Il figlio del mio compagno non ci accetta

Buongiorno, sono separata da 3 anni ed ho un figlio di 10 anni molto attaccato a me, con un ottimo rapporto anche con suo padre e tutta la sua famiglia, anche i rapporti tra me ed il padre di mio figlio sono buoni, in sintesi un bambino sereno. Fino ad oggi ne io ne il padre abbiamo mai avuto altre relazioni, o almeno nessuna tanto importante da coinvolgere anche lui. Da 6 mesi sto insieme ad un uomo, che ha un figlio di 12 anni, divorziato da 9 anni. La sua situazione con la sua ex moglie non è serena quanto la mia.
Ora inizialmente abbiamo provato a coinvolgere i nostri figli in uscite di gruppo, insieme a nostri amici comuni con altri figli, le cose andavano bene, i ragazzi si erano presi in simpatia e si cercavano. Ad un certo punto però le cose sono cambiate, soprattutto per l'intervento della madre del figlio del mio compagno, la quale saputo della mia presenza si è messa contro (a mio avviso in maniera subdola), inviando messaggi al ragazzo molto negativi, tipo come lei avesse rinunciato a frequentare chiunque... o mancanze anche molto vecchie e infondate del padre, cose che il figlio ha iniziato a rinfacciare al padre.
Inizialmente in accordo col padre, abbiamo cercato di evitare di incontrarci per un po' con i ragazzi, anche perché suo figlio oltre ad essere maleducato ed antipatico con me lo era anche con mio figlio, il quale pur non essendo molto felice di questa mia nuova condizione, sta pian piano accettandola, e non volevamo che questo comportamento potesse allontanare anche mio figlio.
Premettendo che il mio compagno ha provato diverse strade, prima assecondandolo, poi parlando molto con lui, spiegandogli che lui era la sua priorità e che io sarei stato solo un valore aggiunto alla sua vita, inoltre lui lo accusa di non aver detto fin da subito che tra noi c'era una relazione, anche a questo il mio compagno ha dato una spiegazione, dicendogli che inizialmente eravamo dei buoni amici e che queste cose nascono col tempo, tra alti e bassi, insomma ad oggi, il figlio dice di non volermi frequentare neanche per un semplice cinema o una pizza tutti insieme, ed ogni volta che capita si comporta in maniera sgradevole con me e mio figlio.
A questo punto non sappiamo se è giusta dargliela vinta, per così dire e non vederci nei giorni che c'è lui (ma questo comporterebbe problemi di coppia, in quanto anche io ho poco tempo a disposizione poiché mio figlio vive con me, per cui dobbiamo approfittare dei week, e ad alternanza abbiamo i ragazzi) oppure costringerlo ad uscire? (in fondo è giusto che un bambino di 12 anni decida come suo padre debba vivere la sua vita?)
Nei week che lui è con il padre ed io con mio figlio, non stiamo insieme per tutto il tempo ma cerchiamo di organizzare un incontro di qualche ora, che sia un cinema, una pizza o un pic nic, in modo che sia io che lui possiamo passare anche del tempo da soli con i propri figli.
Spero in un vostro consiglio.
Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67
Gentile utente,

non si tratta di "dargliela vinta"
quanto di comprendere che le ragioni del cuore (in questo caso del figlio di lui)
non seguono i turni di visita,
nè le ragioni del cuore degli adulti, che sono "anche" genitori.

Il ragazzino è in piena preadolescenza,
e chissà cosa significa per lui il fatto che il proprio padre "abbia un'altra".

Se non è giusto che un ragazzino decida della vita del padre,
può non essere giusto che il padre imponga il figlio la propria nuova compagna.

Con la forza in questi casi non si ottiene nulla.

