Masturbazione o problema con mio marito?
Ho 39 anni, una professione che mi appassiona, una vita sociale gradevole, una famiglia che mi adora, ho molti interessi e pratico spesso sport.
Sono felicemente sposata con mio marito da 14 anni.
Ho pensato di scrivervi per questo motivo.
Ho cominciato a praticare la masturbazione intorno ai 12 anni.
Mio marito è l'unico uomo con cui io abbia avuto rapporti sessuali.
All'inizio della nostra relazione avevamo rapporti praticamente quotidiani e intensissimi, poi i ritmi si sono, direi normalmente, diradati significativamente. Per molti anni abbiamo avuto rapporti sessuali di circa due tre volte in una settimana.
Nell'ultimo periodo la frequenza dei nostri rapporti si è ridotta ulteriormente (circa 2 al mese), complici una serie di fattori:
1. Lavoro che porta spesso a separarci
2. E’ distratto dal pensiero di sua madre che ha problemi di salute (hanno un rapporto quasi morboso)
3. Una sensazione di spossatezza fisica profonda (causata dal lavoro, questa estate stava benissimo)
4. Alcuni episodi d perdita di erezione che lo hanno turbato
5. Problemi di ansia per cui è in cura fin da quando lo conosco
6. Io che ricerco il rapporto con meno frequenza perchè non riesco a raggiungere l’orgasmo (all'inizio lo raggiungevo sempre, ora quasi mai)
Quando decido di masturbarmi indosso suoi indumenti (pantaloni, slip, boxer, costume) e mi aiuto con una pallina morbida. Una volta che mi sono procurata il piacere continuo ad “indossare” questa pallina per molte ore. Mi comporto come se avessi il pene e assumo comportamenti maschili. Mi tocco nelle parti intime come fanno loro, mi atteggio e mi muovo come un ragazzo. Spesso mi piace fingere di aver ricevuto un colpo nei testicoli o di avere un pene dolente o con problemi di erezione. Altre volte fingo di avere difficoltà a camminare o di essere dolente in qualche parte del corpo e mi piace guardare come il mio "finto pene" si muove nei miei pantaloni durante queste diverse "scenette".
Mentre sto scrivendo questo post sto fingendo di essere un ragazzo molto grasso e di avere un pene "soffocato" dalla ciccia.
Diciamo che i miei "personaggi" sono sempre uomini in difficoltà che si toccano il pene per qualche motivo.
All’inizio ho pensato che fosse una sorta di “evoluzione” del mio modo di masturbarmi. Fantasie sessuali?
Adesso però mi succede che quando ho rapporti con mio marito mi eccito quando vedo il suo pene nei suoi slip perché ripenso a quando io mi masturbavo e usavo gli stessi indumenti. Quando lo tocco, nella fase dei preliminari, ripenso a quando tocco la mia pallina fingendo di avere il pene nei momenti di masturbazione e anche quando abbiamo il rapporto spesso provo piacere perché ricordo il piacere che provavo con la mia pallina nell’atto di fingere di avere un rapporto in cui io sono l’uomo con il pene in erezione.
E’ come se non facessi più l’amore con lui, ma con la mia pallina della masturbazione.
Questa situazione mi turba e mi confonde. Potreste aiutarmi a capire che cosa mi stia succedendo?
Sono felicemente sposata con mio marito da 14 anni.
Ho pensato di scrivervi per questo motivo.
Ho cominciato a praticare la masturbazione intorno ai 12 anni.
Mio marito è l'unico uomo con cui io abbia avuto rapporti sessuali.
All'inizio della nostra relazione avevamo rapporti praticamente quotidiani e intensissimi, poi i ritmi si sono, direi normalmente, diradati significativamente. Per molti anni abbiamo avuto rapporti sessuali di circa due tre volte in una settimana.
Nell'ultimo periodo la frequenza dei nostri rapporti si è ridotta ulteriormente (circa 2 al mese), complici una serie di fattori:
1. Lavoro che porta spesso a separarci
2. E’ distratto dal pensiero di sua madre che ha problemi di salute (hanno un rapporto quasi morboso)
3. Una sensazione di spossatezza fisica profonda (causata dal lavoro, questa estate stava benissimo)
4. Alcuni episodi d perdita di erezione che lo hanno turbato
5. Problemi di ansia per cui è in cura fin da quando lo conosco
6. Io che ricerco il rapporto con meno frequenza perchè non riesco a raggiungere l’orgasmo (all'inizio lo raggiungevo sempre, ora quasi mai)
Quando decido di masturbarmi indosso suoi indumenti (pantaloni, slip, boxer, costume) e mi aiuto con una pallina morbida. Una volta che mi sono procurata il piacere continuo ad “indossare” questa pallina per molte ore. Mi comporto come se avessi il pene e assumo comportamenti maschili. Mi tocco nelle parti intime come fanno loro, mi atteggio e mi muovo come un ragazzo. Spesso mi piace fingere di aver ricevuto un colpo nei testicoli o di avere un pene dolente o con problemi di erezione. Altre volte fingo di avere difficoltà a camminare o di essere dolente in qualche parte del corpo e mi piace guardare come il mio "finto pene" si muove nei miei pantaloni durante queste diverse "scenette".
