Costruire un rapporto col proprio padre

Buonasera.
Sto affrontando un percorso di psicoterapia a causa di problemi di ansia e ossessioni e scarsa fiducia in me.
Non so se occorre che io mi racconti. Il nocciolo della questione è che devo tassativamente costruire un rapporto con mio padre, un padre che è sempre stato assente, chiuso, non ha mai parlato di sé. Sono stata cresciuta da una madre che si portava dietro rabbia e depressione a causa della sua situazione familiare, con conseguenze per la mia stabilità psicologica e la mia capacità di accertarmi e apprezzarmi. Abbiamo affrontato alcune sedute di terapia familiare quando avevo nove anni, in cui alcune cose si sono effettivamente sbloccate, ma altre persistono ancora oggi. Una di queste è l'esclusività del rapporto madre figlia, in cui mio padre è stato messo da parte. Mia madre si è rassegnata e benché non lo apprezzi continua a starci.
Non ho niente in comune con mio padre, non gli parlo delle mie cose, e quindi ho difficoltà a relazionarmi col mondo maschile. Attualmente ho un fidanzato ma non riesco a vivere serenamente la storia a causa della paura dell'intimità.
La psicologa mi ha caldamente consigliato di considerare prima di tutto mio padre come una persona umana, e non una figura assente. In seguito dovrò approcciarmi a lui, raccontarmi, cose così. Prendere una pizza insieme.
Per me sono cose inconcepibili. Non esiste, mi dico, in famiglia mia non ci si dice nemmeno che ci si vuole bene, come posso irrompere così nella sua vita? Per cosa, poi? Tanto tanto imbarazzo...
Io ho paura di conoscere mio padre, e ho paura anche di non riuscire a conoscerlo. Mi sento profondamente in imbarazzo a comportarmi così, le maschere che abbiamo in famiglia non lo permettono. Cosa posso fare per avvicinarmi piano piano? Cge tattiche posso usare per non far sì che sia una cosa improvvisa? Ho paura di rompere un equilibrio che anche se malsano per me è la normalità. Ma devo farlo per stare meglio. Confido in un vostro consiglio.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

è vero che questo servizio prevede una seconda opinione, ma Lei è già in terapia ed è difficile da qui, senza sapere molto di Lei, sbilanciarsi sulla questione che pone.

La Sua terapeuta come si è espressa a riguardo?
E Lei che cosa ne pensa?
Avete discusso dell'imbarazzo che sente e delle Sue difficoltà ad avvicinarsi al papà a causa delle maschere che indossa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

Lei ha fiducia nella Sua terapeuta e in quanto, assieme, state costruendo?






Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
La mia terapeuta ha insistito,e di fronte all'imbarazzo e al blocco che ho mostrato mi ha detto che devo smettere di oppormi e di fidarmi di lei. Io vorrei assolutamente non considerare la questione ma a quanto pare è di fondamentale importanza per l'accettazione del mondo maschile e della vita di coppia, della libertà che posso provare eccetera. Io so che devo farlo ma non me la sento proprio. Nel frattempo mi ha appunto chiesti di iniziare a considerare mio padre nel suo lato umano ma... Nessuno, nemmeno mia madre, lo conosce bene. E stasera ho pensato ai miei, a quanto siano rassegnati e profondamente infelici, distanti tra di loro e nei confronti del mondo, e ho solo provato tanta tristezza, e tanta paura di finire come loro.
Per quanto riguarda la fiducia che provo nei riguardi della mia psicologa... Non penso di provarne. Ho già espresso più volte il desiderio di smettere (per continuare con un altro psicoterapeuta), ma ovviamente lei si è opposta, dice che faccio così perché non mi fido, perché voglio scappare, che non ci metto tutta me stessa e che farei un errore. E lo so, è da quasi due anni che vado ma sono sempre ferma nelle mie solite ossessioni, mi vedo in una palude. Il fatto è che mi ha seguita quando ero più piccola e mi conosce, la conoscono anche i miei genitori e diciamo che mio padre non è mai stato felice di fare terapia familiare e doverla affrontare, e il pensiero di chiedergli di fare qualcosa perché me lo ha detto lei mi angoscia.
Ecco io non so se voglio continuare a frequentare la mia psicoterapeuta, ma ho paura e mi scoccia di aver fatto lavoro a vuoto.
Nel caso ci fosse bisogno di sapere altre informazioni sulla mia storia personale chiedete.
[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile ragazza,

è proprio vero:
la relazione con la figura paterna
<<è di fondamentale importanza per l'accettazione del mondo maschile e della vita di coppia, della libertà che posso provare.<<

A ciò Lei presenta molte resistenze.
Ritengo - leggendo il Suo scritto - che ci sia di mezzo anche la figura materna: Lei potrebbe sentire un eventuale avvivinamento al padre come una sorta di "tradimento" verso Sua madre:
<<Sono stata cresciuta da una madre che si portava dietro rabbia e depressione a causa della sua situazione familiare, con conseguenze per la mia stabilità psicologica.<<

Lei direi di andare ancora più a fondo assieme alla Sua terapeuta rivolgendo proprio a lei la domanda:
<<Cosa posso fare per avvicinarmi piano piano? Che tattiche posso usare per non far sì che sia una cosa improvvisa? <<,
ma di passare poi a "metter mano concretamente alle problematiche. Agendo ci si confronta realisticamente con tutta quella serie di dubbi e rimuginazioni (#3) che La tengono nella <<palude<<
e in quell' <<equilibrio malsano per me è la normalità<<.

Buon lavoro.



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Utente
Utente
Gentili dottori vi ringrazio.
La mia paura è che la mia terapeuta non accetti che io chieda di fare le cose per grado. adesso cercherò di familiarizzare con l'idea e in seguito chiederò aiuto a mia madre che informerà papà delle mie intenzioni. Poi si vedrà. Comunque sì, in effetti ho anche paura di spiazzarla. Malgrado io sappia che mi appoggerebbe penso che sarà la prima a dirmi che sarà inutile, forse ho paura di essere scoraggiata. E sì, credo anche che inconsciamente io senta di tradirla, anche solo provando ad avvicinarmi...e se ci riuscissi come si sentirebbe dato che lei non ci è mai riuscita?
Per ora ho una forte ansia e non riesco a mangiare spero di tranquillizzarmi, alla fine non è la fine del mondo. Magari sono troppo pessimista.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

<<adesso cercherò di familiarizzare con l'idea<<
buono;

<<e in seguito chiederò aiuto a mia madre che informerà papà delle mie intenzioni.<<
non penso vada bene;
ne parli con la Sua terapeuta.

Saluti cari.