Crisi da scelta universitaria
Salve,
vi scrivo perché gli ultimi mesi della mia vita sono stati assai faticosi e mi hanno portata ad un generale stato di malessere fisico e mentale. A luglio mi sono diplomata al liceo classico, dopo 5 anni di sacrifici dettati anche dalla distanza della scuola da casa (più di 70km), non raggiungendo però i risultati sperati e tanto agognati. Dopo il liceo, ho passato un primo periodo alquanto difficile, costellato anche da diverse crisi e problemi fisici. Però, ho subito iniziato a preparami per il test d'ammissione a medicina, anche se ho dovuto studiare interamente da sola materie fondamentali come biologia e chimica. Durante questo periodo ho iniziato a pormi mille domande su cosa volessi dalla mia vita e se fossi veramente in grado di compiere un tale percorso di studi. Ovviamente mi ero riservata anche un'alternativa, cioè la facoltà di sociologia. Premetto che la mia intenzione era quella di studiare da fuori sede, in quanto volevo scappare dalla mia città. Poi venne il giorno del test e, tra mille dubbi e crisi di pianto, mi accinsi a sostenerlo, non riuscendo, però, a passarlo. Così, sostenni il test per la mia seconda scelta (di cui ero convinta) in una sede lontana da casa, ma, subito dopo, sono iniziati i dubbi. Mentre ricercavo un appartamento o una stanza in cui alloggiare, ho iniziato a dubitare di tutto, a non volere più allontanarmi da casa, ad avere continue crisi di pianto che non volevo manifestare ai miei genitori per non ammettere di aver sbagliato. Dopo tre giorni passati a piangere e a farmi mille paranoie e domande sulla mia partenza (passavo il tempo a calcolare ogni minima spesa che avrei dovuto sostenere, ogni cosa a cui avrei dovuto rinunciare stando lontana da casa, in primis, ai miei genitori a cui sono fortemente legata), ho trovato il coraggio, tra le lacrime, di esporre il problema a mia madre, chiedendole di frequentare l'ateneo più vicino a casa (nella stessa città del mio liceo), cambiando dunque anche facoltà. Così è iniziata la ricerca della nuova facoltà, che mi ha portato a frequentare varie lezioni di vari corsi, con il soli risultato di buttarmi sempre più giù di morale, tanto che, ancora oggi, rischio di scoppiare in lacrime ogni volta che vado a lezione. Dopo diversi giorni passati senza vedere uno sbocco nel mio futuro, senza sapere cosa fare della mia vita, ho ristretto le possibilità ad una facoltà, che non mi entusiasma e di cui non sono assolutamente sicura, ma vicina a casa, oppure una facoltà che mi piacerebbe di più, ma a circa 130km da casa, che mi costringerebbe ad una vita da fuori sede fin da subito. Ora non sono in grado di prendere decisioni, mi sento sempre stanca e triste, anche attività normali sono diventate difficili e spossanti, mi sembra di non vedere una via d'uscita da questa mia situazione, la mia salute sta peggiorando e il tempo scorre. Ho pensato che qui avrei potuto trovare un consiglio per uscire da questo stato e prendere una decisione.
Grazie per l'attenzione.