Mentre sto scrivendo questo post sto fingendo di essere un ragazzo molto grasso e di avere un pene "soffocato" dalla ciccia.
Diciamo che i miei "personaggi" sono sempre uomini in difficoltà che si toccano il pene per qualche motivo.
All’inizio ho pensato che fosse una sorta di “evoluzione” del mio modo di masturbarmi. Fantasie sessuali?
Adesso però mi succede che quando ho rapporti con mio marito mi eccito quando vedo il suo pene nei suoi slip perché ripenso a quando io mi masturbavo e usavo gli stessi indumenti. Quando lo tocco, nella fase dei preliminari, ripenso a quando tocco la mia pallina fingendo di avere il pene nei momenti di masturbazione e anche quando abbiamo il rapporto spesso provo piacere perché ricordo il piacere che provavo con la mia pallina nell’atto di fingere di avere un rapporto in cui io sono l’uomo con il pene in erezione.
E’ come se non facessi più l’amore con lui, ma con la mia pallina della masturbazione.
Questa situazione mi turba e mi confonde. Potreste aiutarmi a capire che cosa mi stia succedendo?
[#1]
Gentile signora,
dal momento che si tratta di una situazione che in qualche maniera La turba, direi che certamente ha bisogno di capire che cosa sta succedendo, ma un consulto on line ha la finalità di orientare l'Utenza e non possiamo da qui dire che cosa stia succedendo alla coppia o a Lei.
Sarebbe dunque utilissimo per Lei rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa aiutare sia Lei sia la coppia a ritrovare una sessualità che sia motivo di piacere e non di turbamento.
Le ipotesi che possiamo fare sono molte, ad iniziare da uno stato ansioso: se per Lei è eccitante ed appagante masturbarsi con questa modalità, non vedo dove sia il problema.
Ma il problema nasce nel momento in cui Lei sia lascia turbare dalla modalità che utilizza e la rivede nei momenti di intimità con Suo marito come qualcosa che La spiazza e La confonde.
Forse Lei attribuisce dei significati particolari all'immagine/idea di essere come un uomo nella masturbazione, e ciò potrebbe diventare intollerabile e fonte d'angoscia.
Utile la consulenza diretta.
Cordiali saluti,
dal momento che si tratta di una situazione che in qualche maniera La turba, direi che certamente ha bisogno di capire che cosa sta succedendo, ma un consulto on line ha la finalità di orientare l'Utenza e non possiamo da qui dire che cosa stia succedendo alla coppia o a Lei.
Sarebbe dunque utilissimo per Lei rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa aiutare sia Lei sia la coppia a ritrovare una sessualità che sia motivo di piacere e non di turbamento.
Le ipotesi che possiamo fare sono molte, ad iniziare da uno stato ansioso: se per Lei è eccitante ed appagante masturbarsi con questa modalità, non vedo dove sia il problema.
Ma il problema nasce nel momento in cui Lei sia lascia turbare dalla modalità che utilizza e la rivede nei momenti di intimità con Suo marito come qualcosa che La spiazza e La confonde.
Forse Lei attribuisce dei significati particolari all'immagine/idea di essere come un uomo nella masturbazione, e ciò potrebbe diventare intollerabile e fonte d'angoscia.
Utile la consulenza diretta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Gentile dr.ssa, la ringrazio per le sue parole che mi confortano.
In particolare mi tranquillizza molto questa sua frase: "se per Lei è eccitante ed appagante masturbarsi con questa modalità, non vedo dove sia il problema".
Non so se per pudore o una sorta di senso di colpa temevo che non fosse una cosa normale farlo così, ora invece mi sento sollevata.
Non credo di attribuire significati particolari all'idea di essere uomo nella masturbazione o di vivere queste situazioni come intollerabili o fonti di angoscia.
