Fobia specifica
Gentile Dottore,
Mia sorella, molto più giovane di me, 34 anni, da tempo si lamenta per la fobia ( paura di cadere e dell'altezza).
Prima è andata dallo psichiatra che le aveva consigliato la psicoterapia. Cosa che ha fatto. Ha scelto un tipo di psicoterapia ( mi pare dietro consiglio del dottore ) che non richiede l'esposizione all'oggetto temuto.
Va meglio, anche se non del tutto superata la fobia.
Mi sono accorta che si pone delle domande che non ha il coraggio di chiedere al suo terapeuta, forse Lei ci potrebbe dare un aiuto.
Sia lo psichiatra che il terapeuta hanno detto, sia pure con parole diverse, ma simili, che chi convive da tanto tempo con un sintomo quale potrebbe essere quello fobico, può attraversare dei momenti di "crisi" o di perdita dell'equilibrio, quando il vecchio equilibrio garantito dalla fobia comincia a cedere per dare il passo ad un nuovo; indicato come scompensazione dei sintomi. Queste parole sono sinonimi di scompenso psichico ( mi pare sia una cosa importante che a volte richiede il ricovero) o indicano altro?
Grazie per la cortese attenzione e cordialmente la saluto
Mia sorella, molto più giovane di me, 34 anni, da tempo si lamenta per la fobia ( paura di cadere e dell'altezza).
Prima è andata dallo psichiatra che le aveva consigliato la psicoterapia. Cosa che ha fatto. Ha scelto un tipo di psicoterapia ( mi pare dietro consiglio del dottore ) che non richiede l'esposizione all'oggetto temuto.
Va meglio, anche se non del tutto superata la fobia.
Mi sono accorta che si pone delle domande che non ha il coraggio di chiedere al suo terapeuta, forse Lei ci potrebbe dare un aiuto.
Sia lo psichiatra che il terapeuta hanno detto, sia pure con parole diverse, ma simili, che chi convive da tanto tempo con un sintomo quale potrebbe essere quello fobico, può attraversare dei momenti di "crisi" o di perdita dell'equilibrio, quando il vecchio equilibrio garantito dalla fobia comincia a cedere per dare il passo ad un nuovo; indicato come scompensazione dei sintomi. Queste parole sono sinonimi di scompenso psichico ( mi pare sia una cosa importante che a volte richiede il ricovero) o indicano altro?
Grazie per la cortese attenzione e cordialmente la saluto
[#1]
No!
Sua sorella *gestisce* con i sintomi le paure che ha. Il sintomo fobico fa si che lei non *arrivi* a quanto la spaventa.
Quindi la cura consiste nel farla approdae a *cio' che la spaventa* e a farglielo elaborare.
Per risolverlo. E il sintomo svanira' nel nulla. Non avendo piu' nulla da *bloccare*
Comunque sarebbe meglio che fosse Sua sorella a interpellarci se vuole. E non Lei.
Lei inquina il campo teraputico. E non giova a Sua sorella.
I miei saluti.
Sua sorella *gestisce* con i sintomi le paure che ha. Il sintomo fobico fa si che lei non *arrivi* a quanto la spaventa.
Quindi la cura consiste nel farla approdae a *cio' che la spaventa* e a farglielo elaborare.
Per risolverlo. E il sintomo svanira' nel nulla. Non avendo piu' nulla da *bloccare*
Comunque sarebbe meglio che fosse Sua sorella a interpellarci se vuole. E non Lei.
Lei inquina il campo teraputico. E non giova a Sua sorella.
I miei saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Gentile Utente,
secondo la terapia cognitivo-comportamentale che prevede, in casi del genere anche l'esposizione graduale, è fisiologico che ci sia uno scompenso che porta poi il pz. in terapia.
Questo accade perché l'equilibrio che il pz. aveva raggiunto è diventato precario (quindi c'è lo scompenso) ed è necessario ristabilire con la terapia un nuovo e più funzionale equilibrio.
Questo non implica nulla di grave, semmai un vantaggio a favore del pz. perché ad esempio se Sua sorella prima aveva bisogno di essere accompagnata in quelle azioni che le facevano paura, dopo la terapia non più. Quindi si genera un nuovo equilibrio perché chi accompagnava Sua sorella perde il ruolo di accompagnatore e Sua sorella può essere libera di fare anche ciò che magari prima evitava. Direi che si tratta quindi di un processo positivo per il pz. e si spera anche per coloro che gli stanno attorno.
Cordiali saluti,
secondo la terapia cognitivo-comportamentale che prevede, in casi del genere anche l'esposizione graduale, è fisiologico che ci sia uno scompenso che porta poi il pz. in terapia.
Questo accade perché l'equilibrio che il pz. aveva raggiunto è diventato precario (quindi c'è lo scompenso) ed è necessario ristabilire con la terapia un nuovo e più funzionale equilibrio.
Questo non implica nulla di grave, semmai un vantaggio a favore del pz. perché ad esempio se Sua sorella prima aveva bisogno di essere accompagnata in quelle azioni che le facevano paura, dopo la terapia non più. Quindi si genera un nuovo equilibrio perché chi accompagnava Sua sorella perde il ruolo di accompagnatore e Sua sorella può essere libera di fare anche ciò che magari prima evitava. Direi che si tratta quindi di un processo positivo per il pz. e si spera anche per coloro che gli stanno attorno.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Se Sua sorella ha la fobia del vuoto cio' indica (per la terapia psicodinamica) che teme di non essere contenuta, sorretta. Ad esempio provera' paura e senso di destabilizzazione se dovra' fare delle scelte di sua iniziativa. Senza chiedere a nessuno cosa fare. Perche' non sentira' il *contenimento* del controllo da parte degli altri.
Ma se non avra' le idee chiare su quali scelte desidera fare avra' sempre paura delle ipotetiche *conseguenze*.
Quindi elaborare le scelte che desidera fare, rendersi conto del perche' le fanno paura e superare le sue paure inconsce, la liberera' dalle fobie!
Ma se non avra' le idee chiare su quali scelte desidera fare avra' sempre paura delle ipotetiche *conseguenze*.
Quindi elaborare le scelte che desidera fare, rendersi conto del perche' le fanno paura e superare le sue paure inconsce, la liberera' dalle fobie!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.3k visite dal 23/09/2016.
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