vi scrivo perché gli ultimi mesi della mia vita sono stati assai faticosi e mi hanno portata ad un generale stato di malessere fisico e mentale. A luglio mi sono diplomata al liceo classico, dopo 5 anni di sacrifici dettati anche dalla distanza della scuola da casa (più di 70km), non raggiungendo però i risultati sperati e tanto agognati. Dopo il liceo, ho passato un primo periodo alquanto difficile, costellato anche da diverse crisi e problemi fisici. Però, ho subito iniziato a preparami per il test d'ammissione a medicina, anche se ho dovuto studiare interamente da sola materie fondamentali come biologia e chimica. Durante questo periodo ho iniziato a pormi mille domande su cosa volessi dalla mia vita e se fossi veramente in grado di compiere un tale percorso di studi. Ovviamente mi ero riservata anche un'alternativa, cioè la facoltà di sociologia. Premetto che la mia intenzione era quella di studiare da fuori sede, in quanto volevo scappare dalla mia città. Poi venne il giorno del test e, tra mille dubbi e crisi di pianto, mi accinsi a sostenerlo, non riuscendo, però, a passarlo. Così, sostenni il test per la mia seconda scelta (di cui ero convinta) in una sede lontana da casa, ma, subito dopo, sono iniziati i dubbi. Mentre ricercavo un appartamento o una stanza in cui alloggiare, ho iniziato a dubitare di tutto, a non volere più allontanarmi da casa, ad avere continue crisi di pianto che non volevo manifestare ai miei genitori per non ammettere di aver sbagliato. Dopo tre giorni passati a piangere e a farmi mille paranoie e domande sulla mia partenza (passavo il tempo a calcolare ogni minima spesa che avrei dovuto sostenere, ogni cosa a cui avrei dovuto rinunciare stando lontana da casa, in primis, ai miei genitori a cui sono fortemente legata), ho trovato il coraggio, tra le lacrime, di esporre il problema a mia madre, chiedendole di frequentare l'ateneo più vicino a casa (nella stessa città del mio liceo), cambiando dunque anche facoltà. Così è iniziata la ricerca della nuova facoltà, che mi ha portato a frequentare varie lezioni di vari corsi, con il soli risultato di buttarmi sempre più giù di morale, tanto che, ancora oggi, rischio di scoppiare in lacrime ogni volta che vado a lezione. Dopo diversi giorni passati senza vedere uno sbocco nel mio futuro, senza sapere cosa fare della mia vita, ho ristretto le possibilità ad una facoltà, che non mi entusiasma e di cui non sono assolutamente sicura, ma vicina a casa, oppure una facoltà che mi piacerebbe di più, ma a circa 130km da casa, che mi costringerebbe ad una vita da fuori sede fin da subito. Ora non sono in grado di prendere decisioni, mi sento sempre stanca e triste, anche attività normali sono diventate difficili e spossanti, mi sembra di non vedere una via d'uscita da questa mia situazione, la mia salute sta peggiorando e il tempo scorre. Ho pensato che qui avrei potuto trovare un consiglio per uscire da questo stato e prendere una decisione.
Grazie per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente,
bene ha fatto a scriverci, se non altro per mettere nero su bianco il difficile iter di una scelta.
Desiderio di fuggire dalla Sua città, paura e preoccupazione di lasciare le proprie cose, in primis i genitori... sono frequentemente gli ingredienti che ci si trova a gestire al termine della scuola superiore.
Nessuna scelta permette di conservare tutto,
ogni scelta dà e toglie.
E in ciò sta la difficoltà.
Far dipendere le proprie "passioni", scelta universitaria innanzi tutto, dalla difficoltà incontrate e dal loro evitamento, mi semba un avvio negativo.
In questa situazione lo scrivere qui Le potrà dare sollievo, potrà ricevere un orientamento; ma difficilmente avrà tutto quanto Lei si attende:
<<Ho pensato che qui avrei potuto trovare un consiglio per uscire da questo stato e prendere una decisione.<<
Non basta infatti un consiglio per prendere una decisione così importante, bensì un percorso di persona con un/ nostro/a Collega, che La aiuti a comprendere meglio i termini del conflitto che sta vivendo e come gestirlo.
Anche presso il Consultorio della Sua città è possibile,
oppure chiedendo un appuntamento presso lo sportello psicologico di un ateneo; l'"orientamento" è uno dei loro compiti.
bene ha fatto a scriverci, se non altro per mettere nero su bianco il difficile iter di una scelta.
Desiderio di fuggire dalla Sua città, paura e preoccupazione di lasciare le proprie cose, in primis i genitori... sono frequentemente gli ingredienti che ci si trova a gestire al termine della scuola superiore.
Nessuna scelta permette di conservare tutto,
ogni scelta dà e toglie.
E in ciò sta la difficoltà.
Far dipendere le proprie "passioni", scelta universitaria innanzi tutto, dalla difficoltà incontrate e dal loro evitamento, mi semba un avvio negativo.
In questa situazione lo scrivere qui Le potrà dare sollievo, potrà ricevere un orientamento; ma difficilmente avrà tutto quanto Lei si attende:
<<Ho pensato che qui avrei potuto trovare un consiglio per uscire da questo stato e prendere una decisione.<<
Non basta infatti un consiglio per prendere una decisione così importante, bensì un percorso di persona con un/ nostro/a Collega, che La aiuti a comprendere meglio i termini del conflitto che sta vivendo e come gestirlo.
Anche presso il Consultorio della Sua città è possibile,
oppure chiedendo un appuntamento presso lo sportello psicologico di un ateneo; l'"orientamento" è uno dei loro compiti.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 28/09/2016.
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