Per quanto riguarda i rapporti con mio marito non mi turba tanto il fatto di rivedere delle azioni che faccio durante la masturbazione, ma il fatto di avere bisogno di richiamare quelle situazioni per provare piacere, come se lui non fosse abbastanza, come se sentissi la mancanza di qualcosa e questo mi dispiace.
Il fatto che i nostri rapporti sessuali siano sempre meno frequenti mi fa nascere il timore che la nostra attrazione sessuale stia scemando, ho il timore che possano essere segnali di problemi di coppia latenti, di cui obiettivamente non mi sono proprio accorta.
Anche il fatto dell'orgasmo. Quando abbiamo cominciato la nostra relazione riuscivo a raggiungerlo praticamente sempre, poi sempre meno e ora quasi mai. Trovo più piacevole, da questo punto di vista, l'attività di masturbazione che una sua penetrazione. Devo anche dire che una volta le sue erezioni erano molto più lunghe e io non sono velocissima a raggiungere l'eccitazione.
A questo proposito le chiedo ance se pensa che le sue dimensioni possano essere rilevanti. Credo che in erezione raggiunga circa gli 8 cm. E' possibile che all'inizio del nostro rapporto fossero più che sufficienti per provare piacere in quanto ero vergine e tutta da "dilatare" e che ora con l'utilizzo intensivo dei primi anni non siano più grandi abbastanza per le mie dimensioni?
Anche il fatto relativo agli episodi legati alla perdita di erezione mi crea turbamento. In parte penso che siano un effetto collaterale dei farmaci che prende per i problemi di ansia, in parte che siano figli di quella sensazione di spossatezza fisica che spesso lo travolge nel fine settimana, in parte un segno di decadimento dovuto all'età (lui ha 56 anni).
Ritiene che cominciare un percorso di psicoterapia mio personale e individuale possa essere utile o che sarebbe preferibile una terapia di coppia?
Ho il timore che parlare con lui di queste mie sensazioni possa alimentare dubbi e ansie in un uomo che è già alla continua ricerca di conferme e rischiare di essere più dannoso che altro.
Il tema dell'ansia è un aspetto molto delicato nella sua vita. Se gli confidassi di non riuscire quasi mai a raggiungere l'orgasmo ho il timore che potrebbe essere sopraffatto da ansie da prestazione e aggravare i suoi problemi di perdita di erezione.
Vorrei solo cercare di migliorare ancora una relazione che è già splendida da molti punti di vista, ma ho paura di ferirlo e di farlo stare male.
In particolare mi tranquillizza molto questa sua frase: "se per Lei è eccitante ed appagante masturbarsi con questa modalità, non vedo dove sia il problema".
Non so se per pudore o una sorta di senso di colpa temevo che non fosse una cosa normale farlo così, ora invece mi sento sollevata.
Non credo di attribuire significati particolari all'idea di essere uomo nella masturbazione o di vivere queste situazioni come intollerabili o fonti di angoscia.
Per quanto riguarda i rapporti con mio marito non mi turba tanto il fatto di rivedere delle azioni che faccio durante la masturbazione, ma il fatto di avere bisogno di richiamare quelle situazioni per provare piacere, come se lui non fosse abbastanza, come se sentissi la mancanza di qualcosa e questo mi dispiace.
Il fatto che i nostri rapporti sessuali siano sempre meno frequenti mi fa nascere il timore che la nostra attrazione sessuale stia scemando, ho il timore che possano essere segnali di problemi di coppia latenti, di cui obiettivamente non mi sono proprio accorta.
Anche il fatto dell'orgasmo. Quando abbiamo cominciato la nostra relazione riuscivo a raggiungerlo praticamente sempre, poi sempre meno e ora quasi mai. Trovo più piacevole, da questo punto di vista, l'attività di masturbazione che una sua penetrazione. Devo anche dire che una volta le sue erezioni erano molto più lunghe e io non sono velocissima a raggiungere l'eccitazione.
A questo proposito le chiedo ance se pensa che le sue dimensioni possano essere rilevanti. Credo che in erezione raggiunga circa gli 8 cm. E' possibile che all'inizio del nostro rapporto fossero più che sufficienti per provare piacere in quanto ero vergine e tutta da "dilatare" e che ora con l'utilizzo intensivo dei primi anni non siano più grandi abbastanza per le mie dimensioni?
Anche il fatto relativo agli episodi legati alla perdita di erezione mi crea turbamento. In parte penso che siano un effetto collaterale dei farmaci che prende per i problemi di ansia, in parte che siano figli di quella sensazione di spossatezza fisica che spesso lo travolge nel fine settimana, in parte un segno di decadimento dovuto all'età (lui ha 56 anni).
