motivazione e che attività rigide, monotone e poco creative spengano il tuo entusiasmo (mentre per altri sono rassicuranti).

Inoltre, allontanarti dai tuoi hobby, dai tuoi amici, dalla tua palestra e dai tuoi svaghi, è una circostanza che sembra farti funzionare al di sotto delle tue potenzialità. E' vero che queste attività impegnano tempo e che l'esame di Diritto Pubblico ti ha richiesto uno studio serrato, ma al contempo, privandoti di questi spazi, è diminuita anche l'energia, con il rischio che lo studio, pur avendo assorbito intere giornate, ha rischiato di non risultare produttivo.

Infatti, anche se poi sei riuscita a mantenere alta la media, ha lasciato un segno, ha fatto associare allo studio emozioni negative, come stress, nervosismo, inappetenza e sfiducia, che si sono riattivate di fronte alla preparazione degli esami successivi, ancor prima di iniziarli, con tanto di sensi colpa quando ti dedichi ad altro, nonostante di fatto benefici di un clima familiare sereno, dove i genitori non ti fanno pressione.

L'esame din sé è andato bene, ma lo stress con cui hai dovuto prepararlo, ha gettato un'ombra sugli esami successivi, facendoti nutrire dubbi sulle tue capacità e percepire l'esperienza universitaria come un dovere pesante e inconciliabile con le altre attività, che però sono importanti per il tuo equilibrio e per lo studio stesso.

Si può fare quindi un lavoro di organizzazione e pianificazione dello studio, così da conciliare gli impegni, senza privarti dei tuoi svaghi, che non sono da considerare "sottrattori" di tempo, ma motori di energie da investire poi nello studio.

E un lavoro per restituire il giusto significato al tuo percorso universitario, valorizzare l'ottimo percorso che hai fatto il primo anno, approfittando anche di questa parentesi dell'esame di Diritto Pubblico, negativa sì, ma in fondo ha evidenziato ancora di più il tuo funzionamento ottimale, le circostanze in cui rendi meglio e quelle che ti creano stress e le potenzialità di successo che potrai realizzare.

Nelle università sono attivi sportelli di sostegno e counseling psicologico che potranno aiutarti in questo lavoro. In bocca al lupo di cuore per il proseguimento dei tuoi studi.

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Utente
Utente
Grazie mille Dr.ssa Di Giorgio, ha compreso perfettamente la situazione.. oggi a distanza di ormai settimane sto molto meglio.. ho ritrovato l'entusiasmo e l'ottimismo che spero non perderò con facilità! Grazie ancora.
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