Disturbi emotivi, depressione ed autolesionismo?
Buonasera,
Sono una ragazza di 23 anni. Scrivo perchè convivo ormai da anni con una situazione altalenante che mi sta portando allo sfinimento.
Premetto che, per qualche ragione, ho iniziato sin dalle medie ad avere problemi a carattere, credo, paranoico: se mio padre mi abbracciava, temevo volesse abusare di me, senza che avesse mai dato segnali traditori. Ho poi iniziato a credere che tutti mi prendessero in giro, o mi odiassero, o al contrario, che mi amassero, a seconda dei contesti. Più avanti ancora, sono arrivata a chiudermi in casa a tapparelle abbassate, per paura che tutti mi spiassero dalla strada (nonostante abitassi al 4 piano).
Crescendo, ho smesso quasi di colpo con questo atteggiamento. Ma più me ne allontanavo, e più assumevo altri comportamenti che sfociavano in violenza fisica verso di me e oggetti, nonchè verbale verso le persone a me vicine.
Ad oggi, i miei problemi di autolesionismo sono mutati: sono riuscita a smettere di usare oggetti taglienti, ma spesso ho un bisogno talmente incontrollabile di farmi male, specie quando penso a qualcosa che ho detto/fatto che trovo sconveniente o sbagliato in contesto sociale, che mi prendo a schiaffi finchè non mi calmo, o mi graffio, o mi pizzico, o qualsiasi altra cosa mi infligga dolore intenso. Se non sono in condizione di farlo perchè in luogo pubblico, immagino di accoltellarmi o peggio, e subito all'idea mi placo. È come se questi stati d'animo mi provocassero spasmi.
Parlo spesso da sola quando non c'è nessuno, dico frasi sconnesse, parole a caso, urlo e faccio versi, a volte sorprendendo anche me stessa, per smettere di pensare a cose spiacevoli o fastidiose.
Il mio umore cambia in maniera progressiva. Spesso sento quando sta arrivando un'ondata depressiva, che si prolunga anche diversi mesi. In questi mesi penso di cercare aiuto, ma poi ne esco e mi dimentico. (I comportamenti autolesionistici sono comunque sempre stabili).
Sono in generale molto ansiosa: fumo molto, mangio molto, sviluppo subito dipendenze (ho periodi di alcolismo strisciante). Ho frequenti attacchi d'ansia che mi provocano vampate di calore e sudorazione intensa. Soffro di reflusso gastrico.
Continuo a credere, nei periodi più deboli o quando sono giù, che tutti si prendano gioco di me, mi guardino, mi deridano, o mi odino.
Tuttavia, di fronte ad amici e conoscenti sono loquace, spiritosa, empatica e brillante. Nessuno conosce i miei problemi così come descritti.
Ho dovuto riassumere la situazione per questioni di spazio...spero davvero di poter ricevere una risposta che sappia indirizzarmi verso la comprensione del mio disturbo, perchè vorrei essere più cosciente di ciò che vivo quotidianamente. Sono identificabile in un quadro particolare?
Ringrazio molto chiunque mi fornisca una risposta.
Sono una ragazza di 23 anni. Scrivo perchè convivo ormai da anni con una situazione altalenante che mi sta portando allo sfinimento.
Premetto che, per qualche ragione, ho iniziato sin dalle medie ad avere problemi a carattere, credo, paranoico: se mio padre mi abbracciava, temevo volesse abusare di me, senza che avesse mai dato segnali traditori. Ho poi iniziato a credere che tutti mi prendessero in giro, o mi odiassero, o al contrario, che mi amassero, a seconda dei contesti. Più avanti ancora, sono arrivata a chiudermi in casa a tapparelle abbassate, per paura che tutti mi spiassero dalla strada (nonostante abitassi al 4 piano).
Crescendo, ho smesso quasi di colpo con questo atteggiamento. Ma più me ne allontanavo, e più assumevo altri comportamenti che sfociavano in violenza fisica verso di me e oggetti, nonchè verbale verso le persone a me vicine.
Ad oggi, i miei problemi di autolesionismo sono mutati: sono riuscita a smettere di usare oggetti taglienti, ma spesso ho un bisogno talmente incontrollabile di farmi male, specie quando penso a qualcosa che ho detto/fatto che trovo sconveniente o sbagliato in contesto sociale, che mi prendo a schiaffi finchè non mi calmo, o mi graffio, o mi pizzico, o qualsiasi altra cosa mi infligga dolore intenso. Se non sono in condizione di farlo perchè in luogo pubblico, immagino di accoltellarmi o peggio, e subito all'idea mi placo. È come se questi stati d'animo mi provocassero spasmi.
Parlo spesso da sola quando non c'è nessuno, dico frasi sconnesse, parole a caso, urlo e faccio versi, a volte sorprendendo anche me stessa, per smettere di pensare a cose spiacevoli o fastidiose.
Il mio umore cambia in maniera progressiva. Spesso sento quando sta arrivando un'ondata depressiva, che si prolunga anche diversi mesi. In questi mesi penso di cercare aiuto, ma poi ne esco e mi dimentico. (I comportamenti autolesionistici sono comunque sempre stabili).
Sono in generale molto ansiosa: fumo molto, mangio molto, sviluppo subito dipendenze (ho periodi di alcolismo strisciante). Ho frequenti attacchi d'ansia che mi provocano vampate di calore e sudorazione intensa. Soffro di reflusso gastrico.
Continuo a credere, nei periodi più deboli o quando sono giù, che tutti si prendano gioco di me, mi guardino, mi deridano, o mi odino.
Tuttavia, di fronte ad amici e conoscenti sono loquace, spiritosa, empatica e brillante. Nessuno conosce i miei problemi così come descritti.
Ho dovuto riassumere la situazione per questioni di spazio...spero davvero di poter ricevere una risposta che sappia indirizzarmi verso la comprensione del mio disturbo, perchè vorrei essere più cosciente di ciò che vivo quotidianamente. Sono identificabile in un quadro particolare?
Ringrazio molto chiunque mi fornisca una risposta.
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"Sono identificabile in un quadro particolare?"
Le diagnosi online non si possono fare, sarebbe togliere valore al suo sentire, ed anche vietato dalla legge.
Lei invece ha bisogno di tanto altro: un inquadramento diagnostico chiaro, ed un protocollo terapeutico adeguato.
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psichiatra e ad uno psicologo, per valutare la possibilità di una terapia combinata.
Sono problematiche antiche , sarebbe utile approcciarle per bene e, soprattutto, una volta per tutte
Le diagnosi online non si possono fare, sarebbe togliere valore al suo sentire, ed anche vietato dalla legge.
Lei invece ha bisogno di tanto altro: un inquadramento diagnostico chiaro, ed un protocollo terapeutico adeguato.
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psichiatra e ad uno psicologo, per valutare la possibilità di una terapia combinata.
Sono problematiche antiche , sarebbe utile approcciarle per bene e, soprattutto, una volta per tutte
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 05/10/2016.
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