Ritiene che cominciare un percorso di psicoterapia mio personale e individuale possa essere utile o che sarebbe preferibile una terapia di coppia?
Ho il timore che parlare con lui di queste mie sensazioni possa alimentare dubbi e ansie in un uomo che è già alla continua ricerca di conferme e rischiare di essere più dannoso che altro.
Il tema dell'ansia è un aspetto molto delicato nella sua vita. Se gli confidassi di non riuscire quasi mai a raggiungere l'orgasmo ho il timore che potrebbe essere sopraffatto da ansie da prestazione e aggravare i suoi problemi di perdita di erezione.
Vorrei solo cercare di migliorare ancora una relazione che è già splendida da molti punti di vista, ma ho paura di ferirlo e di farlo stare male.
[#3]
Gentile signora,
trovo un po' dissonante il fatto che la relazione sia fantastica ma che non si riesca a parlare serenamente di questi aspetti e a cercare insieme di risolverli.
Ma andiamo con ordine. Il pudore è un sentimento che ha a che fare con la sessualità, perché diventiamo vulnerabili ed è quindi ovvio appartarsi (da un punto di vista evolutivo ciò era utile anche per evitare predatori). La colpa, invece, è qualcosa che ha poco a che vedere con la sessualità e che, anzi, crea di solito molti problemi.
Questo può avere conseguenze proprio sull'orgasmo, perché la colpa (così come la vergogna, ad esempio) non permette di mostrarsi vulnerabili, né di lasciarsi andare, né di condividere un momento del genere con qualcuno.
E, dunque, se manca un momento di condivisione e di piacere, ma in qualche modo si preferisce fingere, è chiaro che si perda il gusto e che si preferisca altro... quindi i rapporti diventano sempre meno frequenti. Ma questo è un circolo vizioso...
Quindi, più che pensare all'equazione "se i rapporti sono più rari, allora vuol dire che non c'è più attrazione" è indispensabile capire certamente che cosa succede, ma anche focalizzarsi sulle soluzioni al problema.
La stessa cosa vale per la perdita dell'erezione. Può capitare, ma se l'evento viene drammatizzato e non ci si focalizza sulle soluzioni, allora è possibile che addirittura possa cronicizzarsi.
In più, se si evitano i rapporti, il problema resta tale e quale.
Le dimensioni, infine, non hanno a che vedere con la soddisfazione sessuale.
Mi pare che il primo step sia una consulenza individuale e valutare con attenzione se sia il caso di coinvolgere anche Suo marito.
Di solito è utile coinvolgere la coppia, perchè i problemi sessuali sono problemi della coppia.
Cordiali saluti,
trovo un po' dissonante il fatto che la relazione sia fantastica ma che non si riesca a parlare serenamente di questi aspetti e a cercare insieme di risolverli.
Ma andiamo con ordine. Il pudore è un sentimento che ha a che fare con la sessualità, perché diventiamo vulnerabili ed è quindi ovvio appartarsi (da un punto di vista evolutivo ciò era utile anche per evitare predatori). La colpa, invece, è qualcosa che ha poco a che vedere con la sessualità e che, anzi, crea di solito molti problemi.
Questo può avere conseguenze proprio sull'orgasmo, perché la colpa (così come la vergogna, ad esempio) non permette di mostrarsi vulnerabili, né di lasciarsi andare, né di condividere un momento del genere con qualcuno.
E, dunque, se manca un momento di condivisione e di piacere, ma in qualche modo si preferisce fingere, è chiaro che si perda il gusto e che si preferisca altro... quindi i rapporti diventano sempre meno frequenti. Ma questo è un circolo vizioso...
Quindi, più che pensare all'equazione "se i rapporti sono più rari, allora vuol dire che non c'è più attrazione" è indispensabile capire certamente che cosa succede, ma anche focalizzarsi sulle soluzioni al problema.
La stessa cosa vale per la perdita dell'erezione. Può capitare, ma se l'evento viene drammatizzato e non ci si focalizza sulle soluzioni, allora è possibile che addirittura possa cronicizzarsi.
In più, se si evitano i rapporti, il problema resta tale e quale.
Le dimensioni, infine, non hanno a che vedere con la soddisfazione sessuale.
Mi pare che il primo step sia una consulenza individuale e valutare con attenzione se sia il caso di coinvolgere anche Suo marito.
Di solito è utile coinvolgere la coppia, perchè i problemi sessuali sono problemi della coppia.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 14k visite dal 18/09/2016.
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