In ogni caso se ci scrivesse il padre sarebbe più opportuno.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<soprattutto per l'intervento della madre del figlio del mio compagno, la quale saputo della mia presenza si è messa contro>

Gentile Utente,
non è infrequente che nelle separazioni conflittuali i figli purtroppo vengano presi nel mezzo dei problemi inerenti alla coppia naufragata e indotti a schierarsi dalla parte di un genitore e contro il nuovo/nuova compagno/a (come sembrerebbe accadere dalle sue descrizioni quella del suo compagno a differenza della sua).
L'integrazione nelle famiglie ricomposte richiede attenzione e cura alle dinamiche relazionali complesse che si vengono a creare.
Tutti gli adulti coinvolti dovrebbero comprendere che soprattutto quando ci sono figli di mezzo sarebbe necessario deporre le armi e pensare al supremo interesse dei figli, creando condizioni favorevoli.
Controproducente a mio parere obbligare il ragazzo,è' il rapporto tra il suo compagno e la ex moglie che necessita di buone soluzioni in merito alla genitorialità, a porre fine ai vecchi rancori e a non trascinare guerre inutili nelle quali tutti perdono, in particolare i figli coinvolti.
Le suggerisco la lettura di questi articoli nei quali troverà spunti utili, magari facendoli leggere anche al suo compagno
http://www.psicologia-benessere.it/Coppiaefamiglia/Lafamigliaricostituita/tabid/97/Default.aspx
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1840-separazioni-conflittuali-quando-in-mezzo-ci-sono-i-figli.html

Cordialità


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte...Ma quindi secondo voi quale sarebbe la strada da seguire più giusta? Non vederci ? Il mio compagno ha parlato già con la sua ex e credo e spero ora in avanti sarà più tranquilla. ..Ma queste cose ormai il figlio le ha dentro e non troviamo la strada per fargli capire che non è così. Nessuno vuole imporre al figlio di frequentarci certo è che visto il nostro progetto di convivenza ...sarà difficile non farlo per questo vorremo arrivare a quel momento con la serenità di tutti....per questo organizziamo sporadici incontri (2/4 volte al mese ) sbagliamo?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67

<<non troviamo la strada per fargli capire che non è così.<<

Può darsi che in questo momento la strada non esista.

<<progetto di convivenza ...vorremo arrivare a quel momento con la serenità di tutti <<

Può darsi che la serenità di tutti non esista.

Navigate "a vista" cercando di rispettare il sentire di un ragazzino
che in questa fase della sua maturazione sta mettendo a fuoco cosa sia la vita di coppia e l'amore; che ha già visto che può finire, come tra i suoi genitori.
E dunque rischiare di fare danni permanenti è proprio da evitare.





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Utente
Utente
Dunque rinunciare ad un progetto di vita insieme? Siamo genitori in primis ma anche uomini e donne. ..prendere tempo senz'altro ed è quello che stiamo facendo ma non credo sia giusto rinunciare ai nostri desideri.
"Può darsi che la serenità di tutti non esista" è se così fosse ci vorranno anni ??

..i figli crescono ed ho imparato che alla fine ci ctiticheramno sempre...come noi abbiamo fatto con i nostri genitori. ..sono anche io figlia di separati .
Navigare a vista...forse a 20 anni a 50 di vive di progetti e concretezza ...almeno credo.
Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597 67

Prego.



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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Dunque rinunciare ad un progetto di vita insieme?>
No, ma avere molta pazienza per costruire una possibile integrazione sì. E per farlo bisogna tenere in conto la complessa rete di relazioni che si viene a creare nelle famiglie ricomposte. Comprendere, da parte di tutti gli adulti coinvolti in quale modo gestire i rapporti, quali siano le modalità interattive più opportune e correggere ciò che sta a monte e rende la faccenda complicata.
Sentire il parere diretto di un terapeuta familiare vi potrebbe essere di aiuto. Anche presso un Consultorio Familiare ASL, ad esempio, potreste trovare supporto.

Cordialità
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Utente
Utente
Grazie è proprio quello che stiamo cercando di fare anche per questo mi sono rivolta a voi proveremo la strada da lei indicata.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Benissimo allora, vi sarà di aiuto.

Cordialità e molti auguri